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Dopo il cibo di strada va di moda la degustazione di strada

In USA scendono in strada le cantine con i loro vini migliori e in Italia c’è il Caràvin che offre grandi vini di giovani wine makers

Caràvin

Caràvin

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
A Portland in Oregon, Ryan Harms (titolare e enologo della cantina Union Wine Co. nata nel 2005, e con una produzione attuale di 1.300.000 bottiglie) ha trasformato un furgoncino Citroën del 1972 in un banco di assaggio itinerante in alluminio cromato. Ha iniziato l’attività nel giugno 2014 offrendo i suoi Pinot Noir mentre erano in assaggio anche alla International Pinot Noir Conference. Come provocazione non c’è male!

Il suo piano è molto chiaro << siamo sempre alla ricerca di un modo per avvicinare il pubblico al vino …>>.
Trovo straordinario questo approccio al problema, della serie “Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna” così come trovo attualissima e divertente l’idea di proporre vini cari in un chiosco ambulante. In Italia sarebbe un colpo mortale all’immagine del brand … ve lo immaginate il Sassicaia degustato per strada! Eppure … forse il nostro conformismo paludato ha i giorni contati… perché è noioso.
Ed ecco che cercando nel web troviamo il WineStreet di Asti che ha organizzato lo scorso settembre 18 degustazioni itineranti. Lo stile è modaiolo, il pubblico è quello dei wine lovers giovani ma le location sono in muratura. 

BaroloBrunello cronaca di un successo annunciato

Successo di pubblico e amicizia vignaiola nella degustazione che ha riunito, per la prima volta, i produttori dei vini rossi più prestigiosi d’Italia

Donatella Cinelli Colombini con WineZone

Donatella Cinelli Colombini con WineZone

Di Donatella Cinelli Colombini
L’evento è di quelli che fanno notizia: per la prima volta 30 cantine eccellenti di Barolo e Brunello insieme in degustazione. Una novità assoluta che ha sorpreso tutti, persino i produttori piemontesi, quasi increduli nel vedere in Langa così tante cantine di Montalcino. In effetti, la notizia dei rossi più prestigiosi d’Italia, notoriamente rivali, che si presentano uniti ha fatto il giro della stampa enologica mondiale ed ha calamitato wine lovers e addetti ai lavori anche da molto lontano. Boroli-Castello di Verduno-Ceretto-Comm.G.B.Burlotto-Cordero di Montezemolo-Domenico Clerico-Giovanni Rosso-

Voerzio assaggia il suo Barolo

Voerzio assaggia il suo Barolo

Giuseppe Rinaldi-La Spinetta-Marengo-Massolino-Rivetto-Roberto Voerzio-Scarzello-Sobrino-Vietti-Claudia Ferrero-Campi di Fonterenza-Canalicchio di Sopra-Casa Raia-Casanova di Neri-Col D’orcia-Corte dei Venti-Donatella Cinelli Colombini-Il Marroneto-La Mannella-Lisini- Mastrojanni-Poggio di Sotto-Salvioni-Uccelliera.

Fianco a fianco, volutamente mescolati, ma ciascuno con il proprio tavolo di assaggio nella sala del Castello comunale di Barolo sede del Museo del vino.
Primo approccio freddino, con i produttori piemontesi guardinghi e i toscani curiosi ma entrambi convinti di stare sul gradino più alto del podio. Poi l’amicizia vignaiola ha avuto il sopravvento e tutti hanno iniziato ad assaggiare a raffica i vini dei colleghi ricordando insieme gli incontri passati, gli importatori comuni e esprimendo voglia di condividere.

Vino e tatuaggi, una passione contagiosa

Eleonora Guerini, Luca Gardini, Sarah Jane Ranieri e un crescente numero di wine lovers hanno tatuaggi  “di vini”

Marco Sabellico e Eleonora Guerini

Marco Sabellico e Eleonora Guerini

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini

I tatuaggi più famosi del mondo del vino italiano sono quelli di Eleonora Guerini curatrice della Guida dei Vini del Gambero Rosso, che ha recentemente aggiunto un coloratissimo volo di farfalle sul braccio sinistro al serpentone che le sale dal gomito destro fino alla spalla. La bella Eleonora ha una particolare predilezione per questo genere di decorazione del corpo e usa spesso vestiti sbracciati e lasciano vedere i disegni sulla sua pelle.

E non è la sola fra i personaggi vip del vino. Il Sommelier campione del mondo 2010 Luca Gardini ha  tatuaggi portafortuna: il numero 23 e un tribalino dietro al collo. Ci sono tatuaggi anche sulla pelle di Gelasio Gaetani Lovatelli consulente giramondo delle bottiglierie milionarie di personaggi da copertina come  Sharon Stone e George Clooney.

RCR il castello del cristallo è in Toscana

Il forno per la fusione del cristallo più grande del mondo, Luxion che sembra cristallo ma non inquina … questa è la RCR

RCR coppe con piedi colorati

RCR coppe con piedi colorati

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
RCR è uno dei brand del cristallo più famosi a livello internazionale ma anche un mondo di tecnologia e manualità dove lavorano persone appassionate e creative che fanno squadra in questo momento difficile e sanno mettere in campo soluzioni davvero innovative.

RCR World best

RCR World best con Luca Gardini

Parlo di Luxion, un brevetto RCR che rivoluziona il cristallo perché è “eco” cioè non contiene piombo e viene prodotto in forni senza emissioni. Ma ha anche altri pregi: la brillantezza e la sonorità del cristallo ma contemporaneamente l’elasticità del vetro per cui non si rompe. Ho visto un calice Luxion sottoposto a una torsione di 16° per 14.000 volte che era perfettamente intatto.
Questa è la qualità che esce da RCR. Ho partecipato alla presentazione delle nuove collezioni ai buyer di tutto il mondo. C’erano indiani, giapponesi, brasiliani … e ho visto i nuovi modelli fra cui il piatto creato dallo chef Davide Oldani con una spirale che esalta il cibo rifrangendovi la luce.

Anfore si anfore no, questo è il dilemma

Anfora: come e perché il più antico contenitore da vino è tornato di moda. Dall’Arcipelago Muratori la prima analisi sui vasi da vino di terracotta

Cos

COS

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

L’incontro è avvenuto nella Tenuta Rubbia al Colle di Suvereto, nella costa Toscana ed ha avuto nel Professor Attilio Scienzadell’Università di Milano il vero mattatore, con un entusiasmo travolgente.

Ritorno all'argilla Suvereto

Ritorno all'argilla Suvereto

E’ lui lo “Sherlock Holmes dell’uva” che da anni indaga sulle origini preistoriche della vite e ora segue le tracce dei suoi più antichi contenitori. Tornare alle anfore di terracotta è dunque per lui un atto culturale prima che enologico, il recupero di saperi e sapori originari << un modo per combattere la banalizzazione del vino come bevanda con un gusto stereotipato e standardizzato, occorre forse tornare a sentori più antichi>> dice il grande Attilio. In effetti, in Georgia dove si ritiene sia la culla della vitis vinifera, madre di tutte le viti, il vino viene conservato nelle anfore (kvevri in Kakheti e in Kartli ochuri in Imereti e in Racha), da 4.000 anni.
Dunque il bisogno di diversità che sembra animare in modo crescente chi lavora con l’uva, non è la ragione principale dell’uso dei contenitori in argilla ma c’è qualcosa in più, quasi la nostalgia di una semplicità antica di un ritorno a cose maturali, senza tecnologia e a un contatto manuale con l’uva che diventa vino. La spinta viene quindi da fattori più sociologici che enologici.

Ancora dalla nostra inviata a Vinexpo Violante Gardini

Non solo business a Vinexpo la fiera del vino più grande del mondo dove i produttori di Brunello sono un bel gruppo forte.   Di Violante Gardini Cinellicolombini Jr

Violante Gardini a Vinexpo

Violante Gardini a Vinexpo

Primo, primo ma proprio primo incontro Roberto Rabachino giornalista, sommelier e scrittore che ho conosciuto nella veste di docente universitario quando ha portato un gruppo di suoi studenti brasiliani e ospiti vip al Casato Prime Donne. Poi è arrivata sua moglie Torres Gladys che sprigiona entusiasmo da tutti i pori e ha fatto moltissime foto con grande gioia di mia madre che mi assilla continuamente per avere immagini.

Possibili importatori dal Brasile che mi hanno tramortito con numeri e percentuali.
Importatori Russi che si sono commossi per i nostri regalini. Un piccolo segno di riconoscenza per l’accoglienza davvero regale che ci hanno riservato durante il recentissimo viaggio a Mosca e San Pietroburgo.