Il vino italiano finto ci costa 1 miliardo l’anno
Il Ministro Martina firma un accordo con eBay per bloccare il Chianti fatto in Canada, il Prosecco made in Crimea e il Marsala sudamericano
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
E’ l’unico accordo sottoscritto dal colosso del commercio elettronico eBay che ha in catalogo 800 milioni di prodotti di tutto il mondo. Un immenso mare di offerte in cu si nascondono anche cose taroccate come i vini falsi. Il nostro ministero ne ha individuati 160 per un business di 50 milioni di Euro, ma chi sa quanti altri ce ne sono! Infatti l’Ocse ha stimato il mercato complessivo dei falsi in 700 miliardi di Dollari l’anno.
Il problema parte da precedenti accordi sul commercio internazionale e da alcune
legislazioni estere per cui il produttore di Chianti made in Usa non commette nessun reato come, purtroppo, chi commercializza i kit per fare Valpolicella in casa in pochi giorni. Tutto perfettamente legale salvo che i consumatori, dopo aver bevuto simili liquidi, potrebbero essere per sempre dissuasi dall’acquisto di bottiglie italiane.
Oltre a vini italian sounding, ci sono anche i prodotti “mafia sounding” cioè etichette con chiari riferimenti al più noto dei network criminali del nostro Paese. C’è un brand di bevande alcoliche che si chiama “Fernet Mafiosi” etichettato con immagini di gangster, pistole e simili. Oltre che danneggiare il commercio del vero vino italiano tali prodotti ci offendono anche come nazione.
Il contrasto al vino taroccato va avanti anche da noi. Mentre continuano le ispezioni nelle cantine dell’ ICQ Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi, i consorzi hanno reclutato dei “agenti segreti del vino” in missione nei supermercati e nei ristoranti per scovare i vini
DOC contraffatti o irregolari. Si chiamano agenti vigilatori e sono stati istituiti dalla Legge 164/92. Anche la piccola Orcia Doc ne ha uno grazie alla collaborazione col Consorzio della Doc Cortona.
Ma il vero 007 del vino falso è la statunitense Maureen Downey fondatrice di Chai Consulting fra le maggiori società di expertise enologica. Ha testimoniato nel processo contro il superfalsario Ruby Kurniawan ed è la principale accusatrice del sistema delle aste e delle degustazioni dove le stesse bottiglie vengono vendute più volte riempiendole a ogni nuovo evento.
Ed ecco la lista dei vini più contraffatti tratta da un interessantissimo articolo di Andrea Gabbrielli
Domaine de la Romanée-Conti
Henri Jayer
Domaine Dujac
Château Cheval Blanc
Château Petrus
Château Lafite Rothschild
Château Latour
Château Mouton Rothschild
Château Lafleur
Château Le Pin
Château Latour à Pomerol
Château Rayas
Jaboulet La Chapelle Hermitage
Sassicaia
Soldera Brunello di Montalcino
Bruno Giacosa Barolo