Enoturismo prossimo futuro
Nei prossimi cinque anni come cambierà nell’enoturismo in Italia? Più turisti del vino, più web, accoglienza in cantina più professionale e diversificata
Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello

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Accogliendo una richiesta di Roberta Garibaldi, la professoressa dell’Università di Bergamo che sta preparando il suo secondo “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” in uscita a gennaio, mi sono posta la domanda di come cambierà il turismo goloso nei prossimi 5 anni. Ho tracciato quelle che, secondo me, saranno le principali tendenze del turismo del vino nel futuro prossimo. Io conosco solo questa parte del turismo enogastronomico e sono quasi certa di aver fotografato la sua evoluzione.
WEB e PORTALI

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Sempre più digitale. Il turismo del vino è, in Italia, in realtà un escursionismo che dura dalla mattina alla sera. Pochi pernottano nei territori del vino. La stragrande maggioranza degli italiani lo considerano un passatempo rilassante in mezzo alla natura e partono da casa con una sola destinazione prefissata per decidere sul posto cos’altro vedere e dove mangiare. In questa situazione diventa sempre più importante essere ben visibili nei navigatori dell’auto e nei grandi portali come Google o TripAdvisor, anche perché le recensioni giocheranno un ruolo determinante nella scelta dei turisti.
Gli stranieri nordamericani arriveranno nelle zone del vino con i winery tour, servizio turistico che sicuramente aumenterà promozionandosi soprattutto on line.

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Gli europei continueranno ad arrivare nelle cantine con la loro auto e magari il sogno di riempire il bagagliaio di ottime bottiglie a prezzi accettabili. Anche per la vendita diretta il canale internet giocherà un ruolo determinante per le cantine, che catalogheranno i clienti migliori rimanendo in contatto e consentendo loro di interagire con la vita dell’azienda e ovviamente ordinando le nuove annate per riceverle a casa.
ESPERIENZE PARTECIPATE E PROFESSIONALIZZAZIONE DEGLI ADDETTI
Con la nuova “realtà aumentata” internet ci farà entrare nei musei e nelle cantine senza uscire di casa, per cui pochi verranno nei territori del vino solo per vedere le botti o i tini. La proposta enoturistica dovrà dunque diventare più “multisensoriale” e partecipata. Le aziende di produzione avranno una spinta in più per diversificarsi inventando esperienze collegate alla propria identità: escursioni nei vigneti sul calesse del fattore, assaggi con suoni e luci colorate che modificano le percezioni, minilezione di viticultura … qualunque proposta andrà bene purchè vera e ben organizzata. Si perché la professionalizzazione degli addetti e la strutturazione delle proposte ludico-didattiche dovrà crescere a passi veloci. Serviranno nuove professionalità capaci di parlare fluentemente le lingue straniere, conoscere il vino, riorganizzare l’incoming e gestire la comunicazione social. Allo stesso tempo bisognerà investire negli ambienti destinati all’accoglienza rendendoli più confortevoli e attrezzati.
DIVERSIFICAZIONE DEI TURISTI DEL VINO
Il numero dei visitatori delle cantine crescerà di pari passo con le loro esigenze. Infatti i visitatori che sono già stati in Borgogna, a Napa Valley e sul Reno non ascolteranno volentieri l’ennesima spiegazione sui processi produttivi del vino ma vorranno qualcosa di più e di diverso, qualcosa che li arricchisca di conoscenze e li faccia entrare nella cultura locale. Questo vale sia per i wine lovers che per i “turisti del vino per caso” . Il MUST del futuro è raccontarsi in modo unico coinvolgendo i turisti: safari fotografici, visita in cantina a lume di candela, degustazione guidata da un super esperto … Se la proposta è vera e corrisponde alla cultura aziendale va bene.
Aumenteranno le donne che già oggi costituiscono la maggioranza degli enoturisti in California e Spagna. Aumenteranno le famiglie e sarà necessario creare intrattenimenti per i bambini come un parco dedicato al vino in cui salire su un vero trattore. Infine, ultimo ma molto importante, spariranno le cantine aperte al pubblico solo nei giorni lavorativi. Almeno lo spero!