Angelo Gaja un gigante innovatore senza web
Donatella Cinelli Colombini ci racconta Angelo Gaja tratteggiando la personalità di un uomo – condottiero che sa distinguersi anche senza avere un sito internet
L’ho incontrato la prima volta a Montalcino a casa dei miei dove lui arrivò con un comune amico piemontese per vedere con i suoi occhi il “fenomeno Brunello”. Erano gli anni eroici, il 1975 o giù di li e il nostro vino stava emergendo nello scenario internazionale nonostante il suo alto prezzo, fra lo sbalordimento generale. Angelo guidava una grande Mercedes, un tipo d’auto da cui non si è mai separato, e ancora oggi gli permette di fare Barbaresco – Montalcino, andata e ritorno, in giornata. Durante il primo incontro quel piemontese imponente, dal carattere travolgente, mi intimidì. Era giovane ma aveva carisma, su questo non c’era dubbio, emetteva energia dalle parole, dai gesti … come un condottiero … avete presente Giulio Cesare, Napoleone o Garibaldi…. Anche l’idea di fare un “grand tour” sul vino per vedere le novità in Europa denotava una mente aperta, vigile e innovativa.
Negli anni successivi diventò il grande Gaja, quello delle copertine del Wine Spectator. La sua attività è stata sempre irrefrenabile e non solo con la stampa. Ovunque io andassi, anche nei ristoranti delle città interne del Brasile, nelle enoteche più sperdute e fredde del Canada … Angelo c’era stato e aveva entusiasmato i gestori con la sua passione per l’eccellenza. All’epoca in cui creai Cantine aperte, provai a coinvolgerlo nel turismo del vino ma rifiutò. Le sue
cantine cominceranno fra poco ad aprirsi al pubblico ma solo per raccogliere fondi a scopo benefico. Fin ora visitarle era davvero difficile. Quando ha accettato di far entrare la mia consulente Valerie Lavigne nella cantina di Pieve di Santa Restituta a Montalcino era in Piemonte ma è rimasto in contatto con lei, parlando un francese impeccabile per oltre un’ora. Praticamente le ha fatto una visita guidata a distanza. Le sue cantine in Toscana sono bellissime, sia Camarcanda a Bolgheri che Santa Restituta a Montalcino. L’impronta di Angelo è ovunque, dalla ragnatela di travi metalliche nel soffitto alle tinaie tecnologiche e pulite come sale operatorie.
Intorno al 2003 mi capitò l’opportunità di avere un ottimo agente commerciale a Roma, che distribuiva già Gaja. A questa allettante proposta io dissi di si a patto che Angelo desse il suo consenso, non intendevo interferire nella commercializzazione del suo Brunello. Poco dopo, al Vinitaly , mentre camminavo nei corridoi affollati sentii una voce tonante alle mie spalle <<Donatella Cinelli Colombini, ma certo che voglio avere un agente a Roma insieme a te>> . Mi voltai e lui mi abbracciò sorridendo. Che fenomeno, solo lui riesce a darti una risposta in questo modo.
In anni più recenti, in relazione al Consorzio del Brunello, mi ha fatto lunghe telefonate affinchè mi mettessi a disposizione dell’organo associativo. Non sempre ho potuto e non sempre è stato opportuno. Ma la stima che ha manifestato mi ha riempito di orgoglio anche perchè Angelo non è un tipo complimentoso e dice sempre quello che pensa. Mi ha anche invitata ad alcuni pranzi. Angelo non accetta i miei inviti ma fa in modo che io accetti i suoi. Arriva dal Piemonte con i suoi
ospiti, li porta in cantina e poi a pranzo in quello che giudica il miglior ristorante della zona. Spesso sono pranzi “a tema” con domande che lui prepara in anticipo e che trasformano gli incontri in qualcosa di simile al talk show. Ho scoperto, con una certa sorpresa, che non ha una casa attrezzata presso la cantina di Santa Restituta. Per questo, quando sua figlia Gaia rimane a Montalcino, va a dormire in albergo.
Ma vediamo al suo rapporto col web. Provocato da Stevie Kim, la più telematica dei top manager Vinitaly, Angelo Gaja ha giurato che intende essere l’ultima cantina italiana ad avere il suo sito internet. Come dire: se non posso essere il primo voglio distinguermi per un primato opposto. <<Convengo che è una bizzarria>> ha detto recentemente in un’intervista a Cronache di gusto <<Mi dà però un senso di libertà. Di informazioni su Gaja in rete ce ne sono a bizzeffe, anche se non vengono comunicate da noi direttamente>>.
I miti e l’immagine di un brand esclusivo si costruiscono anche attraverso la capacità di stare fuori del coro.