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GLI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO 8

GLI INNOVATORI “DOLCI” CHE HANNO CAMBIATO IN MODO ELEGANTE: BEPI QUINTARELLI, LOUDOVICO ANTINORI, LIVIO E MARCO FELLUGA, AMPELIO BUCCI, GIULIO FERRARI E I LUNELLI

Giuseppe Quintarelli uva

Giuseppe Quintarelli uno degli innovatori del vino italiano

di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

 

Ci sono molti modi per cambiare le cose e affermare un’idea differente. C’è chi lo fa urlando la propria insofferenza e chi invece parla sottovoce ma è spinto avanti dalla fiducia nelle proprie idee, il coraggio di uscire dal coro e la tenacia di non fermarsi di fronte alle difficoltà ma di andare avanti raccogliendo sempre più seguaci.
Come vedete dall’importanza dei personaggi che descrivo in questo post, non c’è una graduatoria nella sequenza delle persone raccontate fra gli innovatori del vino italiano ma un ordine casuale dettato, qualche volta dall’affetto, ma più spesso dai nomi che mi vengono in mente pensando a specifici caratteri della loro personalità o della loro opera. Alcuni sono morti ma la maggior parte sono ancora fra noi e ci guidano con l’esempio e la visione. Vorrei che, leggendo queste note, mi suggeriste altri nomi perché io sono una produttrice che abita in un angolo della campagna toscana e non una giornalista che partecipa a eventi e press tour per cui conosco molti ma non conosco tutti i territori del vino con i loro personaggi e la loro storia. Ho bisogno del vostro aiuto per creare la rassegna dei 100 innovatori del vino italiano. Per favore mandatemi i vostri suggerimenti donatella@cinellicolombini.it

DENISE COSENTINO NUOVA ENOLOGA DI ORNELLAIA

LA NUOVA ENOLOGA DI ORNELLAIA DENISE COSENTINO 35 ANNI E’ UNA CELEBRITA’ IN CINA DOVE HA GUIDATO LE CANTNE DEL BANCHIERE TEDESCO HAUPTMAN E POI DEI ROTHSCHILD

Denise Cosentino Alessio Fortunato alla Fattoria del Colle nel 2019 con Carlo, Donatella Cinelli Colombini e Violante

Denise Cosentino Alessio Fortunato alla Fattoria del Colle nel 2019 con Carlo, Donatella Cinelli Colombini e Violante

di Donatella Cinelli Colombini #winedestination 

Vivo nel mondo del vino da decenni e ho incontrato ogni genere di persona: celebrità, palloni gonfiati arroganti o divertenti e grandi talenti. Denise Cosentino è un grande talento con la capacità di interpretare le sfide e un coraggio che la porta dove ci sono nuove frontiere.

LA FOLGORANTE CARRIERA DI UNA GIOVANE ENOLOGA CORAGGIOSA

Bruna, capelli lunghi, sguardo diretto in un volto dai lineamenti minuti, parla solo se ha qualcosa da dire e ha un carattere di ferro tipico di chi ha origini calabresi come lei. Denise Cosentino si è laureata in enologia e viticultura a Torino ed ha proseguito i suoi studi a Montpellier e a Bordeaux. Ha fatto vendemmie in molte delle zone TOP mondiali: Toscana, Paulliac e Rheinhessen. E’ arrivata nel gigante asiatico nel 2014 ed è stata la prima enologa donna italiana in Cina, lavorando nei distretti vincoli di Shaani e Ningxia dove ha anche partecipato al “Ningxia Winemakers Challenge. <<E’ stata un’esperienza indimenticabile>>ha detto alla fine e, anche se non ha vinto, << non capita tutti i giorni di ritrovarti un mezzo ad altri 47 enologi provenienti da tutte le parti del mondo>>.

Sassicaia, Ornellaia, Tignanello al top per Vivino

Quali sono i vini che interessano di più i wine lovers internazionali? Sono rossi e vengono dalla Toscana e dal veronese, lo dice Vivino

Sassicaia, Ornellaia, Tignanello

Sassicaia-Ornellaia-Tignanello

Di Donatella Cinelli Colombini

Vivino ha comunità di wine lovers pù grande del mondo: 17 milioni di utenti internazionali e in Italia ha un successo crescente (grazie a WineNews per questa segnalazione). Basta fotografare l’etichetta del vino con il telefonino per ottenere da Vivino il prezzo indicativo e l’opinione degli altri consumatori. Ovviamente il numero di ricerche non corrisponde alla presenza nel mercato di quella specifica etichetta e neanche alla sua qualità o al suo successo ma è comunque un riferimento di quello che interessa agli appassionati più giovani e più virtual. Insomma rivela il loro immaginario e i loro desideri.
Per quanto riguarda i vini italiani l’esame delle 25 etichette più cercate riguarda solo due aree: la Toscana e la provincia di Verona. La Toscana con 16 vini e la

Niccolò-Incisa-Tenuta-san-Guido-Sassicaia

Niccolò-Incisa-Tenuta-san-Guido-Sassicaia

Valpolicella con 7 insieme al Primitivo di Manduria Sessantanni delle cantine San Marzano e il Montepulciano d’Abruzzo Dal Tralcetto di Ciccio Zaccagnini .
Antinori fa il pieno con 5 referenze: Tignanello, Villa Antinori, Santa Cristina, Il Bruciato, e Marchese Antinori. Il marchese fiorentino riconferma la forza del suo brand in tutti i suoi prodotti, dalle bottiglie super premium a quelle più diffuse e meno care.

Bolgheri, il Bordeaux della Toscana, alla ricerca di identità

Igt, Bolgheri Doc, Sassicaia Doc, una gran confusione definita “il solito pasticcio all’italiana”che però ha dato vita ad alcuni dei migliori vini al mondo

Sara Mazzeschi

Viale dei cipressi, Bolgheri

Viale dei cipressi, Bolgheri

Sassicaia, Paleo, Super Tuscan , vini toscani per lo più della zona di Bolgheri, tra i più apprezzati ma allo stesso tempo ritenuti il tipico esempio del caos italiano perché vini da tavola dai costi esorbitanti. Questo è più o meno quello che il mondo sa su di loro ma non è proprio la verità! Molti di questi vini hanno ottenuto – faticosamente – la Denominazione di Origine Controllata e Bolgheri è da anni teatro di discussioni, modifiche al disciplinare, acquisizioni da parte di grandi investitori. Un’area in pieno fermento dove “identità” e “terroir” sono sentiti più che mai perché se da una parte sono punto di partenza per la produzione enologica, dall’altra non c’è ancora un’idea precisissima di dove sia la zona, pur conoscendo ed apprezzandone i vini.

Ornellaia, Montevertine e Falerno di Villa Matilde

Alla distilleria Nannoni pranzando con Ornellaia 2012 e Pergole Torte 2000, a Montefollonico con Fisar e Bruno Gambacorta gustando Falerno e Taurasi

Bruno Gambacorta Fisar Valdichiana Donatella Cinelli Colombini

Bruno Gambacorta Fisar Valdichiana Donatella Cinelli Colombini

Di Donatella Cinelli Colombini 

La vita dei produttori di vino è piena di momenti unici sempre all’insegna della prelibatezza: alcuni sono lussuosi e formali, altri sono più intimi, inaspettati e forse per quello più emozionanti. Per una come me, piena di allergie, a volte è un calvario. Mi vedo passare sotto il naso leccornie incredibili senza poterle toccare. In queste occasioni, invece è stato un vero godimento.
Venerdì 29 aprile Montefollonico, Valdichiana in Primavera 2016 organizzata per premiare Bruno Gambacorta, il mitico conduttore di EatParate. Sono invitata perché faccio parte dei premiati degli anni scorsi (2011), perché sono amica di Gambacorta da anni e perché la segretaria della Doc Orcia, Caterina

Priscilla Occhipinti serve Onellaia e Montevertine

Priscilla Occhipinti serve Onellaia e Montevertine

Festante, riceverà il taste vin di sommelier Fisar dopo aver superato l’esame finale del terzo corso. L’atmosfera è familiare e affettuosa come in tutti gli eventi che hanno Nicola Masiello – cuor di leone- come animatore. La cena è preparata da un “archichef” architetto cuoco Carlo Olivari con ricette napoletane in omaggio alla terra di origine di Gambacorta, ma la sorpresa sono i vini. Arrivano in tavola i migliori gioielli di Villa Matilde l’azienda che fece rivivere il Falerno, dopo un secolo di oblio, causato dalla fillossera. E’ la mia amica e Donna del Vino Maria Ida Avallone, elegante e raffinata come sempre, che ci conduce alla scoperta di questo antico vino lodato da Orazio e apprezzato alla corte imperiale romana. Ci serve un Falerno del Massico 2011 e un Taurasi 2010 da sogno, sbalorditivi per armonia e pienezza.

Itinerario turistico in cantina 2° parte

Qual’è la durata, perché la pulizia è importante come distinguere folclore e enologia. Tanti piccoli segreti del perfetto itinerario turistico in cantina 

Itinerario turistico in cantina Brolio la Cappella

Itinerario turistico in cantina Brolio la Cappella

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

DURATA E ORARI
A seconda della dimensione aziendale, l’ itinerario turistico in cantina  dura da 15 a 45 minuti e in certi casi ingloba anche piccoli musei e cappelle, come al Castello di Brolio in Chianti, oppure la rimessa delle carrozze, come a Torrevento nella DOCG Castel del Monte. Visite molto lunghe riducono il tempo da dedicare agli assaggi e allo shopping che, generalmente, concludono l’esperienza turistica.
Molto spesso le visite vengono organizzate in base a un calendario e ad un orario precisi. Questa razionalizzazione, ormai molto diffusa, è conveniente quando i flussi

Itinerario turistico in cntina Torre Vento carrozze

Itinerario turistico in cntina Torre Vento carrozze

diventano consistenti ed è necessario organizzare il lavoro degli accompagnatori. In altri casi, di visite ancora scarse, causa inutili attese poco gradite a chi viaggia ed ha pochi giorni per vedere tanti luoghi meravigliosi. Una via di mezzo, presente nello Champagne già quarant’anni fa, è quella di creare un intrattenimento con video oppure piccoli assaggi, che riduca la noia dell’attesa nella zona di accoglienza.
In ogni caso, bisogna tenere presente che i visitatori arrivano dalla tarda mattinata in poi e soprattutto nel pomeriggio. I mesi di maggior afflusso sono quelli autunnali che si caratterizzano anche con la clientela più competente. In inverno i visitatori diventano rarissimi mentre iniziano di nuovo a crescere dopo Pasqua. La clientela italiana si concentra nei fine settimana e in agosto.

Le cantina star del turismo del vino

Sono le cantine e i produttori italiani più famosi del mondo i luoghi dove ogni wine lover vorrebbe entrare e proprio per questo sono anche le più inaccessibili

Sassicaia

Sassicaia

Di Donatella Cinelli Colombini esperta in turismo del vino

Continuiamo la nostra panoramica sulle cantine italiane aperte al pubblico e parliamo dei luoghi cult, quelli che producono i vini da mito destinati alle tavole dei miliardari, degli attori famosi, delle rock star e dei wine lover  più esigenti. Non mi riferisco però ai produttori come Bruno Giacosa oppure Quintarelli che ottengono altissime  quotazioni nelle aste dei vini di lusso ma sono noti soprattutto ai collezionisti e grandi esperti di vino.

Mi riferisco a vini come Sassicaia, Gaja, Biondi Santi, Ornellaia …  Quando

Gaja

Gaja

Madonna è stata intervistata nel programma tv “Che tempo che fa”, il giornalista Fabio Fazio le ha offerto una bottiglia di Sassicaia, lei l’ha presa in mano e l’ha riconosciuta immediatamente. Questo è un vino da mito

I super tuscan e la loro vera storia

Nati 40 anni fa come reazione alla tradizione si basano sull’uso di vitigni francesi anche in blend con il Sangiovese e sulla maturazione in barriques.

Giacomo Tachis

Giacomo Tachis

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Tignanello Sassicaia, Ornellaia … i super tuscan  nascono in un momento difficile per il Chianti quasi come l’esplosione della voglia di rinnovamento e di internazionalità. Hanno un padre geniale, l’enologo Giacomo Tachis e un talent scout James Suckling il grande assaggiatore che, in quel momento, giudicava i vini italiani per Wine Spectator.

Tignanello-e-Antinori-e-Kemp

Tignanello-e-Antinori-e-Kemp

E’ il 1944 il Marchese Incisa pianta sui suoli argillosi di Bolgheri, le viti di Cabernet e Merlot da cui nascerà il più celebre dei supertuscan: Sassicaia. Nel 1968 arriva al suo fianco Tachis. Nel 1970 suo cugino Antinori aggiunge Cabernet nel suo Tignanello. Nel 1985 nasce Ornellaia e un anno dopo Masseto.
Sono queste le star che creano la moda dei vini da tavola toscani di alto livello con un prezzo e una clientela nettamente superiori rispetto ai vini DOC della stessa regione. Modaioli, apprezzati dalla critica e dai grandi collezionisti di tutto il mondo cominciano a imporsi some esempi di raffinatezza italiana al pari di Gucci, Ferragamo e Prada.  

Gucci insegna alle cantine come usare i social

Cosa può imparare il vino dalla moda? Aprite la pagina Facebook di Gucci – oltre 15 milioni di mi piace – e capirete cos’è uno storytelling per immagini

Gucci, dalla pagina Facebook

Gucci, dalla pagina Facebook

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Testi molto semplici in inglese, un post quasi tutti i giorni con splendide foto di borse, abiti, scarpe, cravatte, orologi, foulard … ma anche istantanee delle celebrità che sfoggiano abiti Gucci sul red carpet, piccole storie come quella della Principessa Grace e del disegno Gucci Flora oppure raccolta di fondi contro la violenza sulle donne e soprattutto tutti gli eventi Gucci ovunque nel mondo.
I mi piace sono in quantità mostruosa soprattutto sui video. Ne ho visti fino a 50.000 su un solo post. Annalisa Dimonte, di Gucci è intervenuta al quinto seminario sul marketing relazionale che si è tenuto alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige ampiamente illustrato nel blog Cronache di Gusto (8 novembre 2014). Ha spiegato con questa frase la strategia adottata da Gucci nei social << I clienti non sono

Antinori dalla pagina Facebook

Antinori dalla pagina Facebook

più materia astratta. Noi facciamo vivere a loro un’esperienza che li coinvolge direttamente, li facciamo partecipare in parte al processo di creazione del prodotto>>. In effetti l’attenzione e il numero dei “mi piace” su ogni post forniscono indicazioni utilissime al marketing Gucci. Poi ci sono i messaggi che in certi casi sfiorano il migliaio. Ha ragione la Dimonte c’è una community di fan emotivamente molto coinvolti che collaborano alla diffusione del brand e dei prodotti in tutto il mondo attraverso le condivisioni ….. gratis. Spettacolare!
Nello stesso convegno,  che ha avuto luogo l’autunno scorso, c’era MCC Management Consulting che ha anticipato qualche notizia sul database con i profili dei wine lover studiato con l’Università di Cambrige. I wine lovers sono il 4,5% dei frequentatori italiani dei social, maschi, con un’età fra i 19 e i 45 anni. L’algoritmo dovrebbe dare molti dati sulla personalità, le aspettative e gli stili di vita definendo 1.500 categorie.
Il problema è che le cantine italiane non hanno ancora gli strumenti per utilizzare questi dati.

<< Tutte queste informazioni sulla famiglia, il prodotto, il territorio, sempre le stesse, tutte uguali alla fine non sono altro che un rumore di fondo. Bisogna dire qualcos’altro>> ha ammonito Enrico Chiavacci, direttore marketing di Antinori parlando dei siti italiani del vino. 

I vini più cari del mondo nel 2014

500.000$ è il prezzo più alto pagato per una bottiglia di vino. Richembourg guida la classifica dei vini più cari ma la riscossa italiana è guidata da Sassicaia

Cabernet Sauvignon Screaming Eagle del 1992

Cabernet Sauvignon Screaming Eagle del 1992

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

In assoluto la bottiglia venduta al prezzo più alto è una sei litri di Cabernet Sauvignon Screaming Eagle del 1992 che fu battuta a un’asta benefica nel 2000 alla vertiginosa cifra di 500.000 Dollari.
Se invece andiamo a vedere la lista delle bottiglie più care normalmente in vendita troviamo al primo posto Richembourg Grand Cru Cote de Nuits del compianto Henri Jayer il mago del Pinot Noir. Jayer puntava sulla naturalezza per produrre Borgogna di straordinaria finezza e concentrazione, piccole produzioni da mito come questa. Il prezzo di 15.887 Dollari è quello medio più alto dichiarato dalle rivendite che fanno capo a Wine Searcher. Questo portale è la fonte più attendibile e accreditata a livello internazionale perché vi confluiscono i listini di 47.000 enoteche di tutto il mondo. Se dice che il prezzo medio di una specifica etichetta, è il più alto, possiamo essere certi che sia vero.
Sempre nella stessa lista con i 50 vini più cari scoviamo un Petrus con il prezzo massimo di 60.221$ e un Domaine de la Romanee Conti Montrachet a 59.565$. Due miti che ogni wine lover vorrebbe assaggiare almeno una volta nella vita, magari evitando proprio queste bottiglie inavvicinabili.

Le regole d’oro per investire in bottiglie pregiate

Bisogna decidere il budget e se le bottiglie sono una speculazione finanziaria oppure il sogno di un wine lover, in ogni caso ci vuole una bottiglieria.

 

Vini da investimento

Vini-da-investimento

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini 

La tattica da usare per i vini da investimento cambia in base alla disponibilità finanziaria. Se i soldi sono tanti e l’intenzione è quella di una speculazione finanziaria, i siti da consultare sono Liv-EX con le quotazioni delle 100 etichette più forti e costose del mondo e Wine-searcher per comprarle al miglior prezzo in qualunque parte del mondo. Il mio consiglio è di puntare su valori stabili magari scegliendo qualche brand italiano visto che gli chateaux francesi, nell’ultimo periodo, non hanno avuto la stessa remunerazione dei nostri. Segnalo Le Macchiole, di Bolgheri con un eccezionale livello qualitativo e Ornellaia, la cantina Frescobaldi che ha visto raddoppiare la quotazione dei suoi vini dal 2007 a oggi superando tutti anche nel successo nelle aste. Un successo così sfolgorante che le bottiglie dell’Ornellaia sono considerate un bene rifugio migliore dell’oro come ha ben illustrato Luciano Ferraro nel blog Di vini.

Quali sono i vini italiani più cari

Barolo Collina Rionda di Bruno Giacosa, Amarone Classico riserva di Giuseppe Quintarelli e Masseto ecco le bottiglie italiane più costose

Giacosa Collina Rionda, Barolo (etichetta scura)

Giacosa Collina Rionda, Barolo (etichetta scura)

Di Donatella Cinelli Colombini
E’ la classifica in cui tutti i produttori italiani vorrebbero vedere le loro bottiglie, quella che trasforma l’apprezzamento dei critici e del mercato in prezzi e fatturati aziendali, insomma nel premio economico di tante fatiche, rischi e passione che stanno dietro a ogni goccia di vino.
La lista arriva da Intravino che consiglia agli italiani di spendere in grandi bottiglie nostrane gli aumenti di stipendio promessi da Renzi. Forse i soldi non basterebbero ma certamente rendere felici quelli che decidessero per questa scelta. Si tratta infatti di bottiglie strepitose, forse anche migliori di vini esteri dal prezzo inabbordabile. Tutto parte dai dati di Winesearcher il portale che pesca i prezzi delle bottiglie da un data base di 44.439 negozi di tutto il mondo. La classifica dei vini italiani più cari è basata sul loro prezzo medio su diverse annate e sono senza tasse (la nostra IVA).
Ecco dunque la lista delle bottiglie italiane sfavillanti

Ornellaia Giacosa Quintarelli sono i vini più cari d’Italia

Wine searcher il sito sul vino più visitato del mondo con migliaia di articoli, 6 milioni di offerte ci propone la lista delle bottiglie italiane più ricche

tenuta-dell-ornellaia-ornellaia-vendemmia-d-artista-special-edition-bolgheri-superiore

tenuta-dell-ornellaia-ornellaia-vendemmia-d-artista-special-edition-bolgheri-superiore

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

La fonte è la più attendibile perché Wine Searcher lavora con 38.000 distributori di tutto il mondo e ha 10 milioni di pagine visitate ogni mese. Dunque se indica il prezzo medio di vendita di una bottiglia vuol dire che quello è realmente il prezzo medio a livello mondiale.

Vediamo quali sono le cantine di questi vini da milionari.
Primo Ornellaia dell’omonima tenuta toscana Vendemmia d’Artista Special Edition Bolgheri Superiore.

Si tratta di piccole serie di bottiglie di grandi formati realizzate da artisti prestigiosi quali Rebecca Horn, Michelangelo Pistoletto, Ghada Amer e Reza Farkhondeh. Quasi dei capolavori d’arte che prendono forme diverse nei double Magnum, Imperial e Salmanazar – 3 – 6 e 9 litri. Un mecenatismo enoico che ha riscosso un enorme successo specialmente nelle aste e che Wine Searcher quota 975$ con punte di quasi sette mila.

E’ Domaine Romanée Conti il re dei vini di lusso 2012

E’ la Wall Street del vino,  Liv-ex  il maggiore database mondiale dei vini di lusso. Nella classifica 2012 delle blue-chips 9 brand italiani: 6 toscani e 3 piemontesi

Romanée Conti

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Liv-ex ha sede a Londra ma scandaglia i mercati del vino di tutto il mondo per dare ai commercianti le informazioni più precise e tempestive sui prezzi ma anche una piattaforma commerciale e logistica. E’ nato nel 1999 e ha un sito che sembra quello di un grande agente di borsa. Impressionante! In alto sfilano le quotazioni delle bottiglie proprio come fossero le blue-chips di Wall Street: Lafite Rothschild 2000-12.000£, Fleur Petrus 2004-1150£ ….. bottiglie da milionari insieme a un Sassicaia 1998 venduto a 111 £ un prezzo che, in quel contesto sembra, la convenienza pura.

Ogni anno Liv-ex power 100 propone anche la classifica dei vino di lusso più importanti del mondo. Nel 2012 vince

Pondet Canet

Pondet Canet

Domaine Romanée Conti, seguito da Chateau Pondet Canet – Puillac, Chateau Pavie – Saint Emilion e Krug- Champagne.

Il primo degli italiani è il Masseto al 12° posto seguito da Sassicaia e Ornellaia, Conterno, Tua Rita, Tignanello e Solaia, Voezio e Gaja. In pratica molta Toscana (quasi una partita Frescobaldi-Antinori), un po’ di Piemonte e niente altro.
Fra le altre cose il sito contiene gli indici Liv-ex Fine wine 50 – il borsino delle Blue-Chips – calcolato giornalmente con le quotazioni dei 5 brand più importanti di Bordeaux nelle ultime 10 annate. E’ impressionate vedere l’impennata dei prezzi dell’inizio 2013. Poi c’è il Liv-ex Fine wine 100 ( il Nasdaq della situazione) ottenuto in base al valore dei 100 top brand del vino – soprattutto di Bordeaux ma anche della Borgogna, Rodano , Champagne e persino d’Italia.