Doantella Cinelli Colombini Tag

Uova ripiene alla toscana

Le uova ripiene sono l’antipasto più tradizionale della campagna toscana insieme a salumi, cacio pecorino, carciofi sott’olio e panzanella

 

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Uova ripiene alla Toscana – ingredienti – Fattoria del Colle

di Donatella Cinelli Colombini

Nell’infanzia le uova ripiene erano una delle mie passioni così come adoravo le merende con pane e acciughe sotto pesto. Trovavo invece salato e poco invitante il baccalà al pomodoro.
Fino a cinquant’anni fa il pesce fresco era rarissimo in campagna. A Montalcino arrivava un pescivendolo una volta la settimana, il venerdì e aveva il suo banco dentro il mercato che, a quell’epoca, si svolgeva nel centro del paese. Il pesce stava dentro una specie di grotticina ricavata sfruttando il dislivello del terreno sotto piazza “padella”. In casa mia avevano dei dubbi sulla freschezza di quel pesce che quindi non veniva comprato. Ma arrivavano in tavola tutti i pesci conservati: baccalà, acciughe e tonno.
Non sempre, ma spesso, mia nonna faceva cucinare “di magro” il venerdì anche se aveva dei dubbi sul precetto cattolico della penitenza trasformata in abbuffata di pesce, per cui proponeva il pesce come norma alimentare anticipando le conoscenze scientifiche che hanno ridotto la carne nella dieta.

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Uova ripiene alla Toscana – Fattoria del Colle

 

INGREDIENTI DELLE UOVA RIPIENE PER 4 PERSONE

6 Uova (2 per la maionese), 120 g di olio extravergine, mezzo limone, 100 g di tonno all’olio, 4 acciughe, burro, capperi, aceto, sale e pepe.

 

Pere senesi con Chianti e pepe nero

Un dessert di frutta che sa di Toscana e di Siena per l’accoppiata dolce – piccante che richiama il panforte. Pere cotte nel Chianti e cosparse di pepe nero

 

Pere senesi con pepe nero e Chianti Superiore della Fattoria del Colle

Pere senesi con pepe nero e Chianti Superiore della Fattoria del Colle

di Donatella Cinelli Colombini

Il pepe, la grande spezia del medioevo e che arrivava in Europa con le carovane e i velieri. Valeva così tanto da essere usata come denaro.
Il pepe è stato simbolo di ricchezza fino quasi all’epoca moderna. La spezia originaria del sud dell’India era importata in Egitto oltre tremila anni fa. Dall’epoca dei romani, carovane e velieri lo hanno portato in Europa facendo la fortuna degli arabi e poi di Venezia e Genova finchè il portoghese Vasco De Gama nel 1498 raggiunse le Indie via mare.
Nel medioevo e solo una città di banchieri come era Siena, poteva permettersi di coprire i suoi dolci di pepe nero: panforte e pancoisanti. La dolcezza piccante racconta dunque una storia antica e persino un po’ sexy, visto che veniva considerato capace di risvegliare la sessualità.
Oggi ve la ripropongo in un modo casalingo usando un frutto e arrivando a un dessert regale. Se amate i sapori forti anche alla fine del pasto non perdetelo. E’ facilissimo da preparare (ci riesco persino io), veloce e vi farà fare la figura di grandi chef.

 

INGREDIENTI DELLE PERE CON CHIANTI E PEPE NERO

Per  4 persone
200 g d’acqua, 300 g di Chianti Superiore della Fattoria del Colle (meno di mezza bottiglia), 200 g di zucchero, 4 pere, un bastoncino di cannella, 4 chiodi di garofano, pepe nero. Contrariamente a quello che scrivono i ricettari io uso sia le pere Coscia che le Abate. Dipende molto dal grado di maturazione, a me piace che il frutto rimanga bello sodo al momento del servizio e quindi uso pere ancora quasi acerbe gestendo la cottura.

 

Quali etichette di vino piacciono on line?

Con la crescita dell’e-commerce del vino cresce il bisogno di capire i colori e la grafica da usare nelle etichette dei vini destinati al commercio on line 

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di Donatella Cinelli Colombini

I problemi sono tre: la riconoscibilità della bottiglia che deve apparire identica a quella reale per non sembrare contraffatta, i colori che cambiano leggermente nel digitale e la grafica che ha bisogno di maggiore semplicità per colpire l’occhio del consumatore anche attraverso il piccolo schermo del telefonino.

LA PERCEZIONE DELLE ETICHETTE DESTINATE ALL’E-COMMERCE

Purtroppo esistono pochissimi studi sulla percezione delle etichette on line. Nessuno poteva immaginare che l’e-commerce diventasse, in pochi mesi, un canale di vendita determinante, soprattutto per i vini premium. Ovviamente tutti speriamo nel superamento dell’epidemia covid e nella prossima riapertura dei ristoranti nella forma ante-epidemia, tuttavia è molto probabile che la quota di vino venduto on line rimanga molto più alta rispetto ai volumi raggiunti prima del lockdown. Per questo diventa importante capire come cambia la percezione dell’etichetta e il comportamento d’acquisto del consumatore di vino fra reale e virtuale.

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Il primo problema è la sensazione di autenticità.

L’IMPORTANZA DELLA CORRISPONDENZA FRA LA BOTTIGLIA REALE E LA SUA IMMAGINE VIRTUALE

Il consumatore può avere il dubbio che la bottiglia sia falsa perché il colore cambia tra il reale e il virtuale. Nelle tipografie la tavolozza parte da 4 colori: ciano, magenta, giallo e nero. Persino i metalli come oro e argento hanno la stessa origine. I dispositivi elettronici utilizzano rosso, verde e blu arrivando a una gamma finale più limitata che non comprende i metalli come bronzo o oro. Il risultato è simile ma non uguale anche perché alcune tinte appaiono più sature.
Secondo alcuni studiosi questa incertezza potrebbe dissuadere all’acquisto e rimanere nell’inconscio del consumatore come elemento negativo verso quel vino e quel brand.

2019 il mio anno con molte vette e qualche abisso

2019 anno della miglior vendemmia del secolo. Anno del Foglia Tonda e della Doc Orcia Cenerentola, di troppi viaggi e troppi colloqui di assunzione

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di Donatella Cinelli Colombini

Il 2019 era iniziato con molte incertezze per due motivi: il Brunello 2014 figlio di un’annata piovosa e fortemente attaccato dalla critica ancor prima di uscire dalle cantine. Un’annata turistica che si prospettava in salita per i pochi matrimoni in calendario e il cambiamento di chef al ristorante.

BRUNELLO 2014  VINO SPENSIERATO

Nella realtà il Brunello 2014 si è rivelato un “peso piuma” superstar, interpretando l’annata in modo “spensierato” come ha scritto Monica Larner, cioè offrendo piacere e una freschezza di frutto superiore alla media. Caratteri vicini al sentimento dei consumatori attuali con il risultato che le vendite in Italia sono aumentate mentre all’estero, dove il peso della stampa specializzata è più forte, c’è stato solo un leggero calo.
Il 2019 è stato l’anno dei vini della Fattoria del Colle: quattro sopra i 93/100 in Wine Advocate-Robert Parker e Wine Spectator: passito, Vin Santo, Cenerentola Doc Orcia e IGT Supertuscan Il Drago e le 8 colombe. Che spettacolo! E’ un sogno che si avvera!

IL VITIGNO FOGLIA TONDA DIVENTA  DI MODA

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E l’altro sogno impossibile diventato realtà riguarda il Foglia tonda, vitigno toscano abbandonato da oltre un secolo e portato all’eccellenza qualitativa attraverso un lavoro ventennale, per essere usato nel vino Cenerentola. Ora è di gran moda anche grazie al primo meeting con la degustazione, dei vini a base di Foglia tonda, guidata da Gianni Fabrizio alla fattoria del Colle. Da concorrenti ad alleati ….. come sempre l’unione fa la forza!

SUPER VENDEMMIA 2019

L’annata 2019 ha mandato in cantina un’uva di qualità senza precedenti. La nostra consulente Valerie Lavigne ha detto <<Il est la première fois que je vois un raisin Sangiovese qui semble cabernet>> è la prima volta che vedo un Sangiovese che sembra Cabernet! Mosti e vini coloriti, ricchi, fini, eleganti … segnano un nuovo record qualitativo per il Brunello. Decisamente le 5 stelle non bastano più.

La classificazione di Bordeaux di nuovo in tribunale

Classificazione degli Châteaux di Bordeaux nella bufera: la graduatoria del 2006 annullata, quella del 2012 in tribunale e c’è il rischio di brutti contraccolpi

Classifica-di-Bordeaux-Angelus

Classifica-di-Bordeaux-Angelus

di Donatella Cinelli Colombini

Leggendo in Wine Searcher quello che succede in Francia nella più grande zona del vino, Bordeaux, risulta evidente il valore economico di una classificazione e gli scontri che ne possono scaturire. Forse è meglio lasciar fare al mercato invece di creare delle graduatorie che, anche quando vengono decise con la massima correttezza, creano sempre vincitori, vinti e scontenti.

LA CLASSIFICA DEGLI CHATEAUX DI BORDEAUX

La bufera sulla classificazione degli Châteaux di Bordeaux del 2012 segue quella del 2006 che portò all’annullamento della decisione.
L’attuale vertenza inizia nel 2013 quando 3 vigneron intentano una causa civile e poi sporgono denuncia al procuratore di Bordeaux su presunti illeciti nella redazione della classifica che crea una piramide fra tutte le maggiori cantine. I tre produttori avevano visto i propri cru declassati o addirittura cancellati, si tratta di Pierre Carle (Château Croque Michotte), André Giraud (Château La Tour du Pin Figeac) e Jean-Noël Boidron (Château Corbin Michotte).

SUL BANCO DEGLI IMPUTATI DUE PERSONAGGI DI SPICCO: DE BOUARD E CASTEJA

Classifica-di-Bordeaux-Château Trotte Vieille

Classifica-di-Bordeaux-Château Trotte Vieille

Sul banco degli imputati Hubert de Boüard di Château Angélus e Philippe Castéja di Château Trotte Vieille che vengono indagati per conflitto di interessi per aver partecipato alla decisione che ha fatto salire Angélus a livello di Grand Cru Classé A e ha mantenuto lo status di Trotte Vieille a Grand Cru Classé B.
In effetti due titolari delle celebri cantine sono membri influenti delle loro denominazioni e dell’INAO cioè dell’organismo che decide la classifica delle cantine bordolesi.
Ovviamente entrambi negano fermamente di aver commesso illeciti. Forse è vero ma certo <<la moglie di Cesare non deve essere solo onesta, deve anche sembrare onesta>> e le apparenze sono contro di loro.
Infatti Castéja è anche direttore di uno dei principali negociant di Bordeaux – Borie-Manoux – e in aggiunta è stato presidente dell’organismo professionale della Classificazione del 1855.
Ancora più imbarazzante la posizione di de Boüard che durante la procedura di classificazione, tra il 2007 e il 2012, ha ricoperto, contemporaneamente, una posizione di rilievo nel comitato nazionale INAO, è stato amministratore del Consiglio del vino di Saint-Émilion, presidente del gruppo Premier Grands Crus di Saint-Émilion, un membro del CIVB, e vicepresidente dell’Unione des Grands Crus de Bordeaux.

Carlo Petrini e il rispetto della terra che ci salverà

<<Rispettare chi lavora e ritornare alla terra>> questa la ricetta per uscire dalla crisi di un sistema produttivo che invece di alimentare l’umanità l’affama

Carlin Petrini

Carlo Petrini-l’utopia-del-ritorno-alla-terra

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

<<Cominciate col fare ciò che è necessario. Poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile>> questo scriveva San Francesco nel 1255. L’impossibile è la sfida che ha condotto avanti l’umanità lungo tutta la sua storia e oggi è il ritorno alla terra.
Questo è il messaggio, quasi profetico, di Carlo Petrini sulle orme del poverello di Assisi.
<<Un sistema alimentare criminale>> dice Carlo Petrini <<un’iper produttivismo che produce un disastro ambientale e sociale>>. Un uso sconsiderato dell’acqua nella produzione di carne che poi non viene neanche mangiata. Allevamenti intensivi che consumano energia e inquinano l’aria e l’acqua….

PRODUCIAMO TROPPO CIBO E LO SPRECHIAMO

I suoi dati non hanno bisogno di commenti e ve li riporto esattamente come li ha detti Carlin
<<Oggi sulla terra produciamo cibo per 12 miliardi di persone
ma
nel mondo ci sono solo 7,6 miliardi di persone

farmer market Davis-California-ritorno-alla-terra

farmer market Davis-California-ritorno-alla-terra

1 miliardo milioni di persone soffrono malnutrizione e fame
2 miliardi soffre di malattie connesse alla troppa alimentazione
Questo significa che il 45% del cibo viene buttato via. >>
Una lezione che ci costringe a riflettere e a porci delle domande prima di tutto sul nostro stile di vita di consumisti spreconi. E poi sul ruolo dei contadini come produttori di cibo.

CONTADINI DEL PASSATO E CONTADINI DI OGGI

Carlo Petrini dice <<se penso ai contadini di oggi penso a intellettuali che non solo sanno produrre ma anche vendere >> cioè a persone che hanno studiato e poi scelto di coltivare la terra. Non ha nostalgia della campagna di un tempo dominata dalla fatica e dalle privazioni. Lui sogna un’agricoltura dove il valore delle produzioni agricole corrisponde al prezzo a cui vengono vendute.
Una campagna che purtroppo non esiste perché il prezzo di un litro di latte di pecora riscosso dai pastori è uguale a trent’anni fa. L’incremento di valore che paga il consumatore finale quando compra il cacio pecorino, rimane tutto nell’industria di trasformazione e soprattutto nella filiera commerciale.
E’ questa la triste realtà. Per questo le logiche perverse di un sistema produttivo che impoverisce la fertilità della terra con i pesticidi e svilisce il lavoro agricolo con redditi sempre più miseri, finirà per portarci al disastro. <<Non mangeremo mica computer!>> ci dice Petrini facendo riferimento alla lucrosissima all’industria della tecnologia.

Come Violante si è finalmente innamorata di Gozo

Violante alla festa di San Giuseppe a Qala

Violante alla festa di San Giuseppe a Qala

Dopo tante titubanze io,Violante Claudia e Mirco andiamo a Malta e a Gozo e scopriamo un posto che ci piace tantissimo. Visto per voi da Ignazio Anglani

Donatella Cinelli Colombini parla sempre in modo entusiasta di Malta, ma le precedenti esperienze di Violante erano state brutte …. nonostante questo noi partiamo con le migliori intenzioni!
Le buone intenzioni c’erano ma un’ora di ritardo del mio volo, i primi momenti di guida a sinistra, lo sbaglio della strada che ci porta in viuzze secondarie con massi sulla carreggiata, in fine perdere il traghetto da Malta a Gozo alle 2 di notte avrebbero potuto rovinare la nostra vacanza … ed invece no!!!

Gozo Claudia e Ignazio

Gozo Claudia e Ignazio alla festa di Qala

Al porto siamo arrivati tardi anche perché i cartelli segnalavano Gozo e non il porto di Cirkewwa che per noi era diventata Chiwawa infatti abbiamo intonato il motivetto per metà del tempo! L’attesa del traghetto invece si è trasformata nella scoperta di una bella caletta non lontana dal porto. Finalmente a Gozo ci siamo diretti verso Qala (deriva da cala ma si legge ala) nella bellissima casa della famiglia di Violante e subito a letto…erano le 4!
Buongiorno pigroni sono le 11.30!!!! Abbiamo dormito nonostante dalle 9.00 sono iniziati i fuochi d’artificio per la festa di San Giuseppe nel villaggio di Qala e Claudia si sia nascosta sotto il letto per la paura pensando ad una guerra.

Sei goloso? Sei a Roma? “La Repubblica” ti dice dove andare

E’ la migliore guida dei ristoranti di Roma, la più diffusa e attendibile. La firma Giuseppe Cerasa direttore della cronaca di Roma de “La Repubblica

Giuseppe Cerasa

Giuseppe Cerasa

E’ un mio vecchio e caro amico.

E’siciliano di origine, come la deliziosa moglie Anna Maria, ma conosce la capitale più di un romano: dalle sale del Campidoglio ai nuovi quartieri dormitorio in periferia. Soprattutto  conosce tutti ma proprio tutti i ristoranti di Roma.  Lui stesso cucina magnificamente, è un raffinato gourmand  ma anche un esperto di politica, economia e cultura.

Insomma  Giuseppe Cerasa è un grande giornalista e un uomo di grande umanità che riesce a trasformare le sue passioni in iniziative utili a tutti come questa bellissima guida  ai “Ristoranti di Roma e del Lazio”.