
E se il vino diventa divertente?
Forse i cultori del vino diranno che l’oenoludisme è una banalizzazione del nettare di bacco e che il vino è cultura … ma il nuovo approccio divertente piace
Di Donatella Cinelli Colombini
Si chiama Cinéréa, parola che in italiano suona un pochino lugubre, ma deriva dalla “botrytis cinerea” cioè la muffa nobile che crea capolavori come il Sauternes. La società Cinéréa è nata più di 20 anni fa in Anjou, per opera di Arnaud Houlès e oggi ha un portafoglio di 1.000 eventi, 18 proposte di animazione e clienti del calibro di IBM, AirFrance, Bayer, Porsche, Mercedes Benz, Sony ….. insomma giocando giocando è diventata una star!
Come spesso accade, questo nuovo modo di presentare il vino è stato divulgato in Italia da WineNews ed è un approccio a cui conviene prestare attenzione. Infatti se c’è un’accusa che gli addetti al marketing fanno al vino è di avere una proposta troppo vecchia e noiosa, insomma poco adatta ai giovani.
Quindi tappiamo le orecchie alle proteste dei tradizionalisti vecchio stile e andiamo a vedere cosa fa Cinéréa.
Casinò del vino battezzato “Vini Vegas” parafrasando Las Vegas. Ha un sommeliers-croupiers e fa giocare con vini birre e cioccolato, formaggi e persino succhi di frutta. Nel gioco ci sono domande e assaggi intorno a una roulette e a un tavolo verde con i nomi dei vini per le scommesse.
Le degustazioni sono animate da racconti e aneddoti mentre spariscono le descrizioni tecniche. Tutto è costruito come piccole gare con un sommelier animatore che serve calici e fa domande agli ospiti divisi in gruppi.
Il pezzo forte è la “Wine making academy” che viene usata per i team building cioè per creare coesione, leadership e stimolare le capacità di management e di marketing. Le squadre formate dai partecipanti devono creare un nuovo vino. Come nella degustazione del “piccolo enologo” proposta dalla Fattoria del Colle, i partecipanti provano a mescolare le diverse tipologie fino a ottenere il vino dei loro sogni, ma Cinéréa fa andare avanti il gioco con la scelta del nome, dello slogan, la creazione dell’etichetta e l’ideazione della politica commerciale prezzo compreso.
Vince il progetto più verosimile e con meno errori.
C’è anche la Champ cioè Champagne Academy, la Cocktail Academy che funzionano con la stessa logica e la Vini speed tasting che propone una degustazione bendata di vini, bevande assemblate, cioccolato, succhi … con l’animatore che stimola usando i quiz e rivela pian piano cosa c’è nei bicchieri. Il team building va avanti nella scuola di cucina dove viene organizzata la gara per chi monta più velocemente la chiara d’uovo a neve.
E’ nei wine show TV che Cinéréa è imbattibile. Un adattamento dei più famosi giochi televisivi mondiali al vino e alla gastronomia. L’allestimento le telecamere e persino gli schermi con le risposte multiple sembrano quelli de “L’eredità” manca solo Amadeus.
Fra le proposte c’è la cena con delitto con l’ispettore Barriquea che scopre l’assassino e la versione sportiva di una gara sugli assaggi. Insomma un carnet estremamente ricco di animazioni in cui è evidente un lavoro preparatorio imponente. Colpisce la spiegazione sui motivi per cui una grande azienda dovrebbe proporre ai suoi dirigenti di effettuare un seminario sul vino: perché è un linguaggio universale. Verissimo! Altra riflessione ovvia ma spesso sottostimata riguarda il segreto di una serata riuscita: tutti devono sentirsi coinvolti, il nemico è la noia e i clienti sono soddisfatti quando sentono di aver imparato cose nuove. Concetti che nessuno dovrebbe dimenticare.