La morte della “Wine critics” e le condoglianze
E’ il miglior post 2013 per Wine blog awards e arriva dal Master of Wine Ron Washam. Con tanta ironia e un pizzico di aggressività mostra cosa pensano i giovani
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Si intitola Lo Hai Qu on The Death of Wine Critics e ci mostra una giovane cambogiana che indossa un abito molto corto, mentre sorseggia un vino roso e fuma . Si tratta dell’assistente del Master of Wine Ron Washam e ha il compito principale di preparargli le degustazioni distinguendo il vino dall’orina. Non ridete c’è scritto proprio così! Il post va avanti con un misto di autoironia e realismo mettendo in luce la distanza fra i wine critics tradizionali e i giovani. Se in 4 anni si diventa medico come è possibile che ce ne vogliano 5 anni per imparare il vino? E poi i punteggi, per Lo Hai Qu sono cose senza senso come pagare per il parere di un esperto quando c’è tutto in internet gratis.
Insomma postare un pezzo del genere è davvero un atto di coraggio. Significa confrontarsi senza paura con la nuova generazione dei consumatori. Solo l’ironia britannica e una competenza sconfinata sul vino consentono di affrontare a viso aperto la questione e infatti il post arriva dalla House of Master of Wine, un tempio di competenza enologica popolato da gente che ha fatto del vino la sua ragione di vita e quasi una religione.
Ma non basta, in un successivo post del 29 luglio, la saga di Lo Hai Qu continua con l’annuncio della produzione di un film intitolato “House of Racks” e girato nella cantina di Ron Washam.
C’è tanto da imparare dai Master of Wine, sicuramente la loro capacità di giudicare il vino ma ancora di più la leggerezza
e l’autoironia con cui dicono cose importanti e le fanno capire a tutti. Perché la concorrenza del web al potere dei critici del vino è una cosa reale, quasi un tarlo che ogni giorno scava nel podio da cui esprimono i loro pareri.
La situazione mi ricorda qualcosa di trent’anni fa: “Quelli della notte” di Renzo Arbore che creò un modello nuovo di comunicare e un nuovo format televisivo. Fra le tante provocazioni c’era il “Cacao meravigliao”, un prodotto totalmente inventato che ironizzava sulla pubblicità. I post di Ron Washam hanno la stessa genialità, la stessa capacità di usare il paradosso per rivelare la realtà.