Una buona notizia per il Gallo Nero simbolo del Chianti Classico. Il Tribunale Ue ha confermato la bocciatura del marchio simile effettuata nel 2017 da una società di Roma nella classe 33 cioè in quella del vino. Un primo verdetto favorevole al Consorzio del Chianti Classico era arrivata lo scorso anno da parte della Commissione Ricorsi dell’Ufficio Marchi.
61 TENATIVI DI COPIARE IL GALLO NERO IN 15 ANNI
Non è la prima volta che i produttori della celebre zona vinicola toscana devono difendere il loro splendido galletto. Negli ultimi 15 anni è successo ben 61 volte e il Consorzio ha sempre avuto la meglio.
NEL 1991 QUANDO I FRATELLI GALLO PRESERO L’ESLUSIVA DEL NOME GALLO IN USA
L’unica volta che è uscito soccombente è stato nel 1991 quando il tribunale di San Francisco dette ragione ai fratelli Ernest e Julio Gallo che divennero gli unici con il diritto di usare questo nome negli Stati Uniti. A quell’epoca, la sentenza venne giudicata scandalosa e di stampo protezionistico.
3 bottiglie di Montalcino e 3 bottiglie del Chianti Classico unite dall’amicizia fra due giovani produttrici Violante Cinelli Colombini e Sofia Ruhne
Violante Cinelli Colombini e Sofia Ruhne dell’Az. Terreno con il loro grandi vini rossi
La storia di questa amicizia è curiosa perché Violante Cinelli Colombini è nata e lavora a Montalcino, mentre Sofia Ruhne è svedese ma è cresciuta anche lei in Toscana, Sofia aveva solo sette anni e la sua famiglia si occupava principalmente di trasporti marittimi quando i suoi genitori Mats e Birgitta decisero di acquistare le prime vigne in Toscana.
Citando il Brunello di Montalcino ed il Chianti Classico, si parla di due grandi vini rossi che hanno reso celebre la Toscana in tutto il mondo. Due denominazioni che utilizzano il vitigno che più rappresenta la Toscana, il Sangiovese, esprimendo vini dalla diversa identità territoriale ma entrambi di altissima qualità e grande capacità di invecchiamento.
La famiglia Ruhne compra l’Azienda Terreno in Chianti Classico nel 1988 ma anche “The Winery Hotel” è parte della proprietà ed oggi entrambi sono gestiti da Sofia. In questo hotel situato a Stoccolma, i clienti possono vedere tutte le fasi della produzione del vino grazie all’uva fresca che arriva dalla Toscana. <<Sweden’s first combined urban winery and concept hotel>>, la prima combinazione fra una cantina urbana e un albergo di lusso esistente in Svezia.
Un progetto innovativo e molto ambizioso che ha l’obbiettivo di accrescere la cultura del vino e il numero di wine lovers appassionati in Svezia.
Dalla passione per i grandi vini rossi nasce il legame fra Sofia e Violante. Un legame che si è consolidato perché entrambe credono nel rispetto ambientale: l’Azienda Terreno produce solo vini bio e quelle di Violante – Fattoria del Colle e Casato Prime Donne – sono certificate dal 2018.
Dalla loro amicizia nasce l’idea di proporre ai membri dei wine club delle loro aziende una scatola mista con i vini di entrambe le cantine.
Franco Pallini e le differenze fra il Sangiovese di Montalcino più sensuale ed esuberante con quello del Chianti Classico più muscolari e aristocratici
La masterclass di Franco Pallini per la Vendemmia Experience (la prossima nel weekend del 9-11 ottobre con Leonardo Taddei) organizzata da Donatella Cinelli Colombini alla Fattoria del Colle si è incentrata sulla differenza fra il Sangiovese di Montalcino e del Chianti Classico. Franco ha rivelato un amore sviscerato per questo vitigno soprattutto nelle sue espressioni più difficili.
FRANCO PALLINI E L’EVOLUZIONE DEL SANGIOVESE
Il Sangiovese si adatta più o meno a tutti i luoghi ma arriva all’eccellenza solo in determinati terroir esattamente come il Nebbiolo. Per questo, pur avendo origini meridionali ha in Toscana la sua terra di elezione, questo perché ogni vitigno esprime il meglio di sé in situazioni “al limite”. Un elemento che potrebbe spingere ancora più a Nord la terra promessa del Sangiovese se avvenisse un ulteriore innalzamento delle temperature.
Attualmente siamo in un momento di passaggio e di evoluzione: dall’americanizzazione di trent’anni fa, che aveva spinto i produttori verso vini costruiti e opulenti, più adatti ai concorsi che al pubblico, stiamo tornando alle origini con vini più adatti alla tavola, gradevoli, diversificati, con forte impronta di territorio.
LA FEMMINILITA’ E MASCOLINITA’ DEL SANGIOVESE SECONDO FRANCO PALLINI
Il Sangiovese ha aspetti femminili e maschili e ama i contrasti come, ad esempio, l’escursione termica fra la notte al giorno. E’ donna nella vite, la cui parte legnosa è morbida e si “taglia bene”, nel legame con la terra dove cresce, nella fertilità che tende ad essere troppa.
Il Sangiovese è maschio nel vino. Si apprezza con pazienza. All’inizio è scontroso e assomiglia a un atleta scattante, alto, dotato di grandissima tecnica. E’ spigoloso, non è un vino piacione.
DIFFERENZE FRA IL SANGIOVESE DEL CHIANTI CLASSICO E DEL BRUNELLO
Montalcino e il Chianti Classico, questi sono i terreni magici del Sangiovese dove il vino raggiunge finezze speciali.
Franco Pallini confessa di amare di più il secondo perché più ricco di differenziazioni grazie alla vastità della zona di produzione. Franco apprezza la muscolarità del Sangiovese chiantigiano trainata da una buona struttura acida e tannini particolarmente fini. <<Quelli che prediligo non mostrano colori fitti e hanno facilmente qualcosa di meno nel peso e nel calore ma qualcosa in più sul piano della freschezza>>. A Montalcino la zona di produzione è più piccola, più meridionale e più vicina al mare. Un terroir caratterizzato da maggiore luminosità e ventilazione, temperature più alte e vendemmie più precoci. Caratteristiche che danno origine a vini più aperti, più “concessivi” e persino esuberanti di quelli chiantigiani. Per questo a Montalcino il Sangiovese <<basta a sé stesso>>. Solo li <<riesce a farsi così compiuto, senza troppi spigoli e senza zone d’ombra>>.
Premetto di avere vigneti di Chianti sia alla Fattoria del Colle di Trequanda che al Casato Prime Donne di Montalcino. Sono quindi parte in causa nella vertenza “Gran selezione” con un evidente vantaggio a produrre questa tipologia premium con le mie uve.
GRAN SELEZIONE DEL CHIANTI CLASSICO DAL 2014 TOP DELLA PIRAMIDE QUALITATIVA
Mettendo da parte l’interesse personale provo a guardare con obiettività tutta la vicenda constatando quando possa essere rischiosa e per alcuni aspetti controproducente per il vino toscano, che sta attraversando un periodo complicato con vendite in calo e export in affanno.
Da anni assisto con dispiacere alle difficoltà di dialogo fra i consorzi del Chianti e del Chianti Classico. Speravo che con la costituzione del consorzio IGT Toscana guidato dal bravissimo Cesare Cecchi e dall’altrettanto capace direttore Campatelli, i motivi di frizione fossero superati. Tutti i consorzi toscani sono riunti in AVITO e hanno anche un organismo con cui organizzano collettivamente la partecipazione a Prowein.
Castello di Ama Chianti Classico San Lorenzo Gran Selezione
GRAN SELEZIONE DEL CHIANTI UN PROGETTO DI CUI SI PARLA DA MESI
Per questo rimasi sbalordita, in occasione dello scorso Vinitaly, nel sentire le voci relative alla creazione di una tipologia Gran Selezione per il Chianti.
Ne parlai con il Presidente del Chianti Giovanni Busi invitandolo a riflettere sui possibili effetti di una simile iniziativa. Lo dissi anche alla direttrice del Chianti Classico Avvocato Carlotta Gori suggerendole di negoziare preventivamente una soluzione condivisa.
Invece le cose sono andate avanti e l’assemblea del Consorzio Chianti ha approvato con il 96% di voti favorevoli, la modifica del disciplinare con l’introduzione della Gran Selezione.
La reazione dei vicini del Chianti Classicoè arrivata ai giornali subito dopo e il Presidente Giovanni Manetti, celebre e ottimo produttore di Fontodi ha scritto <<Siamo profondamente rammaricati che le scelte proposte del Consorzio Chianti siano tutte rivolte soltanto a riproporre strategie di valorizzazionegià messe in campo dal vino Chianti Classico: la Gran Selezione, peraltro con caratteristiche identiche a quelle della Gran Selezione Chianti Classico, come il grado alcolico (13%), i tempi di invecchiamento (30 mesi), il divieto di uso del fiasco e la certificazione obbligatoria per le transazioni di sfuso>>.
La cosa più preoccupate arriva in fondo alla dichiarazione di Giovanni Manetti << Faremo netta opposizione alla proposta di Chianti Gran Selezione in tutte le sedi istituzionali>>.
Solo poco più tardi viene sfoderata la strategia di difesa della Gran Selezione che è considerata come un bene su cui il Gallo Nero ha investito e che vuole tutelare: il marchio è stato registratoin Italia e nei principali mercati nel 2013. Resta da chiarire la legittimità di una simile registrazione visto che il Testo Unico del vino l’autorizza su tutte le denominazioni italiane, ma le vertenze legali vanno avanti per decenni e quindi, in pratica, vendere una bottiglia di Chianti Gran Selezione sarà impossibile.
Montalcino in grande spolvero festeggia i 50 anni del Consorzio del Brunello con l’inaugurazione della nuova sede nel cuore del centro storico medioevale ma soprattutto con una sequenza strabiliante di vendemmie al TOP. Il nostro Brunello 2012 è già arrivato agli importatori e la risposta è stata entusiastica: ordini a pioggia! Ci aspettiamo grandi risultati anche dal Rosso di Montalcino 2015 imbottigliato a grande velocità dopo che l’annata precedente aveva letteralmente volato.
Benvenuto-Brunello-premiazione-Leccio-d’Oro
Ma la cosa più entusiasmante è vedere come l’intero gruppo dei 208 produttori di Brunello cresce in qualità e capacità di presentarsi al mercato. Benvenuto Brunello,
alla sua 25 edizione, sente gli anni di una formula un po’ invecchiata, ma è sempre una bellissima festa che ora può contare sul complesso monumentale di Sant’Agostino recuperato all’antico splendore e sul teatro settecentesco degli Astrusi appena restaurato. E’ bello anche questo: sentire che il vino di Montalcino fa festa nei luoghi che ha contribuito a riportare all’originaria bellezza.
Benvenuto-Brunello Enoteca-bd-di-Bruno-Dalmazio
Certo, è sempre più difficile emergere in un sovraffollato calendario di presentazioni. Se nel 1992 il Brunello inventò la formula delle anteprime dei nuovi vini con una degustazione collettiva per stampa e mercato, ora fanno la stessa cosa decine di consorzi. Anche in Toscana la competizione diventa dura, soprattutto con il colosso Chianti Classico sempre più glamour e capace di mettere in campo eventi spettacolari sfruttando gli spazi della Leopolda e il gemellaggio con lo Champagne.
L’analisi del Chianti Classico senese è utile per capire il concetto di carico turistico massimo cioè il punto nel quale i danni sono maggiori dei benefici
L’area del Gallo Nero è una delle destinazioni del vino di maggior successo e dove l’economia turistica, parallela a quella del vino, è in uno stato più evoluto.
COMUNE ABITANTI POSTI LETTO PRESENZE DI CUI STRAN.
RADDA IN CHIANTI 1.652 1.243 113.906 89.859
CASTELLINA IN C. 2.899 2.184 157.427 139.497
GAIOLE IN CH. 2.786 1.314 91.673 73.309
PARTE DEI COMUNI DI
POGGIBONSI 29.229 1.450 132.591 94.294
CASTELNUOVO B. 9.129 2.361 157.122 148.392
Ai turisti veri e propri cioè quelli che pernottano, si aggiungono i numerosissimi escursionisti, cioè i visitatori giornalieri, la cui presenza, benché non misurabile con certezza, è intuibile attraverso alcuni indizi (parcheggi, uso dei bagni pubblici, peso
limiti dell’enoturismo casale abbandonato
dell’immondizia, … ) fra cui il numero dei ristoranti. A Radda, il paese più piccolo del Chianti Classico senese, ci sono 1.243 residenti e 29 ristoranti segnalati da Trip Advisor. Stessa cosa a Gaiole in Chianti (29 ristoranti) mentre a Castellina in Chianti ce ne sono 38 e a Castelnuovo Berardenga 36.
I dati riportati sopra evidenziano un alto numero di posti letto turistici e di posti a tavola rispetto alla popolazione residente in tutti i comuni rurali.
Dagli Etruschi a Wine Spectator, la Toscana insegna a fare il vino e detta le regole della qualità
di Sara Mazzeschi
Andrea Pisano Noè e le origini del vino
La storia del vino si intreccia con quella della civiltà umana fin dagli albori, non a caso Sapere e Sapore, Cultura e Coltura, Vita e Vite hanno la stessa radice etimologica. Alcune leggende, spesso legate al Cristianesimo, vogliono l’uva come frutto proibito al posto dell’anonima mela ed un passo della Genesi racconta di come Noè, passato il Diluvio Universale, avesse piantato una vite e bevuto il succo fino ad ubriacarsi. Bibbia a parte, in Toscana e più precisamente vicino ad Arezzo, sono stati ritrovati fossili di Vitis Vinefera di oltre 2 milioni di anni fa.
A testimonianza che il vino di eccellenza proviene sempre dalle stesse zone, a Montepulciano esiste un documento del 789 dC che sancisce il lascito di una vigna alla Chiesa e a Tenuta Capezzana, nella zona del Carmignano, è conservato un contratto di affitto della fattoria, con vigneti ed ulivi, datato 804 dC.
“Il primo corso sul vino in vigna e in cantina”, una rivoluzione nelle wine class, alternando assaggi e lezioni in aula con esperienze sul campo a contatto diretto di grappoli e botti
scuola di vino toscano Fattoria del Colle
Una vera e propria scuola di vino toscano in fattoria per wine lovers appassionati di Sangiovese. La nuova proposta di Donatella Cinelli Colombiniè una wine classa tutti gli effetti con lezione frontale, dispense e personale formato nel ruolo di tutor. La novità, rispetto ai normali corsi sul vino, è nell’immediato passaggio dalla teoria alla pratica nella vigna e nelle cantine, così come nell’alleggerimento delle informazioni tecniche <<in forma turistica>> con le leggende, i personaggi e la descrizione dei luoghi che sono il cuore affascinante delle denominazioni toscane. Ecco che le degustazioni si svolgono in cantina e in certi casi direttamente prelevando il vino dalle botti, così come la spiegazione del
scuola di vino toscano Donatella Cinelli Colombini
Sangiovese continua nella vigna e la degustazione dei vini prosegue a tavola con i piatti e i formaggi specificamente scelti in abbinamento perfetto.
Per maggiori informazioni contattaci su holiday@cinellicolombini.it oppure al tel. 0577 662108
Una full immersion nei vini toscani talmente varia e coinvolgente da diventare una vacanza adatta persino gli astemi. E se qualche wine lover ha un partner poco amante del vino, ben venga, si divertirà anche lui.
Un modo nuovo coinvolgente e vacanziero per arricchirsi di informazioni su Sangiovese, Chianti Classico, Bolgheri, Brunello …. capire la differenza fra l’impronta sul vino lasciata dalla barrique, dal tonneau o dalla botte grande, imparare a riconoscere le viti di Sangiovese e infine provare a fare il proprio vino Supertuscan portandolo a casa per berlo con gli amici. Tante esperienze, visite e informazioni intramezzate da aneddoti e leggende per capire davvero le specificità produttive e il mito dei grani vini toscani.
Il Chianti Classico , vino rosso della Toscana tra i più famosi, non è poi così “classico” anzi, quest’anno 300 candeline per lui ma in realtà è una Docg giovane e alla moda
Di Sara Mazzeschi
Chianti Classico Collection 2016
Lo scorso febbraio si è svolta a Firenze “Chianti Classico Collection”, presentazione delle nuove annate ed occasione per festeggiare un compleanno importante, 300°annivesario dall’emanazione del bando di Cosimo III de Medici che fissò, per la prima volta nella storia, i confini delle zone di produzione del Chianti. Aveva capito l’importanza di tutelare un vino che secoli dopo sarebbe diventato il Chianti Classico e per questo creò anche delle Congregazioni di Vigilanza, veri e propri antenati dei Consorzi che oggi controllano e promuovono le denominazioni. Nel 1932 viene
Mappa Chianti Classico
aggiunto il suffisso “classico” proprio per distinguere quei Comuni, tra Siena e Firenze, delimitati nel 1716 da Granduca di Toscana.
Il Consorzio del Chianti Classico è prodotto oggi con uve Sangiovese per almeno l’80%, nel restante 20% possono andare altri vitigni a bacca rossa – dal 2006 sono state vietate uve bianche – sia autoctoni come Canaiolo o Colorino sia internazionali come Merlot e Cabernet. La produzione media annua si aggira sui 270 mila ettolitri che in termini di bottiglie equivale a circa 35 milioni, vendute in oltre 100 Paesi. Questo vino ha caratteri simili a quelli del Chianti ma più eleganti e raffinati, i profumi che lo contraddistinguono richiamano giaggiolo, mammola e frutti di bosco, grazie poi ad un affinamento in legno di minimo 11 mesi (24 per la Riserva), note speziate e balsamiche rendono il rosso toscano particolarmente complesso ed armonico.
Questa è una storia agro-dolce molto italiana, una storia che mi auguro avrà un lieto fine e riguarda il vino toscano, quello meno conosciuto, quello delle piccole denominazioni e delle piccole cantine familiari. E’ la storia di BuyWine 2016.
BuyWine è un workshop che fa incontrare importatori di tutto il mondo alle aziende toscane del vino di ridotte dimensioni, cioè quelle che hanno maggiore difficoltà a internazionalizzarsi. L’edizione 2016 era
BuyWine-2016-a-San-Quirico-con-la-DOC-Orcia
rimasta in dubbio fino a ottobre con i piccoli consorzi che spingevano perchè fosse fatta e la Regione Toscana che tagliava risorse e eventi. Alla fine il nuovo assessore all’Agricoltura Marco Remaschiha preso il coraggio a due mani e l’ha approvata. ToscanaPromozione,l’agenzia della Regione Toscana per la promozione e il marketing, ha fatto un’autentica rincorsa per recuperare i mesi di ritardo. Incredibile ma vero, il 12-16 febbraio sono arrivati in Toscana 240 buyer da 36 Paesi esteri, ancora più selezionati degli anni scorsi. Metà di loro era alla sua prima partecipazione a BuyWine e tutti con una gran voglia di fare affari e scoprire le denominazioni più nuove e piccole.
La casa in campagna dei sogni è un edificio storico con almeno 4 camere da letto, piscina, parco, vigneti e cantina; meglio se in futuro è possibile realizzarci un bed and breakfast. Secondo il Global Vineyard index del colosso Knight Frank(335 uffici nel mondo) le proprietà di questo tipo in Chianti Classico e Brunello sono cresciute di valore rispettivamente del 12 e del 4% nel 2014. Si tratta dunque di investimenti capaci di dare prestigio al nuovo vignaiolo ma anche di garantirgli un bel gruzzoletto in caso di vendita. Infatti, secondo il rilevamento Assoenologi dello scorso anno, la crisi
Montalcino
non ha intaccato il valore dei vigneti, che anzi è cresciuto del 20% mentre il prezzo dei terreni agricoli calava. Il prezzo attuale dei vigneti varia, secondo La classifica di WineNews, dai 550.000 euro l’ettaro dell’Alto Adige e dai 500.000€ dell’Amarone fino ai 35.000€ della media nazionale. Il Barolo e Montalcino costano da 350 a 330.000€ l’ettaro. Il prezzo dei casali arriva invece dal portale www.idealista.it, nelle zone più reputate è di 3.154€ il metro quadro con possibilità di incremento nel caso l’edificio sia un castello o una villa monumentale.
Arrivando a Borgo Scopeto si ha l’impressione di entrare in un film perché tutto è perfetto: i muri, le siepi i giardini i viali … di questo grande castello trasformato in relais di lusso. In effetti, qui i film sono stati girati davvero ma stasera Elisabetta Gnudi, proprietaria di questo luogo da sogno, ci offrirà una piece di teatro e musica classica. Duecento invitati si siedono nel grande prato e lo spettacolo ha inizio.
Elisabetta Gnudi Roberto Della Porta
<<Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita>> ci dice Gioacchino Rossini mentre arriva in tavola un’insalatina di lenticchie con lombetto di maiale e verdure insieme al vino bianco Le Grance di grande personalità e risuonano musiche dell’Italiana in Algeri seguita dall’overture del Barbiere di Siviglia.
Quasi mille anni di storia per la famiglia del Castello di Brolio, sempre al passo coi tempi. Francesco Ricasoliscelto come Instragramer della settimana.
Oggi, se si parla di titoli nobiliari tipo “barone”, si pensa a qualcosa di antico, impolverato, ingessato in costumi di un’altra epoca… Niente di più sbagliato, almeno per quanto riguarda il 32° barone Ricasoli, discendente diretto della famiglia proprietaria del Castello di Brolio, nel cuore del Chianti.
Francesco Ricasoli è stato nominato dal sito italiano degli instagramers (la comunità di utenti del social fotografico Instagram), come instragramer della settimana e intervistato dal conterraneoAntonio Cinottiil 25 luglio. Se visitate la galleria di foto di Francesco Ricasoli sarete colpiti per il grande gusto, le bellissime foto, e le sue grandi passioni, che riesce benissimo a riprodurre in immagini. E non c’è solo il suo vino, il Chianti Classico, di cui il suo antenato Bettino Ricasoli, il barone di ferro, ha creato la formula come lo conosciamo oggi. Sul suo profilo si trovano le foto dei suoi viaggi per il mondo, del mare, di cui è grande appassionato, di prelibatissimi piatti… Non è quindi un account aziendale, nato solo per pubblicizzare i suoi prodotti e il nome dell’azienda, ma un profilo personale che ci permette di scoprire il grande uomo che c’è dietro la rinascita di un’azienda che era finita in mani australiane (la cantina australiana Hardy), ed è ritornata ad essere fiore all’occhiello della produzione vinicola toscana.
Un giovanissimo Lorenzo Scapecchi al suo secondo palco, il 28 giugno ha conquistato il premio Miglior Sommelier della Toscana davanti a una giuria di tutto riguardo. Attualmente “arruolato” nel ristorante L’Ora d’Aria di Firenze, e appartenente alla delegazione di Arezzo, Lorenzo ha dedicato il riconoscimento anche a Luca Martini, il campione del mondo in carica della Sommellerie WSA che per primo ha creduto in lui facendolo lavorare nel ristorante di famiglia Osteria Da Giovanna.
“Ci vuole tanto studio e passione, i concorsi richiedono sicuramente impegno e pratica sul campo ma la piacevolezza della materia che trattiamo non fa che snellire la pesantezza di un carico di lavoro importante. Quando poi si è sul palco anche un po’ di fortuna e la giusta carica non guastano” ammette Lorenzo. “Continuerò a studiare per una costante crescita professionale e non soltanto per concorrere al nazionale; i concorsi sono un’emozione ma vanno presi con lo spirito giusto. Da buon toscano i miei vini preferiti sono quelli prodotti nella mia regione: non per campanilismo ma perchè hanno un’identità molto marcata e adesso che sono il Miglior Sommelier della Toscana li racconto con ancora più orgoglio. Principalmente vini a base sangiovese: Brunello di Montalcino e Chianti Classicosu tutti.
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