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GLI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO 6

ATTILIO SCIENZA, GIUSEPPE LIBERATORE, OSCAR FARINETTI, FEDE E TINTO, DANIELE CERNILLI 5 PERSONAGGI CHE HANNO RIVOLUZIONATO LA CULTURA ITALIANA DEL VINO

di Donatella Cinelli Colombini #winedestination

Mi sono accorta di essere troppo prolissa e torno alle sette righe, dei primi profili di questa rassegna di innovatori del vino italiano. Questa volta ho scelto 5 personaggi non produttori che hanno dato una svolta alla percezione del vino da parte dell’opinione pubblica o del sistema normativo.

Desidero ribadire ancora una volta la richiesta a mandarmi suggerimenti e consigli. Vorrei arrivare a 100 profili ma non conosco tutti gli uomini e le donne che hanno rivoluzionato il vino italiano e quindi ho bisogno del vostro aiuto. Non c’è una graduatoria, le persone descritte sono scelte con estrema libertà e sono tutte meritevoli. Anzi ho lasciato indietro alcuni nomi eccellenti per essere sicura che, andando avanti,

Attilio Scienza Merano

Attilio Scienza fra gli innovatori del vino italiano

il livello fosse sempre uguale.

ATTILIO SCIENZA L’AGRONOMO SUPER STAR

Ha reso popolare la figura dell’agronomo. Attilio Scienza è stato il primo studioso di vigneti e viti a uscire dall’ambito accademico per diventare una celebrità conosciuta anche dal trade e dagli appassionati. 32 testi e 380 pubblicazioni scientifiche, un numero impressionate di premi. Ha insegnato viticultura all’Università di Milano e presieduto l’Istituto di San Michele all’Adige.

PRODUTTORI CALIFORNIANI ARRIVANO IN VAL D’ORCIA

La famiglia di origine libanese Daou, con vigneti a Paso Robles in California, ha comprato 70 ettari in Val d’Orcia per produrre un Supertuscan chiamato Coroglie

 

Georges e Danny Daou

Georges e Danny Daou

di Donatella Cinelli Colombini

Daniel e Georges Daou sono nati in Libano, ma dopo essere stati feriti dalle bombe sono andati in Francia e, negli anni settanta, si sono stabiliti negli Stati Uniti, dove hanno raggiunto il successo con un’azienda informatica di sistemi per la sanità. A 30 anni erano già molto ricchi. Nel 1997 vendono la loro azienda e decidono di tornare alle origini della famiglia, che in Libano coltivava oliveti e vigneti.  Nel 2007 danno vita alla Daou Family Estates a Paso Robles (86 ettari), in California, azienda famosa per la produzione di Cabernet Sauvignon e di altre varietà bordolesi.
La figlia di Daniel, Lizzy Daou, fresca di un periodo di due anni a Château Latour, lavorerà a stretto contatto con suo padre wine maker, al progetto Val d’Orcia.
<<Il nostro obiettivo è portare i doni della Val d’Orcia, i doni della Toscana e presentali ai nostri clienti, ai mercati e ai 60 paesi con cui lavoriamo>>, ha dichiarato Daniel Daou sulle colonne del magazine Decanter.

2 medaglie d’oro e 2 rosse da Merano Wine Festival

Ancora successi per Brunello 2015 e Vin Santo del Chianti 2007 premiati con medaglia d’oro da The WineHunter Award fra 700° vini degustati

Merano-WineFestival premia Vin Santo e Brunello di Donatella Cinelli Colombini

Merano-WineFestival premia Vin Santo e Brunello di Donatella Cinelli Colombini

Di Donatella Cinelli Colombini

E’ un momento molto bello per i vini di Donatella Cinelli Colombini con Andrew Jefford della rivista inglese “Decanter” che sceglie il suo Brunello come vino del mese, il monopolio canadese dell’Ontario LCBO che decide di acquistare l’IGT – Supertuscan Il Drago e le 8 colombe, lo stesso vino che ottiene 93/100 da Eric Guido dello statunitense Vinous insieme al Rosso di Montalcino e Merano WineFestival che assegna due medaglie d’oro

MERANO WINEFESTIVAL 2020

Un buon motivo per parlare della mitica super degustazione meranese.
Il Merano WineFestival è stato creato nel 1992 da The WineHunter, Helmuth Köcher ed è il primo evento del vino in Europa ad aver selezionato i suoi partecipanti in base alla qualità ed a presentarli in un ambiente esclusivo e capace di esaltarne i caratteri.
Nel 2020 l’appuntamento è per il 6 al 10 Novembre, ha per tema “Back to the roots” e la grande ambizione di rilanciare il settore vitivinicolo italiano dopo il Covid-19. Secondo le previsioni sarà il primo grande evento del vino dopo l’epidemia.

Vino in lattina caro ma pratico, riciclabile e buono

Vino in lattina costa quanto o più delle bottiglie, ha un boom di vendite in USA e in UK, è più ecologico e sorprendentemente, in certi casi, è molto buono

vino-in lattina- Larkin, Larkan White, Napa Valley, California, USA, 2017

vino-in lattina- Larkin, Larkan White, Napa Valley, California, USA, 2017

Di Donatella Cinelli Colombini

IL SUCCESSO COMMERCIALE DEI VINI IN LATTINA IN USA E UK

In Usa il vino in lattina sta crescendo: ci sono vendite al dettaglio per 93 milioni di Dollari e già qualche tempo fa Forbes stimava il potenziale di questo segmento in 3.3 miliardi. La cosa impressionante è la proliferazione dei produttori di canned wine – wine in cans, nel giugno 2018 erano 125, dopo solo un anno erano 350 con 900 linee diverse. Piace la praticità e il fatto di avere il format tipico di certe situazioni come i festival, le gite dove ti porti dietro tutto nello zaino per poi mangiare in barca oppure nel picnic.

Opinione rimarcata da uno studio Sopexa secondo il quale il 40% dei consumatori USA preferisce i contenitori alternativi alla bottiglia perché non si rompono, sono più ecologici e più facili da conservare.

La rinascita del vino in lattina è descritta dal Professor Robert L. Williams, docente di marketing all’Università della Pennsylvania che negli scorsi anni ha studiato il turismo enogastronomico come strumento di sviluppo economico dei territori meno sviluppati.

vino-in-lattina-Ferdinand, Ferdinand, Lodi, California, USA, 2017

vino-in-lattina-Ferdinand, Ferdinand, Lodi, California, USA, 2017

IL VINO IN LATTINA IN ITALIA E LA GIACOBAZZI

Il successo del vino in lattina non riguarda l’Italia dove  questa tipologia non ha mai avuto una grande diffusione e resta ancorato all’immagine Giacobazzi, la cantina di Modena che nel lontano 1978 chiese al Ministero il permesso di confezionare il vino in contenitori diversi dal vetro. L’autorizzazione, concessa nel 1982 aprì la porta a tutta una serie di nuovi packaging come il tetra-pack, il PET e naturalmente la lattina.

La cosa sorprendente, nello studio del Professor Williams, è che il canned wine non è consumato solo da giovani alternativi ma anche da wine lovers. Non per altro anche alcuni nomi eccellenti producono vini in lattina  come è il caso del regista Francis Ford Coppola e del suo “Sofia” bollicina Blanc de Blancs.

DEGUSTAZIONE DECANTER DEI VINI IN LATTINA

In effetti anche la rivista UK “Decanter” ha pubblicato un articolo nel luglio scorso intitolandolo How good is canned wine? Quanto è buono in vino in lattina?
Gli inglesi metodici, disincantati e poco romantici, come è loro costume, hanno degustato il vino in lattina con la stessa serietà e gli stessi assaggiatori -enologi, buyer e Master of Wine- di bottiglie premium, notando che nelle tipologie più semplici mancano riferimenti all’annata, l’origine e l’uvaggio ma quando il livello cresce il vino è praticamente lo stesso rispetto a quello confezionato in vetro. Anzi la lattina ha un impatto ambientale minore della bottiglia ed è più facilmente riciclabile.

Altro elemento sorprendente è il prezzo. Quello medio è di 5 Sterline per 37 Cl pari a mezza bottiglia di vino, ma ci sono anche canned wine a 25£.

L’inarrestabile successo del Sassicaia

Dopo il I° posto nella classifica dei TOP 100 di Wine Spectator arrivano i 100 centesimi di Robert Parker. La stella di San Guido brilla sempre più forte

Sassicaia

Sassicaia

Di Donatella Cinelli Colombini
Oltre che bravissimi sono gentili, non si danno arie, anzi vestono, parlano e si comportano con estrema semplicità e riservatezza, da autentici aristocratici.
E’ proprio questa austerità elegantissima in ogni particolare ma manca la più lieve traccia di ostentazione, che fa impazzire i competitori <<ma come fanno ad avere tutto quel successo senza fare assolutamente niente>>, è il commento sbalordito di tutti gli altri. Un pizzico di invidia e la parola niente che racchiude tante cose: niente sgomitamenti alla ricerca dei riflettori, niente eventi faraonici, niente libri autocelebrativi, niente sovraesposizione mediatica delle bottiglie e delle persone …. La cosa grande è solo l’incremento di valore delle bottiglie che è stato evidenziato da Liv-ex  il portale del vino di lusso. Una crescita che, negli anni recenti, ha avuto performance superiori anche ai maggiori chateau francesi.

Sassicaia-Cantine-che-fanno-più-profitti-classifica-Anna-Di-Martino-

Sassicaia-Priscilla-Incisa-della-Rocchetta-con-l’Académie-internationale-du-vinfrancesi.

TENUTA SAN GUIDO A BOLGHERI

La tenuta in cui nasce il vino Sassicaia è un luogo leggendario per tanti motivi. C’è la fila dei cipressi cantato dal Premio Nobel della letteratura Giosuè Carducci “, che a Bólgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar, quasi in corsa giganti giovinetti”.
C’è la scuderia della Razza Dormello Olgiata, quella del super cavallo Ribot, uno dei più prodigiosi campioni di galoppo di tutti i tempi.
C’è la prima oasi naturalistica italiana creata da Mario Incisa della Rocchetta che fu anche primo presidente del WWF.
In questa sequenza di eccellenze c’è il vino che per primo riuscì a battere le bottiglie francesi sfidandole con il loro vitigno principe, il Cabernet Sauvignon. Era il 1978, a Londra, il critico Hugh Johnson all’epoca senza rivali per notorietà e autorevolezza organizzò, per la rivista “Decanter” la degustazione bendata dei 33 migliori Cabernet Sauvignon del mondo e, a sorpresa, Sassicaia 1975 vinse.

Peggiori abbinamenti cibo vino e i migliori

Finocchi, carciofi, aceto sono noti nemici del vino ma ci sono altri cibi da non mangiare mai con una buona bottiglia e la chimica dice quali

 

Abbinamento cibo-vino - Salmone e Champagne

Abbinamento cibo-vino – Salmone e Champagne

Di Donatella Cinelli Colombini

 

Karen MacNeil è una super esperta dell’abbinamento cibo-vino, argomento a cui ha dedicato studi, saggi, articoli e corsi. Il suo ultimo libro dall’impegnativo titolo “The Wine Bible” contiene anche le 10 regole d’oro dell’abbinamento cibo-vino che Decanter ha riassunto per noi:

1. accostare grande con grande e semplice con semplice
2. delicatezza con delicatezza e grassezza con grassezza, in altre parole un Borgogna non va abbinato con un piatto al curry piccante che invece richiede un Shiraz
3. L’abbinamento col vino può essere per affinità o per contrasto. Cioè un’aragosta in salsa può associarsi ad un Chardonnay ma anche ad uno Champagne
4. Preferire vini versatili. Il meno facile da abbinare è il Cabernet che spesso è carico di sapore di legno. I più abbinabili sono i Sauvignon Blanc e i Riesling, tra i rossi il Chianti e i Pinot Noir

Karen MacNeil esperta in abbinamento cibo vino

Karen MacNeil esperta in abbinamento cibo vino

5. Vini fruttati come Gewürztraminer, Moscato, Viognier, o Riesling sono ottimi con piatti a base di frutta
6. La salinità dei cibi si sposa bene con vini ricchi di acidità: salmone e Champagne, Chianti e parmigiano
7. La salinità si accompagna bene anche con la dolcezza, per esempio il formaggio Stilton con il Porto oppure piatti asiatici a base di soia con il Riesling Usa abboccato
8. Cibi grassi con vini strutturati e tannici

Medaglie dei concorsi troppe e a volte taroccate

Il 70% dei vini con medaglie dei concorsi enologici britannici mentre il Concours Mondial de Bruxelles fa i test per inchiodare chi falsifica le bottiglie

I giurati italiani al Consour international du vin de Bruxelles

I giurati italiani al Consours Mondial de Bruxelles

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Un interessantissimo articolo di Wine News evidenzia l’eccessivo numero di medaglie dei concorsi enologici inglesi. Secondo OIV dovrebbero essere meno del 33% e invece i vari concorsi di “Decanter” hanno mandato a medaglia il 70% dei partecipanti e <<“The Drinks Business”, nonostante una giuria composta quasi esclusivamente da Masters of Wine, è riuscita a premiare, in un sol colpo, il 90% degli Champagne>> ironizza Wine News. Una situazione che potrebbe collegarsi al prezzo di 183 € a carico di ognuna delle 16.000 bottiglie concorrenti al primo di queste due competizioni e che è stata ben messa in evidenza dalla

Medaglie ai concorsi enologici International-wine-challenge

Medaglie dei concorsi enologici International-wine-challenge

“La Revue du Vin de France”. Molto più rigorosi sembrano i concorsi “Vinalies Internationales” che premia il 29,8% dei 3.500 concorrenti e il Concours mondial de Bruxelles che ne incorona il 28,2% fra 8.000.
Benchè i vantaggi vadano meritatamente solo ai vincitori assoluti di queste gare, tuttavia ogni medaglia, se ben gestita, con azioni nella rete commerciale e i clienti vip, può dare un aumento dei prezzi del vino del 10-15% e una crescita di reputazione della cantina.

Le regole del vino in tavola, i segreti di Donatella

Non aspettate le grandi occasioni per bere i vostri vini nel modo giusto, fatelo sempre e non solo con le grandi bottiglie. Questi i consigli di Donatella Cinelli Colombini.

 

Di Donatella Cinelli Colombini 

Tavola apparecchiata

Tavola apparecchiata

CONTROLLA L’ODORE DEI BICCHIERI

Moltissimi mobili contaminano i bicchieri, basta che sia stata usata una colla, un anti tarlo, uno sbiancante del legno … e il bicchiere trasmetterà al vino il terribile odore di tappo. Prima di apparecchiare versate del vino in un bicchiere e annusatelo. Se ha il terribile TCA – odore di segatura – lavate i bicchieri con acqua e sapone inodore. Mi raccomando questo elemento: inodore. I bicchieri vanno sempre lavati con saponi neutri altrimenti danno al vino un aroma di lavanda o mela che è ancora peggio dell’odore di tappo.

Gli aromi presenti nel bicchiere sono inavvertibili quando è vuoto o contiene acqua ma si scatenano a contatto con il vino. L’odore killer viene dal cloro quindi può provenire anche dalla candeggina dell’igienizzante. Attenzione!

 

Decanter

Decanter

SCEGLI IL BICCHIERE GIUSTO

Rimando a una precedente occasione l’analisi del bicchiere giusto per le differenti tipologie di vino. Qui basta ricordare che i bicchieri devono essere calici di cristallo bianco e senza incisioni. Esistono anche dei “cristalli sonori” più robusti, leggermente più spessi del cristallo tradizionale. A me non piacciono ma sono convenienti. Se volete contenere le spese puntate su materiali di nuova concezione come il luxion; i bicchieri sono quasi indistruttibili e non si opacizzano in lavastoviglie. Per chi, come me, odia lavare i bicchieri a mano sono il massimo.

 

Pioggia di premi sui vini di Donatella

Highly Recommended per la bibbia inglese del vino Decanter, 5 grappoli per Bibenda , super3 stelle per la Guida Veronelli, 4 bottiglie per l’Espresso

 

Franco Ziliani- Andrea Gori

Franco Ziliani- Andrea Gori

Di Donatella Cinelli Colombini

GUIDE E CAZZOTTI

La stagione delle guide dei vini è in pieno svolgimento con presentazioni, premiazioni, cene … e persino scazzottate. Si perché l’attenzione, quest’anno, si è spostata dai calici al pugno che Franco Ziliani ha piazzato sulla bocca di Andrea Gori durante la festa dello Champagne all’ Hotel Principe di Savoia a Milano. Un imbarbarimento che trovo deprecabile e tutta la mia solidarietà va a Gori. E’ il gossip di questo mite autunno dove, fra i produttori, l’argomento principale è ancora la strepitosa vendemmia appena conclusa.

Nardella e Cerasa Presentazione Guida Toscana di Repubblica

Nardella e Cerasa Presentazione Guida Toscana di Repubblica

GUIDE, GUIDE E ANCORA GUIDE DEI VINI

Ho partecipato solo a una parte delle presentazioni delle guide dei vini 2016 che sono ormai una decina, molte più della Francia e di qualunque altra nazione produttrice di vino. Partecipare a tutte è impossibile e quindi ci siamo divisi i compiti con l’amica Marzia Morganti e mia figlia Violante anche se la dinamica Cinellicolombini Jr a volte non si sveglia e dunque ha padellato la presentazione della bellissima Guida dei Ristoranti della Toscana 2016 di Repubblica, per la prima volta curata da Giuseppe Cerasa, un giornalista con la G maiuscola che sta trasformando i libri di turismo goloso. Ci sono le cantine, il ristorante e l’agriturismo della Fattoria del Colle. Che si vuole di più!  Le mie cantine sono anche fra le 200 selezionate da Luciano Ferraro e dal super sommelier Luca Gardini nella guida Vignaioli e Vini d’Italia 2016. Si tratta di una selezione ristrettissima rispetto alle migliaia di aziende italiane ed esserci mi riempie di orgoglio.

Gli enologi sognano la Borgogna

Un sondaggio di Decanter fra i 133 più prestigiosi enologi del mondo mette la Borgogna e il Barolo in cima alle regioni dove vorrebbero lavorare

Aubert-de-Villaine Romanée Conti

Aubert-de-Villaine Romanée Conti

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

C’è anche la Toscana ma molto staccata rispetto alle 23 preferenze accordate alla Borgogna e alle 8 +8 date a Barolo e Piemonte. Nei sogni dei più grandi enologi del mondo c’è dunque la mitica terra del Pinot Noir mentre la Nuova Zelanda ha 7 preferenze, la Valle del Rodano 6 e i distretti viticoli di Bordeaux e della Spagna 4. Decanter, ha dato solo un’anticipazione delle opinioni dei grandi enologi riservando una spiegazione più estesa alla rivista di luglio che sarà davvero un boccone ghiotto per i wine lovers: fra le altre ci saranno le opinioni di

Alberto Antonini

Alberto Antonini

Aubert de Villaine, co direttore di Romanee-Conti, il nostro enologo volante Alberto Antonini, il mitico Michel Rolland. Apparentemente i wine maker che non lavorano già in Borgogna vorrebbero lavorarci.
Ma le domande di Decanter non si esaurivano ai sogni dei wine makers, altri quesiti riguardavo gli effetti del global warming in termini di gestione delle vigne e contenuto d’alcol nei vini.

Il Rosso di Montalcino rivaleggia con il Brunello?

Il mio è definito un mini Brunello, altri hanno sex appeal, moltissimi mostrano una finezza di aromi e sapori che fino 15 anni fa sarebbero stati impensabili

Rosso di Montalcino 2012 Donatella Cinelli Colombini - Decanter

Rosso di Montalcino 2012 Donatella Cinelli Colombini – Decanter

Di Donatella Cinelli Colombini

Ecco il nuovo Rosso di Montalcino che scala velocemente il podio del fratello maggiore Brunello.
Il problema di questo vino è che ognuna delle 208 cantine di Montalcino lo interpreta in modo diverso con il risultato che manca un profilo distintivo e complessivo capace di farlo emergere nel mercato. C’è chi fa un baby Brunello e chi invece lo considera un vino di serie B in cui usare le sue uve meno promettenti. Chi lo produce dalle vigne giovani e chi dalle zone più calde.
Sta di fatto che, a differenza di tutti gli altri distretti enologici del mondo, Montalcino produce molto più vino di punta che vino di base: 9 milioni di bottiglie di Brunello, 4 di Rosso di Montalcino e meno di uno di Sant’Antimo. Una piramide rovesciata che sbalordisce gli esperti di marketing e fotografa invece la vocazione all’eccellenza che contraddistingue tutte le cantine ilcinesi. In realtà la ragione che spinge i produttori verso la produzione del Brunello non è enologica bensì economica, perché la denominazione maggiore è più remunerativa.

Le 100 persone che contano di più nel vino italiano

The wine power list italiana: il primo è Piero Antinori, segue Paolo De Castro e Angelo Gaja … non ci crederete ma ci sono anch’io

antinori famiglia

antinori famiglia

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Cronache di gusto, un blog sempre aggiornato su eventi e news, ci propone la lista delle 100 persone che siedono nella stanza dei bottoni del vino italiano. Alcuni sono politici, altri professori universitari, giornalisti e poi ci sono tanti produttori. La classifica ricalca quella di Decanter che ogni anno pubblica l’elenco mondiale degli “influencers”. Sia per Decanter che per Cronache di gusto il primo degli italiani è Piero Antinori, 37° nel mondo e 1° nel nostro Paese. Il Marchese fiorentino produce 22 milioni di bottiglie in alcune delle cantine più belle e tecnologicamente avanzate del mondo. Sempre sorridente, sempre cortese, sembra il ritratto della serenità e invece ha una velocità di pensiero che sbalordisce. Precorrere i tempi e pensa in grande come nessun altro riesce a fare. La sua nuova cantina Antinori nel Chianti Classico ha appena vinto il Premio assegnato da Archdaily superando concorrenti del calibro di Norman Foster e Christian de Portzamparc. E’ un capolavoro architettonico ma anche una struttura che rivoluziona il turismo del vino in Italia. 

90/100 al Brunello Prime Donne da Tanzer alias Ian D’Agata

Si scrive Stephen Tanzer ma in Italia si legge Ian d’Agata il paladino dei vitigni autoctoni che assaggia i vini per l’International Wine Cellar 

Di Donatella Cinelli Colombini

Ian d'Agata wine critic

Ian d'Agata wine critic

90/100 al Brunello Prime Donne 2008 da una guida nota per i suoi giudizi severi è un gran bel punteggio. Tanzer è, dal 1985, il rivale diretto del Wine Advocate alla cui prosa fiammeggiante contrappone uno stile più composto e un uguale rigore. Fra le maggiori testate di wine critic, Tanzer è la più vicina ai consumatori come ha dimostrato il confronto con i pareri pubblicati su Cellar tracker il sito dove ogni appassionato può dire la sua.
In Italia Tanzer si avvale di un giovane e espertissimo collaboratore: Ian d’Agata il paladino dei vitigni autoctoni su sta scrivendo un’opera monumentale. Ma c’è dell’altro, Ian scrive per la principale rivista britannica sul vino “Decanter” e, udite udite, per il “Figaro” . Inoltre insegna. Ma non all’università di rocca cannuccia ma alla New York University. Insomma quanto a prestigio non gli manca niente. Su Montalcino è uno fra quelli che chiedono la zonazione cioè una divisione del territorio del Brunello che metta in evidenza le specificità. Non una graduatoria, precisa Ian d’Agata perché Pauillac e Margaux sono diversi ma producono entrambi dei grandi vini.

Adua Villa e i decanter dove mettere i tulipani

Estrosa, brillante ma espertissima è la più televisiva dei Sommelier Adua Villa a Siena per presentare il suo libro e un’aperiticena con Violante Gardini 

AduaVilla_in_cantina

AduaVilla_in_cantina

Il pubblico televisivo la conosce per “La prova del cuoco” oppure “Le Stagioni” su Alice TV. Chi ascolta Radio2 sente la sua voce a “Decanter” chi invece preferisce leggere la trova in treno su “La Freccia” per non parlare dei corsi di degustazione e nel web …. Insomma è ovunque perché è bella, spiritosa ed è una Sommelier Master Class. Che forza!
Qualche tempo fa è venuta a Siena, all’Enoteca Italiana, per presentare il suo libro “Una sommelier per amica” (Sonzogno-Marsilio Editori, pp.142 € 15). Violante la conosce da anni. L’ ha incontrata per la prima volta con AGIVI – Associazione dei Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani- di cui è socia onoraria dal dicembre scorso. Lei segue i soci AGIVI dappertutto, anche all’estero, perché crede che possano dare un’immagine nuova al vino italiano soprattutto all’estero.

Per questo Violante non poteva mancare alla presentazione del suo libro a Siena. C’era anche  Valentina Mezzaroma la prima donna del calcio italiano, che Adua conosce da anni. Con loro Violante si è trattenuta per un apericena. La Cinellicolombini Jr,  ci divertita e descrive Adua come una persona <<esuberante ma che non se la tira, sa curare il suo aspetto quando deve avere un ruolo da protagonista ma altrimenti ha uno stile semplice ed è sempre piacevole parlare con lei>> Insomma Adua le è molto simpatica.