
Il wine lover USA si conquista col cuore
A lezione dalla “Balzac” i produttori di Brunello, Chianti Classico, Prosecco e Vino Nobile per affrontare il mercato più grande e competitivo del mondo
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini – cronaca della missione in
USA del vino italiano
New York , il seminario è in un posto spettacolare: Apella un edificio affacciato sul fiume Hudson dove ogni elemento architettonico e di arredamento è di grandi architetti.
Il seminario sul mercato americano è tenuto della società di comunicazioni ed eventi Balzac, una delle migliori in USA dove il titolare Paul tiene corsi anche nella più prestigiosa università per il wine business, quella di Davis.
Nel mercato USA ci sono 100.000 tipologie di vini in vendita e di queste 5.000 (fra essi 1.000 vini italiani) hanno ottenuto punteggi superiori a 90/100 sul “Wine Spectator” . Si tratta dunque di un mercato sovraffollato dove gli importatori fanno fatica a smerciare le tipologie che hanno già in portafoglio. Questo rende le cose difficili a chi vorrebbe iniziare ad esportare.
Ma chi sono i consumatori di questo mercato? Vanno divisi in 6 tipologie:
– Indifferenti
– soddisfatti, sono poco attratti dal vino
– tradizionalisti, anche loro poco interessati
– consapevoli quelli che molto raramente scelgono vini con il miglior rapporto qualità prezzo
– ossessionati sanno tutto ma non comprano quasi niente
– entusiasti hanno in mano il 65% del mercato, fanno vita sociale, bevono il
vino soprattutto a casa, hanno buona capacità di spesa.
Fra loro ci sono 70 milioni di Millennials cioè giovani che hanno un nuovo approccio con il pasto. Multietnico, curioso, poco convenzionale. Spesso, nelle loro case troverete buffet con cibi cinesi, indiani, pizza e accanto un tavolo con vini Alsaziani insieme a Merlot argentini e magari un rosso toscano. Insomma loro non vogliono sapere tutto sul vino vogliono solo goderselo.
Fra i Millennials sono gli over 25 che bevono più vino. Sono consumatori infedeli ma molto attivi sui social network e puntano su vini costosi e raffinati.
E’ questo pubblico che va conquistato e Paul dice come: facendo amare la storia che è dietro a ogni bottiglia, coinvolgendolo nella passione e nella vita di chi fa il vino.
<<Basta con le lezioni di enologia o di chimica che si assomigliano quasi tutte, raccontate quello che fa di voi, delle vostre cantine e delle vostre bottiglie qualcosa di unico>>
Usciamo convinti che abbia ragione e chiudiamo la serata tutti insieme in un tipico ristorante americano con Jazz e partita di basket in TV, noi del Brunello di Montalcino insieme ai colleghi del Nobile di Montepulciano, del Chianti Classico e del Prosecco. Questa la chiamerei “alleanza vignaiola” alla conquista del mondo.