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MASTER SOMMELIER USA A LUCI ROSSE

Scandalo alla Court dei Master Sommelier USA. Ventuno donne accusano i membri anziani dell’associazione di chiedere sesso in cambio del superamento degli esami

 

Master Sommelier e scandali sessuali

Master Sommelier e scandali sessuali

di Donatella Cinelli Colombini

L’articolo è nel New York Times che non è certo un giornaletto scandalistico, anzi gode fama di essere molto attento nel vagliare le sue fonti. Il pezzo scritto da Julia Moskin si intitola << The Wine World’s Most Elite Circle Has a Sexual Harassment Problem>>, l’associazione più esclusiva del vino del mondo accusata di abusi sessuali. In effetti i Master Sommelier sono l’elite dei sommelier del Nord America. L’associazione è stata fondata nel 1977 e riunisce 155 professionisti degustatori, di cui 131 uomini. Intorno a loro c’è una community di 12.000 studenti che seguono corsi sotto il tutoraggio di chi ha già ottenuto il titolo.

 

COURT OF MASTER SOMMELIER E ABUSI SESSUALI SULLE DONNE CANDIDATE AGLI ESAMI

Purtroppo, negli ultimi anni, la sezione statunitense della Court, è stata scossa da più di uno scandalo.
L’articolo contiene i racconti di 21 donne (citate con nomi e cognomi) che stavano affrontando i corsi e gli esami dei tre livelli che conducono nell’olimpo dei Sommelier. Alcuni degli esaminatori, membri anziani della Court USA, avrebbero fatto avance molto esplicite, detto frasi offensive, fino a un caso di stupro. E’ da presumere che le testimonianze riguardino solo chi si è ribellato alla violenza, mentre le consenzienti tengano stretti i diplomi ottenuti a ben caro prezzo. Quindi gli abusi sono presumibilmente più numerosi.

 

Nell’elisir di lunga vita c’è il vino

Se vuoi vivere 100 anni cammina, bevi poco vino rosso e tanta acqua, mangia in compagnia piatti semplici di verdura, frutta, usa olio di oliva e pane integrale

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Dan Buettner esperto in longevità

Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

La ricetta arriva dal New York Times che ha pubblicato gli studi di Dan Buettner sulle “blue zone”, dove la vita è più lunga: Okinawa in Giappone, Loma Linda in California, Ikaria in Grecia, la Penisola di Nycoia in Costarica e l’Ogliastra in Sardegna. Zone a cui dovrebbe aggiungersi la Valdorcia, una terra che, secondo il presidente del “Tricolore della salute” Dottor Stefano Ciatti pullula di ultracentenari. Le notizie sono state comunicate durante un recente convegno a Castiglion d’Orcia Siena organizzato da Podere Forte.

Stefano Ciatti Il Tricolore della salute

Stefano Ciatti Il Tricolore della salute

L’elisir di lunga vita di Dan Buettner è in 12 punti ed è facilissimo da mettere in pratica; basta tornare a vivere come i nonni.

Dal New York Times al Brunello: è il momento dell’armonia

Eric Asimov scrittore, wine critic del New York Times dal 2004, definisce la parola d’ordine del Brunello: equilibrio e apprezza quello del Casato Prime Donne
Di Donatella Cinelli Colombini

ERIC ASIMOV

ERIC ASIMOV

L’inizio dell’articolo è dei peggiori <<For a great wine, Brunello di Montalcino has had more than its share of detractors>> per essere un grande vino il Brunello di Montalcino ha avuto più della sua parte di critiche. E poi rincara la dose ricordando i vini troppo muscolosi e intensi per essere di solo sangiovese e i produttori che, nel passato, chiesero di aggiungere altre uve al Brunello, con << a disastrous redefinition that was narrowly averted>> una disastrosa ridefinizione che fu rifiutata.
Insomma, come è uso nella cultura anglosassone, le opinioni vengono dette dure e chiare, senza troppi giri di parole. A Eric Asimov piacciono i Brunello tradizionali, quelli che si rispecchiano nella nobile tradizione Biondi Santi ma è proprio da questa aspirazione, a vini classici di grande eleganza, che arrivano i contributi più interessanti.

Montalcino panorama

Montalcino panorama

<< You can still find Brunellos made in the jammy, sweet, concentrated, oaky style that found favor 20 years ago, but even if they are still popular, these wines now seem anachronistic>> potete ancora trovare Brunello fatti come marmellate, dolci, concentrate, legnose dello stile che andava di moda vent’anni fa, ma anche se essi sono ancora molto famosi, appaiono anacronitici.

Residui di pesticidi in 90% dei vini francesi

La Francia consuma 110.000 tonnellate di pesticidi ogni anno più di ogni altro Paese europeo e solo il 10% dei suoi vini non ne porta le tracce

Emmanuel Giboulot

Emmanuel Giboulot

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Niente di illegale, ovviamente, i residui di pesticidi presenti nel 90% delle bottiglie francesi sono comunque entro i parametri previsti per legge, tuttavia appaiono troppo alti considerando che l’8,2% della produzione enologica oltralpina è certificata con marchio bio.
La Francia è il terzo utilizzatore mondiale di pesticidi dopo Stati Uniti e Giappone. Una fiducia nell’utilizzo della chimica che trova il forte consenso delle istituzioni. Ha fatto il giro del mondo la vicenda del viticultore biodinamico di Beaune in Borgogna, Emmanuel Giboulot, che rischia 6 mesi di carcere e un’ammenda di 30.000€ per essersi rifiutato di effettuare il trattamento chimico contro la cicalina nei suoi vigneti. L’insetto diffonde la flavescenza dorata, una malattia realmente pericolosa per le viti della Borgogna, che i sostenitori del biodinamico intendono contrastare solo con mezzi naturali.

New York Times trasforma l’olio italiano in veleno

Una sequenza di vignette spiega ai consumatori USA come l’olio extravergine non sia solo italiano e contenga additivi. Il mercato crolla?

Extra virgin suicide

Extra virgin suicide

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

C’è del vero in quello che ha pubblicato il New York Times ma il messaggio che passa dalle immagini pubblicate nel blog del quotidiano USA, il 27 gennaio è quello di una produzione nazionale interamente contraffatta.
Il boccone è amaro, soprattutto per quelli come me, che fanno l’extravergine vero, quello ottenuto spremendo solo le proprie olive.
Le immagini, si imprimono nella memoria molto più a lungo delle parole, e il primo disegno pubblicato dal blog del New York Times, con le due tibie incrociate –a somiglianza del simbolo del veleno- rimarrà a lungo nelle nostre menti.
La sequenza di immagini proposta da Nicolas Blechman è semplice e di un’efficacia preoccupante. I disegni mostrano la raccolta manuale delle olive vicino alla Torre di Pisa con un evidentissimo riferimento alla Toscana.