
La Cina è vicina per il Brunello
Torna il nostro inviato dal mondo del vino: Violante Gardini alias Cinelli Colombini Jr. Ecco il racconto della missione dei produttori di Brunello in Cina
Arrivo a Beijing in pompa magna con l’Ambasciatore italiano che ci aspetta per dare il benvenuto ai produttori vinicoli italiani presenti alla prima edizione di Vin China, unica fiera cinese dedicata solo all’enologia.
Peccato che ad accoglierci c’é anche la tormenta e… all’uscita niente taxi. Noi giovani tentiamo di prendere la metro ma, siamo appena arrivati, senza mappa … e ci perdiamo.
Dopo mezz’ora il mio ombrello si piega in due. Io sono con Lucia di Tenuta Collosorbo e siamo disperate per il freddo, la pioggia, la distanza dall’albergo. Finalmente troviamo un taxi che ci porta in hotel ma io ero già raffreddata la bufera mi da il colpo di grazia.
Primo giorno di Vin China disastroso; praticamente la fiera è deserta a causa della nevicata che ha fatto chiudere persino gli aeroporti. Io e Lucia, donne avventurose arriviamo con un ape con il tettuccio ma praticamente aperto. Che freddo! Ma è l’unico mezzo di trasporto disponibile dato che la neve ha fatto quasi scomparire i taxi. L’unica cosa bella di questa avventura polare, è che noi giovani produttori di Brunello diventiamo una squadra unita: Lucia di Tenuta Colosorbo, Fabian e Bianca de La Magia, Alessandro del Poggione abbiamo i nostri spazi uno accanto all’altro e ci aiutiamo a vicenda. Usciamo anche tutti insieme la sera.
Esperienza chic in un ristorante italiano, guidati da Andrea, un amico di Lucia che lavora da Segue a Beijing. Non
immaginavo che la ristorazione italiana a Pechino fosse così lussuosa e che si mangiasse così bene! Mamma mia!
Arrivo a Hong Kong e, per fortuna, la mia tosse comincia a calare grazie alla montagna di medicine dei colleghi produttori, mi hanno letteralmente sommerso a Beijing.
Il problema è che sono totalmente senza voce e sono costretta a fare tre giorni di fiera quasi afona.
Hong Kong è bellissima, è il mio terzo viaggio qui e ogni volta mi piace di più. I tassisti parlano un pochino di inglese, strano vero? Qui erano sotto Sua Maestà la Regina d’Inghilterra non tutti sanno l’inglese.
La fiera è super organizzata. Anche la metro funziona alla grande.
In fiera trovo la mia Amica svedese Caroline Que con cui ho condiviso il Master OIV, lei lavora da un anno con un importatore ed è contenta. Trovo anche un’importatrice di vini francesi che ho conosciuto l’anno scorso a una cena del Consorzio del Brunello. Mi fa da mamma e per tre giorni mi porta le pasticche per la gola, la zuppa calda, il mango per le vitamine. Insomma mi sento proprio coccolata.
Una sera facciamo un’avventura culinaria al ristorante davanti al mercato del pesce: sporco, piccolo e pieno di cinesi ma con cibo favoloso. Mangiamo su una tovaglia di plastica ma il pesce è appena pescato nelle vasche del mercato. Che esperienza favolosa!
Con noi ci sono Cathay l’importatrice, suo marito e un produttore di Saint Emilion. Per fortuna il marito di Cathay ha i bicchieri di vetro dalla fiera e due bottiglie di vino. Un Bordeaux bianco e un mix delle 4 bottiglie di 4 annate diverse, usate per la degustazione di quel giorno. Mix divertente, a noi produttori italiani non sarebbe mai venuto in mente di fare una cosa del genere.
L’ultima sera noi giovani montalcinesi andiamo insieme a vedere il panorama di Hong Kong dal promontorio, poi mangiamo qualcosa e tutti a nanna. Il giorno dopo la carovana del vino parte per il Giappone.