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eWIBE CONSULENTE VIRTUALE PER INVESTIRE IN VINO

DIVENTARE COLLEZIONISTI DI VINI CARI E’ POSSIBILE PER TUTTI CON EWIBE CHE USA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER CREARE PORTAFOGLI DI BOTTIGLIE REMUNERATIVE

eWibe il portale che permette di comprare, conservare e vendere i vini da investimento

eWibe il portale che permette di comprare, conservare e vendere i vini da investimento

di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

eWibe unisce vari servizi: è un live market, cioè permette di comprare vini pregiati, ma a questa attività unisce trading, informazioni e deposito bottiglie. Insomma è una sorta di super enoteca che si procura i vini con prospettive di maggiore remuneratività, le propone agli investitori e dopo l’acquisto li tiene in casseforti climatizzate finché il cliente non li vende.

 

INVESTIRE IN VINO USANDO EWIBE

L’intelligenza artificiale permette di creare un Personal Wine Advisory che propone al cliente le bottiglie più adatte alle sue esigenze per budget, regioni preferite, annate e formato. Quasi come una caccia al tesoro divertente e remunerativa che porta il collezionista a creare un portafoglio ottimizzato e diversificato. Fra qualche mese il consigliere virtuale sarà anche capace di raccontare dettagli sul mercato del vino e i suoi trend, oltre alla storia delle singole bottiglie con i premi ottenuti. 

Vini passati di moda. Come e perché succede

Come mai ci sono vini che mantengono il successo per secoli e altri che, dopo qualche anno, passano di moda? Qual è il segreto dell’eterna giovinezza?

vini-che-non-passano-di.-moda-Bordeaux-Borgogna-Champagne

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di Donatella Cinelli Colombini

Va detto che il vino, come qualunque prodotto, ha un ciclo di vita di durata variabile. In certi casi può durare moltissimo, come avviene per i rossi di Bordeaux o lo Champagne che si avviano verso il millennio. Ma sono casi eccezionali, in genere la fortuna non dura così a lungo ed è più facile arrivare al successo che mantenerlo.
A accelerare il ciclo di obsolescenza c’è la civiltà umana e gli stili di consumo in evoluzione molto rapida, gusto compreso.

LA MODA E GLI EVERGREEN

Il mio ragionamento sui segreti della durata parte da altri settori, come la cultura: non tutta la musica del Settecento piace ancora oggi ma vi sfido a trovare un melòmane che non apprezza Mozart. Quindi l’alto livello qualitativo aiuta a durare nel tempo.
Scendendo al livello dei prodotti industriali longevi citerei il maggiolino -Volkswagen Typ 1 l’auto che ha avuto il ciclo di vita più lungo al mondo dal 1938 al 2003. Anche in questo caso il mix di meccanica, funzionalità e qualità progettuale è altissimo, anche nei restyling, con l’aggiunta di un elemento di simpatia che l’ha fatta amare da molte generazioni e si traduce nei nomignoli: scarabeo, scarafaggio, maggiolone …

Barolo-un-territorio-e-un-vino-che-non-passano-di-moda-.

Barolo-un-territorio-e-un-vino-che-non-passano-di-moda-.

Quindi l’elisir di lunga vita non è solo l’alta qualità ma anche l’emozione che un prodotto riesce a suscitare.
E arriviamo al vino per capire quali tipologie non berremmo più e perché sono passate di moda. Non mi riferisco a tempi lontani, come il Falerno amato dai Romani, ma a quelli che ogni wine lover con più di 50 anni di età, amava un tempo ed ora non metterebbe fra i suoi preferiti.

I VINI CHE PASSANO DI MODA

Mi aiuto con un delizioso articolo di Il Foglio firmato da Camillo Langone.
La lista dei vini obsoleti si desume da un gran numero di interviste a scrittori, giornalisti, grandi degustatori …. E il giudizio è unanime <<ora amo vini diversi da quelli di 30 anni fa>>. Primo nella black list il vino maturato in barrique e con forte impronta di legno, opinione che getta un’ombra anche sui Supertuscan e i vini da vitigni internazionali prodotti in Toscana. Circostanza singolare visto che, in questo momento, sono proprio quelli a trascinare in alto le quotazioni dell’enologia italiana in LivEx cioè nel borsino dei collezionisti.

Grandi vini: cosa avverrà nel 2017

The Drinks Business predice il futuro dei grandi vini nel 2017 e Wine Searcher rivela i vini più ricercati: Mouton, Lafite e Margaux

Grandi-vini-il-futuro-li-vede-in crescita

Grandi-vini-il-futuro-li-vede-in crescita

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Per i grandi vini le tendenze in atto si rinforzeranno nel corso del 2017
1) Aste: i prezzi dei vini da investimento cresceranno di nuovo dopo anni di stagnazione, momento favorevole per i First Growth cioè i Premier cru bordolesi mentre i vini di Borgogna saranno insidiati da quelli italiani e dallo Champagne.
2) I Super Tuscan e le bottiglie del Piemonte emergeranno dal cono d’ombra proiettato dal successo dei vini di Bolgheri

Grandi-vini-italiani-Ornellaia

Grandi-vini-italiani-Ornellaia

3) Cabernet e altri vini californiani guadagneranno quote di mercato
4) I Bordeaux 2015 otterranno un grande apprezzamento dei critici ma il loro successo commerciale dipende molto dai prezzi.
5) Finalmente la corsa al rialzo dei prezzi dei vini di Borgogna sembra finita. Romané Conti ha messo a segno delle vendite da capogiro nel 2016 ma nel futuro questa crescita si calmerà.
6) Champagne di gran pregio diventeranno un must per le principali maison al ritmo di due per brand

Supertuscan sono morti o sono vivi?

Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Solaia e Tignanello brillano nelle aste e sono fra le 100 cantine Fine wines di LivEx ma l’armata dei supertuscan sembra sparita

Masseto

Masseto

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

Quindici anni fa ogni cantina toscana doveva avere un Supertuscan cioè un vino “creativo” fuori dai disciplinari. Generalmente erano blend di Sangiovese e vitigni internazionali come cabernet, merlot o chardonnay maturati in barrique, ricchissimi di alcool frutto e legno ma soprattutto più cari dei vini DOC. I capostipiti di questa schiera furono, intorno al 1970, Sassicaia e Tignanello grazie al genio dell’enologo Giacomo Tachis e alla penna di James Suckling che li fece conoscere al pubblico degli appassionati USA attraverso Wine Spectator.

Sassicaia

Sassicaia

Negli ultimi anni, il mercato ha mostrato una maggiore attenzione verso i vitigni autoctoni e, sul versante opposto, un crescente disinteresse per i vini meno capaci di raccontare il territorio e la sua specificità. C’è persino chi ha dato per morti i Supertuscan accusandoli di conformarsi a un gusto internazionale standardizzato per ingraziarsi i favori di una certa critica americana.