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Social network il passaparola del vino virtuale

Blog, news letter, social network, portali di recensioni, local search, ota: le tante forme del passaparola del vino on line che crea immagine e fatturati

Passaparola-del-vino-virtuale-Cantine-Barbera

Passaparola-del-vino-virtuale-Cantine-Barbera

Di Donatella Cinelli Colombini

Il passaparola del vino virtuale è il maggior strumento di crescita del turismo del vino. Fino al 2013 era la catena umana bocca-orecchio, oggi è l’azione virale che avviene in internet fra i wine lovers che pubblicano le immagini della loro visita e commentano l’esperienza, i wine blogger che scrivono post che poi vengono condivisi …. Un processo che va gestito e alimentato creandosi una community e dialogandoci costantemente.
Uno degli strumenti più efficaci a questo scopo è la redazione di una news letter da mandare via internet ogni 15 giorni (sempre lo stesso giorno e nello stesso orario) alle persone che hanno visitato la cantina oppure hanno preso contatto attraverso il sito. Contiene le offerte riservate ai clienti fedeli (eventi, confezioni di vini in anteprima …) i prossimi appuntamenti e le news. Il cliente diventa un amico – follower e viene continuamente aggiornato su cosa succede in azienda, diventando partecipe della sua vita quotidiana. La news letter serve a commercializzare corsi, degustazioni, shopping … presso una clientela particolarmente attenta e fidelizzata.

Passaparola-del-vino-virtuale-Marketing-&-tourism-conference

Passaparola-del-vino-virtuale-Wine-Marketing-&-tourism-conference

Ovviamente la “madre” delle notizie è il blog oppure la sezione news del sito. Molte cantine hanno un blog ma solo Marilena Barbera, delle cantine siciliane Barbera, è riuscita a entrare ai primi posti classifiche internazionali riservata ai wine blogger. Ciascun produttore ha il suo stile . C’è chi, come me, scrive su tutto ciò che la incuriosisce, anche al di fuori dell’azienda, e chi si limita rigorosamente a parlare dei suoi vini e delle proprie proposte enoturistiche. Tutte le tecniche sono giuste se portano visibilità e clienti.

Il miglior wine post del 2014 è sui vini turchi

L’Oscar del vino digitale,Wine blog award, è andato a Lauren Mowery con un post sui vini turchi da vitigni autoctoni pubblicato nel suo blog Chasing the vine

Lauren Mowery

Lauren Mowery

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

I wine blog awards sono 9 ma il più importante di loro è sicuramente quello per il miglior post. Il premio esiste dal 2007 e si è affermato rapidamente come un riconoscimento prestigioso. I concorrenti sono un centinaio e vengono votati on line per designare i 5 finalisti. Fra di loro un panel di esperti sceglie il vincitore. La cerimonia di premiazione avviene durante il Wine Bloggers Conference a

Wine Blog Awards

Wine Blog Awards

somiglianza della cerimonia degli Oscar che si svolge davanti a tutto il mondo del cinema.
Ma vediamo chi ha vinto il premio più ambito, si tratta di Lauren Mowery una giornalista bella giovane e bionda che scrive di viaggi e di vino. I suoi articoli sono usciti in Wine & Spirits, Wine Enthusiast, Saveur, The Wine Merchant …. e in un’infinità di altre testate fra cui il suo blog personale Chasing the Vine. Su Twitter ha 14.200 follower … insomma è un opinion leader coi fiocchi e soprattutto ha avuto il coraggio di indagare un’area vinicola ancora poco conosciuta come la Turchia facendoci scoprire una situazione paradossale. E’ la nazione con la storia vinicola più antica – 7-15.000 anni – e la situazione politica e religiosa più contraria al consumo d’alcol.

La morte della “Wine critics” e le condoglianze

E’ il miglior post 2013 per Wine blog awards  e arriva dal Master of Wine Ron Washam. Con tanta ironia e un pizzico di aggressività mostra cosa pensano i giovani

Lo Hai Qu

Lo Hai Qu

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Si intitola Lo Hai Qu on The Death of Wine Critics e ci mostra una giovane cambogiana che indossa un abito molto corto, mentre sorseggia un vino roso e fuma . Si tratta dell’assistente del Master of Wine Ron Washam e ha il compito principale di preparargli le degustazioni distinguendo il vino dall’orina. Non ridete c’è scritto proprio così! Il post va avanti con un misto di autoironia e realismo mettendo in luce la distanza fra i wine critics tradizionali e i giovani. Se in 4 anni si diventa medico come è possibile che ce ne vogliano 5 anni per imparare il vino? E poi i punteggi, per Lo Hai Qu sono cose senza senso come pagare per il parere di un esperto quando c’è tutto in internet gratis.
Insomma postare un pezzo del genere è davvero un atto di coraggio. Significa confrontarsi senza paura con la nuova generazione dei consumatori. Solo l’ironia britannica e una competenza sconfinata sul vino consentono di affrontare a viso aperto la questione e infatti il post arriva dalla House of Master of Wine, un tempio di competenza enologica popolato da gente che ha fatto del vino la sua ragione di vita e quasi una religione.
Ma non basta, in un successivo post del 29 luglio, la saga di Lo Hai Qu continua con l’annuncio della produzione di un film intitolato “House of Racks” e girato nella cantina di Ron Washam.