Se non ora quando? A Siena il 9 luglio
A un primo colpo d’occhio, il pubblico nella piazza di Sant’Agostino, sembra quello di un concerto rock con tanta gente allegra, attenta e con la voglia di farsi sentire. Poi ti accorgi che ci sono quasi solo donne, di tutte le età e di tutta Italia, anzi ti accorgi di essere alla prima vera grande festa delle donne italiane. Siena 9 luglio 2011, sono felice di essere qui e di aver dato il mio Brunello 2006 Prime Donne per le relatrici
Dopo essersi riunite in tutte le piazze, il 13 febbraio scorso, le donne di << se non ora quando >> fanno di nuovo sentire la loro voce. E che voce! La prima pagine di “Repubblica” un’intera pagina sul “Corriere della sera” tutti i TG e i GR nazionali….
E’ sabato e il termometro segna 35,5° all’ombra ma in questa piazza di Siena ci sono oltre 2.000 donne
; alcuni volti noti, la maggior parte giovani, molto probabilmente laureate e tutte con una grinta da vendere. Sono diverse dalle femministe di un tempo. Più che contestare vogliono contare.
Dopo una mattinata di relazioni sulla situazione femminile nel pomeriggio salgono sul palco le rappresentanti dei comitati locali e alcuni personaggi carismatici. 3 minuti ciascuna, tempo uguale per le famose e le non famose.
C’è una nuova consapevolezza fra le donne, la sensazione che insieme sfonderanno gli argini di una condizione femminile antica. L’entusiasmo di sentirsi un fiume in piena con una forza che nessuno può fermare e che nasce dalla capacità di collegarsi, di fare rete.
Questa sembra proprio la volta buona, anche se, come ha detto Susanna Camusso, esiste ancora chi perde il posto se rimane incinta e un esercito di donne costrette a supplire alla carenza di case di riposo e asili nido.
La voce delle donne grida ancora la protesta ma soprattutto fa sentire l’orgoglio. C’è chi è entrata nel Consiglio Comunale di Napoli che non vedeva una donna da decenni e chi ha collaborato al risultato del referendum. Insomma il sesso debole è più forte.
<< Le donne fanno soffiare il vento del cambiamento con la mente e con il cuore>> dice Rosy Bindi << … un cambiamento che riguarda anche i partiti>> . Lo stretto collegamento fra la discriminazione femminile e il potere maschile scricchiola?
Pare di si ed è proprio su questo punto che l’alleanza bipartisan può essere decisiva. Flavia Perina lancia un appello affinché le donne non votino i partiti e i candidati che non le appoggiano. Mentre Giulia Bongiorno si scalda << Non è vero che le veline sono a destra e l’impegno a sinistra>> le donne meravigliose sono in tutte le parti politiche salvo in quella dell’inconcludente chiacchiericcio. E da avvocato spiega << sapete cos’è una class action? E’ l’azione
legale collettiva fatta da chi ha subito lo stesso danno. Da soli i cittadini non riuscirebbero ad attaccare i colossi multinazionali ma unendosi vincono. Le donne devono fare la stessa cosa. Unirsi!>
Sembra proprio questo il nocciolo della questione, le donne divise e sconfitte del passato e quelle vincenti collegate via web.
<<Forza!>> mi dice salutandomi Susanna Cenni, ora Onorevole e un tempo eccellente Assessore al Turismo della Toscana << abbiamo un’opportunità senza precedenti. O ora o mai più>>.