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L’arte del sushi e la sua versione toscana

Marzia e Donatella alle prese con il sushi piatto simbolo della cucina giapponese: piccole curiosità e la ricetta per farlo a casa con verdure  

suchi toscano

suchi toscano

Marzia Morganti MarteComunicazione
Eccoci alla scuola di cucina Cordon Bleu di Firenze per assistere alla preparazione del sushi toscano preparato dallo chef Davide Bonucci. Un’idea semplice ma efficace, che richiama il sushi giapponese nella forma e nell’utilizzo della stuoia ma con ingredienti tutti casalinghi.
Ecco il procedimento: basta prendere qualche foglia di insalata o di cavolo verza, quelle esterne più grandi che spesso buttate via, le sbollentate in acqua calda e le raffreddate perché mantengano un colore bello brillante. Fate un purè saporito con patate lesse.

sushi toscano fase preparazione

sushi toscano fase preparazione

Stendete la stuoia giapponese per maki – roll, disponetevi sopra del prosciutto cotto oppure della mortadella, il purè e le verdure (cetrioli, sedano, carote e zucchine) tagliate a bastoncini. Qui arriva il difficile ovvero arrotolare delicatamente il sushi dandogli la caratteristica forma circolare. Il gioco è fatto!

Di Donatella Cinelli Colombini
Volete sapere la storia e il mito del Sushi?
Ecco a voi L’arte del Sushi a cura di Stefania Viti (Gribaudo IF Idee editoriali Feltrinelli srl pp164 € 12,90). Chi vuole davvero capire cos’è il piatto simbolo della cucina giapponese ha bisogno di questo libro. 

La magia del caviale di Aceto Balsamico

Un tocco di raffinata fantasia nei vostri drink estivi: gocce di Aceto Balsamico di Modena IGP che sembrano caviale e il gazpacho di agrumi 

Gazpacho di agrumi con perle di caviale Cordon Bleu con ABM-IGP

Gazpacho di agrumi con perle di caviale Cordon Bleu con ABM-IGP

Di Marzia Morganti Martecomunicazione 

Ho battezzato queste magiche sferette “caviale Cordon Bleu” dal nome della scuola di cucina in cui le ho imparate. Sembrano una decorazione stellare e invece sono semplicissime. Prima di tutto mettete in freezer mezzo litro di olio di semi per qualche ora. Portate ad ebollizione e lasciate raffreddare l’Aceto Balsamico con l’agar-agar.  L’agar agar  è un polisaccaride usato come gelificante naturale e ricavato da alghe rosse. Viene impiegato nella

perle di caviale con ABM IGP su salsa di pomodoro

perle-di-caviale-con-ABM-IGP-su-salsa-di-pomodoro

preparazione di gelatine per dessert e aspic, poiché ha la proprietà di non alterarne il sapore naturale. A Firenze si trova da Bizzarri “speziale dal 1842” un negozio che sembra un supermercato di Harry Potter o un luogo di perdizione per streghe, maghi e alchimisti.

Ma torniamo alla nostra magia: con una siringa prelevate l’Aceto Balsamico e fate cadere piccole gocce nell’olio molto freddo: si noterà la formazione di piccole sfere, raccogliete il ‘caviale del Cordon Bleu’ con un colino e conservate per le decorazioni di aperitivi, tartine e piatti estivi.

#ioleggoletichetta e sono contro i taroccatori

Mentre il grande Vittorio Zucconi parla di cibi e vini come miniere di diamanti viene tolta l’ origine dalle etichette e il made in Italy taroccato vola

vergassola_zucconi

vergassola_zucconi

Di Marzia Morganti #martecomunicazione
Sentire parlare di enogastronomia, di parmigiano e aceto, di prosciutto e Asiago come fossero miniere di diamanti da Vittorio Zucconi mi ha fatto capire che Expo ha fatto centro, sarà costato anche tanti miliardi e sarà diverso da come ognuno di noi se lo poteva immaginare, ma un risultato lo ha generato: adesso anche i grandi

Radio Capital

Radio Capital

opinionisti parlano di cibo. Vittorio Zucconi è un giornalista con un curriculum da far tremare i polsi a chiunque, tra le tante sua l’inchiesta sugli aerei C130 che fece dimettere il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, insignito dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’ Ordine_al_merito_della_Repubblica_Italiana, figlio d’arte, suo padre è stato direttore della Domenica del Corriere e del Giorno, già in giovane età divenne direttore del giornalino del Liceo Parini che frequentava a MIlano. E’ il caso di dire buon sangue non mente e il buon dì si vede dal mattino.

Avete mai ascoltato un concerto suonato dalle piante?

Sorprendente ma vero le piante suonano e addirittura cambiano la loro melodia a seconda di cosa succede intorno a loro

Sting

Sting

Visto per voi da Marzia Morganti martecomunicazione

Anche Sting, nome d’arte di Gordon Matthew Thomas Sumner, cantautore, polistrumentista, attore e filantropo britannico è convinto che è giusto curare la terra, non depredarla. Principio che anima Expo 2015 con il suo titolo ‘Nutrire il pianeta’ ovvero nutrire l’umanità rispettando la terra su cui viviamo e da cui dobbiamo attingere. Ed il grande artista con casa in Toscana, a Figline Valdarno, dove produce vino biodinamico, olio, miele e salumi di cinta, è stato affascinato dalla ‘Musica delle Piante’ e vorrà testarne l’utilizzo per coltivare i campi.

Ad Expo nel Padiglione di Cascina Triulza, ho scoperto che le piante emettono dei

cascina-triulza-Expo

cascina-triulza-Expo

suoni tanto da poter eseguire una sorta di concerto. La Musica delle Piante rappresenta un incontro straordinario di tecnologia e sensibilità ed è il risultato di oltre 40 anni di ricerca di Damanhur, sull’intelligenza del mondo vegetale. E’ stata presentata a livello internazionale, compreso il prestigioso Chelsea Flower Show di Londra, dove ha ricevuto una Medaglia di Bronzo.

Gian Antonio Stella La casta e il vino

Il giornalista che ha sconvolto l’Italia denunciando il malaffare politico-amministrativo ci rivela all’Expo come il cibo e il potere vadano a braccetto

Marzia Morganti e Gian Antonio Stella

Marzia Morganti e Gian Antonio Stella

Di Marzia Morganti Martecomunicazione per Donatella Cinelli Colombini
Garibaldi era astemio, il suo piatto preferito era pane e pecorino, accompagnato quando era stagione, da una manciata di fave fresche. Gradiva molto anche il baccalà e lo stoccafisso il Conte Camillo Benso di Cavour un gran buongustaio. L’ho scoperto frequentando Expo dove il tema portante è ‘nutrire il pianeta’ e il Corriere della Sera ha organizzato un incontro con Gian Antonio Stella. E’ un mito! Simpatico e schietto senza mai cadute di stile, un vero signore del giornalismo italiano. Il suo libro più famoso, La Casta, scritto a quattro mani con Sergio Rizzo, ha venduto 1.300.000 copie e ha stampato ben 24 edizioni ed ha contribuito in modo sostanziale a diffondere la

Cena ufficiale

Cena ufficiale

coscienza critica sugli abusi della politica e dell’amministrazione pubblica. Lo abbiamo incontrato in una veste diversa, come esperto di storia della gastronomia, ci voleva Expo! Ha esordito offrendo un caffè a tutti i presenti, <<sì perché il caffè del Corriere è meglio di quello di Repubblica!>> Poi ha iniziato il percorso ‘La tavola e il potere’, con auditori d’eccezione: Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole e Dario Nardella, Sindaco di Firenze. <<Tutto ciò che viene mangiato è oggetto di potere>>, partendo da questa metafora ha analizzato il potere attraverso una lente rivelatrice: quella del rapporto dei potenti e il potere che spesso proprio attraverso i modi di assumere il cibo si autocelebrano come tali.

Cuochi si nasce, ambasciatori di diventa

Sogno, passione e determinazione, 3 storie di giovani chef italiani di successo: Tommaso Gonfiantini, Lorenzo Belli, Alessandro Taddei

Lorenzo Belli

Lorenzo Belli

Di Elena Mazzuoli di MarteComunicazione 

Cuochi si nasce, non c’è che dire! In un Paese come il nostro, con una tradizione gastronomica così ricca e variegata non si può che avere innata la passione per la cucina. Chiunque di noi da piccolo si incantava a guardare la nonna impastare, affettare, rosolare e mescolare. Ma da qui a renderla una vera e propria professione la strada è lunga.
Tommaso Gonfiantini, italiano d’origine indonesiano d’adozione, ci ha raccontato che la curiosità per la cucina, dopo i primi passi mossi nei ristoranti, diventa un vero e proprio amore travolgente che richiedere però determinazione e sacrificio. Un po’ di fortuna poi non guasta mai, l’idea del nuovo concept di ristorante-bar-shop che lo vede impegnato adesso a JaKarta nasce da un’incontro fortunato con una ragazza per le strade di Manhattan. “Non mi sento un ambasciatore delle cucina italiana, mi trovo a contatto con persone di nazionalità sempre diversa e gli indonesiani hanno una cultura completamente diversa dalla nostra. Preferisco dire che le solide basi che mi sono costruito lavorando in Italia, mi sono poi servite per aprirmi ed imparare ogni altro tipo di cucina, non metto il ketchup sulla pasta ovviamente ma voglio soddisfare la voglia di sperimentare cose nuove dei miei clienti offrendo una cucina internazionale”.

Master of Wine e la Toscana del vino mostra i muscoli

Share and enjoy – Elena Mazzuoli della MarteComunicazione ci fa conoscere alcuni dei più giovani partecipanti al Symposium dei Master of Wine

Master of wine dinner a Palazzo Corsini

Master of wine dinner a Palazzo Corsini

L’8° Symposio dei Master of Wine, che si è svolto a Firenze dal 15 al 18 maggio, è il più grande mai realizzato con 400 partecipanti. Fortemente voluto dall’Istituto Grandi Marchi e da Piero Antinori che ha visto in questo evento un’enorme opportunità per il vino italiano e soprattutto toscano, è andato oltre ogni previsione diventando l’appuntamento  enologico più importante dell’anno e una vetrina come nessun altra prima. Insomma il vino italiano ha mostrato i muscoli e la bellezza. 

L’Institute of Master of Wine è stato fondato a Londra nel 1955 su un primo nucleo nato due anni prima e include 366 importatori, commercianti, giornalisti, sommelier, enologi e persino vignaioli di 24 differenti nazionalità.

Leonardo Benucci e Gabriele Gorelli

Leonardo Benucci e Gabriele Gorelli

Al Symposium di Firenze avevamo una nostra inviata di eccezione: Elena.
Visto per voi da Elena Mazzuoli – MarteComunicazione
Identità, innovazione, immaginazione ma anche voglia di incontrarsi e imparare dalle esperienze altrui uniti dall’amore per il grande vino. La condivisione è sicuramente una priorità per l’Institute of Master of Wine che nel Symposium di Firenze si manifestava nei gruppi sempre diversi per ogni cena o visita “Share and Enjoy” quasi una filosofia di vita e un metodo per approcciarsi agli altri dimenticando le barriere gerarchie.
Avere l’opportunità di parlare con chi abita in Paesi lontani porta sempre un grande arricchimento. Io, giovane comunicatrice di vino, oltre ad ascoltare i più autorevoli protagonisti del settore, mi sono concentrata sui miei coetanei, che da tutto il mondo sono venuti al Symposio . Non erano tanti ma ciò che li accomunava era la profonda passione per il vino e la voglia di mettersi alla prova in un contesto stimolante e amichevole allo stesso tempo.

Welcome to the Master of Wine party

Ecco per intero, nella versione integrale, gli articoli di Elena Mazzuoli – MarteComunicazione sul Symposium di Firenze dei Master of Wine

Marte-Comunicazione-Elena Mazzuoli e Marzia Morganti Tempestini

Marte-Comunicazione-Elena Mazzuoli e Marzia Morganti Tempestini

Visto per voi da Elena Mazzuoli
Avere l’opportunità di parlare con chi abita dall’altra parte del mondo porta sempre un grande arricchimento. Per me, giovane appassionata di vino, oltre ad ascoltare i più autorevoli protagonisti del settore, è stato interessante interagire con i partecipanti.
In particolare il racconto di un ragazzo cinese che parlando della sua storia mi ha fatto capire molto del mercato del vino nel suo paese. Con un grande rammarico mi confessa che per lui il suo amore per il vino è una battaglia da combattere ogni giorno.
Il mercato cinese da pochi anni interessato al vino, si dimostra ostile. A confermare questa chiusura è la rabbia dei genitori di Xing Wei che non sono felici del suo percorso intrapreso studiando per il WSET. Quando poi gli chiedo cosa deve fare l’Italia per trasmettere la propria cultura del vino Xing mi risponde che la cosa più importante è entrare in contatto diretto con il potenziale consumatore cinese, andando in Cina, organizzando eventi. Soddisfatta di una nuova amicizia mi sono poi fermata a pensare a quanto può essere profondo l’amore per il vino, di un giovane di 22 anni che, dall’altra parte del mondo, non abbandona il suo sogno anche se lo mette in contrasto con la sua famiglia.