
Arte, vino e turismo per il premio di pittura Zingarelli
Al convegno organizzato da Rocca delle Macie, Donatella Cinelli Colombini parla di turismo del vino con Daniele Cernilli Sergio Zingarelli e Massimo Cerofolini

Massimo Cerofolini, Daniele Cernilli, Sergio Zingarelli, Daria Filardo, Donatella Cinelli Colombini al convegno di Rocca delle Macie
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Turismo del vino: crea posti di lavoro, salva gli edifici dall’abbandono ma produce anche una modificazione del territorio omologandolo e “turisticizzandolo” insomma lo trasforma. Mantenerlo nella sua integrità è importante perché solo così continua ad attrarre visitatori ma soprattutto mantiene quel plus che rende affascinante e unico un vino, in altre parole salvaguarda quel valore immateriale che aumenta la percezione di qualità delle bottiglie.
Ecco che le azioni di salvaguardia non sono un freno allo sviluppo economico ma un modo per mantenere il successo del vino e del suo territorio. Il caso di studio del Chianti Classico è particolarmente interessante per capire come e perchè le zone del vino sono particolarmente attaccabili dal degrado turistico e chi lavora per salvaguardarle.
Qui di seguito esamineremo il territorio del Chianti Classico, che è una delle mete enoturistiche italiane più visitate insieme a Bolgheri, Montalcino, Montefalco.
In linea generale, qualunque sia la destination, gli effetti negativi del turismo si configurano allo stesso modo con l’aumento dei valori immobiliari e dei prezzi dei generi di consumo per cui comprare una casa, per i residenti, diventa difficile. Spariscono i negozi di vicinato sostituiti da quelli di souvenir, aumenta l’inquinamento. Inoltre, diventano meno disponibili spazi, servizi e utenze, originariamente destinati solo ai residenti, e soprattutto si modificano lo stile di vita della popolazione e il carattere dei luoghi conformemente alle attese dei turisti. Il territorio finisce per diventare una cartolina di sé stesso e riempirsi di “non luoghi” caratterizzati da quel finto tipico uguale ovunque.
Turisti nel Chianti Classico
Presenza turistiche totali 2012 1.245.293
Presenze turistiche straniere 2012- 988.707
Permanenza da 4,2 giorni a 2,7 a seconda dei comuni
Chianti Classico senese 2013
ABITANTI POSTI LETTO
• RADDA IN CHIANTI 1.688 1.118
• CASTELLINA IN C. 2.873 2.166
• GAIOLE IN CHIANTI 2.776 1.233
– PARTE DEI COMUNI DI
• POGGIBONSI 28.954 1.440
• CASTELNUOVO B. 8.795 2.200
I dati sopra riportati evidenziano un alto numero di posti letto turistici rispetto alla popolazione residente. Alberghi,
agriturismo, case vacanze …. una grande opportunità di lavoro e sviluppo che tuttavia va gestita con attenzione.
Ai turisti si aggiungono i numerosissimi escursionisti, cioè i visitatori giornalieri, la cui presenza, benchè non misurabile con certezza, è evidente da alcuni indizi: a Radda, il paese più piccolo del Chianti Classico, ci sono 1.118 residenti e 24 ristoranti segnalati da Trip Advisor.
Una situazione che richiede un’attenta gestione per coniugare sviluppo e salvaguardia dell’identità locale.
Tutte le destinazioni turistiche hanno un “ciclo di vita” come ogni prodotto. Un percorso che va diviso in 4 fasi: la ricerca dei turisti, i primi conflitti turisti-residenti, la colonizzazione dei turisti e il declino della destinazione. Ovviamente bisogna fare ogni sforzo per non arrivare alla terza e quarta fase. Questa è la sfida che hanno davanti gli amministratori del Chianti Classico e in cui hanno grandi alleati: gli agricoltori e soprattutto i vignaioli. Persone che hanno a cuore l’integrità dei luoghi perché sanno bene quanto essa sia importante per il successo e l’immagine del loro vino. Infatti, fra gli elementi simbolici che compongano 2/3 del valore percepito della bottiglia di vino, c’è il territorio di origine. Quando tale territorio è un capolavoro come nel Chianti Classico, i produttori sono i primi a volerlo
salvaguardare.
Per concludere due riflessioni di ordine generale che aiutano a capire i motivi per cui il successo enoturistico di un distretto enologico vada gestito con maggiore attenzione rispetto a quanto avviene in una città d’arte come Firenze, Genova o Napoli.
Il degrado turistico è tanto più veloce quanto è basso il numero dei residenti ed è alto quello medio giornaliero di turisti, escursionisti e residenti temporanei. Accelera inoltre quando è larga la forbice fra la capacità di spesa dei visitatori e quella degli abitanti. Inoltre dipende dalla durata della stagione turistica. Infatti un territorio è meno modificato da 1 milione di turisti che arrivano per un festival di tre giorni che dallo stesso milione di turisti che si spalmano su 9 mesi.