
La civiltà delle Contrade del Palio e il canto del Maggio
Due serate e due argomenti affascinanti per tre Lions Club nella stessa settimana: il Palio di Siena e i maggiaioli della Val d’Orcia
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Il Lions Club Firenze Brunelleschi dedica una serata a Siena e alle sue nobili tradizioni. Una full immersion che ha toccato persino il menù dove comparivano i pinci con il sugo di cinta senese e il panforte. Al termine della cena il Professor Giuliano Catoni – docente di archivistica e profondo conoscitore della storia locale- ha spiegato come i senesi abbiano una fama centenaria di eccentricità: la
“pazzia dei senesi” citata da Giovanni Boccaccio e la “gente vana” di cui scrive Dante … Insomma dal medioevo i nostri antenati ( gli antenati miei e di mio marito Carlo Gardini presidente del Lions Club) sono noti per la rissosità e il legame di appartenenza. Chi nasceva in un “monte” o in una delle 42 Contrade medioevali oppure in una delle 17 Contrade di oggi mantiene quel legame per la vita se non vuole essere considerato un “rivenduto”. Per questo i confini assumono un’enorme importanza e, fino al 1721, quando l’editto di Violante di Baviera li fissò definitivamente, erano fonte di continue litigi. Dunque il Palio “alla tonda”, quello che si corre due volte l’anno (nasce nel 1656 sostituendo quello “alla lunga”), è solo la parte più spettacolare e famosa di qualcosa di profondo e antico, qualcosa che vive tutto l’anno e costituisce una vera e propria civiltà.
Cambiamo scenario e anche Clubs Lions questa volta si tratta del Montalcino La Fortezza e del Montalcino Valli d’Arbia e d’Orcia. La serata è a San Quirico il salotto della Val d’Orcia. Nel teatro del Seicentesco Palazzo Chigi, costruito per Papa Alessandro VII che in realtà morì prima di abitarlo, ascoltiamo Giorgio Scheggi raccontare dei maggiaioli. Una tradizione popolare e campagnola, quella di cantare il maggio, che tuttavia esprime perfettamente lo spirito arguto e la poesia di questo magico territorio. I maggiaioli – un solista a cui rispondeva il coro- cominciavano a cantare nel pomeriggio del 30 aprile e andavano di podere in podere, di casa in casa, salutando tutta la popolazione di Castiglion d’Orcia fino ad arrivare, la mattina del I°
maggio, al cimitero per rendere omaggio ai compagni defunti. Al termine della conferenza un buffet di salumi e formaggi tipici ha esaltato il sapore dei vini Orcia Doc che nascono in questo stesso meraviglioso territorio.