BRUNELLO MA NON SOLO ANCHE I MIEI VINI DOC ORCIA, L’IGT IL DRAGO E LE 8 COLOMBE, IL ROSSO DI MONTALCINO E IL CHIANTI SUPERIORE PREMIATI CON PUNTEGGI SOPRA I 90/100
Ricevere rating sopra i 90 punti da parte dei maggiori giornali internazionali fa sempre piacere ma paradossalmente la felicità è maggiore quando il giudizio riguarda un vino diverso da quelli TOP perché significa che la cantina offre ai suoi clienti un livello di qualità molto alto su tutta la gamma. E’ insomma un segno di forza del brand e una conferma delle proprie scelte nei vigneti. Sono infatti le vigne il maggior impegno economico e organizzativo di ogni produttore piccolo ma con grandi ambizioni come me.
Qui vi mostro alcuni dei punteggi che mi hanno reso più felice negli ultimi mesi. Evidentemente anche i 94/100 sul mio Brunello Prime Donne 2018 (e i 93/100 sul Brunello) mi hanno riempito di orgoglio e sono grata a Monica Larnerper aver ben recensito il mio vino su Wine Advocate Robert Parker. Per inciso anche il Master Sommelier John Szabo e il giornalista canadese Michael Godel hanno dato 94 centesimi al mio Brunello 2018 su “Wine Align”.
Ma qui vorrei parlavi delle altre mie etichette recensite negli ultimi mesi
VINOUS 93+ AL CENERENTOLA DOC ORCIA E 92 ALL’IGT IL DRAGO E LE 8 COLOMBE
Cenerentola Doc Orcia 2018 ha anche ottenuto 91/100 nel Falstaff Trophy 2023.
Anche quest’anno a Zurigo con Wine Advocate – Robert Parker nella degustazione in cui sono ammessi solo i vini con giudizi superiori a 90/100.
Il viaggio comincia male con la cancellazione del volo Firenze-Zurigo (verrebbe da dire <<come sempre>>). Io e mio marito Carlo arriviamo in Svizzera in auto con Elisabetta Geppetti de “Le Pupille”, suo figlio Ettore meraviglioso driver e Lia Banville di Tolaini. 7 ore di viaggio in splendida compagnia.
SVIZZERA, PAESE DOVE LA CONCENTRAZIONE DI APPASSIONATI DI BRUNELLO E’ PIU’ ALTA
Per noi produttori di Brunello la Svizzera è un luogo speciale. La Federazione Elvetica è il più vecchio mercato di esportazione, quello con la percentuale maggiore di “Montalcino lovers” e infatti se incrociate le esportazioni con il numero degli abitanti scoprirete che è la nazione con il consumo pro capite di Brunello più alto nel mondo.
Per questo il Matter of Taste di Zurigo schiera un foltissimo numero di cantine ilcinesi quest’anno rinforzate dalla presenza di WineNews portale di statura internazionale ma con sede proprio a Montalcino.
Ci sono parole che segnano tendenze e caratterizzano autentiche svolte del modo del vino. Si tratta di termini relativi a sistemi produttivi, oppure caratteristiche del terroir, o più spesso gusti che vanno per la maggiore. Non sempre durano molto, anzi recentemente cambiano con una frequenza impressionante. Qualche anno fa era il termine “vulcanico” spesso associato a “mineralità” poi è arrivata la “freschezza” e con crescente importanza il “naturale”. Da un paio d’anni leggo sempre più spesso nelle descrizioni dei vini leggo la parola “purezza”. La usa Monica Larner del Wine Advocate – Robert Parker, spesso anche Eric Guido di Vinous e sempre con accessione positiva.
Francamente non ci avevo fatto caso ma qualche giorno fa, durante una cena organizzata da Angelo Gaja, il direttore di WineNews Alessandro Regoli, ha chiesto cosa pensava della purezza alla mia enologa Valerie Lavigne. A quel punto ho cominciato a rifletterci.
Il grande evento svizzero del Wine Advocate – Robert Parker è la prima grande festa delle super bottiglie – fine wine dopo due anni di Covid, finalmente!
La gioia di ritrovare amici produttori dopo due anni, la sensazione di essere sopravvissuti a una brutta avventura che ha comunque decimato i ranghi e guardando il tavolo di Pio Cesare, proprio dietro di noi, viene subito il ricordo di Pio Boffa ucciso dal Covid.
MATTER OF TASTE 2022 A ZURIGO DI ROBERT PARKER – WINE ADVOCATE
La sensazione generale è il sollievo: qualche capello bianco e qualche chilo in più ma una gran voglia di stare insieme e ripartire.
Matter of Taste di Robert Parker Wine Advocate avviene una settima prima di Vinitaly, in un clima da “liberi tutti” che anticipa la fine dell’epidemia Covid con un pizzico di rischio. Tutti siamo consapevoli di cosa significherebbe contagiarsi ora e c’è chi, come Alessandro Bindocci, cerca di contenere il pericolo indossando la mascherina tutto il giorno <<mia sorella è in dolce attesa e se devo stare in quarantena durante Vinitaly è una tragedia>>.
Robert Parket-Wine Advocate premia i nuovi Brunello di Donatella Cinelli Colombini con ottimi ratings e anche il Rosso di Montalcino con 90/100
Brunello-Prime-Donne-2017-Robert-Parker- 94/100
E’ sempre un grande piacere ricevere giudizi positivi sui propri vini e quando sono tanti è davvero una festa. Generalmente le cantine si accorgono della pubblicazione di un buon rating per l’arrivo degli ordini. In questo caso Violante Cinelli Colombini, responsabile del commerciale, ha ricevuto una consistente prenotazione dal Canada e poco dopo un’alta dagli USA, <<deve essere uscito un buon punteggio>> ha detto sorridendo. Poco dopo ha letto la bella notizia nel sito di Wine Advocate-Robert Parker: 95+ al Brunello Riserva 2016. 94/100 al Brunello 2017 “Prime Donne”. 93/100 al Brunello 2017 e un bel 90/100 al Rosso di Montalcino 2019. Questo è forse è il risultato più spettacolare perché riguarda un vino che non fa parte dell’olimpo enologico montalcinese bensì delle schiere più giovani e meno costose.
Tutti questi vini provengono dalla cantina di Donatella Cinelli Colombini a Montalcino Casato Prime Donne che dal 2018 è certificata BIO.
Vediamo uno per uno i giudizi e le descrizioni scritte dalla bravissima Monica Larner, editor per il vini italiani di Wine Advocate -Robert Parker e ottima giornalista dall’indole esplorativa.
95+ BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2016
Setoso e raffinato, mostra anche la potenza e l’intensità che caratterizzano il clima di questa classica annata. I tannini del vino, la freschezza, il sapore del frutto, ricco e armonico, fanno in modo che nessun elemento sovrasti l’altro. C’è una croccantezza o una tensione sul finale che sottolinea la qualità del Sangiovese di questa vendemmia.
Più donne nelle stanze dei bottoni del vino in USA e Asia. Wine Enthusiast nomina Jacqueline e Erika Strum fra i presidenti: la stampa del vino USA è più rosa
Nel caso del Wine Enthusiast la svolta in rosa è un processo profondo che dura da anni e ha visto focalizzare molti gli articoli sulle donne produttrici, sulle donne sommelier e il sostegno delle associazioni del vino al femminile. Anche la degustatrice del vino italiano, Kerin O’Keefe è una donna. Si tratta di un’intellettuale con un passato di studi di letteratura inglese e numerose pubblicazioni in cui ha avuto un ruolo pionieristico e trainante verso i vini fortemente rappresentativi del proprio territorio d’origine. Una scelta che oggi è largamente condivisa ma, vent’anni fa, richiedeva un grande coraggio e profonda conoscenza.
WINE ENTHUSIAST: DUE DONNE AL VERTICE
Jackie-Strum-Wine-Enthusiast
Proprio su queste donne talentuose e capaci di aprire nuove strade, punta Wine Enthusiast per rafforzare il suo ruolo nell’editoria specializzata. Anche se la rivista è la più nota fra le attività del Gruppo, Wine Enthusiast ha anche un’intensa presenza digitale, organizza eventi ed ha anche un dipartimento commerciale e un premio. La proprietà e il management è in mano ad Adam e Sybil Strum che ora si sono affiancati la generazione più giovane con la promozione di Erika Strum a Presidente di Wine Enthusiast Commerce e Jacqueline Strum a Presidente ed Editore di Wine Enthusiast Media. Il ringiovanimento dei vertici aziendali ha l’obiettivo di ampliare il settore digitale della Comunicazione che è cresciuto a due cifre portando a 4 milioni il numero dei lettori mensili di Wine Enthusiast. Un successo confermato dal +30% delle promozioni dei vini nell’ultimo anno. Jacqueline e Erika hanno una solida preparazione universitaria alle spalle e un’ottima capacità nello sviluppo di progetti digitali, il “mago del SEO” è Erika Strum fortissima nella strategia di ottimizzazione dei motori di ricerca, email marketing, UX e social media.
I commenti e i giudizi di Monica Larner per Robert Parker Wine Advocate premiano i due Brunello 2015 di Donatella Cinelli Colombini con 94 e 95 centesimi
Brunello 2015 Donatella Cinelli Colombini 94 e 95/100 da Robert Parker
94 centesimi per il Brunello e 95 per la selezione “Prime Donne” due splendidi giudizi e soprattutto due commenti che fotografano in modo perfetto i vini di Donatella Cinelli Colombini e le sue scelte stilistiche.
Monica Larner è super assaggiatrice dei vini italiani per Robert Parker – Wine Advocate, la pubblicazione enologica che, dal 1978, recensisce e giudica oltre 12.000 vini all’anno, valutando la migliore produzione mondiale e orientando i buyer più importanti. Dal 2013 Monica Larner è l’Italian reviewer e nel tempo si è distinta per una straordinaria capacità di talent scout individuando nuove tendenze e denominazioni emergenti. Le sue doti giornalistiche emergono negli articoli dove racconta eventi e personaggi con lucidità e profondità dando sempre un tocco personale.
Brunello 2015 Donatella Cinelli Colombini 95/100 da Robert Parker Wine Advocate
WINE ADVOCATE – ROBERT PARKER
Wine Advocate-Robert Parker, recentemente acquisita dal gruppo Michelin della celebre guida rossa dei ristoranti, è l’unica pubblicazione di critica enologica che non accetta pubblicità. Scelte etiche rigorose che sono condivise da tutti i collaboratori e che Monica Larner ha esteso ad altri ambiti come nel 2013 quando rifiutò di assaggiare i vini di un produttore che aveva scritto offese razziste contro una donna di colore.
Le parole di Monica Larner sui Brunelli 2015 di Donatella Cinelli Colombini sono un esempio di intelligenza giornalistica e grande capacità di assaggio.
Donatella Cinelli Colombini festeggia i rating ottenuti da Brunello, Doc Orcia, Igt Toscana, Passito e Vin Santo da parte di Robert Parker – Wine Advocate
I giudizi positivi fanno sempre piacere ma quando arrivano da Robert Parker fanno ancora più piacere perché le valutazioni in centesimi della rivista creata nel 1978 dall’avvocato di Baltimora, sono accettati come autorevoli in tutto il mondo e influenzano i monopoli canadesi così come i grandi buyer.
Per questo avere da Wine Advcate Robert Parker un giudizio sopra i 90/100 su sei vini in una stessa annata è una cosa entusiasmante e importantissima. Donatella Cinelli Colombini fa salti di gioia!
Fra i vini con punteggi stellari ci sono i due Brunello di Montalcino usciti quest’anno (annata 2014 e riserva 2013), il Vin Santo e il Passito che si accaparrano i voti più alti con grande gioia del marito di Donatella, Carlo Gardini, vero artefice di questi vini insieme alla cantiniera Barbara Magnani. Ma ci sono anche le due etichette principali della Fattoria del Colle: la Doc Orcia Cenerentola e l’IGT Toscana Il Drago e le 8 colombe.
Un risultato che premia il grande lavoro fatto nei vigneti, coltivati in modo biologico e molto manuale, ma anche la scelta di puntare su fusti in rovere di media e grande dimensione realizzati in piccoli laboratori artigiani. Vengono scelti ogni anno in 5 tonnellerie in base alle caratteristiche della vendemmia con un criterio tailor made – cucito su misura, quasi ottocentesco.
MONICA LARNER SCRIVE UN ARTICOLO SULLA DOC ORCIA PER WINE ADVOCATE ROBERT PARKER
L’occasione di far recensire i vini della Fattoria del Colle è arrivata quando Monica Larner, la bravissima Italian reviewer per Wine Advocate -Robert Parket ha ceduto all’insistenza di Donatella ed ha dedicato un articolo alla DOC Orcia. Un articolo che comincia con questa frase <<It may be Italy’s most beautiful wine territory>> forse il territorio del vino più bello d’Italia.
Quando Monica Larner chiese la documentazione per l’articolo la figlia di Donatella, Violante, si buttò <<mamma mandiamo anche gli altri vini della Fattoria del Colle, chiedi a Monica il favore di assaggiarli>> e, con grande buona volontà, Monica nonostante sia sommersa di lavoro, li ha assaggiati e recensiti tutti.
Wine Enthusiast con 95/100 e Robert Parker con 94/100 premiano il Brunello riserva 2013 di Donatella Cinelli Colombini e con 91/100 il Brunello annata 2014...
Zurigo è la città dei banchieri, del lusso non ostentato, la città europea dove il vino costa di più e dove sono andata fra le 255 cantine scelte da Wine Advocate.
Nella degustazione di Wine Advocate -Robert Parker lo squadrone italiano era il più numeroso con 53 cantine schierate sul perimetro esterno della sala. Moltissime con i produttori presenti personalmente. Noi di Montalcino siamo tredici, il 20% delle aziende italiane, un numero molto alto che indica la considerazione di cui gode il Brunellopresso la più importante rivista di vino del mondo.
Matter of Taste – fine wine experience
La Matter of Taste – fine wine experience riunisce 600 vini eccellenti di tutto il mondo scelti fra quelli che hanno ottenuto più di 90 centesimi da parte di Robert Parker-Wine Advocate. Nell’assaggio c’è l’imbarazzo della scelta. Il sabato mi concentro sulle bottiglie spagnole che trovo troppo cariche di legno anche se, a loro dire, questa impronta muscolare li aiuta a vendere. Mi affascina l’immenso potenziale qualitativo di portoghesi e cileni e rimango folgorata dal vino Eolo, ottenuto da un vigneto piantato nel 1912 nell’azienda Trivento. Domenica dedicata agli assaggi di Sud Africa (dove assaporo un ottimo De Toren 2010) che conosco molto bene per i miei sei viaggi infruttuosi alla ricerca di un partner per creare una cantina. Assaggio una decina di vini bordolesi rimanendo impressionata dall’impronta del legno che, sebbene ben fuso, li predispone a diventare “vin de garde” che rimarranno anni e anni nelle cantine degli investitori. Mi ritempro nello Champagne e scopro un’autentica chicca dove la freschezza bilancia uno stile ossidativo: si chiama Femme (nome che me la rende oltremodo simpatica) ed è di Duval LeRoy.
Zurigo-tramonto-23-febbraio-2019
Mi intriga trovare bottiglie di cui ho scritto nel blog, come l’argentina Catena Zapata Malbec con la sua etichetta piena di scheletri e donne nude. E’ come incontrare vecchi amici. Poi ci sono gli amici in carne ossa, come Elena Fucci con suo marito Andrea, Paolo Bianchini che mi racconta come è riuscito a portare Zanardi a Benvenuto Brunello, Tamara Maccherini che ora lavora da Regaleali
I degustatori di Wine Advocate- Robert Parker
Molti degli assaggiatori di Wine Advocate-Robert Parker sono presenti, compresa la gran capo Lisa Perrotti-Brown Master of Wine che ha la responsabilità di Bordeaux e Napa. Ci sono Monica Larner, che assaggia i vini italiani, Stephan Reinhardt, recensore per Svizzera, Champagne, Loire, Germania, Alsazia e Austria, e William Kelley, degustatore per la Borgogna.
Guidano masterclass stellari. Colpisce l’età molto giovane di molti di loro: Reinhart con i suoi capelli completamente bianchi ha un bel viso che lo fa assomigliare un attore o un modello, Kelly ha l’aspetto di un teenager e viene descritto da Monica Larner come un genio dalla memoria prodigiosa perché riesce a citare senza esitazione le verticali di tutte le cantine.
Due città meravigliose in 5 giorni per due eventi memorabili le degustazioni di Millésima dei vini italiani e la celebrazione dei 40 anni di Wine Advocate
Parigi è ancora più bella e molto più assediata dal traffico rispetto a come la ricordavo. E’ insolitamente caldo ma c’è poco tempo di fare i turisti, giusto una passeggiata fino al Louvre e a Notre Dame con piccolo shopping di antiquariato (una maiolica popolare settecentesca). Che città meravigliosa! E’ la moda in formato urbano. L’evento di Millésima è in pieno centro in un palazzo impreziosito da stucchi e ringhiere in ferro battuto costruito nell’Ottocento per formare gli artigiani d’arte. L’organizzazione di Millésima è impeccabile: dal modo con cui sono vestiti i tavoli, alle brochure e al servizio per ordinare i vino è tutto perfetto, elegante e efficiente. Millésima è il top e si vede anche da questo. E’ il leader della vendita di grandi vini francesi e ora sta assumendo lo
stesso ruolo a livello mondiale. Attualmente il suo business è principalmente di grandi Bordeaux e Borgogna ma il suo portafoglio contiene il fior fiore delle cantine italiane con un business che cresce ogni anno. Colpisce il livello della loro clientela ricchissima e competentissima. Sanno assaggiare e non si meravigliano della qualità delle nostre bottiglie ma, anzi, sono a caccia di vini eccellenti a prezzi nettamente inferiori a quelli francesi. Noi siamo fra il Brunello di Poggio di Sotto quello di Altesino e i vini de Le Macchiole e Tua Rita. I nostri Brunellopiacciono e i clienti ce lo dicono esplicitamente <<ces vins sont fantastiques, ils sont élégants>>. Alla fine della serata Champagne e Château d’Yquem con l’annuncio che gli acquisti della serata hanno superato ogni attesa.
Addio formato dispensa in fogli giallini, Wine Advocate prende la forma di una rivista in quadricromia e la Guida Michelin compra il 40% della proprietà
Sarà l’abitudine ma il nuovo stile grafico mi piace meno. Anzi direi proprio che mi dispiace non avere più tra le mani quei fascicoli spartani di fogli giallo chiaro che ispiravano autorevolezza al primo colpo d’occhio. Sembravano incartamenti ufficiali tipo quelli dei funzionari pubblici o dei politici americani che si vedono nei film. Il rimando all’attività forense del fondatore era più che evidente, infatti Robert Parker era un avvocato appassionato di vini che nell’agosto 1978 decise di pubblicare i suoi giudizi sulle bottiglie scrivendoli nella forma che era propria della sua professione. Ogni numero aveva i buchi per consentirne l’archiviazione, senza foto e con righe orizzontali a dividere un vino dall’altro dando all’insieme un carattere ordinato e molto autorevole. Grazie all’assoluta indipendenza delle sue valutazioni e al punteggio in centesimi che rendeva semplice la comprensione del giudizio, il notiziario di Robert Parker ebbe rapidamente un successo mondiale diventando il più influente organo di informazione enologica del mondo. Con l’aumento dei vini da giudicare Robert Parker si è affiancato un ristretto gruppo di collaboratori fra cui, per l’Italia, la bravissima Monica Larner. Nel 2012 Parker
Wine Advocate Brunello Prime Donne 2012
ha venduto la maggioranza diWine Advocate a un gruppo cinese e il capo redattore è diventata ma Master of Wine Lisa Perrotti Brown Una decisione che suscitò molte polemiche soprattutto fra i giornalisti del vino inglesi da sempre critici verso Parker e la sua influenza sul mercato. Il potere del celebre avvocato sui buyer aveva finito per orientare verso il suo gusto – potenza, estratti, legno- tutti i vini del mondo. L’ultima notizia è di pochi giorni fa e indica un nuovo cambiamento. Il 40% del Wine Advocate è stato acquistato dalla Guida Michelin.
Zona vesuviana come in California: gli incendi minacciano le vigne. In Sicilia, Campania e Lazio colpevoli ritardi nella prevenzione e negli accordi coi Vigili del Fuoco
Gli incendi dolosi, la debole opera di prevenzione contro il fuoco sono vergogne italiane che mettono a rischio anche le terre del vino. Specialmente dalla zona vesuviana la paura è stata grandissima: Villa Dora, Cantine Scala, Sorrentino Vini, Donna Grazia Vini del Vesuvio, Cantine Astroni e Terredora sono azienda dove le Donne del Vino si uniscono in un solo appello alle istituzioni <<difendete i boschi e non mettete a rischio le nostre vite, le nostre case e i nostri vigneti>>.
Intanto lasituazione è gravissima ed è bruciata, in un mese, le stessa superficie che è andata a fuoco in tutto il 2016. Anche a pochi chilometri da me, a Montisi frazione di Montalcino, ieri è bruciato un oliveto a ridosso delle case.
Incendi-domenica 16 luglio a Montisi Montalcino
Dalla metà di giugno alla metà di luglio, sono morti due agricoltori in Calabria e 26.024 ettari di bosco sono andati in fumo. L’elenco delle regioni colpite mette al primo posto la Sicilia con 13.052 ettari, seguita da Calabria con 5.826, Campania con 2.461 e Lazio con 1.635. Le ultime due regioni non hanno ancora approvato il Piano Aib 2017 (Piano antincendio boschivo) con le norme di prevenzione, lavoro a terra, gli accordi con i Vigili del fuoco e la Protezione civile. Anche la Sicilia è fortemente in ritardo e non ha ancora stipulato la convenzione con i Vigili del fuoco. Un ritardo colpevole che costa caro alle popolazioni e aggrava ancora la pessima immagine delle amministrazioni locali.
I territori vulcanici sono conosciuti da millenni per la loro vocazione viticola ma con il global warming sono quasi la terra promessa per i grandi vini
Il master sommelier canadese John Szabo ha recentemente pubblicato un saggio intitolato Volcanic Wines: Salt, Grit and Power. Questo insieme al forum sui vini vulcanici, che si svolge ogni anno a Soave, hanno letteralmente acceso i riflettori su una nuova categoria, che pur nella sua disomogeneità, ha caratteri propri legati al suolo. I vini vulcanici rispecchiano un nuovo approccio non legato al vitigno, qualcosa di molto intrigante. John Szabo è stato il primo Master Sommelier canadese nel 2004 e ha una capacità di assaggio impressionante. L’ho incontrato una sola volta a Toronto e sono rimasta impressionata dal suo talento. Nel suo libro Szabo individua 8 aree di vini vulcanici:
vini-dei-vulcani-Graci
il nord est della costa del Pacifico, il Nord della California, le isole africane dell’Atlantico, il Cile, l’Alsazia e la Germania, l’Italia, Santorini e l’Ungheria.
Nasce dunque una nuova categoria che non lascia nessuno indifferente. Le parole di Monica Larner intervistata da Luciano Ferraro del Corriere della Sera –DiVini appaiono esplicite << Per la Basilicata ho un particolare amore, il Vulture e il suo Aglianico mi affascinano. Punto sul Nerello Mascalese dell’Etna, dove vado spesso>>.
I vini dell’Etna e del Vulture sembrano dunque la nuova tendenza. Sul vulcano siciliano si assiste a una vera corsa ad accaparrarsi i terreni più pregiati con vigneti in produzione e da piantare. Di recente hanno investito Tasca d’Almerita che ha comprando cinque ettari a vigneto mentre altri 10 ettari acquisiti dal produttore di Barolo Davide Rosso. Anche Donnafugata ha un piede sull’Etna nel versante Nord a 750 metri sul mare, tutti in zona Doc per la produzione di Nerello Mascalese (13 ettari) e di Carricante (2 ettari).
Leggo nella pagina Facebook di Monica Larnerun post che mi incuriosisce <<Alberto Aiello @graci_etna is smiling as news broke this morning that he entered into a joint venture with Angelo Gaja on #Etna. #etnawines#angelogaja #graci #italianwine #sicilianwine #gaja>> La cosa mi fa alzare le antenne: joint venture con Angelo Gaja? Ma guarda guarda!!!!! Comincio a esplorare e trovo le foto del bravissimo blogger Francesco Saverio Russo su eventi, degustazioni, pranzi (Ciccio Sultano lo ha esaltato) e cantine siciliane ma soprattutto 29 scatti di quella Graci sull’Etna. Mi chiedo: ma che succede?
Graci-Gaja-alleanza-sull’Etna-Cantina-Graci
L’arcano viene svelato poche ore dopo da Cronache di Gusto <<Angelo Gaja punta sulla Sicilia e scommette sull’Etna. E lo fa acquistando vigneti assieme ad Alberto Graci, uno dei vignaioli più accreditati e talentuosi della Sicilia>>. Per la prima volta nella sua vita il mio amico Angelo si mette in società con qualcun altro al 50% e lo fa con una famiglia radicata nella zona, stimata e fortemente orientata all’eccellenza qualitativa del vino. Il piano è quello di coltivare 21 ettari di cui una quindicina già vitati a Nerello Mascalese nella contrada di Biancavilla, poi costruiranno una nuova cantina.
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