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Il miglior enologo 2022 è Jean-Louis Chave

Il premio si chiama Winemakers’ Winemaker, cioè Enologo degli Enologi 2022 e lo ha vinto Jean Louis Chave, il re dell’Hermitage nella valle del Rodano

 

Wine-Spectator-Jean-Louis-Chave

Wine-Spectator-Jean-Louis-Chave

di Donatella Cinelli Colombini

Chi è il miglior enologo 2022 vincitore del premio assegnato dai Master of Wine? E’ francese ma ha studiato enologia in USA prima all’Università del Connecticut e poi a UC Davis in California – e produce nella collina dell’Hermitage della Valle del Rodano.

 

JEAN LOUIS CHAVE E’ IL WINEMAKERS’ WINEMAKER 2022

Jean-Louis Chave ha ricevuto il premio “Winemakers’ Winemaker 2022” durante ProWein il 16 maggio. Iscrive il suo nome in una lista di vincitori prestigiosa che comprende Peter Sisseck (2011), Peter Gago (2012), Paul Draper (2013), Anne-Claude Leflaive (2014), Egon Müller (2015), Alvaro Palacios (2016), Eben Sadie (2017), Jean-Claude Berrouet (2018) e Angelo Gaja (2019).
Il premio, istituito dai Master of Wine nel 2011, ha avuto una sosta di due anni causata dal Covid. Celebra chi ottiene risultati eccezionali in ambito enologico. Il vincitore viene scelto da una giuria di wine makers che comprende i Master of Wine produttori e i vincitori delle passate edizioni.

 

Chiara Giannotti il volto del vino always on

Social influencer, conduttrice TV, voce del vino, esperta di aste di bottiglie cult … Questo e molto altro su Chiara Giannotti e il vino diventa friendly

 

Chiara-Giannotti-the-wine-influencer

Chiara-Giannotti-the-wine-influencer

di Donatella Cinelli Colombini

Mi piace perché per certi versi mi assomiglia. Come me è nata in una famiglia di produttori di vino con una lunga tradizione alle spalle. Solo che io sono dislessica e a scuola, soprattutto con le lingue straniere, ero una schiappa mentre Chiara ha il Baccalauréat al liceo francese di Roma, città dove è nata, ed ha fatto un Erasmus alla UCL di Londra. Ma entrambe siamo laureate “cum laude” in lettere moderne e abbiamo lavorato 15 anni nelle cantine di famiglia, per lei Fazi Battaglia e Fassati.
La cosa che più ci accomuna è che poi abbiamo creato qualcosa di tutto nuovo e tutto nostro. Vi assicuro che all’inizio è traumatico, come cambiare identità, perché chi cresce nell’azienda del vino della sua famiglia, la vive come una casa e quasi si identifica con lei, come se le bottiglie e i marchi facessero parte del suo corpo.
Dopo il distacco c’è chi vive di ricordi e chi guarda avanti e costruisce qualcosa di nuovo come Chiara Giannotti. La cosa spettacolare è la velocità con cui Chiara è diventata una dei personaggi più conosciuti della comunicazione del vino dal 2015 in poi. Ora è diventata una influencer di prima grandezza.

Chiara-Giannotti-the-wine-influencer

Chiara-Giannotti-the-wine-influencer

Ovviamente le basi c’erano: Chiara era già Sommelier e Dame Chevalier de Champagne (2007), faceva il PR dei suoi vini e conosceva perfettamente lo scenario nazionale e i protagonisti della stampa specializzata.

 

CHIARA GIANNOTTI  L’INFLUENCER DEL VINO

Bella, estroversa, entusiasta, sente le nuove tendenze come un radar e si muove nel mondo dei social media come un pianista sulla tastiera.
Comincia nel 2015 creando Vino.tv, una vera e propria Web TV visibile anche nei social dove ha un numero di follower impressionate, 15.000 solo su Instagram. Ha un istinto naturale per i “tempi televisivi”, sa tenere il pubblico, costruisce racconti e interviste in modo veloce e avvincente ma soprattutto nuovo con un pizzico glamour e una spontaneità che coinvolge chi guarda.
La sua attività si amplia velocemente: collabora con Doctorwine, è tra le wine expert dalla casa d’Aste Ansuini rompendo il monopolio maschile dei banditori d’asta del vino. E’ lei che seleziona, degusta e certifica le bottiglie da collezione.

 

Ecco il “cavatappi riciclone”

L’evento “Gocce di vite” organizzato a Napoli dalle Donne del vino della Campania tiene a battesimo il primo cavatappi che permette il riuso dei turaccioli

Cavatappi riciclone REpop

Cavatappi riciclone REpop

di Donatella Cinelli Colombini
Il convegno Gocce di Vite, sulla ecosostenibilità, il 20 giugno scorso a Napoli, ha avuto un successo oltre le previsioni e persino un esito insperato con la proposta di un “cavatappi riciclone”.
L’evento è stato organizzato dalle Donne del vino della Campania guidate da Lorella Di Porzio ed ha avuto un moderatore di eccellenza in Luciano Pignataro. Interventi tutti accomunati dal concetto di sostenibilità ambientale e biodiversità, perfettamente in linea con la filosofia di naturalità perseguita dalla associazione nazionale “Le Donne del Vino”. Ma eccoci al cavatappi riciclone REpop che proprio in occasione dell’evento napoletano è stato proposto all’attenzione di chi si impegna nella difesa ambientale. E’ costituito da

REpop cavatappi riciclone

REpop cavatappi riciclone

una maniglia in legno su cui sono fissate due sottili lamelle di acciaio che vengono infilate nel collo della bottiglia ai lati del turacciolo. Tirando la maniglia di legno il tappo esce ed è possibile usarlo di nuovo. Il cavatappi REpop è biodegradabile al 90% ma soprattutto permette di riutilizzare i tappi che estrae perché li lascia intatti creando i presupposti di un notevole vantaggio ambientale.

Adotta una vite orfana

Questa l’idea scaturita dal bellissimo incontro di Napoli Gocce di Vite organizzato dalla Delegazione Campania delle Donne del Vino guidate da Lorella Di Porzio

Adotta una vite orfana Napoli Donne del vino

Adotta una vite orfana Napoli Donne del vino

Di Donatella Cinelli Colombini Montalcino Casato Prime Donne

Castel dell’Ovo sullo sfondo e tante Donne del vino provenienti da ogni parte d’Italia per un convegno dal tema impegnativo “Gocce di vite” Donne & ambiente tra economia, cultura e sostenibilità ambientale. Un convegno che è andato oltre le previsioni per l’afflusso di pubblico e per i contributi dei relatori cuciti l’uno all’altro da un “sarto” d’eccezione Luciano Pignataro il genio creativo del giornalismo enogastronomico meridionale.

Gocce di vite Donne del vino

Gocce di vite Donne del vino

Ecco che partendo dal problema di conciliare biodiversità e impresa il Professor Vincenzo Peretti traccia due strade parallele: l’agroalimentare autoctono che può essere prodotto in grandi volumi e affrontare la commercializzazione mondiale arricchendo il paniere del made in Italy e quello che resterà, per sempre, una nicchia ma potrebbe diventare una calamita turistica per specifici territori cioè qualcosa che viene venduto e consumato “solo li”. In entrambi i casi le donne giocano un ruolo fondamentale, perché sono proprio loro, secondo la Professoressa Teresa Boccia

Pianoterra Onlus Goccedivita Napoli

Pianoterra Onlus Goccedivita Napoli

(rappresentante italiano nell’Aggi, l’organismo consultivo sulle istanze di genere di UN-Habitat dell’ONU) la chiave dello sviluppo futuro delle zone rurali, quelle che coniugano identità locale con multifunzionalità aziendale. Parole tecniche che Vittoria Brancaccio, ex presidente nazionale di Agriturist, traduce nella pratica quotidiana della sua azienda Le Tore nella Penisola Sorrentina con 20.000mq di orto, 500 piante di limoni, 1500 piante da frutta, 3000 piante di olivo, un vecchio vigneto tutto in biologico che le consentono una proposta turistica ecosostenibile.

E il Brunello di Montalcino 2011 si scopre grande

Fra lo sbalordimento generale il Brunello di Montalcino 2011 piace quanto e forse più della leggendaria annata 2010

Brunello di Montalcino 2011 e 2010 degustazione di Luciano Pignataro

Brunello di Montalcino 2011 e 2010 degustazione di Luciano Pignataro

Di Donatella Cinelli Colomini 
Tutto è iniziato il 22 gennaio quando Luciano Pignataro, geniale e trasgressivo come sempre, pubblica un articolo intitolato “Brunello di Montalcino: la 2011 è meglio della 2010. Degustazione alla cieca di 44 campioni”.
Il gruppo di assaggiatori è di altissimo livello: Fabio Casamassima, Luciano Di Lello, Antonio Di Spirito, Daniele Moroni,Gianmarco Nulli Gennari, Andrea Petrini, Giuseppe Picconi, Luciano Pignataro, Stefano Ronconi, Fabrizio Russo, Maurizio Valeriani.
Ambiente informale, tovaglia a quadretti e quella che poteva sembrare una zingarata si rivela invece una genialata. Perché fra lo sbalordimento generale i Brunello di un’annata 4 stelle, senza attese da parte dei mercati internazionali come la 2011, risulta mediamente meglio di quelli 2010 esaltati dalla critica e dai buyer di tutto il mondo. In assaggio tutti i Brunello più noti Biondi Santi compreso. Solo in 8 casi, compreso il mio e quello della più celebre cantina montalcinese, il 2010 ha battuto l’annata più recente ma comunque le distanze erano minime e il livello generale altissimo.

Brunello 2011 e Brunello 2010 degustazione Luciano Pignataro

Brunello 2011 e Brunello 2010 degustazione Luciano Pignataro

A riconfermare il giudizio arrivano, il 29 gennaio, le valutazioni di Walter Speller super – assaggiatore del wine blog della più celebre Master of Wine Jancis Robinson. In questo caso possiamo confrontare i Brunello “selezione” 2011 e la riserva 2010 cioè i vini in cui tutte le cantine si impegnano al massimo nella qualità. Anche qui i giudizi sono molto molto vicini e dire che la riserva 2010 è piaciuta molto a Speller che ha dichiarato a MontalcinoNews <<è veramente una Riserva di qualità come non la vedevo da molti anni>>

Il wine blog in stile sharing di Francesco Saverio Russo

Il suo sito si chiama wineblogroll e contiene la rassegna stampa, degustazioni, luoghi e personaggi nel vino basati sulla condivisione e sulla passione

Francesco Saverio Russo

Francesco Saverio Russo

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Francesco Saverio Russo, Saverio come lo chiamano gli amici, è marchigiano ma vive in toscana dove lavora come organizzatore di eventi e consulente di web marketing, anche se, ammette, << passo gran parte delle mie giornate a gestire siti, blogs e profili social>>. Insomma è proprio il tipo che servirebbe in molte aziende del vino per raccontarsi meglio agli appassionati e ai futuri importatori. E’ insomma un wine blog master giovane, abbastanza fuori dagli schemi, poco attratto dal business del vino e realmente calamitato dai produttori appassionati e dallo storytelling.
<< Sentitevi, quindi, liberi di entrare “a casa mia” come foste degli Amici e non dei semplici ospiti…sbirciate, osservate, curiosate e, perché no…commentate e criticate se lo riterrete opportuno, ma non dimenticate mai di prendere ogni mia parola come frutto delle mie individuali emozioni e non come un dogma>>

Come distinguere la pizza Margherita davvero buona

Le istruzioni sulla super Pizza arrivano da Luciano Pignataro che ha selezionato anche le 15 Margherite migliori di Napoli e quindi del mondo.  

 

Pizza Margherita

Pizza Margherita

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Prima di tutto il nome. Luciano ci insegna la parola giusta è “pizzajuolo” scritto con la J. Dopo una partenza critica in cui Luciano Pignataro contesta la recente crescita qualitativa e quantitativa della mozzarella unita al peggioramento degli impasti, inizia una vera e propria lezione che qui vi riassumo ma nella penna del protagonista si arricchisce di molti dettagli. Dato per scontato che gli ingredienti per la pizza siano eccellenti, il miglior pizzajolo è quello che li sa bilanciare la dolcezza del formaggio al sapore del pomodoro. La pasta sul bordo deve essere alta e ben alveolata. Le tante pizze di Napoli si possono riunire in due grandi tipologie: quella enorme a “ruota di carro” della zona della stazione –via Tribunali e quella piccola del centro.

 

LE MIGLIORI PIZZE MARGHERITA

L’elenco delle pizze Margherita migliori va letto nel blog di Pignataro. Io mi limiterò a rivelare quelle che mette sul podio. Prima Guglielmo Vuolo, poi Ciro Salvo e medaglia di bronzo Enzo Coccia.
Ciò che colpisce nelle immagini delle 15 super pizze Margherita pubblicate nel sito del grande Luciano è il protagonismo della pasta con bordi grandi e soffici. Evidentemente non basta fare una grande pizza ma bisogna anche mangiarla nel modo giusto tagliando spicchi che comprendano sempre un pezzetto di bordo.

Quali sono i wine blog che contano?

La classifica del 10 ottobre vede in testa WineNews  seguito da LucianoPignataro e Intravino, al quarto posto DiVini del Corriere della Sera

WineNews2013 staff

WineNews2013 staff

E’ un ranking che conta molto quando si tratta di misurare l’influenza di un organo di stampa nel mondo del vino oppure di vendere spazi pubblicitari. A farla è Ebuzzing Lab una società che studia e pianifica la comunicazione visiva ad altissimo livello. Nel sito ci sono classifiche di tutti i generi. Ecco che il top video in Italia è uno spettacolare clip di Laura Pausini seguito da 3 video di Nokia solo apparentemente artigianali come se fossero fatti da uno di noi. Se invece guardiamo la stessa classifica in USA troviamo al primo posto un delizioso video Samsung Galaxy Gear.
La top news in Italia è di Beppe Grillo che è anche il titolare del blog numero 1, il più seguito di tutti. Insomma il leader dei 5 Stelle è una potenza nei social.
Nella home page di Ebuzzing Lab ci sono classifiche su tutti i tipi di blog: gastronomia, musica, moda …. persino gossip e birra.