CHI SONO GLI ITALIANI CHE BEVONO VINO
La novità è che il numero dei consumatori di vino in Italia aumenta sfiorando la metà della popolazione adulta ma la quantità di vino che viene bevuta cala
di Donatella Cinelli Colombini
Senza etichette a semaforo, senza scritte minacciose, come vorrebbero altri Paesi Europei, gli italiani stanno andando spontaneamente verso un consumo moderato e salutare del vino.
I MILLENNIALS SNOBBANO IL VINO
I dati dell’Osservatorio di Unione Italiana Vini sui dati Istat 2021 ci mostrano che il 66% degli uomini e il 44% delle donne bevono vino ma il gentil sesso è il genere con il più alto tasso di crescita (+2,3%).
La flessione maggiore del consumo del vino è nella fascia di età fra 35-44 anni dove c’è un crollo del -23%. Per fortuna chi ha più di 55 anni beve più di prima.
Come avviene ormai da decenni calano i consumatori quotidiani che ora sono 12,4 mln (-16,8%) e scendono velocemente, per fortuna, i grandi bevitori cioè coloro che superano il mezzo litro al giorno (- 31,3%).
Il vino cambia il suo rapporto con i consumatori e smette di essere un alimento per diventare un piacere “culturale” al pari della cucina intesa come scoperta di territori e civiltà. Ottimo il commento di Lamberto Frescobaldi presidente UIV <<Per questo riteniamo sbagliato che la Commissione europea nei suoi programmi di prevenzione accomuni il vino con altre bevande utilizzate per i consumi compulsivi>>.
UMBRIA E MARCHE LE REGIONI IN CUI LA PERCENTUALE DI BEVITORI E’ PIU’ ALTA
La lista delle regioni in cui la percentuale di consumatori di vino è più alta rispetto alla popolazione totale vede in testa l’Umbria (62%), seguita dalle Marche (60%) e da Veneto, Emilia Romagna e Valle d’Aosta (59%). Se invece andiamo a cercare le regioni con il maggior numero di consumatori troviamo Lombardia, seguita da Lazio e Veneto che quindi sono i maggiori mercati interni.
Bevono ovviamente rosso Toscana e Piemonte (58%).
BIRRA UGUALE CONVIVIALITA’ I LUOGHI DEDICATI ALLA BIONDA CRESCONO DI NUMERO E DI BUSINESS
Parallelamente allo studio sul vino c’è quello dell’Osservatorio Birra, realizzato dall’Istituto Piepoli su 200 pizzerie, bar, pub e hotel italiani. I luoghi dove la birra è protagonista della socialità valgono un business di 4,3 miliardi di Euro, cifra che nei prossimi 5 anni crescerà ancora. I locali che oggi dipendono dalla birra per il 16,7% dei loro incassi vedranno aumentare questa quota fino al 30,2% e la birra diventerà l’elemento caratterizzate dei momenti in cui stare insieme.
Birra chiara (56,2%) o artigianale (45,3%), protagonista del canale horeca e vino al terzo posto (43,8%), seguito da cocktail e spirit (42,7%) e dallo spumante (19,8%).
COME IL COVID HA CAMBIATO I PUBBLICI ESERCIZI ITALIANI
Ultima indagine sull’evoluzione post covid dei luoghi di consumo, realizzato in collaborazione con l’azienda Partesa: il 53% dei locali di somministrazione ha visto calare il giro d’affari, il 22,9% ha ridotto il numero degli addetti, il 60,4%, ha modificato la sua attività cambiando prezzi (34,4%), organizzando il delivery (21,9%), riducendo il menù (19,8%) e allungando i tempi di apertura (16,1%).
Coraggiosamente il 58,3% dei locali sta investendo (20.000 € di media) anche per adeguarsi a una clientela più giovane.