
Ascoltare il mercato o le guide? Il dubbio dei produttori
Se fino a 5 anni fa un 90/100 del Wine Advocate oppure del Wine Spectator apriva il mercato ora cresce l’influenza del web e il desiderio di vini diversi
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Il tema è <<Chi compra il vino e chi sono gli “influencers”>>. Un tema importante e da sempre al centro dell’attenzione dei produttori di vino. Ma anche un tema che ha risposte diverse, anzi molto diverse rispetto a 5 anni fa. Nel Wine Industry Financial Symposium, che ha avuto luogo il 23 settembre scorso a Napa Valley in California, uno dei principali relatori era John Gillespie capo del Wine Market Council e Ceo di Wine Opinion. Nella sua relazione ottimamente riassunta da WineNews in un articolo dal titolo esplicito <<Usa: il consiglio di un amico meglio di Parker>>, Gillespie ha portato i risultati di un recente sondaggio che dimostra come l’appassionato di vino USA si fa guidare volentieri dagli amici più esperti oppure dai sommelier dei ristoranti e delle enoteche mentre è quasi impermeabile alle recensioni della stampa specializzata la cui influenza proviene in ordine decrescente da Wine Spectator, Wine Enthusiast e Wine Advocate.
Questi dati non devono tuttavia far dimenticare che gli “amici esperti di vino” e i sommelier sono a loro volta influenzati
dai grandi guru del vino. Tradizionalmente Wine Advocate orienta sull’acquisto delle bottiglie da sogno, quelle a moltissimi zeri. Wine Spectator e Wine Enthusiast influenzano i consumatori evoluti i cultori delle buone bottiglie. Tanzer International Wine Cellar offre punti di riferimento per il mercato – sommelier e buyer.
Questo è il quadro che per anni ha influenzato le vendite del vino in USA e nel resto del mondo oltre a spingere i produttori a conformarsi allo stile apprezzato dagli assaggiatori delle riviste più importanti – la così detta parkerizzazione- con vini fruttati, potenti e concentrati. Oggi sono arrivati due elementi rivoluzionari: il web e i consumi di una generazione di millenials che ama vini con caratteri identitari e diversi all’opposto del gusto omologato dominante fino a pochi anni fa. Ecco che infatti Roger Gentile, uno dei maggiori esperti e commercianti di vino USA, intervistato da Elisabetta Tosi le ha detto <<Parker funziona se uno ha più di 45 anni, o giù di lì. Se sei più giovane, quelli che contano sono i media elettronici>>.
Cresce dunque l’importanza di repertori come CellarTracker dove ogni consumatore può esprimere il suo giudizio anche senza una grande competenza, ma soprattutto dei wine blogger che sempre di più e con maggior autorevolezza degustano e dicono la loro opinione. E’ il caso, ad esempio di Barolista un grande appassionato svedese che compra grandi bottiglie, le assaggia e pubblica i suoi punteggi. Dopo una recente degustazione di Brunello, dove il mio Prime Donne 2001 era stato molto apprezzato, gli ho scritto un ringraziamento e lui mi ha risposto dicendomi dove aveva comprato la mia bottiglia e quanto l’aveva pagata per poi compiacersi di aver fatto un ottimo affare. Probabilmente sono proprio questi assaggiatori indipendenti e molto esperti, che giocano con il vino una caccia al tesoro mondiale, cercando novità e ottime bottiglie, che influenzeranno il mercato nel futuro. Creando anche una nuova moda simile a ciò che è successo con l’abbigliamento dove la donna “griffata” dalla testa ai piedi passa per una provinciale perché chi è figo sa mescolare le cose del mercato con quelle della boutique in modo da esaltare il proprio personaggio.