
A Salerno la prima cattedra di Wine business in Italia
Giuseppe Festa propone un nuovo modello di insegnamento dove la teoria accademica è massicciamente affiancata da testimonianze d’impresa, un’università aperta
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Le mie lezioni sul turismo del vino all’Univeristà di Salerno, oltre 40.000 studenti in un campus con piscine e campi da tennis come in America, mi mette davanti, anno dopo anno, classi piene di managers che già lavorano in cantine importanti oppure imprenditori che stanno per investire in grandi progetti, insomma, più che una classe è un vivaio di campioni .
E’ l’occasione per riflettere sulla distanza che separa questa da altre esperienze simili ma di più scarso successo.
Tutti gli accademici dicono di farlo ma pochissimi lo fanno davvero: aprirsi al confronto con le imprese affiancandole al percorso formativo con pari dignità della teoria. Ecco la ricetta vincente di Giuseppe Festa che, dietro modi forbiti, quasi ottocenteschi, nasconde un animo innovatore. E vai Giuseppe!
A mio avviso l’abitudine dei docenti a studiare quasi solo sui libri ed a lavorare quasi solo dentro le aule è un’autentica iattura per l’università italiana. All’estero infatti gran parte degli insegnanti alterna l’attività accademica con le consulenze o il lavoro d’impresa con il risultato di essere a diretto contatto con le nuove tendenze, i nuovi bisogni, i nuovi prodotti di una civiltà in continuo cambiamento. In Italia gli esempi di questo genere sono pochi: Attilio Scienza a Milano, Riccardo Cotarella a Viterbo, qualche anno fa Giacomo Tachis a Pisa …. Personaggi che hanno fatto la fortuna dei loro corsi di laurea e dei territori circostanti. Basta vedere quello che succede con Luigi Moio a Napoli.
Non solo la vitivinicoltura, ma anche il wine business ha bisogno di un salto in avanti che porti dentro le università le imprese più performanti quelle che innovano e creano modelli di successo. Un salto in avanti che mantenga il valore formativo della teoria ma le tolga la polvere attraverso una confronto serrato con il mondo produttivo. E’ Salerno il luogo di questa rivoluzione? Credo proprio di si e infatti il “metodo Festa” ha già ottenuto due grossi risultati: un Corso in wine business sempre pieno di studenti di altissimo livello, la creazione di una cattedra in wine
business all’interno del dipartimento di “Studi e ricerche d’azienda”, la prima in Italia . Mi ha detto << nel mio Corso, i contributi delle aziende sono ormai così tanti che, in certe lezioni, ce ne sono due oppure tre>> Bravo Giuseppe! Del resto gli studenti in aula lo meritano.
Dopo il dovere il piacere, con una strepitosa cena a Cava dei Tirreni, da Rocco Iannone ristorante PappaCarbone che ci accoglie con la dichiarazione << la cucina è una cosa seria>> scritta nella lavagna all’ingresso e nei menù. Piatti strepitosi dove la forza di una civiltà gastronomica millenaria
si associa a un estro e a una sensibilità rare. Fiori di zucca farciti di ricotta con guazzetto di mare, spaghetti con polipetti e limone candito, risotto con piselli, basilico e gamberi rossi, ricciola al vapore con cocotte di verdure….. E’ questa la Campania che mi piace quella che sfida la crisi e i luoghi comuni mostrandosi al mondo con tutto il suo talento.
P.s. Giuseppe Festa è l’estensore del 12° rapporto sul Turismo del vino delle Città del vino. Un documento redatto con cura che comprende l’esame della bibliografia precedente e delle Strade del vino e cantine aperte più preformanti.