Come raccontarsi ai turisti del vino

Come raccontarsi ai turisti del vino Cantina CasatoPrimeDonne Sommelier Brasiliani

Come raccontarsi ai turisti del vino

Spiegazioni chiare, brevi, coinvolgenti … mai frasi al negativo, mai gergo tecnico, tanti aneddoti e pochi concetti, ecco come raccontarsi ai turisti del vino

Come raccontarsi ai turisti del vino Cantina CasatoPrimeDonne Sommelier Brasiliani

Come raccontarsi ai turisti del vino CasatoPrimeDonne Sommelier Brasiliani

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello, Montalcino, Casato Prime Donne 

Il segreto è mostrandosi competenti ma non supponenti. Ovviamente una grande padronanza delle lingue estere aiuta ma non basta
Ovviamente una predisposizione alle relazioni – l’empatia- aiuta ma non basta
Per raccontarsi ai turisti del vino  e far percepire la qualità della produzione enologica servono anche la competenza, la scelta delle informazioni adatte …. sembra facile! E poi conta il modo con cui si parla e soprattutto servono tante prove. I grandi avvocati, i politici … i professionisti che devono parlare in pubblico studiano attentamente cosa dire e come dirlo per colpire

Come raccontarsi ai turisti del vino DonatellaCinelliColombini con i buyer russi

Come raccontarsi ai turisti del vino DonatellaCinelliColombini con i buyer russi

chi ascolta. Spesso quella che sembra un’improvvisazione estemporanea è frutto di un lungo lavoro preparatorio.
Sono più spesso gli inesperti che improvvisano e i risultati sono deludenti nella stragrande maggioranza dei casi, in altre parole <<se non sai cosa dire meglio se stai zitto!>>.
Oggi più che in passato la competenza sul vino, sull’azienda e sul territorio sono un bagaglio professionale determinante per chi lavora nell’accoglienza turistica in cantina. Per questo molte cantine scelgono sommelier che parlano inglese e poi fanno loro compiere una full immersion nell’azienda con visita di tutti i reparti produttivi e nel territorio con le chiese i musei e le feste popolari dei dintorni. Perché ciò sia efficace bisogna che, i futuri addetti all’accoglienza turistica, siano consapevoli dell’importanza di questo bagaglio professionale e lo sappiano raccontare in modo coinvolgente. Questo è particolarmente importante quando la cantina è aperta al pubblico da molto tempo e il nuovo assunto impara dai predecessori un format preesistente, cioè memorizza le cose da dire lungo il percorso della visita e i commenti da accompagnare al vino durante le degustazioni come fossero poesie da recitare a memoria.

Montacino Casato Prime Donne

Montacino Casato Prime Donne

La cosa giusta invece, è mettere in discussione ogni anno la propria comunicazione turistica per essere al passo con le tendenze come chi apre la sua cantina al pubblico la prima volta. Una tecnica che non significa contraddire il passato, anzi la storia e i valori dell’azienda restano sempre gli stessi così lo stile del vino, ma è la civiltà umana che cambia e con essa la percezione dei messaggi che la guida enuncia. Ecco che frasi come <<le vigne sono coltivate in modo organico>> oggi conta più di prima e merita forse una sottolineatura maggiore. Un tempo l’accento sul lusso e l’effimero era determinante per catturare la clientela più modaiola oggi conviene mettere in evidenza le azioni etiche più che le foto della proprietaria ingioiellata.
Dunque viva la continuità ma attenzione all’invecchiamento dei messaggi.
La selezione delle cose da dire durante la visita guidata ha due aspetti principali: cosa dire e come dire le cose.
L’analisi degli argomenti da proporre parte dalla conoscenza delle denominazioni che vengono prodotte, dall’azienda e dai suoi punti forti cioè alle particolarità che possono farla scegliere fra tutte le dirette concorrenti. Spesso questa analisi produce un lungo elenco di informazioni fra le quali è indispensabile scegliere,

Come raccontarsi ai turisti del vino marini_barbi

Come raccontarsi ai turisti del vino marini_barbi

nessuno può dire ai visitatori tutti quello che sa sui vini e sull’azienda perché richiederebbe ore e ore e finirebbe per addormentare i poveri turisti.
E’ importante ribadire i concetti base, anche se sono ovvi, per poi concentrarsi su quello che è <<li e solo li>>. La necessità di scegliere pochi argomenti dipende da due fattori: l’efficacia dei messaggi e l’attenzione dei visitatori. Tanti dati sono più difficili da ricordare piuttosto che una sola informazione ben raccontata. In secondo luogo il tempo di ascolto dei turisti è limitato. Cresce se i visitatori sono appassionati di vino, cala con “gli enoturisti per caso”. Aumenta se la guida esemplifica le informazioni in aneddoti e invece della frase << i nostri vini sono distribuiti soprattutto nel canale Horeca>> racconta che << non vedrete il nostro vino in

Come raccontarsi ai turisti del vino Florio

Come raccontarsi ai turisti del vino Florio

supermercato ma più facilmente sulle tavole dei ristoranti stellati, di recente mi hanno mandato la foto di Richard Gere mentre beveva una nostra bottiglia>>. Anche la guida più capace tuttavia, non riesce a tenere l’attenzione dei visitatori troppo a lungo, per questo è meglio spezzare le spiegazioni in piccole esposizioni di 5-8 minuti nei punti di sosta predisposti lungo il percorso della visita in cantina. In ogni caso parlare a lungo è controproducente così come parlare con un tono di voce monotono e senza sentimento. Gli italiani sono spesso accusati di essere dei chiaccheroni e non è il caso di accreditare questa fama.
La cosa in assoluto più sbagliata è annoiare chi ascolta. Appena la guida si accorge che i turisti tendono a distrarsi deve cambiare argomento o cambiare tattica: passare dagli spiegazioni enologiche ai racconti storici, coinvolgere i visitatori con domande, mostrare oggetti o particolari del lavoro di cantina. Bisogna sempre ricordare che il turista del vino è in vacanza e nessuno lo obbliga a ascoltare una specie di lezione anche piuttosto complicata.
Ci sono poi altre piccole raccomandazioni: come evitare il gergo tecnico. Frasi del tipo <<è passato in legno>>,<<ha il piede franco>> sono incomprensibili per chi fa tutt’altro mestiere. Per questo è sempre utile spiegare le parole da addetti ai lavori invece di assumere un indisponente atteggiamento da “sapientone che parla difficile”.
E’ bene evitare le frasi al negativo ( noi non abbiamo … noi non facciamo …) ed essere sempre assertivi.
Così come sono da vitare le critiche sulle altre cantine. Ricordo sempre la risposta di Valentino Mercati il patron di Aboca quando gli dissi di essere una consumatrice di propoli contro il mal di gola <<funziona sempre ma il nostro è il migliore>>.
I concetti astratti fanno meno presa degli esempi concreti. Per esempio << a settembre è facile vedete l’enologo nelle vigne che assaggia l’uva e poi schiaccia i vinaccioli per controllare se sono ancora verdi, gli serve per decidere il giorno esatto della vendemmia di ogni vigneto>> un racconto molto più coinvolgente e chiaro della frase <<la maturità fenolica e la lignificazione dei vinaccioli sono determinanti per determinare le dare della raccolta dell’uva>>.
La chiarezza dell’esposizione è una delle chiavi del successo, questo non significa evitare gli argomenti complessi, bensì farli capire a tutti magari anche in modo divertente e con il sorriso sulle labbra. Questo fa il lavoro del vero professionista dell’accoglienza enoturistica!