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Le cantine italiane piu’ digitali

Le grandi cantine italiane si mostrano online con un profilo sostenibile, aperto ai visitatori e impegnato a salvaguardare il territorio. Cresce l’e-commerce

 

Mezzacorona Trento

la-cantina-più-digitale-Mezzacorona Trento

di Donatella Cinelli Colombini

Il gusto digitale del vino italiano” mette sotto la lente di ingrandimento l’attività online delle 25 maggiori cantine italiane. E’ prodotta ogni anno da Omnicom pr group Italia e, nel 2022, è giunta alla sua nona edizione.

I protagonisti sono più o meno sempre gli stessi, sul podio troviamo Mezzacorona, Ruffino, Frescobaldi, ma i temi caldi cambiano.

Tutte le aziende hanno la traduzione in inglese del proprio sito, 9 su 25 anche in tedesco e 4 in cinese.

CHIANTI RUFINA E LA VOGLIA DI DISTINGUERSI

La terza parola italiana più conosciuta nel mondo è Chianti. Eppure Rufina pensa di staccarsi dal Chianti e forse di togliere questa parola dall’etichetta

 

Nipozzano-Ferescobaldi-tavola rotonda dell'Unione Italiana Vini

Chianti-Rufina-Nipozzano-Ferescobaldi

Di Donatella Cinelli Colombini

Sembra un paradosso ma non lo è. La zona di produzione del Rufina è a ridosso di Firenze. Lavorandoci potrebbe diventare la prima destinazione enoturistica della capitale del Rinascimento, strappando questo ruolo al Chianti Classico. A Firenze i turisti stranieri fanno un bagno di bellezza e di cultura ma poi desiderano una sosta nel verde e nel relax della campagna. Per questo, Rufina, può diventare una wine destination di prima grandezza, accrescendo la quota di vendita diretta sul totale del business. E’ un territorio montuoso e boscoso punteggiato di castelli e torri. La terra dove Giotto bambino pascolava le greggi (ricordate la copertina dei pastelli che usavamo da bambini?). Insomma è un territorio bellissimo e produce rossi potenti ma freschi, longevi ma appaganti, tipici ma comprensibili a livello internazionale….. quelli che il mercato cerca attualmente. Ma accendere i riflettori per far trasformare questo potenziale in un successo planetario è complicato per diversi motivi. WineSearcher ha dedicato un articolo alla distanza che separa la realtà dal potenziale qualitativo e commerciale del Rufina.

Vino da compleanno: Brunello, Barolo, Aglianico…

Vini capaci di durare nel tempo. Vini dell’anno di nascita, splendidi per celebrare compleanni, laure, matrimoni e, per i veri appassionati, i 100 anni di età

 

Donatella Cinelli Colombini nella sua cantinetta privata

Fattoria del Colle cantinetta privata con Carabiniere

di Donatella Cinelli Colombini

Mi ricordo di aver visto, nei sotterranei del Castello di Nipozzano una piccola stanza in cui erano conservati i vini imbottigliati nel giorno della nascita di ogni nuovo membro della famiglia dei Marchesi Frescobaldi: per i maschi qualche centinaio, per le femmine alcune decine. Non tutti hanno la fortuna di possedere un maniero medioevale con mille anni di storia e neanche delle riserve private di grandi vini da stappare a ogni compleanno. La grande nobiltà ha privilegi davvero esclusivi!
Tuttavia il desiderio di bottiglie personalizzate oppure del proprio anno di nascita, è piuttosto diffuso.
C’è chi compra i millesimi in cui sono nati i figli, oppure chi li regala all’amico wine lover in occasione della sua laurea. I motivi sono sempre celebrativi e finalizzati a creare, con il passare degli anni, l’occasione di qualcosa di straordinario, perché l’assaggio di un vino di 40, 50 oppure 60 anni è sicuramente un’emozione eccezionale.

 

SOLO POCHI VINI SONO ADATTI PER IL LUNGO INVECCHIAMENTO, COME IL BRUNELLO

Ovviamente non tutti i vini sono adatti a simili progetti. Ottima la zona di Rufina, dove si trova il Castello di Nipozzano di cui ho parlato prima, altrettanto buona Montalcino, le Langhe, l’avellinese e il Vulture … La scelta fra una zona invece che un’altra dovrebbe tenere conto dalla qualità della vendemmia perché solo i grandi millesimi sono in grado di sfidare il tempo.
Altro elemento da considerare è la presenza di un luogo adatto per conservare il vino. Se il destinatario della bottiglia non ha un ambiente freddo (14-16°C) buio e umido (80-90%) dove tenere la bottiglia distesa al buio, è meglio che se la beva subito. Non festeggerà con lei le nozze d’oro ma magari avrà un momento magico nella luna di miele.

Le cantine italiane top

Anna Di Martino ci presenta le 105 cantine italiane che hanno venduto di più e soprattutto quelle che hanno guadagnato di più

 

Di Donatella Cinelli Colombini

Sono solo 105 imprese ma da sole rappresentano il 47% (6,8 miliardi) del giro d’affari totale del vino italiano e il 62% dell’export. Il resto è polverizzato nell’oltre un milione di aziende agricole italiane e nelle 300.000 cantine che costellano il nostro Paese.

Antinori-prima-cantina-familiare-fra le-grandi-italiane

Antinori-prima-cantina-familiare-fra le-grandi-italiane

A dimostrazione che piccolo non è bello!
Anzi leggendo le classifiche della mia amica Anna Di Martino è ben chiaro che nel vino, la dimensione produce una migliore capacità di penetrazione nel mercato e una redditività davvero invidiabile.

 

LE DIVERSE TIPOLOGIE DI SUPER CANTINE

Ma andiamo per ordine. Il mondo delle super cantine comprende diverse tipologie: la prima distinzione è fra le 64 imprese private e le 41 cooperative. Ma fra le prime esistono situazioni diverse: ci sono le cantine familiari come Antinori, Frescobaldi, Ferrari o Umani Ronchi. Ci sono gli imbottigliatori cioè le cantine senza vigneto che comprano e confezionano vino come Italian Wine Brands: che sta dando a tutti una lezione di redditività e forse è riuscita a accrescere il business anche nel 2020 per aver puntato sul GDO.

Antinori-prima-cantina-familiare-fra le-grandi-italiane

Anna-Di-Martino-e-Marzia-Morganti-durante-la-pandemia-fra le-grandi-italiane

Poi ci sono le imprese che “giocano su più tavoli” come scrive Anna Di Martino citando Mondodelvino, realtà che <<investe molto nel suo approccio con consumatori anche attraverso la sua piattaforma multicanale che trasforma in gioco e incontro lo shop on line (quest’ultima varata in pieno lockdown)>>.

 

A Nipozzano nel castello dei Frescobaldi

Il castello di Nipozzano fa da cornice alla tavola rotonda dell’UIV sui mercati internazionali e sulla necessità di più “tricolore” per vincere all’estero

Nipozzano-Ferescobaldi-tavola rotonda dell'Unione Italiana Vini

Nipozzano-Ferescobaldi-tavola rotonda dell’Unione Italiana Vini

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello

Avete presente la serie televisiva I Medici? Quella che raccontava dello scontro feroce, avvenuto nel primo Quattrocento, fra le famiglie Medici e Albizzi per la supremazia su Firenze e probabilmente su enormi flussi finanziari in tutta Europa. Ecco, il castello degli Albizzi è Nipozzano. Oggi non ci sono più i banchieri armati di pugnale ma il fascino di questo luogo è intatto anche perché non è mai stato venduto ma è passato per via ereditaria per circa un millennio arrivando, nel 1877 ai Frescobaldi grazie al matrimonio di Leonia Albizzi. Ecco che dalla storia antica si arriva alla storia recente forse persino più intrigante. Fa un certo effetto mangiare alla stessa tavola dove i Frescobaldi siedono con il Principe di Galles Carlo oppure vedere le foto di una giornata di relax dei marchesi fiorentini insieme a Bill Clinton. Tessere di un mosaico affascinante con saloni pieni di arredi di grande antiquariato e, nelle

Nipozzano-Ferescobaldi-tavola rotonda dell'Unione Italiana Vini

Nipozzano-Ferescobaldi-tavola rotonda dell’Unione Italiana Vini

cantine, oltre alle botti anche una grotta segreta con le bottiglie confezionate nel giorno di nascita di ogni membro del nobile casato: qualche centinaio per i maschi e qualche decina per le femmine…
Sono andata a Nipozzano per la tavola rotonda dell’Unione Italiana Vini presieduta da Ernesto Abbona che ha esortato all’unità di intenti affinché le grandi cantine uniscano la loro azione a quella delle denominazioni consolidando i risultati commerciali nei mercati esteri. Un appello che Andrea Rea SDA Bocconi Wine Lab ha ribadito con accenti più tecnici proponendo la sua divisione dei consumatori in 3 tipologie: “Trendy” legati alle mode e alla convivialità, “Fine” interessati all’esperienza e alla scoperta dei territori, “Icon” desiderosi di simboli, lusso e esclusività.

Digital marketing: i 3 trend più caldi

Da Wine2Wine 2016 una super lezione di digital marketing di Colangelo&Partners PR con i 3 trend più forti: Facebook Live, virtual tastings, influencer marketing

Gino-Colangelo-digital-marketing

Gino-Colangelo-digital-marketing

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Ecco quali sono gli strumenti di marketing digitale più efficaci per comunicare con i buyers e i consumatori e per accrescere l’importanza del proprio brand. A spiegarlo durante Wine2Wine sono Gino e Juliana Colangelo e Claire Hennessy della Colangelo& PartnersPR un’agenzia con sede in Italia e Stati Uniti che può vantare collaborazioni di grande importanza nel mondo del vino: Vinitaly, Slow Wine, Consorzio del Sagrantino e Consorzio del Prosecco, Wines of South Africa, Frescobaldi Toscana, Mulderbosch Vineyards, Champagne Charles Heidsieck, Michael Mondavi Family Estates, Viansa Sonoma and Purple Heart (C. Mondavi & Family)…..
Per capire quanto sono bravi basta aprire la pagina Facebook di Frescobaldi e guardare le visualizzazioni dei post: fanno paura!

Wine2wine2016

Wine2wine2016

I loro consigli sono dunque preziosi perchè vengono da super esperti che operano nell’epicentro della comunicazione digitale legata al vino: la California. Alla fine le chiavi del successo sono la consapevolezza di utilizzare uno strumento bidirezionale in cui è necessario capire gli interessi dei propri follower e coinvolgendoli rendendoli quasi complici. Inoltre l’utilizzo di persone creative e competenti in grafica fotografia e produzione di video. Sembra semplice …ma andiamo più a fondo.

I 3 trend più caldi della comunicazione digitale sono:

• Facebook Live
• Virtual Tastings
• Influencer Marketing

Ornellaia va in museo

La Vendemmia d’autore di Ornellaia ribalta il concetto moderno di opera d’arte e porta un prodotto di uso comune, il vino, nei musei anziché nelle cantine

Di Donatella Cinelli Colombini Montalcino Casato Prime Donne

Ornellaia Vendemmia d’artista

Ornellaia Vendemmia d’artista

Non è la prima volta che un grande artista crea l’etichetta di un vino, basta pensare a Mouton Rothschild con le etichette di Miró, Chagall, Braque, Picasso, Dali …. ma in questo caso le bottiglie – opere d’arte finanziano il museo e lo finanziano a colpi di centinaia di migliaia di Dollari. Succede con la Vendemmia d’artista di Ornellaia che quest’anno sostiene l’Armand Hammer Museum di Los Angeles, un centro culturale dove sono esposti Rembrandt, Tiziano, Goja…
Lo scorso anno le bellissime bottiglie di Ornellaia create dall’artista John Armleder hanno raccolto un milione e mezzo di Dollari in nove aste. Quest’anno le bottiglie

Mouton Rothschild

Mouton Rothschild

della Vendemmia d’autore sono firmate da Yutaka Sone. Per trovare l’ispirazione l’artista giapponese si è recato nelle cave di marmo di Carrara, dove Michelangelo traeva il materiale per scolpire, in quel luogo lunare i Frescobaldi hanno organizzato un pic nic per lui e per i suoi due amici. Il paesaggio, la conversazione, il cibo e il vino di Ornellaia erano l’armonia perfetta che egli ha rappresentato nelle etichette ed ha trovato nei bicchieri. 100 doppi Magnum (3L), 8 Imperiali (6L) e un unico esemplare di Salmanazar (9L) oltre all’etichetta speciale che Yutaka ha creato per il formato 0,750. Una bottiglia con la sue etichetta verrà messo in ogni cassa di Ornellaia 2013.

Le cantine che guadagnano di più in Italia

Sassicaia, Antinori e Frescobaldi i toscani vincono nel rapporto fra fatturato e profitti. La classifica di Anna Di Martino sulle cantine che guadagnano di più

Tenuta San Guido Incisa della Rocchetta, Sassicaia

Tenuta San Guido Incisa della Rocchetta, Sassicaia

Di Donatella Cinelli Colombini

Le più grandi sono GIV-Cantine Riunite con 547 milioni di fatturato per 208 milioni di bottiglie. Seguono Caviro (226mil.ni) e Zonin (160 mil.ni), ognuna con grandi utili, anzi apparentemente tutta le 110 cantine guadagnano. Ma la parola magica di questa classifica non è il volume d’affari quanto piuttosto la redditività cioè la sigla Editba che vuol dire utili prima delle tasse e degli oneri finanziari. Dall’analisi sulle 110 più grandi cantine italiane, che Anna Di Martino ha pubblicato sul Corriere della Sera, si nota che i profitti arrivano più dalla qualità che dalla quantità. Svettano Tenuta San Guido di Incisa della Rocchetta, Frescobaldi e Antinori, cioè tre antichi e nobili casati toscani alla testa di brand enologi che producono eccellenze di fama

Antinori fra le cantine che guadagnano di più in Italia

Antinori fra le cantine che guadagnano di più in Italia

mondiale: Sassicaia, Masseto, Tignanello …. Oltre alle percentuali sono le cifre dei profitti che fanno sgranare gli occhi e sbiancare d’invidia: 81 milioni di Euro per Piero Antinori, 32 per i Frescobaldi, 15 per San Guido. Ma è la mitica cantina del Sassicaia la vera miniera d’oro con uno sbalorditivo rapporto del 54,8% fra il fatturato e l’utile operativo lordo. Che spettacolo! Il Marchese Incisa ottiene il suo volume d’affari di 28 milioni di Euro con sole 1,2 milioni di bottiglie. Bravissimo!

I debiti delle grandi cantine italiane

Antinori è la più indebitata ma sta recuperando sull’enorme investimento della cantina del Chianti Classico. Ancora nei guai Lavis mentre sfavilla Frescobaldi

Cantine Antinori nel Chianti Classico

Cantine Antinori nel Chianti Classico

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
I numeri del vino è un sito fra i più interessanti dell’intero panorama enologico web e qualche volta indaga argomenti davvero scottanti come l’indebitamento delle grandi cantine italiane. Ovviamente i debiti non sono tutti uguali <<se investi i debiti non devono farti paura>> diceva mio nonno Giovanni Colombini. Infatti quelli di Antinori, legati alla realizzazione della cantina del Chianti Classico, un capolavoro assoluto di architettura e una delle più geniali infrastrutture enoturistiche mondiali, non hanno spaventato il marchese fiorentino. In un anno ha già recuperato quasi il 10% della sua esposizione, che ora è di 170 milioni di Euro. Incrociamo le classifiche dei numeridelvino con quelle di Mediobanca e Anna Di Martino, dove Piero Antinori risulta terzo in Italia come performance economica e solidità patrimoniale (con un indice di 0,9 superato solo da Masi e Carlo Botter) passiamo dalla preoccupazione all’ammirazione: non solo ha creato un’infrastruttura in grado di rilanciare tutta l’immagine del Chianti Classico, ma il Marchese Piero la sta pagando velocemente. Infatti la sua azienda è di gran lunga la prima in Italia per utile operativo. 

Le regole d’oro per investire in bottiglie pregiate

Bisogna decidere il budget e se le bottiglie sono una speculazione finanziaria oppure il sogno di un wine lover, in ogni caso ci vuole una bottiglieria.

 

Vini da investimento

Vini-da-investimento

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini 

La tattica da usare per i vini da investimento cambia in base alla disponibilità finanziaria. Se i soldi sono tanti e l’intenzione è quella di una speculazione finanziaria, i siti da consultare sono Liv-EX con le quotazioni delle 100 etichette più forti e costose del mondo e Wine-searcher per comprarle al miglior prezzo in qualunque parte del mondo. Il mio consiglio è di puntare su valori stabili magari scegliendo qualche brand italiano visto che gli chateaux francesi, nell’ultimo periodo, non hanno avuto la stessa remunerazione dei nostri. Segnalo Le Macchiole, di Bolgheri con un eccezionale livello qualitativo e Ornellaia, la cantina Frescobaldi che ha visto raddoppiare la quotazione dei suoi vini dal 2007 a oggi superando tutti anche nel successo nelle aste. Un successo così sfolgorante che le bottiglie dell’Ornellaia sono considerate un bene rifugio migliore dell’oro come ha ben illustrato Luciano Ferraro nel blog Di vini.

I debiti del vino. Gancia e LaVis le situazioni più critiche

Antinori la cantina più indebitata ma anche quella che ha investito di più. Cevico e Frescobaldi con il miglior rapporto debito-fatturati

Antinori family

Antinori family

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

I numeri del vino, un blog che vi suggerisco di leggere, offre spunti di riflessione interessantissimi sul business e le cantine. Questa volta sollecita proprio la nostra curiosità. Ci fa entrare nelle stanze segrete, quelle dei conti e ci fa scoprire ciò che, nell’ovattato mondo del vino, è difficilissimo sapere: i debiti.
La situazione finanziaria delle 20 maggiori cantine italiane ci mostrano solo pochi casi di reale difficoltà: Gancia, Mezzacorona e LaVis. Non sono le più indebitate ma quelle che hanno un rapporto fra il patrimonio e l’indebitamento decisamente peggiore così come fra il volume d’affari e l’indebitamento.
Antinori, invece ha fatto un enorme investimento nella cantina del Chianti Classico che è ben evidente nei conti ma ha anche un solidissimo business di oltre 150 milioni di Euro l’anno e la prospettiva di trasformare in fatturato le sale delle nuove meravigliose cantine di Bargino alle porte di Firenze.