Itinerario turistico in cantina 2° parte

Itinerario turistico in cantina Brolio la Cappella

Itinerario turistico in cantina 2° parte

Qual’è la durata, perché la pulizia è importante come distinguere folclore e enologia. Tanti piccoli segreti del perfetto itinerario turistico in cantina 

Itinerario turistico in cantina Brolio la Cappella

Itinerario turistico in cantina Brolio la Cappella

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

DURATA E ORARI
A seconda della dimensione aziendale, l’ itinerario turistico in cantina  dura da 15 a 45 minuti e in certi casi ingloba anche piccoli musei e cappelle, come al Castello di Brolio in Chianti, oppure la rimessa delle carrozze, come a Torrevento nella DOCG Castel del Monte. Visite molto lunghe riducono il tempo da dedicare agli assaggi e allo shopping che, generalmente, concludono l’esperienza turistica.
Molto spesso le visite vengono organizzate in base a un calendario e ad un orario precisi. Questa razionalizzazione, ormai molto diffusa, è conveniente quando i flussi

Itinerario turistico in cntina Torre Vento carrozze

Itinerario turistico in cntina Torre Vento carrozze

diventano consistenti ed è necessario organizzare il lavoro degli accompagnatori. In altri casi, di visite ancora scarse, causa inutili attese poco gradite a chi viaggia ed ha pochi giorni per vedere tanti luoghi meravigliosi. Una via di mezzo, presente nello Champagne già quarant’anni fa, è quella di creare un intrattenimento con video oppure piccoli assaggi, che riduca la noia dell’attesa nella zona di accoglienza.
In ogni caso, bisogna tenere presente che i visitatori arrivano dalla tarda mattinata in poi e soprattutto nel pomeriggio. I mesi di maggior afflusso sono quelli autunnali che si caratterizzano anche con la clientela più competente. In inverno i visitatori diventano rarissimi mentre iniziano di nuovo a crescere dopo Pasqua. La clientela italiana si concentra nei fine settimana e in agosto.

Torre Vento cena in cantina antipasti

Torre Vento cena in cantina antipasti

ILLUMINAZIONE
Nessuna cantina vuol assomigliare a un luogo “da film” anche perché sembrerebbe finta e fatta per i turisti, perdendo molto del suo fascino; l’illuminazione deve essere tuttavia studiata con cura per valorizzare la bellezza dei luoghi e attirare l’attenzione dei turisti su quello che vogliamo far loro notare. Per questo molte aziende hanno luci più forti, che consentono ai cantinieri di lavorare in sicurezza, e luci scenografiche più tenui e calde da accendere durante i wine tours. In entrambi i casi, scale e altri dislivelli in cui sarebbe facile inciampare vanno ben illuminati e segnalati con strisce. La propensione a inciampare è altissima nei turisti del vino perché spesso camminano facendo fotografie e “con il naso per aria”, prestando poca attenzione a dove mettono i piedi. Anche le luci di sicurezza e l’indicazione delle vie di fuga sono obbligatorie per salvaguardare chi lavora e soprattutto i turisti. Un piccolo problema riguarda gli interruttori perché gli accompagnatori difficilmente possono accendere e spegnere la luce al passaggio dei gruppi, è quindi opportuno predisporre timer oppure comandi a distanza per non avere un inutile spreco di energia.

Distinguere enologia e folclore fattoria-del-colle

Distinguere enologia e folclore fattoria-del-colle

PULIZIA, ODORI
Molte cantine estere e anche molte nuove cantine italiane hanno un carattere asettico, quasi ospedaliero. Uno stile lontano dalle tradizioni locali e dal legame con la natura che sono invece elementi di grande fascino per il vino. Se un eccesso di schematismo può essere controproducente, dall’altro lo sporco e il disordine sono altrettanto dequalificanti. Cantine con attrezzature enologiche vecchie e non pulite, pavimenti pieni di buche e macchie, ragnatele, oggetti lasciati in giro, così come la puzza di feccia …. sono elementi poco associabili a un vino di qualità. Soprattutto per gli anglosassoni l’igiene è indissolubilmente collegata all’idea di alimenti sani e sicuri. Per questo appare indispensabile porre la massima attenzione alla pulizia in ogni zona della cantina, compresi i bagni.

Forte Castiglion d'Orcia bottiglieria privata

Forte Castiglion d’Orcia bottiglieria privata

Soffermiamoci ancora un momento sulla pulizia per sottolineare che saponi e altri igienizzanti non devono contenere cloro perché potrebbero innescare un inquinamento che, per via aerea, attacca le botti e conferisce al vino il terribile odore di tappo TCA Tricloroanisolo. Sono ancora più pericolosi, per lo stesso motivo, vernici, sbiancanti e antitarlo. L’igienizzazione delle cantine deve quindi avvenire dopo aver letto con attenzione le schede dei prodotti da usare.
ENOLOGIA E FOLCLORE
Botti e tini, per quanto belli, si assomigliano tutti. Pur avendo dei tonneaux provenienti dalle migliori tonnellerie artigiane esistenti, io non ho mai pensato che questi fusti in rovere potessero attirare i turisti. In fondo sono botti come tutte le

Itinerario turistico in cantina Rebecca-Horn-in-Ornellaia

Itinerario in cantina Rebecca-Horn- Ornellaia

altre, soprattutto agli occhi di un turista che, nella vita, è notaio oppure chirurgo. Per questo motivo, le cantine hanno bisogno di qualche altra cosa per caratterizzarsi e arricchire gli ambienti. C’è chi, come Ornellaia, usa opere d’arte, o chi, come Dei, ha foderato la bottaia con i travertini più pregiati; con queste scelte, entrambe le aziende hanno inoltre raccontato parte del loro vissuto perché la cantina Frescobaldi di Bolgheri produce ogni anno, dal 2006, Vendemmia d’Artista, una piccolissima serie di bottiglie firmate da grandi artisti contemporanei mentre i Dei sono, oltre che produttori di Vino Nobile di Montepulciano, una delle più antiche e prestigiose aziende del travertino senese.
E’ importante quindi che gli elementi “di arredo” delle cantine siano parte della storia aziendale o personale dei produttori. Molto spesso vengono usati vecchi attrezzi contadini che, talvolta, sono così numerosi da formare una sorta di piccolo museo, come nella tenuta Bonzara del compianto Francesco Lambertini. La cosa

Bonzara Cantina e museo

Itinerario turistico in cantina Bonzara Cantina e museo

importante è la netta separazione fra l’enologia “storica” e l’enologia produttiva perché è frequente sentire turisti, soprattutto americani chiedere <<l’uva la pigiate ancora con i piedi?>> e la presenza di vecchi torchi a mano o di pompe di un secolo fa, non deve alimentare l’idea di cantine poco attrezzate e poco qualificate. Un’immagine simile sarebbe molto negativa agli occhi dei visitatori più competenti. Se infatti il “turista per caso” diffida dalla tecnologia, associandola a una manipolazione dannosa della natura, il vero wine lover mette in diretta correlazione la qualità del vino con la buona attrezzatura enologica. E’ bene quindi che gli arredi siano esposti in modo da non sembrare in uso.
ACCESSIBILITA’ PER I DISABILI
Una norma di civiltà, oltre che di legge, impone di rimuovere le barriere architettoniche per consentire l’accesso ai disabili motori almeno in una parte degli ambienti della cantina e di avere un bagno per disabili. Bisogna porre il massimo impegno nell’accogliere i più svantaggiati e trattarli come fossero gli ospiti più importanti. I visitatori che non possono camminare possono tuttavia ascoltare le stesse informazioni destinate ai normodotati, mentre più adattamenti richiede invece la visita in cantina dei ciechi e dei sordi. I primi devono toccare le cose per capirle mentre i sordi hanno bisogno di vedere la bocca della guida che quindi deve rimanere in posizione frontale. Per entrambi è indispensabile preparare delle spiegazioni brevi e chiare ma soprattutto enfatizzare il momento della degustazione. L’assaggio è invece da escludere per i turisti con disabilità mentali ai quali piacerà invece camminare nei vigneti ed essere a diretto contatto con la natura.

Infine non bisogna dimenticare che tutti, invecchiando, diventeremo disabili, con maggiori difficoltà a camminare e quindi qualche sedile lungo il percorso in cantina, oppure nei luoghi di sosta, potrebbe essere molto gradito.