Le aziende devono imparare a cinguettare
In Italia, ancora poche aziende hanno capito e sfruttato le potenzialità di uno dei social network più importanti, Twitter. Ecco perché conoscerlo meglio.
Letto per voi da Bonella Ciacci
Qualche giorno fa il social media strategist ed esperto di personal branding Riccardo Scandellari ha pubblicato un articolo riguardo l’efficacia e risultati che si possono ottenere per le aziende che imparano a sfruttare al meglio il social dell’uccellino blu, Twitter. Prendo spunto dalle sue parole per evidenziare alcuni punti chiave e riportare l’esperienza diretta fatta nell’azienda di Donatella Cinelli Colombini, per la quale lavoro.
“Twitter è il social più difficile da comprendere per chi non ha uno spirito da blogger”, ed ha ragione Riccardo in questa sua affermazione. Soprattutto in Italia, dove il social più utilizzato (e abusato) è Facebook, l’utente medio della rete fatica a comprendere le dinamiche del famoso sito di microblogging. Sì, perché così nasce twitter, come un sito di microblogging, dove quindi lo scopo principale è produrre e postare contenuti, che si racchiudano nei 140 caratteri. Da allora di strada ne ha fatta e le cose sono cambiate, aggiungendo molte funzioni, ma rimanendo comunque sostanzialmente un sito minimal, fatto di sostanza e poco di apparenza.
“L’utente Twitter è maggiormente disposto a cliccare il link contenuto del post e molto più disponibile a ricondividerlo se lo ritiene utile e interessante.”. Questo è l’altro punto chiave che reputo estremamente importante, e che è comunque strettamente legato alla natura principale di Twitter, ovvero un sito che punta sui contenuti. Per un’azienda che punta a costruirsi un’immagine seria e una reputazione importante, è utile mostrare di non “vendere fumo”, ma dare prova delle proprie competenze, capacità e conoscenze. E’ il problema che sembra evidenziare la ricerca di FleishmanHillard Italia, ripreso dal sito www.franzrusso.it, che ha analizzato nel 2013 la presenza delle aziende vinicole sul web e sui social. Sembra aumentata molto la quantità, ma non la qualità di ciò che viene pubblicato. Non si crea contenuto. Perché accade questo?
Le analisi sulla capacità di Twitter di coinvolgere e la disponibilità dei suoi utenti di aprire, leggere e se gradiscono ricondividere i contenuti viene da
BuzzSumo, che ha analizzato i risultati di sui 5 maggiori social networks in uso, ovvero Facebook, Linkedin, Twitter, Google+ e Pinterest, riguardo la diffusione di articoli sul marketing. BuzzSumo è un sito inglese specializzato proprio nell’analizzare quali contenuti vengono maggiormente condivisi sul web e come. Dalla loro analisi è stato dimostrato che quasi il 50% delle condivisioni di questi articoli avveniva tramite Twitter, mentre l’altro 50% era quasi egualmente ripartito tra Linkedin, Google+ e Facebook, lasciando solo le briciole a Pinterest.
Ovviamente sono dati parziali, riferiti solo ad un argomento che evidentemente trova il suo canale per eccellenza nel social dell’uccellino blu, ma questo dato aiuta a far riflettere. Anche Tiziana Mori, pr di Gruppo italiano vini, in una sua intervista per cronachedigusto.it, riconosce che nella rivoluzione della comunicazione, che passa dal web, sicuramente Twitter funziona meglio di Facebook.
Viene da dedurre che Facebook è utilizzato per una comunicazione facile, diretta, e spesso superficiale. Invece su Twitter si diffondo link, dati, contenuti.
Per un’azienda come quella di Donatella Cinelli Colombini, ad esempio, Twitter è un canale essenziale, in quanto l’attività di produzione di Brunello, Chianti e Orcia DOC è legata ad una forte filosofia e ad un progetto sulle donne nel mondo del vino. Per gli utenti che seguono l’account @news_donatella su twitter, questo si rivela veicolo non solo del prodotto specifico dell’azienda, ma anche di notizie e curiosità sul mondo del vino, su Montalcino e la Val d’Orcia dove si trovano le aziende e sulle terre alle quali è strettamente legata, la passione per l’accoglienza e il turismo del vino. Se con Flickr o Facebook quindi il contatto è sicuramente più emotivo e molto legato a foto e immagini, è con Twitter che si riesce a dare spessore e sostanza alla propria immagine.
A conclusione di questa riflessione, e in base ai dati che ermergono dalle varie ricerche, è importante la presenza su tutti i maggiori social network, stando attenti a conoscerne il linguaggio e gli utenti che li frequentano, e sapendo che ognuno di questi canali darà maggiore spazio ad uno degli aspetti della propria attività, come creando un’immagine con una sola dimensione. E per avere un’immagine 3D nell’impalpabile mondo della rete, c’è bisogno di ognuna di queste dimensioni.