Il sistema produttivo del vino USA è il primo ma non sarà l’unico ad affrontare un diffuso cambio di proprietà delle cantine per effetto della pandemia
Previsione di-mollte-cantine-USA-in-vendita-nel-2021
Di Donatella Cinelli Colombini
La fonte non è giornalistica ma bancaria: la Silicon Valley Bank. La notizia è che metà delle cantine USA potrebbero essere messe in vendita nel 2021. Va detto che la stragrande maggioranza dei proprietari statunitensi non hanno le radici nella terra dei vigneti, come succede in Italia e apparentemente l’interesse a vendere nasce dalla convinzione che i valori immobiliari tengano. In altre parole c’è interesse a vendere e non a svendere.
50% DELLE CANTINE USA IN VENDITA NEL 2021
Rimane da vedere se questa ipotesi sarà confermata dai fatti e un numero così alto di imprese messe sul mercato contemporaneamente non farà crollare i prezzi.
Secondo il responsabile del settore vino della Silicon Valley Bank, Rob McMillan intervistato da W.Blake Gray per WineSearcher si prospetta dunque una vera girandola di compravendite soprattutto nelle Sierra Foothills, nella zona di Lodi/Clarksburg, a Napa e a Sonoma.
<<In un momento come questo, incontri acquirenti che pensano che sia il 1929 e venditori che pensano che sia il 2015>> ha detto McMillan manifestano gli stessi miei dubbi sulla tenuta dei valori immobiliari.
DIFFERENZE FRA LA WINE INDUSTRY USA E I PRODUTTORI DI VINO ITALIANI
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La produzione del vino in USA ha una storia giovane e spesso una matrice speculativa perché il terreno da vigna è cresciuto di valore quasi ovunque e i guadagni della wine industry sono stati molto più alti che in Europa.
Da noi fare vino è generalmente una tradizione di famiglia e ci sono norme che limitano fortemente la crescita e i guadagni delle imprese: regole sui diritti di impianto, contingentamento delle superfici Doc/DOCG, salvaguardia del paesaggio, tasse, costo della mano d’opera …..
Secondo i dati ufficiali il wine business 2020 viene definito buono o molto buono dal 79% delle cantine USA. Un dato che lascia abbastanza dubbioso l’autore dell’articolo e su cui anch’io ho delle riserve. Infatti se le cantine che vendono alle rivendite e alle società di delivery, se la sono cavata, tuttavia la crisi dei ristoranti causata dal covid ha colpito tutte le imprese di produzione enologica.
Va comunque considerato che le winery a stelle e strisce hanno tratto vantaggio dal modo con cui gestiscono la clientela privata. L’e-commerce, i wine club aziendali e la community di clienti privati -censiti e ben profilati- a cui fanno offerte periodiche online e per telefono. Tutte cose che loro fanno da anni e sono servite ad attenuare gli effetti del covid, mentre noi in Italia le stiamo attuando solo ora e senza nessuna esperienza.