Marsala fra successi e cadute, leggi e enoturismo
Un bellissimo articolo di Intravino riassume la storia del Marsala e ci spinge a una riflessione sul primo vino italiano di successo internazionale
Di Donatella Cinelli Colombini, Chianti Superiore, Fattoria del Colle
Un successo a cui segue una caduta che porta il Marsala a diventare oggetto di imitazioni e intrugli finchè viene relegato al ruolo di prodotto da “spesa della vecchietta”.
L’articolo, che vi invito a leggere, è la prova d’esame in wine blogging di Roberto Loconte al Master in Cultura del vino dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. E’ un post per questo è breve. Necessariamente esclude una serie di informazioni concentrandosi sui tentativi di
rilancio del 1896, 1949 e 1980. Un dato colpisce più di ogni altro: nel 1936 il Marsala esportava 176.349 ettolitri ( ma dieci anni dopo erano scese a 5.365 ettolitri). Oggi la produzione totale della Doc Marsala è 95.000 ettolitri.
Quello che manca in questa come in gran parte dei testi sulla storia del Marsala è l’analisi dell’eclissi del Marsala collegata alla caduta dell’impero Florio e alla vendita delle cantine alla Cinzano nel 1920. E’ la parola Florio quella da mettere al centro dell’intera vicenda.
Furono le navi per il trasporto del vino, a fare da scudo e da supporto allo sbarco di Garibaldi in Sicilia e l’Eroe dei due mondi dimostrò gratitudine e considerazione per i Florio lasciando loro i cimeli che sono ancora visibili nell’ingresso della cantina.