IL TURISMO E LA VITA DEI RESIDENTI IN TOSCANA
Il turismo crea occupazione e ricchezza ma anche disagi ai residenti di città grandi e piccole. Esiste un compromesso possibile che migliori lo stile di vita?
Di Donatella Cinelli Colombini
Il turismo ha un importante ruolo nell’economia Toscana ma anche nel disagio abitativo dei residenti delle città d’arte piccole e grandi. Senza il turismo i piccoli centri del Chianti e della Valdorcia si spopolerebbero (1/3 del PIL e degli occupati dipendono dal turismo) ma il degrado indotto dai visitatori è talmente evidente che spesso viene chiamato “Chiantizzazione”.
Le attività turistiche sono fra i responsabili della crescita rallentata dell’economia toscana negli ultimi 20 anni. Queste imprese sono infatti piccole o molto piccole e, come tutto questo settore, hanno una produttività bassa.
22.000 IMPRESE DI RISTORAZIONE E 16.000 DI RICETTIVITA’ IN TOSCANA
In Toscana ci sono 22.000 imprese di somministrazione per una popolazione di 3.730.000 abitanti. Un punto ristorativo per ogni 169 abitanti cioè peggio della media italiana, che è di 180 abitanti e circa la metà rispetto alla Francia dove questo rapporto sale a uno ogni 300 abitanti.
Nel 2005 la Toscana aveva poco più di 10.000 strutture ricettive e ora ne ha 16.000. Tuttavia mentre l’alberghiero si è mantenuto intorno alle 3.000 unità l’extralberghiero è cresciuto fino al 2019. Negli stessi anni i posti letto sono saliti da 460.000 a 550.000 mentre la dimensione media delle strutture è scesa da 45 a 35 posti letto. Il rapporto dei posti letto rispetto alla popolazione residente è di circa il 15%. Il comparto extralberghiero costituisce l’83% dell’intera offerta. Ad essa si aggiunge il non censito cioè la ricettività non convenzionale come quella Airbnb che sta svuotando i centri storici anche nei piccoli paesi (Gaiole in Chianti 1 posto letto turistico ogni 3 abitanti).
Trasformare il turismo in fonte di benessere sostenibile e diffuso è molto complicato ma fattibile e permette di migliorare la qualità della vita dei residenti nelle piccole come nelle grandi città.
Il punto di partenza è la consapevolezza che una crescita illimitata dei flussi turistici è impossibile.
TURISMO DA CANNIBALE E GENERATORE DI RICCHEZZA DIFFUSA E SOSTENIBILE
Il degrado turistico (erosione dell’identità locale) accelera in base a 3 fattori:
1) la forbice fra il reddito dei turisti e quello dei residenti. Tanto più larga è la forbice tanto maggiore è la probabilità che le attività commerciali e di somministrazione si orientino sul target più ricco innalzando i prezzi e rendendo più difficile la vita dei residenti.
2) la durata della stagione turistica. Un festival di 3 giorni non crea un tessuto di offerta turistica ma questo tessuto nasce se lo stesso numero di visitatori si spalma su 6 mesi. Le strade turistiche vengono “colonizzate” da attività commerciali destinate ai non residenti mentre i negozi di vicinato e gli artigiani, vengono “spiazzati” nelle zone periferiche
3) il numero dei residenti rispetto alla somma di turisti+escursioniti+residenti-non-locali. Più il carico turistico è alto, più i turisti si impossessano di cose originariamente destinate ai residenti quali spazi (parcheggi, alloggi, parchi…. ) e servizi (acqua, energia, traporti …. ) creando un forte disagio nella popolazione. Questo è particolarmente visibile nei piccoli centri.
CHI NON SA GOVERNARE IL TURISMO LO SUBISCE
• Il turismo non è come la pioggia, può essere regolato
• La corretta gestione del turismo non è intuitiva ma richiede studio costante sia per gli addetti che per i manager
• Come tutti i beni la destinazione turistica ha un ciclo di vita che è tanto più breve quanto è veloce il degrado turistico che rovina l’integrità del luogo. La decadenza avviene anche quando la destinazione viene surrogata da un’altra simile oppure se la sua attrattività crolla per uno scandalo o semplicemente perché passa di moda. Il turista è un amante infedele
Governare l’overtourism significa rinunciare alla crescita illimitata degli arrivi e al consumo veloce delle destinazioni. Significa: decentrare, destagionalizzare, rallentare, qualificare i consumi e i turisti.