
Ecco i “Most Admired Wine Brands” del mondo
Sul podio Concha y Toro, Torres e Penfolds cioè Cile, Spagna e Australia, il primo degli italiani è Antinori al 32° posto
Questa è la classifica delle griffe vinicole più ammirate del mondo redatta da “Drinks International”, il magazine inglese che periodicamente pubblica gli elenchi delle cantine e delle personalità che contano. Nell’esame ci aiutiamo con gli acuti commenti di Wine News.
Ecco dunque i vincitori: prima, per il terzo anno consecutivo, la cilena Concha y Toro forte di un fatturato di 20 milioni di casse. Segue il colosso del vino spagnolo Torres. Medaglia di bronzo Penfolds quello del Chiraz più famoso del mondo dell’australiana a Treasury Wine Estates.
I francesi brillano ma non più di tanto con Michel Chapoutier al quarto posto e il gruppo LVMH al sesto. Soprattutto questo sorprende visto lo strapotere della multinazionale del lusso di Bernard Arnault che vanta un fatturato di 23 miliardi di Euro e pare intenzionata a diventare la monopolista degli Champagne che contano. Sorprende soprattutto perché al 5° posto c’è Cloudy Bay, un brand con anche vini dal prezzo decisamente abboradabile ma che ha il merito di aver diffuso nel mondo lo stile distintivo dei vini bianche neozelandesi . Evidentemente è questo che crea ammirazione più del lusso, infatti i Domaine de la Romanée-Conti sono solo al decimo posto.
Ma cos’è l’ammirazione? E’ un criterio intangibile, è il barometro con cui l’industria del vino misura i principali players.
La cosa non è facile da capire e quindi viene lungamente spiegata nella prefazione. Contano i volumi ma non solo. L’ammirazione mondiale si ottiene con la professionalità e non si acquisisce sponsorizzando eventi sportivi. “Drinks International” ha riunito un panel di esperti (di cui facevano parte personaggi del calibro di Dan Jago, direttore del settore vino di Uk Tesco e Stephen Rannekleiv, executive director & analyst di Rabobank) a cui ha chiesto di votare 6 brand fra quelli più conosciuti dando importanza ai miglioramenti qualitativi da loro apportati e alla capacità di rappresentare il loro territorio di origine. Insomma la qualità del vino e i grandi volumi non bastano per diventare un leader perché conta soprattutto quello che una cantina da al mondo del vino. Come dargli torto?
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini