CLIMA, CLASSIFICAZIONI E ZONAZIONE DEI VIGNETI

Benvenuto Brunello piastrelle delle vendemmie

CLIMA, CLASSIFICAZIONI E ZONAZIONE DEI VIGNETI

E’ possibile fissare per sempre una classificazione di merito? Nello sport i record vengono battuti ma nel vino le classificazioni diventano immutabili come a Bordeaux

 

Château Margaux-

Château Margaux-la-zona-di-Bordeaux-e-la-sua-classifica-del-1855

di Donatella Cinelli Colombini

Alle Olimpiadi bisogna vincere di nuovo per salire sul podio dopo 4 anni. Nell’arte, nella moda, così come nell’economia, la leadership dipende da fattori diversi ma cambia nel tempo.
Allora perché nel vino ci sono classificazioni immutabili come quella del 1885 di Bordeaux? Ogni tentativo di cambiamento finisce in tribunale, con controversie che durano anni, invece il più grande distretto enologico della Francia è l’area dove il riscaldamento del clima ha avuto i maggiori effetti e proprio a partire dalla metà dell’Ottocento, con un’autentica impennata recente. In questo tipo di situazione che senso ha una classifica usata anche oggi come fosse il Vangelo?
Per capire la situazione bisogna fare un passo indietro.

 

IL CLIMA NELLA STORIA EUROPEA

La storia della civiltà umana risente fortemente del clima.
Il periodo caldo romano o Optimum climatico romano dal 250 a.C. circa al 400 d.C. è quello dell’espansione della civiltà romana in Europa e nel bacino mediterraneo meridionale.
Poi comincia una fase fredda che dura fino al 750 d.C. e le popolazioni provenienti dal Nord, più abituate a basse temperature, dominano la scena europea.

Lafite

Château Lafite Rothschild,- la zona di Bordeaux-e-la-sua-classifica-del-1855

Il periodo “caldo medioevale” va dal 750 al 1200 con una fase particolarmente favorevole fra il 1100 e il 1250 quanto i servi scappano dalle campagne, fondano le città piene di artigiani e commercianti e avviene la rinascita dell’economia e dei viaggi. In questo periodo in Inghilterra veniva coltivata la vite.
Nel 1300 comincia la così detta “piccola glaciazione” che arriva fino al 1850 ed è in questo periodo che la civiltà e la ricchezza europee si spostano a Nord.
Ovviamente l’evoluzione della civiltà umana non dipende solo dal clima; eventi come l’espansione islamica, a partire dal VII secolo, hanno cambiato il corso della storia così come certe invenzioni che hanno permesso all’uomo di trasportare, coltivare o combattere in modo diverso da prima.
Ma il clima ha un impatto importante e premia i popoli capaci di evolversi e assorbire le migrazioni di popolazioni collegate ai cambiamenti climatici. In queste fasi il baricentro economico e sociale si sposta. Questa evoluzione avviene in ogni settore, compreso il vino, benchè a Bordeaux sembrino negarlo.

 

EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI A MONTALCINO E A BORDEAUX

Per capire meglio la situazione userò la mia terra di Montalcino come paragone.

Mentre il clima inizia a cambiare alla metà dell’Ottocento, i francesi classificano i loro Château di Bordeaux e il Brunello nasce. A Montalcino avvengono le prime sperimentazioni intorno al 1865, con la messa a punto della tecnica di produzione che prevede l’uso del solo vitigno Sangiovese e la maturazione in botte. Dal 1870 giungono premi e medaglie ai concorsi di tutta Europa.
Nel frattempo arriva la fillossera che, a partire dal 1863, distrugge il vigneto in Francia e 15 anni dopo in Italia. L’impianto di viti con apparato radicale americano inizia nel 1880 e richiederà circa 30 anni per estendersi in tutta Europa.
Il Novecento è un “secolo debole” anche per la produzione del vino soprattutto a causa delle due guerre mondiali.
Dal 1980 inizia la grande ascesa del Brunello che aumenta la produzione e si rinforza nel mercato sfondando il monopolio francese nei ristoranti di lusso ed entrando nelle grazie di esperti e ricchi amatori di tutto il mondo.
Ecco che la parabola ascendente del Brunello avviene interamente dopo che Bordeaux aveva raggiunto una posizione di vertice e aveva classificato le sue cantine.

 

IL GLOBAL WARMING A BORDEAUX E IN TOSCANA

Liv-Ex ha confrontato il grado alcolico delle bottiglie migliori dei maggiori distretti enologici mondiali – non la media ma solo la punta più alta- annotando l’alcol indicato in etichetta nei tre ultimi decenni:
…………………  Toscana                 Bordeaux
• 1990-2000         13,7                           12,8
• 2000-2010         14,1                           13,4
• 2010-2020         14,1                           13,7
Ebbene la zona dove il grado alcolico è salito maggiormente è Bordeaux mentre quella in cui l’effetto del cambiamento climatico sul contenuto alcolico è minore è la Borgogna.

 

A MONTALCINO IL CLIMA CALDO HA MOLTIPLICATO LE BUONE VENDEMMIE DEL SANGIOVESE

A Montalcino il clima più caldo ha moltiplicato le vendemmie a 5 stelle:
1945-1954 una, 1955-1964 tre, 1965-1974 due, 1975- 1984 una, 1985-1994 tre, 1995- 2004 tre, 2005-2014 quattro, 2014- 2021 quattro e il decennio non è ancora finito. Il livello qualitativo medio si è alzato al punto da far pensare essere necessario innalzare il numero delle stelle come per gli alberghi.
Posso confermare che nei miei vigneti il livello qualitativo delle uve si è enormemente innalzato rispetto alla fine del secolo scorso mentre è bassissimo il numero di vendemmie che mandano in cantina uva con poco potenziale qualitativo e di invecchiamento del vino. Ma come in tutti i cambiamenti c’è chi guadagna e chi perde, io mi sento fra i premiati dal global warming e mi chiedo chi abbia perso. A rigor di logica, quelli che prima erano in una situazione privilegiata ora non lo sono più.
C’è un indizio che mi sembra confermare i miei sospetti.

 

I SEGNI DI CRITICITA’ DEI VIGNETI DI BORDEAUX

Mentre a Montalcino tutti sono contentissimi delle performance del Sangiovese, a Bordeaux hanno introdotto nel loro uvaggio vitigni originari di regioni più calde cioè i rossi Arinarnoa , Castets , Marselan e Touriga Nacional e i bianchi Alvarinho e Liliorila. Il passo successivo sembra essere la sperimentazione degli ibridi resistenti autorizzandone l’uso fino al 10% nei vini finiti.

In questo tipo di situazione come è possibile che la classificazione del 1855 sia ancora attuale?

 

PERCHE’ CLASSIFICHE E ZONAZIONI SONO MOLTO PROBLEMATICHE ADESSO

Un’altra riflessione che scaturisce da questi dati riguarda la zonazione: che senso ha investire nella zonazione mentre il cambiamento climatico modifica il potenziale qualitativo dei vigneti ogni 10 anni. Ora le mie viti sono in una situazione privilegiata ma cosa succederebbe se nel 2032 la temperatura aumentasse di altri 2°C e le piogge diminuissero ancora? Forse nei terreni meglio esposti e con più scheletro l’uva appassirebbe sulle piante. Nel dubbio ho piantato la mia ultima vigna nel punto più sfigato del Casato Prime Donne a Montalcino, dove c’è meno sole e un terreno che riceve umidità dalla collina sovrastante. E’ un azzardo ma forse si rivelerà una mossa vincente.