Arriva il piano aeroporti per un turismo “a terra”
Il piano aeroporti del Ministro Passera è un’opportunità solo se il trasporto a terra migliora molto. Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Tutto il ragionamento parte dall’analisi del nuovo turismo, quello veloce. Il lavoro lascia a tutti poco tempo per riposarsi: a volte un week end lungo, a volte una sosta fra due fiere o due impegni professionali … insomma la vacanza si riduce a tre giorni – due notti al massimo. Sono gli short break del marketing turistico che hanno modificato drasticamente la geografia del turismo. Chi vuole riposarsi e ha poco tempo non può utilizzarlo tutto nel trasferimento fino alla sua meta. Quindi l’accessibilità delle destinazioni diventa determinante, se non si vuole essere tagliati fuori. Ecco che diventano importantissimi i collegamenti frequenti con gli aeroporti. Meglio l’airtaxi in elicottero ma va bene anche il bus navetta o il servizio fly and drive … la cosa importante è che il cliente arrivi da casa sua al luogo di soggiorno in meno di 6 ore. Oltre questo limite si è esclusi dalle short destinations. Si rimane tagliati fuori anche quando la spiegazione su <<come arrivare>> è poco chiara o molto difficile da attuare; della serie 3 tipologie di mezzi di trasporto, lunghe attese e simili.
Le notizie sulla destinazione e sui sistemi per arrivarci devono essere attaccate come cozze ai siti web dove il turista cerca notizie
sulla cosa che lo appassiona: arte contemporanea, golf, lusso ed esclusività, terme e wellness, enogastronomia. … Per esempio le destinazioni di turismo del vino come Montalcino, Chianti, Langhe, Collio potrebbero trovare clienti nei siti delle grandi riviste statunitensi, inglesi e asiatiche specializzate nel vino; il viaggio è infatti costruito partendo dai propri interessi e non sulla destinazione. In atre parole il turista pensa “Vado in Champagne perché adoro le bollicine e voglio vedere come le fanno>> non pensa << vado in Champagne e poi vedo cosa posso fare>>.
Dopo questa lunga premessa arriviamo al dunque: è molto meglio avere pochi aeroporti che funzionano bene piuttosto che tanti aeroporti con poche rotte aeree e cattivi collegamenti con le destinazioni nel raggio di 100 km.
Ha ragione il Ministro Passera. Per questo condivido la sua razionalizzazione degli scali e spero che a questa segua un piano logistico a terra che colleghi gli aeroporti con le città d’arte o le zone turistiche.
Ultima provocazione: per la Toscana del sud, l’Umbia e l’alto Lazio lo snodo dell’air terminal potrebbe essere presso l’ Outlet Valdichiana. Accanto alle autostrade, baricentrico, offre una sosta per shopping che fa dimenticare l’attesa ai turisti e forse ha anche le risorse e la logica imprenditoriale per una simile sfida. Da li portare i turisti a Perugia, Siena, Arezzo, sul Trasimeno e ad Assisi, in Valdorcia, persino Firenze sarebbe piuttosto semplice per alberghi e villaggi turistici. Ci vogliamo provare?