
Vini e racconti del Concilio di Trento in una cena gourmets
I Gourmets a tutto trentino con Trentodoc extra brut, Nosiola, Teroldego, blend a base di Pinot Nero e Traminer e piatti di alta cucina di pesce
Sì, pesce per una cena dove i vini rossi hanno un ruolo da protagonisti! Non stupitevi, gli abbinamenti studiati dal Delegato Alessandro Bonelli ( Union Européenne des Gourmets) per la cena nel ristorante “Il Mestolo” di Siena sono stati costruiti cercando le affinità e le eccellenze con un risultato strepitoso.
Rotari Alpesregis mill.2007 extra brut insieme a un crudo di gamberi rossi e crocchette di baccalà;
Nosiola del Trentino 2011 Cantina di Trento con linguine con pescatrice e briciole di limone;
Teroldego Rotaliano 2011 Elio Endrizzi accompagnato da un’ombrina al forno con cacio e pere;
Besler Ross 2005 Projer Sandri ottenuto da uve Pinot nero, Zweigelt, Franconia, Negrara e Groppello abbinato ai formaggi;
Edys di Maso Bastie prodotto con Chardonnay, Traminer aromatico e Moscato giallo insieme alla composta di mele trentine con gelato di pistacchio.
Insomma una cena da leccarsi i baffi e da uscire mezzi brilli!
Il tutto accompagnato dalle dotte informazioni di Tommaso Bucci che ha somministrato ai Gourmets di Siena un pacco
di fotocopie sulle uve e ha poi alleggerito il tema con una serie di aneddoti. L’argomento era ovviamente il Concilio di Trento del 1545 voluto da Paolo III, lo stesso Papa che aveva per coppiere Sante Lancerio a cui si deve la prima descrizione dei vini con classifica: vino per “signori” e vini per “famigli”.
Con un Papa così attento alla buona tavola c’era da aspettarsi grandi libagioni durante il Concilio e infatti, Tommaso ha raccontato, come il gran numero di prelati e di seguito, avessero creato, a Trento, una seria scarsità di vino per cui tentarono di importarlo da Verona. Ma i barconi pieni di vino, che risalivano l’Adige furono affondati, in quella che sembra una disputa più commerciale che enologica. Altra curiosità riguarda la questione dei vini autoctoni che esisteva anche allora. Il termine usato era vernacolo da cui discendono parole come Vernaccia (di San Gimignamo).
Un solo commento sui vini. La Nosiola un’uva bianca antica e rara, coltivata sui terrazzamenti delle pendici alpine, da cui si ottiene un vino con personalità decisa e finale leggermente amaro. Finalmente qualcosa di diverso dai soliti chardonnay!
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini