Stefano Quaglierini l’enologo più social del mondo
A grande richiesta, dalla Toscana del vino più virtual, vi presento Stefano Quaglierini, enologo influencer fra i primi 10 wine instagramer italiani
di Donatella Cinelli Colombini
Mia figlia Violante è una sua grande fan. Stefano Quaglierini le è stato presentato dal comune amico Andrea Gori assaggiatore, giornalista e oste -Enoteca Da Burde- fiorentino che fiuta i talenti come un cane da tartufi ed anche in questo caso non ha sbagliato. Stefano Quaglierini è un fuoriclasse. 26 anni di Staffoli, frazione di Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa, è un bel ragazzo con una testa di ricci castani e un volto da vero etrusco con occhi leggermente a mandorla, naso lungo e dritto, ma soprattutto una bellissima bocca etruschissima con labbra ben disegnate.
STEFANO QUAGLIERINI VISTO DA VICINO
Andate a vedere i progenitori scolpiti nei sepolcri e vedrete che il Quaglierini è un discendente diretto della stirpe guerriera che viveva in Toscana 2,500 anni fa.
Violante fu molto colpita dall’entusiasmo di Stefano Quaglierini fino dal primo incontro nel 2018 e cercò di fare con lui dei progetti di comunicazione per il Movimento Turismo del Vino, che in quel momento lei presiedeva. Ma Stefano era alle prese con la laurea e la collaborazione non si concretizzò.
Poi il nostro giovane amico ha bruciato le tappe e oltre al titolo di dottore in enologia si è affermato come intagrammer con più di 311.000 followers in @italianlandscapes e quasi 92 mila come wine influencer, ha aperto un blog sul vino, ha fondato un’agenzia che segue la comunicazione social di alcune cantine e ha pubblicato il libro che si intitola come uno dei suoi canali Instagram e TikTok “Italian wines” seguendo il sogno di rendere il vino affascinante e comprensibile a tutti.
ITALIAN_WINES DAL WEB AL MANUALE
A ottobre era nella squadra di influencer italiani – moderni storici d’arte – che ha visitato la cantina Pinchiorri lasciandosi affascinare da una parete intera di bottiglie del compianto Henri Jayer.
Le foto delle sue pagine Instagram raccontano l’umanità del vino con mani che si cercano, che toccano, stringono, lavorano, soprattutto lavorano. Tanti giovani sorridenti, entusiasti, a volte sporchi di mosto e in qualche caso persino in mutande con uno spirito goliardico contagioso. Stefano Quaglierini ci mostra la faccia sorridente del vino, in modo composto ma fantasioso, spesso divertente. Lo vediamo in una vigna mentre si tuffa dentro una bottiglia, oppure disteso sotto un tino, poi quando strizza la maglietta intrisa di mosto suscitando quasi cento commenti fra cui quelli ammirati delle followers femminili: <<what a handsome Baccus!!>>, <<Is this available in New Zealand?>>, <<Be’ dai, da una maglietta strizzata puoi ottenere molto di più che il vino>>. Ma lui non se la tira, anzi, poi lo vediamo al tavolo di assaggio mentre fa i tagli con la scala graduata da enologo professionista oppure all’Università di Pisa (dove insegna) mentre spiega agli studenti l’importanza di avere un buon profilo on line al fine di trovare lavoro … Fortissimo!
INTERVISTA A STEFANO QUAGLIERINI ENOLOGO INFLUENCER
Ed ecco la mia intervista:
– Nella sua pagina Instagram ci sono foto bellissime e inconsuete, anzi decisamente fantasiose e divertenti. Le fa lei? Ha dunque una bella vena artistica? <<Le foto sul mio canale sono scattate sia da me con lo smartphone sia dal team di fotografi freelance che lavorano assieme a me. Lavoro con 3 differenti fotografi per cui la parte interessante è che riusciamo a creare stili differenti>>.
– Qual è la cosa che le piace trovare in una cantina e la cosa che invece la infastidisce? << In una cantina mi piace respirare l’atmosfera familiare, i ricordi più belli li ho nelle cantine dove, dopo la visita, mi sono ritrovato a pranzo con nonni, genitori, figli e cugini. La parte che mi infastidisce sono genericamente le cantine che, al posto di raccontare la loro realtà, dicono semplicemente delle banali frasi fatte che vengono esposte come un manuale imparato a memoria senza un minimo di sentimento>>.
– Qual’ è il suo vino del cuore e perché? <<Difficile da scegliere. Sicuramente uno dei miei vini del cuore è il Castello di Brolio di Ricasoli. Uno dei primi vini assaggiati con i miei compagni di università durante i miei studi di Enologia. Mi sorprese molto sia per qualità intrinseca del vino sia per la storia che aveva l’azienda. A distanza di anni, aver avuto l’opportunità di diventare amico con Francesco Ricasoli, ha reso quel vino ancora più magico ed il mio attaccamento all’azienda sempre più stretto>>.
– Lei è molto giovane, solo 25 anni, come immagina il suo futuro e quello del vino italiano? <<Il mio futuro lo immagino come imprenditore nel ramo della comunicazione del vino. Già adesso svolgo servizi di consulenza per il digitale per varie aziende vitivinicole e gestisco tutta quella che è la loro comunicazione su questi canali, in futuro vorrei ampliarmi in questo campo, ma allo stesso tempo continuare a fare divulgazione sia su @italian_wines sia con le varie lezioni di comunicazione che svolgo per le università>>.