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LA DURATA DELLA DESTINAZIONE TURISTICA 7

Chi pensa <<tanto i turisti verranno sempre>> sbaglia. I turisti sono infedeli, soprattutto non sono tutti uguali, c’è quelli buoni e il mordi e fuggi

 

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L’overtourism-porta-le-destinazioni-turistiche-al-mordi-e-fuggi

di Donatella Cinelli Colombini

Il successo del turismo non è un primato che dura per sempre come la conquista del polo Sud nel 1912 da parte di Amundsen, ma assomiglia alle Olimpiadi che ogni quattro anni fa competere gli atleti e mette sul podio il nuovo vincitore. E’ insomma qualcosa di effimero che può cessare trasformando i piccoli numeri di visitatori altospendenti in grandi numeri di mordi e fuggi. Per questo diventare una wine destination è solo una parte del problema, la parte più difficile è mantenere a lungo i flussi del proprio target di visitatori, nonostante i cambiamenti delle mode, la volubilità dei turisti e le inevitabili trasformazioni prodotte dalla loro presenza.

 

IL CICLO DI VITA DELLE DESTINAZIONI TURISTICHE

Come qualunque prodotto, le destinazioni turistiche hanno un ciclo di vita. All’inizio istituzioni e imprese cercano di attrarre i visitatori. Poi la popolazione comincia a sentire fastidio per i forestieri che si appropriano di ciò che, in origine, era riservato a loro. Ecco che inizia la metamorfosi in luogo “turistico” con i negozi di vicinato che spariscono e quelli di souvenir che compaiono. Da questa fase si arriva velocemente al turismo di massa.

 

Strade del vino della Toscana: quella del vino Nobile

Eventi, percorsi enogastronomici, arte e cultura: ecco la proposta delle 14 Strade del Vino della Toscana nella regione regina dell’enoturismo italiano

 

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di Caterina Donnini in occasione del suo stage da Donatella Cinelli Colombini

Le Strade del Vino vengono istituite dalla legge 268 del 1999, la prima normativa finalizzata a creare una rete d’offerta turistica nei territori del vino. Uniscono cantine, ristorazione, ricettività, bellezze naturalistiche, culturali e specificità produttive oltre ai servizi all’interno di una rete integrata e coordinata che rende il turista protagonista. Ad oggi le aspettative della legge sono ancora in parte disattese e la promozione degli eventi non sempre è gestita in modo coordinato.

 

LA STRADA DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO E DEI SAPORI DELLA VALDICHIANA

In Italia sono presenti 154 Strade, di cui 14 in Toscana, percorribili in automobile, in bicicletta o a cavallo, che offrono ai visitatori attrazioni storiche, artistiche e naturali. Sono frequenti anche percorsi tematici, come quelli proposti dalla Strada del Vino Nobile di Montepulciano, nata nel 1998 nel territorio della Valdichiana senese. Tramite eventi ed esperienze, questa Strada valorizza e promuove il patrimonio paesaggistico ed enogastronomico, la storia, l’arte e le tradizioni della zona.

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Contucci-Montepulciano-Strada-del-Vino-Nobile

Il suo ufficio turistico, nel centro di Montepulciano, è ben organizzato ed offre ai visitatori le informazioni relative alle cose più importanti da vedere e agli eventi da non perdere, alle aziende vitivinicole e ai produttori locali.

 

VALDICHIANA LIVING

Inoltre, si occupa di tutte le necessità organizzative per le visite in Valdichiana, fornendo preventivi personalizzati in base alle esigenze del turista. Le indicazioni per raggiungere la Strada, si possono reperire tramite il sito web, tradotto sia in italiano che in inglese. Per commercializzare l’offerta turistica locale dal 2014 alla Strada si è affiancata un’agenzia di incoming e tour operator, Valdichiana Living. I visitatori, per rimanere aggiornati su tutte le attività e le iniziative organizzate, possono iscriversi alla newsletter dell’agenzia tramite il sito, disponibile in italiano, inglese e cinese, oppure consultando la pagina Facebook, in cui l’incipit di ogni post è caratterizzato da un emoticon relativo all’argomento trattato.

 

VINO NOBILE E ACQUE ANTICHE

La zona percorsa dalla Strada, in particolare i borghi di Chianciano Terme, San Casciano dei Bagni e Montepulciano, rappresenta una delle destinazioni termali più conosciute d’Italia. Per andare in contro anche ai più piccoli, a Cetona è stato costruito un Archeodromo, un percorso didattico in cui è stato riprodotto un villaggio preistorico con capanne a grandezza naturale e aree per le attività artigianali.

 

Cresce il prezzo delle visite in cantina

In Italia la visita guidata della cantina con assaggio e spuntino costa spesso più di 20€ a persona quasi come in USA dove la media nazionale è di 25$

 

Visite-in-cantina-Casato-Prime-Donne

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Di Donatella Cinelli Colombini

58 Dollari a Napa, 30 a Sonoma e una media nazionale di 25$ per una visita della cantina con degustazione. Nelle 460 cantine intervistate per il rapporto 2021 della Silicon Valley Bank è avvenuto un incremento di quasi il 100% in soli cinque anni. Le cantine dove l’assaggio costa meno sono nello stato di Washington dove bastano 15-20$.

 

I PREZZI DELLE VISITE IN CANTINA SALGONO E I VISITATORI DIMINUISCONO IN USA

Nella maggior parte delle aziende l’ingresso era libero finché le norme sanitarie del covid hanno imposto la prenotazione e il contingentamento degli accessi. Tuttavia i flussi enoturistici USA hanno risentito del coronavirus e solo la contea di Santa Barbara, ha avuto, fin ora, un numero di visitatori mensili superiori al 2019 mentre Napa e Sonoma hanno una media di accessi mensili dimezzata rispetto a due anni fa. Va tuttavia sottolineato che i visitatori spendono molto più di prima: in Oregon, che è la zona con i maggiori incrementi, il prezzo della degustazione è salito del 66%.

 

Visite-in-cantina-Casato-Prime-Donne

Visite-in-cantina-Casato-Prime-Donne

MANDARE E-MAIL A CHI E’ VENUTO A VISITARE LA CANTINA E’ MOLTO APPREZZATO

Qualche notizia curiosa riguarda le mail mandate dalle cantine ai loro clienti: prima di tutto ai consumatori fanno piacere. Il 37% di questi messaggi viene aperto e nel 14% dei casi conduce a un clic nel sito web della cantina. Più piccola è la cantina, più è probabile che i clienti aprano la posta elettronica che ricevono dai clienti: vengono aperte il 40% delle e-mail inviate da aziende vinicole che producono meno di 120.000 bottiglie all’anno, rispetto al 30% circa delle e-mail mandate da aziende più grandi.

 

Turismo enogastronomico: fattorie più attraenti delle cantine

La crescita del turismo goloso in Italia è spettacolare  +45% nel 2018. Ecco cosa emerge dal secondo rapporto sul turismo enogastronomico

Rapporto turismo enogastronomico 01

Rapporto turismo enogastronomico 01

Di Donatella Cinelli Colombini

I numeri sono da paura, l’enogastronomia è ormai una calamita turistica potentissima e capace di influenzare la scelta della destinazione del viaggio. Gli italiani mossi che partono a caccia di sapori prelibati crescono del 21% nel 2016 rispetto all’anno precedente, del 30% nel 2017 e ancora del 45% lo scorso anno.
E’ la gola a muovere i flussi, questo è ormai dato di fatto. Se la zona alpina offre anche ottimi ristoranti e artigiani di specialità gastronomiche venderà molte più settimane bianche rispetto al centro sciistico accanto dove si mangia male. Il 98% di chi viaggia per la vacanza al mare, -mosso da interessi culturali o per business- fa almeno un’esperienza gastronomica. Ormai è quasi un must.
Qui riassumo i dati pubblicati nel 2° Rapporto sul turismo enogastronomico italiano di Roberta Garibaldi, da cui ho tratto le percentuali indicate sopra. Leggete e rimarrete sbalorditi.

IDENTIKIT DEL TURISTA ENOGASTRONOMICO ITALIANO

Rapporto turismo enogastronomico 01

Rapporto turismo enogastronomico

E’ un uomo sposato o convivente, vive nel Sud Italia (i meno interessati al turismo goloso sono quelli del Nord Est con il 39%). Prevalgono i giovani nati dopo il 1965 ma sono i Millennials che crescono maggiormente, soprattutto se la destinazione enogastronomica offre anche bei paesaggi e contatto con la popolazione residente. Questo tipo di offerta ha un tale successo che adesso ha anche un nome: “paesaggio gastronomico”, per indicare la somma di specialità tipiche da gustare, ambiente, persone e tradizioni

QUALI SONO LE ESPERIENZE ENOGASTRONOMICHE PIU’ APPREZZATE

Praticamente tutti gli italiani (98%) hanno partecipato a almeno un’esperienza enogastronomica negli ultimi 3 anni. Le più gettonate sono l’assaggio dei prodotti tipici, il mercato, i pasti o le consumazioni in ristoranti o caffè storici. Cresce moltissimo la visita dei luoghi di produzione, ma a sorpresa la vista delle aziende agricole (62%) supera la voglia di  entrare nelle cantine (56%).
Nonostante la crescita velocissima del segmento enogastronomico c’è ancora un 22% di persone che “vorrei ma non posso”, cioè di turisti che ancora aspettano di realizzare l’esperienza enogastronomica dei loro sogni: visitare una fabbrica di cioccolato (54% di gap fra desiderio e fruizione), un pastificio, fare un viaggio di più giorni alla ricerca dei piaceri del palato.
Un elemento che spicca sugli altri è il fascino esercitato dalle antiche tradizioni, infatti i maggiori incrementi di interesse si registrano nei ristoranti e caffè storici, l’assaggio di piatti tipici nella loro zona d’origine.

Basta con l’orribile sito del turismo italiano

Foto brutte, vecchie, pochi video, traduzione in sole 4 lingue e testi noiosi. Basta! Ci vuole un ministero e la rottamazione delle Strade del vino e dei sapori

Sito ufficiale turismo francese

Sito ufficiale turismo francese

Di Donatella Cinelli Colombini

Noi del vino siamo i più danneggiati dalla comunicazione turistica istituzionale. E dire che l’enogastronomia appare come il secondo “attrattore” cioè la seconda calamita di turisti esteri, dopo il patrimonio culturale. Pensate che l’ETC European Travel Commission, che riunisce 33 Paesi, con l’obiettivo di potenziare la destinazione Europa, progetta di strutturare le proposte turistiche del futuro su base soprannazionale usando le motivazioni di viaggio. L’enogastronomia è al secondo posto. Se la proposta va avanti e noi non ci organizziamo, il Barolo, il Chianti, la Franciacorta o il Trento DOC saranno letteralmente travolte dalla presentazione sfavillante della Rioja o dell’Alentejo perché tutte le regioni del vino europee hanno ormai vetrine migliori delle nostre.

Italia.it acqua alta a Venezia

www.italia.it acqua alta a Venezia

Uno dei nostri talloni d’Achille sono le 170 Strade del vino e dei sapori che, nella stragrande maggioranza, sono degli organismi di carta, autorizzati ma pressoché inesistenti . Per capire il potenziale di queste strutture territoriali aprite il sito tedesco. Con le sue 40 lingue è una macchina da guerra e propone una settantina di Strade a tema: da quella sugli imperatori a quella sui conventi, da quella sugli asparagi a quella del vino. Quest’ultima sezione contiene 14 itinerari << È tutta colpa dei Romani: hanno portato il vino nel Palatinato ed eccola qui>>, titola l’itinerario del Riescling, che vista la condizione delle strade del vino italiane, suona come una presa in giro.

Un portale nazionale per il turismo del vino

Ecco il mio contributo per #campolibero, le 18 azioni del Ministero delle politiche agricole su cui Maurizio Martina chiede a tutti idee e progetti 

Sangiovese Donatella Cinelli Colombini

Sangiovese Donatella Cinelli Colombini

Tematica: COMPETITIVITA’ E LAVORO
Sezione: Sistema nazionale di consulenza aziendale agricola

PRESENTAZIONE DI CHI SCRIVE
Mi chiamo Donatella Cinelli Colombini, nel 1993 ho fondato il “Movimento turismo del vino” ed ho inventato Cantine aperte, la giornata che ha fatto da locomotore allo sviluppo dell’enoturismo in Italia. Dal 2001 al 2011 sono stata Assessore al turismo a Siena. Adesso ho una mia azienda a Montalcino, presiedo il Consorzio dell’Orcia Doc e sono vicepresidente nazionale dell’Associazione Donne del vino. Insegno turismo del vino in corsi e Master universitari e ho firmato 19 articoli e libri sull’argomento.
Ritengo dunque di avere le credenziali (sul piano teorico e su quello pratico) per dare un consiglio al Ministro Maurizio Martina in materia di turismo del vino.
NOTIZIE DI SCENARIO SUL TURISMO DEL VINO
Questo settore ha un business stimabile fra i 3 e i 5 miliardi l’anno – a seconda di come è valutato l’indotto- coinvolge 21.000 cantine con vendita diretta di cui solo un migliaio realmente organizzate per l’accoglienza turistica. Dovrebbe essere organizzato attraverso network territoriali chiamati Strade del vino, che sono 170 e sono il reale flop del settore, visto che, solo una decina di loro funziona. Manca una regia nazionale che coordini l’offerta secondo regole condivise e si occupi di divulgarla e commercializzarla attraverso le fiere di settore, la stampa specializzata, le OTA (agenzie di viaggio on line), le compagnie di trasporti ….. ma soprattutto organizzi l’offerta web in modo che sia visibile, attraente e acquistabile. Per capire lo stato dei lavori basta visitare il sito del turismo italiano e poi quello francese

Montalcino. Stop al mordi e fuggi

Basta col turismo che consuma parecchio e lascia poco: Montalcino può essere il primo distretto enoturistico innovativo, sostenibile, social e persino sofisticato

Montalcino-centroStorico

Montalcino-centroStorico

Il turismo inquina, non solo con i tubi di scappamento di auto e bus, inquina perché distrugge l’anima vera dei luoghi; dove c’era la merceria per i residenti apre il negozio dei souvenir, i piatti si riempiono di ricette tipiche mai mangiate prima, i mobili dell’osteria vengono sostituiti da sedie e tavoli di design uguali a quelli di Capri e Cortina. Pian piano i residenti si sentono attori su un palcoscenico che rappresenta il loro paese. Non per altro nel marketing turistico i residenti si chiamano “consumati” per distinguerli dai “consumatori”  che vengono a vederli.

E quel ch’è peggio il turismo va giù a picco. Infatti le destinazioni turistiche, come qualunque altro prodotto, hanno un ciclo di vita. E’ diviso in 4 fasi; l’esordio è tutto rose e fiori con i turisti accolti come amici. Poi i primi contrasti per i disagi creati dai turisti che si appropriano di parcheggi, spazi e servizi creati per i residenti. Arriva la fase della “colonizzazione” – il momento che sta attualmente vivendo Montalcino – e se questa non si arresta c’è poi il declino: il luogo è famoso  ed attrae un turismo di massa con grandi numeri e piccola spesa.

Strade del Vino e Web un amore possibile

All’ International Wine Tourism Conference 2012 di Perugia Donatella Cinelli Colombini e Antonio Gnassi analizzano i  siti web delle Strade del Vino italiane

International Wine Conference - Antonio Grassi parla in video confernza dalla Fattoria del Colle

International Wine Conference - Antonio Grassi parla in video confernza dalla Fattoria del Colle

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

La ricognizione è partita dagli uffici turistici e dai siti web di 9 Strade del vino: Barolo, Franciacorta, Piana Rotaliana, Costa degli Etruschi, Vino Nobile di Montepulciano, Sagrantino, Castel del Monte, vini dell’Irpinia e dell’Etna.

Inizio io con l’esame degli uffici turistici: in pratica solo le 3 Strade del vino del Centro Italia hanno dei punti informazione al pubblico gestiti direttamente le altre si appoggiano agli uffici delle amministrazioni locali oppure non ne hanno affatto. I  contenuti dei siti sono generalmente ricchi ma presentano numerose criticità; spesso sono solo in italiano e spesso sono privi di informazioni sui vini. L’analisi rivela inoltre problemi  più profondi e più gravi.

L’offerta è costruita sul prodotto non sul cliente. Invece  le Strade italiane batteranno  la concorrenza di quelle francesi, spagnole e tedesche solo se sapranno rispondere ai bisogni e alle motivazioni di viaggio dell’ospite. Cioè se offriranno itinerari per coppie o famiglie, wine lovers, amanti del lusso, giovani, gay …. Inoltre se struttureranno l’offerta in base alla

Rivoluzione nelle Strade del vino: potenziando enoturismo e territorio

Cambiarle radicalmente è l’unico modo per portare al successo il  Turismo del vino che oggi è in grande difficltà. Certo si tratta di una cura d’urto, qualcosa che non migliora l’esistente ma lo stravolge dalle basi

Qualche giorno fa l’Assessore all’agricoltura della Toscana Gianni Salvadori mi chiedeva << Ce ne vuole così tante Strade del Vino ?  Ma servono? >>  Così come sono no

Vigneti delle Langhe

Vigneti delle Langhe

di Donatella Cinelli Colombini 

Tuttavia la possibilità di renderle vincenti c’è. E’ possibile trasformare le Strade in sistemi territoriali competitivi capaci di creare sviluppo e occupazione ma dobbiamo avere il coraggio di cambiarle.

Qui di seguito presenterò la prima tappa di questo cambiamento, la più sconvolgente ma capace di ridare alle Strade l’aspetto di destination cioè di luoghi unici, luoghi che valgono il viaggio. Il primo passo è la divisione  fra  “Strade del vino organizzate” e “Strade del vino libere” come nelle spiagge.

Nuovi manager per il turismo del vino

Vorresti  lavorare in una Strada del vino ? Credi che basti una laurea in lingue? Ebbene ti sbagli, è divertente, stimolante, creativo ma richiede una competenza profonda su tantissimi argomenti.
Chi lavora al front office dell’ufficio turistico di una Strada del vino deve parlare correntemente almeno l’inglese, conoscere a fondo la storia, l’offerta culturale, naturalistica e turistica della zona e soprattutto il vino, ma tutto ciò non basta

Ufficio informazioni Gaiole in Chianti

Ufficio informazioni Gaiole in Chianti

di Donatella Cinelli Colombini

Il suo ruolo è talmente importante, ai fini del successo delle Strade del vino, da richiedere la definizione di una specifica figura professionale e del percorso didattico per formarla.