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Agenzie turistiche per le cantine: ricerca on line

Come creare uno o più data base con i riferimenti delle agenzie turistiche di wine tours, wine trekking, winery visit & cooking lesson

Agenzia-turistica-di-trasporto-alternativo-in-cantina-Toscana

Agenzia-turistica-di-trasporto-alternativo-in-cantina-Toscana

Di Donatella Cinelli Colombini

Un tempo le agenzie turistiche venivano letteralmente “rubate” copiando le indicazioni scritte sull’esterno del bus e dei minivan posteggiati nelle città d’arte o davanti ai ristoranti vicini alla cantina. Indagini degne di Sherlock Holmes che tutt’ora hanno la loro efficacia soprattutto per le agenzie di turismo in bicicletta che hanno mezzi d’appoggio con nomi e siti segnati sulle fiancate.
Tuttavia la ricerca di agenzie e tour operator del vino avviene soprattutto via internet e richiede giorni e giorni di paziente lavoro. Per prima cosa bisogna dare un nome alla propria proposta individuando le parole chiave cioè le parole che il turista cercherebbe per prenotare ciò che l’azienda offre. Per esempio, per trovare agenzie che portano piccoli gruppi o individuali a vistare le cantine useremo le parole wine tour oppure winery tour tuscany o ancora wine tour Tuscany agency.

wine-tour

wine-tour

winery tour anche con il nome della propria regione. Se invece l’intento è quello di proporre la visita in cantina insieme a una lezione di cucina tipica le parole saranno winery tour with cooking class. La ricerca Google di queste ultime parole da quasi sei milioni di indirizzi una parte dei quali di agenzie.
L’uso di termini inglesi dipende dalla diversità di comportamento fra i turisti del vino italiani e esteri: i connazionali sono enoturisti fai da te, mentre gli stranieri e soprattutto gli statunitensi, preferiscono prenotare il wine tour o la cooking class dalle agenzie di incoming.

Wine tours, cantine e strane domande

Tour dopo tour, anno dopo anno, le domande dei turisti in cantina sono state tante e diverse ma alcune, più che altro, strane…davvero strane!

Wine tours a casato Prime Donne, Montalcino

Wine tours a casato Prime Donne, Montalcino

Di Sara MazzeschiFattoria del Colle

Uno degli aspetti più entusiasmanti  del mio lavoro a Fattoria del Colle è il tempo che passo in cantina o in giro per la struttura con i turisti. Sia qua che a Casato Prime Donne a Montalcino è davvero bello mostrare a inesperti o appassionati wine lovers dove produciamo e affiniamo Chianti, Doc Orcia e, nel caso dell’altra azienda, Brunello.

Ho sempre pensato che far conoscere alle persone ciò che sta “dietro” ad una bottiglia, quanti sforzi e decisioni difficili portano – si spera – ad un vino di alta qualità, è l’aspetto più importante del mio parlare e raccontare, per questo sono sempre contenta quando leggo curiosità nelle facce di chi mi segue e quando mi vengono fatte domande . Va detto, non c’è limite a ciò che mi è stato chiesto, ogni volta che penso di aver sentito tutto arriva un ragazzino sveglio o un professore che solleva gli occhiali per guadarmi meglio e…resto senza parole!

I depliant per i turisti delle cantine

Depliant piccoli, con molte immagini e poco testo, capaci di raccontare ai turisti del vino ciò che distingue una cantina da tutte le altre dando emozioni 

depliant in cinese della cantine con Violante

depliant in cinese della cantine con Violante

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne
Comincio con l’ammettere un difetto: siccome sono toscana fino al midollo, sono sobria. All’ apparenza preferisco sempre la sostanza e mi infastidiscono quelle manifestazioni di lusso che confondono la percezione vera della realtà aziendale, insomma i castelli vanno lasciati a chi ce l’ha davvero mentre chi è un vignaiolo appassionato con dei vini meravigliosi non si esponga al ridicolo presentandosi come un marchese o un miliardario. Non ne ha bisogno, basta quello che è e quello che fa per affascinare i turisti delle cantine.
Prima regola quindi: niente bugie perché, come tutti sanno, hanno le gambe corte e producono più danni che benefici.

ingresso della cantina Casato Prime Donne, Montalcino

ingresso della cantina Casato Prime Donne, Montalcino

I depliant turistici delle cantine sono di due tipi: quelli da lasciare negli uffici turistici, negli alberghi, nei ristoranti … della zona e quelli da distribuire in azienda. Soprattutto i primi devono essere piccoli al punto da non ingombrare, altrimenti difficilmente verranno esposti. Conterranno una brevissima spiegazione delle particolarità dell’azienda, l’orario di apertura della cantina, il pagamento, il calendario degli eventi, i vini principali, wine tour e le degustazioni a pagamento e gli altri servizi offerti, il percorso stradale per raggiungere la cantina e le coordinate GPS. Poche notizie e molte foto. I flyers distribuiti in azienda servono invece per dare ai turisti del vino una panoramica dell’offerta: ristorante, scuola di cucina, soggiorni …. corsi di avvicinamento al vino, mountain bike, animali, orto didattico ….. in altre parole devono far venire voglia di rimanere e soprattutto consumare di più. In tutti i tipi di flyers  è importante indicare telefoni, e-mail, sito e social. 

Chi sono i turisti del vino? Gli enoturisti per caso

I turisti del vino sono un piccolo esercito armato di cavatappi. Qui vi presenteremo quelli che arrivano in cantina senza un vero interesse ma poi … 

cantina spumante

cantina spumante

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

5 milioni di visitatori per un totale di circa 10 milioni di ingressi nelle cantine italiane (Wine Monitor  2014). E’ uno dei flussi che cresce di più e soprattutto spende di più. L’indagine 2015 di GFK su commissione della Fondazione Italia patria della bellezza, ha esaminato un campione di 5.000 turisti esteri in Italia scoprendo che il 60% di loro ha comprato del vino (56% degli europei 64% dei non EU). I russi hanno dimostrato il maggior apprezzamento per le nostre bottiglie seguiti da cinesi, statunitensi e tedeschi ( rispettivamente 75%, 67%, 64%, 62%). Dalla stessa indagine emergono anche le parole chiave che gli stranieri collegano al nostro agroalimentare, sono in ordine decrescente: qualità, genuinità e notorietà.

turismo nei vigneti

turismo nei vigneti

L’indagine riconferma il primato dell’agroalimentare fra i motivi di soddisfazione dei turisti esteri di ritorno dal nostro paese. Infatti se il turismo è secondo all’arte, come calamita dei turisti esteri, è invece saldamente in testa fra le cose più apprezzate del Bel Paese.
Un successo in crescita confermato dai 7 itinerari italiani fra i 52 scelti in tutto il mondo, dalla potentissima guida Lonely Planet 2015 “Wine trails”. Ci sono Toscana (concentrata sul Chianti Classico), Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Friuli e Puglia per un’edizione di oltre cento milioni di guide. L’Italia è dunque, a buon diritto, fra le maggiori wine destination del mondo e in questa veste si mostra al pubblico internazionale. Un pubblico composto da turisti e non solo da turisti del vino.

Vini e cantine dell’altro mondo

In giro per la Nuova Zelanda, non potevo farmi mancare un tour di cantine. Ma invece di parlarvi di zone famose come Marlborough, vi racconto l’isola di Waiheke.

Visto per voi da Bonella Ciacci

vigneto di Te Motu

vigneto di Te Motu

Quando ho dovuto pensare al viaggio di nozze, ho scelto il posto più lontano che mi venisse in mente, all’altro capo del mondo, ovvero la Nuova Zelanda.
Scelta non a caso, in effetti. Ho sempre sognato di vederla, anche perché mi dava la possibilità di coltivare in un solo viaggio quasi tutte le mie passioni. Una di queste è il vino.
Il tempo era poco, così, anziché andare in zone rinomate come ad esempio Malborough, ho visitato Waiheke, la seconda più grande isola della baia di fronte a Auckland.

Senza addentrarci nella storia delle popolazioni indigene, i Maori, che già la l’avevano abitata, gli occidentali hanno iniziato a viverci dapprima solo in pochi. Soprattutto nei decenni passati vi si era stanziata una comunità hippie, dedita ad altri tipi di coltivazioni, e non la vite.
Solo negli ultimi 15/20 anni, insieme alla riscoperta di quest’isola da parte dei ricchi e facoltosi abitanti di Auckland, si è scoperto che il microclima di questa isola è perfetto per alcune tipologie di vite, e la produzione di vino è andata incrementando velocemente, ed altrettanto velocemente la sua qualità.