
Negroamaro essenza del Salento
Ignazio Anglani ci accompagna a scoprire le cantine e le virtù del Negroamaro vitigno versatile e appagante che rispecchia il Salento e i salentini
Da alcuni anni si parla molto di Negroamaro, sia per il noto gruppo musicale, sia per i tanti turisti che il Salento sta richiamando, sia per i tanti salentini sparsi per il mondo che da buoni meridionali con le radici ben piantate, ovunque vivano portano i prodotti della proprio terra: vino Negroamaro, caffè Quarta e olio!
Il legame fra Salento e Negroamaro è indissolubile, alto o basso Salento, costa Adriatica o Jonica, in purezza o in blend con Malvasia nera di Lecce o Brindisi, o Montepuliciano, o con vitigni
internazionali, stili moderni o stili tradizionali … il Negroamaro è sempre il vino salentino per antonomasia, nelle vene dei salentini scorre negroamaro al ritmo di pizzica … o è il negroamaro che aiuta a ballare per notti intere la pizzica? Per capire meglio queste cose bisognerebbe venire in Puglia, nel Salento a visitare le tante piccole sagre, ma anche grandi eventi tradizionali come la Notte della Taranta, o quelli nuovi come il Negroamaro Wine Festival.
Negroamaro è l’unione della parola nero ripetuta due volte, niger in latino e mavros evoluzione dialettale del termine greco maru. E’ un vitigno nobile, ma estremamente versatile da cui si ottengono rosati, spumanti con entrambe le tecniche, rossi da bere giovani, rossi da lungo invecchiamento ed anche alcuni bianchi e vini dolci.
In Salento e da negroamaro nasce il primo rosato italiano imbottigliato: il Five Roses di
Leone de Castris. Vino mitico durante la seconda guerra mondiale Dal primo rosato alla grande diffusione di questo vino passano molti anni anche se le cantine pugliesi hanno sempre creduto in questa tipologia. La dimostrazione è che il Concorso Nazionale dei Rosati si svolge in Puglia e ci sono grandi eventi come Rosexpo organizzata da deGusto Salento una associazione di produttori di negroamaro.
Vedendo le grandi potenzialità dei rosati a base negroamaro alcuni produttori, a partire da Rosa del Golfo, hanno iniziato a spumantizzarlo con il metodo classico. Molti hanno seguito l’esempio aggiungendo anche produzioni con metodo charmat. Per valorizzarle il Consorzio Puglia Best Wine ha organizzato l’evento Puglia Perlage.
La Puglia è storicamente una terra di grandi produzioni, era definita Enotria o il vigneto d’Italia. Le cantine sociali sono una realtà molto radicata, ma se prima producevano solo grandi masse da vendere sfuse, adesso producono vini di qualità e promuovono il territorio con grande forza e convinzione come ad esempio le Cantine Due Palme.
Ovviamente non possiamo trascurare le aziende storiche del negroamaro come Candido, Conti Zecca, Taurino, Vallone e tante altre che hanno fatto conoscere questo vitigno nelle sue versioni più semplici e in quelle da lunghissimo invecchiamento arrivando a esisti di eccezionale qualità e di statura internazionale.
Parlando di questo vitigno non si può non citare l’enologo “padre” di alcuni dei grandi vini a base negroamaro: parlo di Severino Garofano. I suoi tre capolavori Le Braci, Patriglione e Graticciaia sono a pieno titolo capolavori dell’enologia italiana.
Importanti sono stati anche gli investimenti nel Salento da parte di grandi gruppi italiani come Antinori con Tormaresca, Zonin con Masseria Altemura, GIV con Castello Monaci che hanno dato slancio a tutto il comparto regionale.
Il Negroamaro aveva bisogno anche di un’immagine più moderna e una versione destinata ai nuovi consumatori, su cui hanno puntato cantina giovani e dinamiche come Cantele e Tenute Rubino … basta aprire i loro siti per averne conferma.
Vi spettiamo in Puglia per assaggiare i nostri negroamaro, ma se non potete venire, stappate almeno una bottiglia di buon negramaro pensando al nostro sole, le nostre splendide spiagge e all’ospitalità della nostra terra
Di Ignazio Anglani per Donatella Cinelli Colombini