DONNE DEL VINO TOSCANE 28 MAGGIO A BOLGHERI
VISITA ALLA CANTINA DEL SASSICAIA PER SOLE 30 PARTECIPANTI SUPER EXPERIENCE AD ARGENTIERA CON PRESENTAZIONE DEL LIBRO GENERAZIONI IN CAMPO DI PANITTERI E SAGGION
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Convention 2024 a Bolgheri per le Donne del Vino toscane, il 28 maggio con un programma stellare: visita alla Tenuta San Guido ospiti di Priscilla Incisa della Rocchetta che racconterà la storia della tenuta e del vino Sassicaia facendo degustare il “Guidalberto” IGT Toscana rosso 2021 e “Sassicaia” Doc 2020. Sarà un’esperienza unica, accompagnata dai tanti miti che raccontano questo luogo straordinario: i cipressi cantati dal Premio Nobel Giosuè Carducci, il cavallo più premiato e la razza Dornello Olgiata, il rifugio faunistico WWF e, naturalmente, quel vino che, per primo, riuscì a battere gli Château francesi usando i loro stesso Cabernet Sauvignon. Era il 1978 e il vino era appunto il Sassicaia.
LE DONNE DEL VINO AD ARGENTIERA
Dopo il pranzo conviviale all’Osteria La Magona è iniziata la visita alla Tenuta Argentiera accolte dalla Donna del Vino Cristina Tecce e dall’Amministratore Delegato Federico Zilieri Dal Verme e dal direttore Leonardo Raspini, il racconto della storia della tenuta che si estende per 153 ettari – il cui nome deriverebbe dalle miniere di argento del popolo etrusco che qui aveva sviluppato un centro di produzione e commercio usando il vicino golfo di Baratti – introdurrà la visita tra i filari e le mille barriques nelle spettacolari cantine, prima dell’assaggio di tre vini: Vermentino “Eco di Mare” IGT 2023, Bolgheri Rosso Doc “Villa Donoratico” 2021, Bolgheri Superiore Doc Argentiera.
GENERAZIONI IN CAMPO RADICI E PERCORSI DEL VINO AL FEMMINILE
Alle 16,30 è iniziata la parte del programma aperta al pubblico con la presentazione del libro “GenerAzioni in campo Radici e percorsi del vino al femminile” (Casa Editrice All Around pp. 144 € 16) da parte degli autori Eva Panitteri e Maurizio Saggion.
A dispetto dell’apparenza sottile, il libro ha un contenuto ricchissimo e capace di ispirare chi legge guardando il vino al femminile da diversi punti di vista: storico, normativo, sociologico e persino linguistico. Viene evidenziato come la coniugazione al femminile passi anche dall’uso degli articoli e non sia ininfluente nella considerazione di se delle donne. Anche i dati statistici non aiutano a far emergere l’apporto femminile: “accade che i così detti valori specifici riferibili alle donne del vino, si mimetizzino entro computi molto più generici”, in altre parole nel quadro d’insieme mancano dati disaggregati. Tuttavia, balza agli occhi la distanza fra il 28% della forza lavoro e delle imprese a direzione femminile e gli organi direttivi del mondo del vino, dove le donne sono delle rarità. Eppure, nella storia del vino, le poche donne in posizione apicale hanno lasciato tracce forti come Maria Teresa d’Austria che nel 1787 istituisce il catasto dei vigneti e la classificazione dei vini di Gorizia e Gradisca oppure Giulia Vittoria Colbert moglie del marchese Falletti di Barolo che cambia, da dolce a secco, il gusto del vino ottenuto dal Nebbiolo.
DONATELLA CINELLI COLOMBINI FRA I TESTIMONIAL DEL CAMBIAMENTO NEL RUOLO DELLE DONNE NEL VINO
Gli autori Eva Panitteri e Maurizio Saggion riconoscono l’importanza di modelli di riferimento positivi che vengono proposti in 14 interviste. Si tratta di profili in certi casi consapevoli del proprio ruolo in quanto donne e in altri casi <<in linea con la tendenza più generale, non ritengono che la nota di genere apporti differenze sostanziali ai vini che realizzano, alle aziende che gestiscono o alle proprie realtà professionali>>. Interviste che iniziano con me, proseguono con Daniela Scrobogna e Ruenza Santandrea per poi concentrarsi sul passaggio generazionale e le coppie. Conosco personalmente molti dei protagonisti e devo dire di averli ritrovati descritti autenticamente in questi profili.
Nella conclusione del libro Eva Panitteri scrive <<le donne stanno smettendo di considerarsi seconde, nonostante nella società resistano ancora diverse problematiche>> e più sotto << questi racconti e voci servono a confrontarsi, a conoscersi, a ricordare quanto è stato fatto e quanto è ancora possibile fare per un mondo e un sistema migliori di quelli che abbiamo>>.
DONNE DEL VINO DELLA TOSCANA
Le Donne del Vino toscane sono 107 circa il 10% dell’intera associazione e si distinguono per il loro eccezionale attivismo: dall’inizio dell’anno hanno fatto i corsi sul vino in due Istituti Turistici e Alberghieri, hanno finanziato il Centro Antiviolenza “Insieme Valdelsa” con Amorim Cork Italia attraverso la racconta tappi di sughero usati e hanno visitato il Museo Ferragamo ascoltando la storia di Wanda Ferragamo, la mitica “magic Wanda” capace di ispirare coraggio e talento creativo…. L’elenco si allunga con il webinar dell’Avvocatessa Claudia Del Re sulle nuove norme dell’etichettatura e la degustazione dei vini di 9 socie all’AIS Milano.
Fra le socie della delegazione toscana delle Donne del Vino compaiono molte nuove professioniste del vino come la grafica che disegna etichette e packaging, l’immobiliarista specializzata nella compravendita di cantine con vigneto, l’avvocatessa esperta in diritto vitivinicolo, chi si occupa di comunicazione digitale o di wine hospitality …. Accanto a loro produttrici, sommelier, ristoratrici, enotecarie, enologhe, esperte, giornaliste e addette ai settori commerciale e marketing del vino.