Massimo Castellani, Un sogno in Borgogna
In copertina c’è scritto “Romanzo” ma in realtà è un “manuale” in cui Massimo Castellani, Sommelier intellettuale fiorentino, ci porta in Borgogna nel regno del Pinot Noir

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di Donatella Cinelli Colombini
Il titolo di Massimo Castellani è “Un sogno in Borgogna” (edizioni Bertani&C – pp. 199 – € 18) ma servirebbe un sottotitolo per chiarire il contenuto: “Come capire i vini della Borgogna viaggiando con una persona da amare”.
E’ il racconto di un viaggio nella patria del Pinot Noir che ha per protagonisti un Sommelier molto preparato e molto colto, Alberto Pieraccini, e la sua amata allieva, l’architetta Valeria Martini.
Un viaggio che permette di scoprire, nel dettaglio, luoghi, storia e caratteristiche gustative dei vini. I due visitano una dopo l’altra, le zone di produzione dello Chardonnay e del Pinot Noir e le descrizioni permettono, anche al lettore, di visualizzare le differenze di suolo e di era geologica che tagliano letteralmente a fette le colline della Borgogna determinando le coltivazioni. Indubbiamente il numero di nomi, date, profili dei vini è rilevante per cui la lettura del libro ha bisogno di tempo e di appunti, per non perdere le informazioni da ricordare, ma, per i wine lovers è un modo dolce per entrare nel distretto enologico più importante del mondo.

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Molto spesso, infatti, la competenza sul vino di un wine lover o di un wine writer viene letteralmente misurata sulla conoscenza della Cote d’Or. A noi fa rabbia ma è così: nell’aula dei futuri Sommelier di Tokyo è appesa la mappa della Borgogna e non quella delle denominazioni toscane. Non è un modo di dire, l’ho proprio vista.
Per questo, consiglio agli appassionati di leggere questo manuale, travestito da romanzo d’amore, perché alla fine, anche se non ricorderanno tutto, avranno acquisito una certa familiarità sul regno del Pinot Noir.
DONATELLA E LA BOGOGNA: RICORDI DI GIOVENTU’
Anch’io adoro la Borgogna. E’ la prima regione del vino che ho visitato a 16 anni, la prima volta con un gruppo di amici senesi. Eravamo ospiti nelle case dei membri del Rotary di Beaune. Ricordo che io, topolino di campagna toscana, ero intimidita dal loro stile di vita: anche in famiglia in casa, la sera a cena, c’erano candelieri, fiori freschi e bisognava indossare l’abito lungo.