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MAMMA JUMBO SHRIMP NUOVO BRAND DI STEVIE KIM

Può il vino diventare smart? Divertente ed internazionale? Multi channel sempre connesso? Con Stevie Kim può

 

Stevie Kim Vinitaly

Stevie Kim Vinitaly-International

di Donatella Cinelli Colombini

Stevie è figlia della società liquida dove <<il cambiamento è l’unica cosa permanente e che l’incertezza è l’unica certezza>> come scrive il sociologo polacco Zygmunt Bauman descrivendo il camminare solitario dell’uomo moderno. In questo caso si tratta di una donna: Stevie Kim. Il suo aspetto rivela l’origine coreana ma lei confessa di non parlare la lingua dei suoi avi perchè è cresciuta in Usa e ora abita a Verona dove è il direttore di Vinitaly International cioè la finestra sul mondo della maggiore fiera del vino italiana.

 

STEVIE KIM LA MAGA DEL WINE MARKETING DIGITALE

Stevie Kim è sempre vestita di nero, con lunghi capelli neri che richiamano la bellissima Morticia della Famiglia Addams.

Stevie Kim together with Donatella Cinelli Colombini

Donatella Cinelli Colmbini with Stevie Kim

E’ ironica e autoironica. Mi dice <<tu sei la nonna delle Donne del Vino>>. Ha ragione, vivo nella casa costruita dai miei antenati oltre quattrocento anni fa. Una situazione lontana dal mondo liquido dove vive lei. La mia è una fantasia concreta radicata nella terra toscana, mentre la sua una fantasia concettuale che gira il mondo.

 

MAMMA JUMBO SHRIMPS UN CONTENITORE DI VIDEO, PODCAST, LIBRI E MAPPE

Durante il lockdown del 2020 ha creato Mamma Jumbo Shrimp e ora ce lo presenta. E’ un contenitore digitale di podcast, libri, mappe e video. L’idea è quella di proporre il vino in modo divertente, comprensibile a tutti e raggruppare una comunità di wine lovers di tutto il mondo. Un dialogo aperto sorridente con chi è già competente, o semplicemente ama il cibo, i viaggi e vuole scoprire.
Italian Wine Podcast è il fiore all’occhiello di Stevie Kim che lo ha creato nel 2017 quando nessuno credeva che lo storytelling sul vino italiano potesse avere successo. Poi è diventato uno show pluripremiato e durante la pandemia è stato l’unico podcast giornaliero sul vino al mondo con 747 episodi su personaggi, cibi, luoghi, storie. Quasi un milione di ascoltatori per contenuti inclusivi che mirano a informare, educare e intrattenere persone di tutti i continenti e di diverso target.

 

WINE2WINE 2021 E IL FUTURO DEL VINO E’ DONNA

A Wine2wine, super forum di Stevie Kim, la prima indagine sul gender gap nel vino italiano: scopriamo che comunicazione, marketing e turismo si sono femminilizzati

Wine2wine-2021-il-futuro-del-vino-è-donna-Donadoni-CinelliColombini-Casprini-Ellero

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Vigna e cantina ancora feudi maschili ma le cantine italiane si stanno lentamente aprendo ai talenti femminili. Nei marketing, nella comunicazione e nelle attività turistiche il numero di donne, anche in posizioni di vertice, sovrasta nettamente quella degli uomini. Accanto a questi segnali positivi, nelle cantine italiane permangono dati poco incoraggianti sul precariato che riguarda maggiormente le donne e soprattutto gli abusi in ambiente di lavoro.

WINE2WINE FORUM DEL WINE BUSINESS ALL’INTERNO DI VINITALY SPECIAL EDITION

La prima indagine sul gender gap nel vino italiano realizzata dallUniversità di Siena in collaborazione con Donne del Vino e Unione Italiana Vini è stata presentata a Verona a Wine2wine con Laura Donadoni ItalianWineGirl in veste di “madrina”.

Wine2wine-2021-Il-futuro-del-vino-è-donna-Laura-Donadoni

Wine2wine-2021-Il-futuro-del-vino-è-donna-Laura-Donadoni

Il maggior forum italiano sul wine business, creato dalla vulcanica Stevie Kim, si è svolto quest’anno all’interno di Vinitaly Special edition una fiera a cui hanno partecipato 400 aziende e operatori di 35 Paesi che ha voluto dare un segnale di ripartenza per le attività B2B in presenza.

COME IL VINO ITALIANO SI STA FEMMINILIZZANDO

Donne sempre più ai vertici delle aziende vitivinicole nei ruoli della comunicazione, marketing e accoglienza, ma se nasce un figlio, sono costrette a chiedere il part time perché nei distretti viticoli mancano gli asili nido che consentano di conciliare il lavoro con le esigenze della famiglia. Sono ancora numerosi gli episodi di intimidazioni e abusi sul luogo di lavoro; manca una politica che aiuti le donne a denunciare anche perché sono, più degli uomini, con contratti a termine.

«Negli ultimi anni, il settore del vino italiano registra una progressiva “femminilizzazione” dei vertici aziendali, ma volendo rispondere alla domanda se persiste in Italia un problema di “gender gap” emerge che c’è ancora molta strada da fare» ha introdotto Elena Casprini, ricercatrice dell’Università di Siena che ha condotto l’indagine, sotto la direzione del Professor Lorenzo Zanni.

PRIMA INDAGINE SUL GENDER GAP NELLE CANTINE ITALIANE

Lo studio riguardava un panel di imprese selezionate su base nazionale che, in sintesi, fa emergere almeno tre risultati principali.
«Il primo – ha detto Casprini – riguarda le competenze e i ruoli svolti in azienda: mentre solo il 10% delle donne è occupata nella produzione e nei vigneti, quasi l’80% è coinvolta in funzioni commerciale-comunicazione-marketing e agriturismo-ristorazione. In altre parole, le donne sono protagoniste dell’attuale fase di “terziarizzazione” del mondo del vino che oggi appare critica di fronte alle nuove sfide del mercato. Perché? Le donne sono più empatiche e collaborano di più rispetto agli uomini: sono creative e cercano di creare rapporti di fiducia, anche se non sempre è facile, specie nei confronti di dipendenti di generazioni diverse».

Il secondo risultato riguarda il rapporto vita privata-lavoro: «Negli ultimi 3 anni (2018-2020), il 7,6% delle donne ha abbandonato o ha richiesto il part-time a seguito della nascita di un figlio. Questo dato si associa a diversità nei contratti (nelle donne c’è più precariato) e a difformità salariali penalizzanti con la progressione della carriera. L’indagine rivela altresì che mancano asili nido e scuole dell’infanzia, sia pubblici che privati, nei pressi delle aziende e come il costo di tali servizi non sia compatibile coi redditi agricoli. Infine, un dato riguarda gli episodi di intimidazioni, abusi e violenze che hanno avuto come protagoniste le donne. Negli ultimi 3 anni, nel 6,9% delle aziende intervistate, si sono registrati episodi di intimidazioni e abusi: un dato sicuramente sottostimato considerando che molti episodi non vengono segnalati ai vertici dell’azienda».

Do you love Italian Wine? Even more after this book

Jumbo Shrimp Guide to Italian Wine, un manuale sul vino italiano per wine lover stranieri che insegna a noi cosa interessa e incuriosisce all’estero

 

Jumbo Shrimp Guide to Italian Wine Stevie Kim

Jumbo Shrimp Guide to Italian Wine Stevie Kim

di Donatella Cinelli Colombini

Le pubblicazioni in inglese sui vini italiani sono sempre troppo corte, come quelle di Hugh Johnson, oppure troppo lunghe, tipo l’atlante di Burton Anderson.
Trovare una giusta misura e una chiave di lettura cool e trendy è difficile, ma la Jumbo Shrimp Guide to Italian Wine (pp 135, € 10) c’è riuscita. Merito di Stevie Kim, la vulcanica direttrice di Vinitaly International, che ha portato dalla Korea, sua terra di nascita e dagli Stati Uniti, sua terra di adozione, un approccio al vino che mette al centro il wine lover. Per questo, nel delizioso opuscolo che Stevie mi ha mandato e che si apre con la sua introduzione, non ci sono gli argomenti che i produttori o gli esperti sono soliti dire, ma quello che i consumatori appassionati vorrebbero sentire, nella forma veloce e narrativa che piace a chi è “always on”, sempre connesso.

 

Donatella-Cinelli-Colombini-Stevie-Kim-Cristiana-Cirielli

Donatella-Cinelli-Colombini-Stevie-Kim-Cristiana-Cirielli

JUMBO GUIDE TO ITALIAN WINE

Ovviamente c’è una parte storica con greci, romani, Leonardo da Vinci e Camillo Benso Conte di Cavour. Ovviamente c’è la presentazione delle regioni e dei vitigni e anche di quelli non conosciutissimi, così come c’è la spiegazione di come leggere le complicatissime etichette italiane e la piramide in cui è diviso il vino del nostro Paese.
Fin qui niente di particolarmente rivoluzionario, la parte più forte arriva in fondo. Dopo un disegno dell’Italia fatto di spaghetti ci sono i piatti tipici di ogni regione con un abbinamento cibo-vino da non perdere.
L’indicazione del capoluogo: Torino, Venezia, Roma … a noi fa sorridere, ma chi di noi sa quale è il capoluogo dell’Alsazia o dello Champagne? Pochi e quindi forse certe informazioni servono.

 

La battaglia dei corsi per super assaggiatori

Master of Wine e Master Sommelier corsi da super esperti a confronto mentre si apre la polemica sull’utilità di studiare il vino invece di berlo

Master of wine, corsi per super assaggiatori

Master of wine, corsi per super assaggiatori

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Leggo nel profilo Facebook di Stevie Kim la vulcanica coreana di Vinitaly Intrenational << l’altro giorno a Vinexpohk un critico molto noto ha commentato sul fatto che WSET (in senso educativo) non era importante per Cina, era molto più importante a bere il vino che parlarci che studiarci>> Una affermazione che dalla fiera di Hong Kong ha fatto il giro del mondo aprendo grandi polemiche.
Infatti se è vero che ascoltare la musica è più importante che leggere i critici musicali, tuttavia studiare e soprattutto imparare a suonare sono gli unici modi per capire più a fondo i brani musicali. Esattamente come avviene per il vino. Tuttavia l’opinione che arriva da Vinexpo HK deve far riflettere soprattutto alla luce del nuovo protagonismo dei

Stevie Kim Vinitaly International

Stevie Kim Vinitaly International

consumatori che esprimono i loro giudizi su CellarTracker, Vivino e altri portali sempre più influenti nel mercato. Giudizi che, un crescente numero di consumatori giovani, giudica più attendibili perché meno influenzati dei wine critics dal potere dei grandi brand cioè da inviti, investimenti pubblicitari ecc. Una democrazia apparente e anzi forse mendace, infatti una ricerca del 2014 pubblicata su WineEconomics ( “In vino veritas? Social influence on ‘private’ wine evaluations at a wine social networking site” (Omer Gokcekus School of Diplomacy and International Relations, Seton Hall University, USA, Miles Hewstone Department of Experimental Psychology, University of Oxford, UK, Huseyin Cakal Department of Psychology, University of Exeter, UK) ha dimostrato che sono i primi giudizi a influenzare quelli successivi e che i grandi critici cioè Parker/Wine Advocate, Wine Spectator e simili hanno un’influenza determinante sui giudizi scritti dai consumatori on line. 

Wine instagramers: i migliori del mondo

Nella classifica mondiale de best wine instagramers di Francesco Saverio Russo vincono i più spiritosi e quelli che coinvolgono i lettori

winefolly i migliori wine Istagramers del mondo

winefolly i migliori wine Istagramers del mondo

Di Donatella Cinelli Colombini

Instagram sembra il social del futuro quello più adatto alla civiltà dell’immagine e della velocità, in cui stiamo vivendo. Anche la comunicazione del vino deve fare i conti con questo network dove la bellezza delle foto e l’ironia dei video conta più dei testi ma l’uso appropriato degli hashtag è decisivo. In effetti dietro un’apparenza scanzonata si nascondono spesso società agguerritissime con specialisti in marketing web.
Instagram premia la qualità dell’immagine a non è un campo esclusivo dei professionisti, anzi la fantasia e la curiosità sono le armi vincenti e permettono a tutti di catturare migliaia di followers.

 jmiguelwine best wine istagramers

jmiguelwine best wine istagramers

Con l’aiuto di Francesco Saverio Russo – Wine blog roll e della sua classifica dei best wine instagramers andiamo a vedere chi sono i migliori del mondo con migliaia e migliaia di followers.
Il primo nella lista è The Wine Wankers la costola visual di uno dei più forti wine blog del mondo con sede in Australia. Ha un approccio leggero, che è la chiave del suo successo, ma a volte è persino troppo leggero. L’articolo sui vini da bere nel pranzo di Pasqua aveva un’immagine di Gesù con la scritta “Cambia l’acqua in vino!” che sembrava la richiesta di un nuovo miracolo.
Le sue immagini instagram sono belle ma non al punto da mettere in imbarazzo tutti i dilettanti con la voglia di fotografare. Il più delle volte ritraggono situazioni normali in cui ciascuno di noi può immedesimarsi ( specialmente chi abita in Australia), persino lo style life è tratto dalla vita reale e non scattato negli studi fotografici. I testi di accompagnamento sono brevi ma gli # sono messi in modo molto sapiente. Colpisce il carattere internazionale e molto attivo del pubblico.

Wine2wine 2015 con le novità del prossimo Vinitaly

2.000 partecipanti 42 convegni in due giorni intensissimi che i giovani del vino hanno vissuto come un super master. Le novità del Vinitaly 2016 con il 50° anno

Bollino del Concorso 5 stars wines di Vinitaly 2015

Bollino del Concorso 5 stars wines di Vinitaly 2016

Donatella Cinelli Colombini, Brunello

Un successone per Wine2Wwine che sta affermando un nuovo modo di fare convegnistica con interventi brevi e in certi casi addirittura telegrafici (5 minuti) e una straordinaria quantità di contenuti utili. Un metodo che i giovani hanno apprezzato molto accorrendo in massa all’evento e stipandosi nelle conferenze dedicate ai brand ambassador o export manager, alla comunicazione digitale e le nuove tendenze.

Wine2wine Wine Ambassador di Vinitaly Academy

Wine2wine Wine Ambassador di Vinitaly Academy

Insomma Stevie Kim e Ian D’Agata hanno vinto la scommessa e stanno trasformando Wine2Wine in uno straordinario strumento di crescita culturale e aggiornamento del mondo del vino. Anche Vinitaly Academy sta andando a gonfie vele e fra i partecipanti ci sono persino dei Master of Wine. La cosa che mi entusiasma in questo gruppo di Ambassador, super esperti del vino italiano è la presenza di tantissime donne.

Vini naturali – atto secondo

Expo, laboratorio di idee con Oscar Farinetti, Attilio Scienza, Stevie Kim, Walter Massa, Vincenzo Gerbi, Helmuth Kocher, Angelo Gaja, il Ministro Martina

vininaturali_Expo_2015

vininaturali_Expo_2015

Di Donatella Cinelli Colombini

L’inizio è forte com’è nello stile di Farinetti l’uomo Eataly che propone di usare il vino naturale come arma competitiva sui mercati internazionali.
L’idea non è male ma il primo problema, per realizzarla è sapere cosa sono i vini naturali. E’ quello che chiede di sapere Steive Kim la piccola coreana brillante ma guerriera che, anche qui, non ha peli sulla lingua << il vino non è sexy, parla ai vecchi >>.___

Stevie Kim

Stevie Kim

E allora che fare? Una proposta concreta arriva dal grande Attilio Scienza professore di Viticultura a Milano a cui si devono fondamentali scoperte sull’origine delle viti. Per evitare l’uso di rame, zolfo o prodotti di sintesi bisogna che le viti non si ammalino. Il processo di selezione verso i soggetti resistenti alle malattie, in natura dura un milione di anni. Se lo facciamo in laboratorio comprimiamo questo tempo in 3-4 anni modificando alcuni vasi nei 500 geni della vite.

Il Vinitaly delle donne

Vinitaly, chiude con numeri da capogiro: 150mila visitatori di cui un terzo stranieri e le donne del vino sempre più protagoniste che io vi farò scoprire

Vinitaly 2015 le Donne del Vino

Vinitaly 2015 le Donne del Vino

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Tanto business al Vinitaly 2015: buyer da 140 Paesi con Thailandia, Vietnam, Singapore, Malesia … e la supercoppia USA-Canada molto ben rappresentata con oltre il 20% di tutti gli operatori esteri. Insomma un grande Vinitaly dove gli stand sono stati impegnati fino alle ultime ore di fiera.
Un Vinitaly festoso, con cene, balli e eventi tutte le sere come la degustazione organizzata da Andrea Gori nell’elegantissimo e storico Hotel Due Torri.

Un Vinitaly dove le donne si sono poste come nuove protagoniste. Sono loro che

Marzia Morganti, Pietro di Lazzaro TG3 Donatella Cinelli Colombini

Marzia Morganti, Pietro di Lazzaro TG3 Donatella Cinelli Colombini

chiudono la fiera con Finitaly alla Gran Guardia davanti all’Arena. Ingioiellate come principesse con collane, spille, bracciali di Gerardo Sacco – l’orafo calabrese divenuto celebre per aver adornato le dive del cinema dentro e fuori dai set – le Donne del vino hanno fatto festa a Stevie Kim la vulcanica coreana che ha rivoluzionato Vinitaly con un concetto di marketing più interattivo e partecipativo.

Angelo Gaja un gigante innovatore senza web

Donatella Cinelli Colombini ci racconta Angelo Gaja tratteggiando la personalità di un uomo – condottiero che sa distinguersi anche senza avere un sito internet

Angelo Gaja

Angelo Gaja

L’ho incontrato la prima volta a Montalcino a casa dei miei dove lui arrivò con un comune amico piemontese per vedere con i suoi occhi il “fenomeno Brunello”. Erano gli anni eroici, il 1975 o giù di li e il nostro vino stava emergendo nello scenario internazionale nonostante il suo alto prezzo, fra lo sbalordimento generale. Angelo guidava una grande Mercedes, un tipo d’auto da cui non si è mai separato, e ancora oggi gli permette di fare Barbaresco – Montalcino, andata e ritorno, in giornata. Durante il primo incontro quel piemontese imponente, dal carattere travolgente, mi intimidì. Era giovane ma aveva carisma, su questo non c’era dubbio, emetteva energia dalle parole, dai gesti … come un condottiero … avete presente Giulio Cesare, Napoleone o Garibaldi…. Anche l’idea di fare un “grand tour” sul vino per vedere le novità in Europa denotava una mente aperta, vigile e innovativa.
Negli anni successivi diventò il grande Gaja, quello delle copertine del Wine Spectator. La sua attività è stata sempre irrefrenabile e non solo con la stampa. Ovunque io andassi, anche nei ristoranti delle città interne del Brasile, nelle enoteche più sperdute e fredde del Canada … Angelo c’era stato e aveva entusiasmato i gestori con la sua passione per l’eccellenza.

Un super portale del vino con Antonio Galloni e Ian D’Agata

Grande notizia: Vinous diventa grandissimo sommando 2 super esperti di vino e 2 importanti organi di stampa: Iternational Wine Cellar -Tanzer e Vinousmedia

Antonio Galloni con vino e tartufi

Antonio Galloni con vino e tartufi

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

E’ l’anno d’oro per Ian D’Agata che, ha rivoluzionato Vinitaly insieme a Stevie Kim e miete successi con il suo libro Native Wine Grapes of Italy edito dall’University of California Press. Un repertorio che è ormai considerato, a livello internazionale, la migliore fonte sui vitigni autoctoni italiani. Ora arriva la ciliegina sulla torta: la fusione fra Vinousmedia e International Wine Cellar – Stephan Tanzer con cui collabora Ian. Quest’ultima redazione migrerà, con staff e abbonati, nella struttura di Antonio Galloni il bravissimo wine writer che, fino a tre anni fa, assaggiava i vini italiani per Wine Advocate di Robert Parker Jr.
La notizia dell’acquisto da parte di Vinous arriva con le immagini TV di Bloomberg. Un Antonio Galloni raggiante spiega la sua filosofia: occuparsi, con la stessa attenzione, dei grandissimi vini e delle bottiglie buone ma economiche per dare un’indicazione utile ai consumatori sul rapporto qualità prezzo. Uauuuuu!!!! Questa si che è una rivoluzione!

Ma c’è di più, Vinous contiene giudizi sui vini ma anche storie, video, eventi … pubblicando nuovi contributi cinque volte la settimana. Quando gli intervistatori gli domandano come si finanzierà <<venderete vino?>> lui risponde <<no venderemo notizie>>. Segue una domanda ancora più insidiosa su dove si colloca Vinous nel già affollato panorama dei wine critics, ma Antonio sorride sicuro <<saranno i lettori a decidere chi seguire>>. 

Ian D’Agata il super- degustatore friendly

Competentissimo, poliglotta, eclettico e generoso … è il primo di una nuova generazione di wine writer capaci di conciliare localismo e internazionalità

Violante Gardini Cinellicolombini Jr e Ian D'Agata

Violante Gardini Cinellicolombini Jr e Ian D'Agata

Di Donatella Cinelli Colombini

Ho incontrato la prima volta Ian D’Agata a Vinitaly durante una cena del Comitato Grandi Cru  che poi lo premiò come miglior giovane giornalista. In quegli anni ero l’assessore al turismo a Siena e passavo le giornate sepolta dalle scartoffie. Di quel giovane, seduto al mio tavolo, sapevo solo il nome mentre tutti gli altri produttori lo conoscevano bene. Per me era una situazione nuova. Cavolo, pensai, ma che mi succede? Reagii seguendo le notizie di Ian nella stampa specializzata. Ne ho trovate una quantità enorme perché D’Agata scrive per l’International Wine Cellar (IWC) di Stephen Tanzer, la rivista inglese Decanter, il quotidiano francese “Figaro” e per un’infinità di testate importanti. E non basta, insegna anche alla New York University.

E’ il paladino dei vitigni autoctoni, anche minori, su cui sta scrivendo un’opera

Ian D'agata Stevie Kim

Ian D'agata Stevie Kim

monumentale, a Montalcino è fra i sostenitori della zonazione del Brunello. Ha una conoscenza impressionante dei vini italiani e di Bordeaux dove ha visitato migliaia di cantine per farsi un’idea diretta di ogni singolo terroir e ogni singolo produttore. Anche in questo è diverso dalla maggior parte dei giornalisti.
<<Incredibile>> pensai <<E’ un pezzo da novanta e non se la tira per niente, parla poco, incoraggia tutti, è gentile, sorride ….>> atteggiamenti anomali in un mondo del giornalismo specializzato dove l’aggressività sembra una gara al rialzo.

Le novità di Vinitaly 2014: B2B, Hacker wine, bio e cinesi

Molto “fuori salone” e molto più business nel 2014 per Vinitaly dove gli organizzatori faranno arrivare molti più importatori esteri

Anteprima Vinitaly 2014 pranzo a Villa Bertani

Anteprima Vinitaly 2014 pranzo a Villa Bertani

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Siamo ospiti della famiglia Bertani nella villa veneta dove il Foscolo scrisse i “Sepolcri”; c’è una cantina del 1098 e gli affreschi settecenteschi del bolognese Pesci. Una cornice da favola per 40 produttori arrivati da tutta Italia per sentire, in anteprima, le novità del prossimo Vinitaly. E sono davvero tante!
Prima le buone notizie: <<non più scarpe bagnate, i padiglioni saranno collegati con tettoie, 2.000 posti auto in più nella zona “scalo merci”, altri 120 bagni. Ci sarà un B2B ( su prenotazione a pagamento) con incontri programmati fra le cantine e buyers, molti più operatori esteri e molti più giornalisti stranieri, specialmente cinesi. Ci sarà un’area per il vino biologico con un’enoteca per ospitare i vini organici con stand in altri padiglioni e ci sarà uno spazio dedicato alle cantine estere>> Ha detto Giovanni Mantovani Direttore Generale di VeronaFiere.

I migliori clienti del vino sono on line per metà sono donne

Spendono in media 14€ in più a bottiglia, comprano più spesso, sono più competenti e più internazionali di chi acquista vino in modo tradizionale

Violante Gardini a Shanghai

Violante Gardini a Shanghai

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Il profilo del compratore di vino on line arriva da Vente-privee.com (riproposto da WineNews)  un colosso dell’e-commerce con 18 milioni di rapporti in tutto il mondo e 30 milioni di wine business nel 2012. Il settore , a loro parere, è ancora agli inizi e sembra destinato a un’enorme  espansione.

Il  wine lover che sceglie nelle enoteche virtuali compra e consuma cioè non acquista per mettere le bottiglie in cantina. E’ meno fedele e più internazionale (preferisce vini italiani, francesi e spagnoli ma anche Sudafrica e Cile) e spende di più  anche quando il vino è da regalare (9€). Questa propensione agli acquisti costosi dipende forse dalla possibilità di confrontare il prezzo con tutto il resto dell’offerta mondiale per cui chi compra è sicuro di fare un buon affare. Il cliente di vino on line ama soprattutto i vini rossi e nella metà dei casi (49%) è donna. In questo canale di vendita il gentil sesso è presente molto più che fra gli acquirenti tradizionali dove scende al 35% di chi compra.  Ancora una volta le donne wine lovers si confermano consumatori evoluti e capaci di utilizzare le nuove tecnologie.

Le donne insegnano come vendere il vino italiano in Cina

Donne importatrici, giornaliste, managers ecco chi può dirci il futuro del vino italiano in Cina: tanti problemi e una certezza, l’e-commerce

 

Vinitaly International e le donne del vino cinesi

VinitalyInternational e donne del vino cinesi

Stevie Kim il managing director di Vinitaly International ha messo intorno a un tavolo 4 importatrici, 2 giornaliste e l’autrice della ricerca sul trend delle importazioni di vino in Cina. 8 donne che sono opinion makers nel loro Paese. E’ successo a Shanghai e i risultati sono davvero interessanti. Secondo loro il vino italiano deve usare il web per entrare nel mercato cinese.

Linda Wu (giornalista vinehoo.com), Joanne Jiang (general manager Cuve International Trade), Lu Zhang (general manager Innex China), Sophie Liu (scrittrice, giornalista, critica enologica), Emma Tang (marketing manager cantina Iking),  Cin Xu (importatrice di Shanghai Chuxiao Trade).