Cibo passione italiana e ci scopriamo intenditori
Siamo un popolo gourmand : 46 milioni di italiani si interessano al cibo 29,4 sono appassionati 12,6 si ritengono intenditori e 4,1 addirittura esperti
Di Donatella Cinelli Colombini
Parlando di vino le cifre scendono un pochettino: 19,7 milioni sono i connazionali appassionati di vino 7,2 gli intenditori e 1,9 milioni gli esperti. Autovalutazioni che tendono forse a sopravvalutare le capacità individuali ma potrebbero evidenziare un l’aspirazione a grandi competenze. Insomma ognuno cerca, sceglie, si informa quasi che cibo e vino fossero i principali argomenti di conversazione e di socializzazione.
«E’ il nostro grande tema nazionale, pervasivo sul piano sociale, una componente fondamentale dello stile di vita, della cultura e dell’identità italica» ha spiegato la Fondazione Censis presentando all’Expo “Gli italiani e il cibo. Rapporto su un’eccellenza da condividere” .
L’indagine fotografa un popolo di gourmand appassionati ma attenti e persino risparmiatori che spesso ha saputo mantenere i piaceri della tavola nonostante i redditi stretti del tempo di crisi. Una crisi che comunque ha colpito duro sulle tavole e infatti ci sono due milioni e mezzo di famiglie che, nell’ultimo anno, non sono riuscite a comprare il cibo necessario. Sono concentrate in Puglia, Campania e Sicilia.
Colpisce come l’attitudine a una maggiore sobrietà nella spesa alimentare abbia riguardato tutte le famiglie: maggiormente quelle con bambini o bassi redditi (del 15-18%) ma anche quelle dei dirigenti (9,7%) con stipendi più ricchi.
A tavola gli italiani si rivelano poco esterofili: 43,9 milioni mangia quotidianamente piatti nazionali anche se la grande varietà del nostro ricettario permette di non annoiarsi mai. Gran successo per lo street food apprezzato da almeno a un italiano su tre. Altro grande successo i programmi TV e 38,5 milioni di italiani ammette di aver provato a cucinare una ricetta televisiva. Nella scelta del cibo vince la qualità, per l’86,3% degli intervistati contano le certificazioni Doc, Docg e Dop, per il 59% la marca. Territorialità, sicurezza sono elementi chiave ma anche la praticità conta e dunque nei sacchetti della spesa arrivano anche i surgelati.