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Vino e barriques. Un amore finito?

Se trent’anni fa le barriques nuove attraevano produttori e consumatori oggi sembrano vecchie. Ma è vero? Oppure sono ancora il segno distintivo del vino top?

Di Donatella Cinelli Colombini

Casato-Prime-Donne-Montalcino-cantina-senza-barriques

Casato-Prime-Donne-Montalcino-cantina-senza-barriques

I wine critics e i più ascoltati sommelier parlano dell’affermarsi di un nuovo gusto che privilegia i vini più fruttati ed eleganti, più freschi e capaci di raccontare il territorio d’origine. Allo stesso tempo i produttori stanno adottando un nuovo atteggiamento snobistico nei confronti di chi sovraccarica di legni i vini trattandoli come roba vecchia, passata di moda.
La stampa inglese è incerta se applaudire al successo della sua crociata contro la parkerizzazione dei vini oppure rattristarsi per non avere più un argomento che ha tenuto banco per quasi vent’anni.

BARRIQUE NUOVE E GRANDI CHATEAUX FRANCESI

Angelus

Château Angélus-usa-il100%-di-barriques-nuove

A ben vedere, le grandi cantine francesi sembrano appena sfiorate dal cambiamento, Château Angélus che usava il 100% di barriques nuove spera di sperimentare il 90-80%.
Château Lagrange usa il 50% di botticelle al primo passaggio dal 1983 << One can still taste wines that were made between 2000 and 2010 in Bordeaux, and ‘treated’ to aging in 200 percent new oak. Today, most of these wines are oxidized, dry and tired>> possiamo assaggiare vini prodotti tra il 2000 e il 2010 a Bordeaux e ” trattati “per l’invecchiamento in rovere nuovo al 200 percento. Oggi, la maggior parte di questi vini sono ossidati, asciutti e stanchi ha detto Matthieu Bordes, direttore generale di Lagrange, a Wine Searcher.
Un’ammissione che fa riflettere. Infatti i grandi châteaux bordolesi riuscivano a mettere una bella distanza fra loro e gli altri anche attraverso investimenti milionari in barriques nuove tutti gli anni. Una situazione che richiama alla mente il motto scritto sull’ordine della giarrettiera “on y foie chi mal y pense” alla faccia di chi pensa male. In effetti io stessa, la primavera scorsa, ho fatto un assaggio di grandi vini bordolesi durante un evento organizzato da Wine Advocate-Robert Parker a Zurigo constatando che quasi tutti avevano un’impressionante impronta di ottimo legno nuovo. Difficile dunque dire se il woody taste sia davvero passato di moda oppure sia ancora una specie di garanzia richiesta per i vini da investimento visto che la maggior parte dei collezionisti crede che sia proprio la “concia” del rovere a garantire la durata nel tempo.

Il Drago e le 8 Colombe 2013

La storia del Supertuscan di Donatella Cinelli Colombini dedicato a un uomo – il drago – nella cantina delle donne colombe

Drago-e-le-8-colombe-tagliata.di-cinta-senese

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Il vino “Drago e le 8 colombe” ha un nome strano che ha una storia curiosa. E’ prodotto nelle cantine di Donatella Cinelli Colombini che hanno un organico di sole donne, simboleggiate dalle 8 colombe dell’etichetta: Donatella, sua figlia Violante che con Debora si occupa di commercializzare il vino, Alessia che dirige l’accoglienza, la cantiniera Barbara con le sue aiutanti Antonella e Margherita, ultima ma più importante l’enologa Valerie Lavigne. Un team formidabile al cui fianco ci sono i vignaioli maschi e femmine ma anche il marito di Donatella Carlo Gardini che in cantina ha creato la linea dei vini dolci. E’ lui il drago nell’etichetta che simboleggia la presenza maschile in una cantina femminile ma non femminista

Il Drago e le 8 colombe è un “supertuscan” cioè un vino toscano senza DOC. In origine, questa tipologia comprendeva vini da

8-colombe-Donatella-Cineli-Colombini.Fattoria-del-Colle

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tavola di stile moderno e di alta qualità. Nacque negli anni 70 del Novecento come reazione alle regole delle denominazioni di origine e dell’impossibilità di sperimentare. Quasi una rivolta contro la tradizione fortemente sostenuta dalla stampa e dai consumatori americani. Successivamente i vini Supertuscan divennero IGT Toscana e, in certi casi (come Sassicaia), delle DOC. Il Drago e le 8 colombe è un vino IGT Supertuscan prodotto alla Fattoria del Colle.

Denis Dubourdieu ci ha lasciato

Oggi è un giorno triste per il vino, è morto uno degli enologi più geniali del mondo Denis Dubourdieu il mago del Sauternes 

Denis-Dubourdieu

Denis-Dubourdieu

Di Donatella Cinelli Colombini

Aprite il sito dell’istituto di Scienze della Vigna e del Vino di Bordeaux, la mitica facoltà di enologia fondata da Jean Ribéreau-Gayon, dove hanno insegnato Émile Peynaud e Yves Glorie, i mostri sacri che hanno creato la scienza del vino. Nella home page troverete questa frase « At the heart of the world’s most prestigious wine producing region, the Institute of Vine and Wine Sciences of the University of Bordeaux is a multidisciplinary centre of research, higher learning and development for tomorrow’s wine industry challenges ». Pr Denis Dubourdieu
E’ una descrizione breve del centro di ricerca sul vino più importante del mondo, dove Dubourdieu era il personaggio di spicco. L’uomo del Sauternes, l’aristocratico bello, elegante che pretendeva attenzione assoluta durante le lezioni e perfezione assoluta nei vini. L’ho incontrato la prima volta proprio nelle aule della facoltà di enologia, dove frequentavo un corso intorno al 1999 e ricordo ancora la lavata di capo che fece a noi italiani per non aver condiviso alcune sue valutazioni di degustazione. L’ho visto l’ultima volta nella mia azienda poco prima dell’ultima vendemmia quando era e già sofferente. Non aveva più i suoi bei capelli ondulati ma manteneva un carattere deciso e ebbe un ruvido scambio di idee con i tecnici di Rauscedo sulla scelta delle barbatelle per il nuovo vigneto. Lui era convinto che gran parte del mal dell’esca delle viti arrivasse dai vivai.

Il Drago e le otto Colombe vola al Merano Wine Festival

Il Drago di Donatella Cinelli Colombini fra le eccellenze italiane e internazionali[caption id="attachment_18782" align="alignleft" width="126"] Il Drago e le otto Colombe_Igt Rosso Toscana[/caption]Sono lieta di annunciarvi che “il Drago e le 8 Colombe” IGT Rosso Toscana 2010 prodotto alla Fattoria del Colle, nel sud del Chianti, è stato scelto come vino di grande pregio da Merano Wine Festival fra i vini Merano Wine Award…per noi è una notizia grandiosa!!! Proprio durante questo evento il vino sarà in degustazione da sabato 8 a lunedì 10 novembre presso l’area Merano Wine Award. Ad accogliervi ci sarà Violante, la Cinelli Colombini Jr, che vi...

Anche nel 2013 la vendemmia sarà scarsa

L’enologa Valerie Lavigne, che da quattro anni consiglia Donatella Cinelli Colombini, è nei vigneti di Brunello e Orcia Doc e dice <<poca uva>>

Fattoria del Colle Villa Archi giugno 2013

Fattoria del Colle Villa Archi giugno 2013

Questa volta la visita della superconsulente del Casato Prime Donne a Montalcino e della Fattoria del Colle nel Sud del Chianti, si è concentrata sui vigneti. Dopo 8 mesi di pioggia il colore delle foglie, specialmente nei vigneti giovani, rivela la fame delle piante.

I tentativi di dare loro nutrimento per via fogliare sono infatti quasi tutti falliti perché la pioggia è arrivata subito dopo i trattamenti portando via azoto, potassio e fosforo. <<Per ora non ci sono motivi di allarme, basta che brilli il sole>> dice Valerie constatando però che la produzione d’uva è scarsa e che la prossima vendemmia sarà di nuovo, per il terzo anno consecutivo, sotto la media normale.

Hai visto mai? La Vitis vinifera a Montisi

L’enologo superstar Maurizio Castelli e la superguida turistica Antonella Piredda insieme a Montisi per un wine bar d’eccellenza

Vitis Vinifera Montisi

A.Piredda, M.Castelli, Vitis Vinifera

Si chiama Vitis Vinifera ed è nel borgo di Montisi, località che non smette mai di stupire. 400 abitanti nella Toscana più bella e meno turistica popolata da veri contadini e veri miliardari. Toscani i primi stranieri i secondi. Qui un enologo di fama mondiale Maurizio Castelli e la sua compagna la guida turistica e degustatrice di formaggi Antonella Piredda hanno aperto il loro wine bar. E’ un’ antica cantina scavata nella roccia calcarea (nella grotta si vedono ancora i segni dei picconi ) arredata con mobili di design e le opere d’arte dei numerosi artisti stranieri che vivono qui. La carta dei vini è da spavento. Non solo le opere d’arte enologiche di Castelli ma anche prelibatezze rare come il pinot nero con macerazione pellicolare che ci ha fatto assaggiare con un delizioso antipasto a base di taralli pugliesi e crostini neri toscani.

Il Brunello del futuro: più vigna e meno cantina

Addio alle esagerazioni potenti degli anni Novanta e avanti con la finezza! Le tre parole chiave sono eleganza, identità e naturalezza

Casato Prime Donne Montalcino

Montalcino Brunello Casato Prime Donne

<<Quello che voglio produrre è un “Brunello super tipico” che racconti il territorio, eccezionalmente fine e di grande personalità, un Brunello pensato e per accompagnare i pasti, non per le competizioni>> dice  Donatella Cinelli Colombini lanciando una nuova sfida << la vite è la più nobile e versatile delle piante, infatti il vino che produce cambia con la civiltà dell’uomo. Per questo il vino è prima un’espressione culturale e poi un prodotto di consumo.

In un mondo dove il cibo è sempre meno salato, meno cotto e meno globalizzato le esagerazioni stile anni Novanta sono superate>> .
Insomma chi ama i vini “internazionali” di “stile americano” con molto alcool, molto legno e molto estratto non li troverà nelle cantine del Casato Prime Donne a Montalcino e della Fattoria del Colle nel Sud del Chianti.

Prime Donne all’assaggio del Brunello 2012 e 2010

Degustazione entusiasmante per le Prime Donne con due Brunello 5 stelle: il nuovissimo 2012 e il 2010 pronto per essere preparato per l'imbottigliamento[caption id="attachment_11710" align="alignleft" width="300" caption="Brunello 2010 e 2012 al vaglio delle Prime Donne"][/caption]Daniela Scrobogna e Astrid Schwarz affiancate dall'enologa Valerie Lavigne e dall'enotecnica Barbara Magnani sono uscite dalla degustazione col sorriso sulle labbra convinte di aver scelto dei vini che lasceranno il segnoIn mancanza del Brunello 2009, annata in cui non verrà prodotto il Brunello Prime Donne, le super degustatrici si sono concentrate sulle annate 2012 e 2010. Il 2012 le ha entusiasmate per la potenza e la pienezza...

Arriva il Brunello Prime Donne 2008

Il Brunello dedicato alle donne all’insegna delle tipicità del Sangiovese e di Montalcino, una nuova ricerca di personalità e finezza con poco “effetto legno”

Brunello2008_PrimeDonne

Brunello2008_PrimeDonne

Il Brunello Prime Donne 2008 manifesta una piena adesione ai caratteri identitari del Sangiovese e di Montalcino. Cioè esalta quelle caratteristiche del vitigno e della terra del Brunello che proprio sulla collina ilcinese arrivano all’eccellenza. Una scelta che mette la personalità del vino in ruolo protagonista. E’ evidente anche la scelta stilistica della “finezza”: un insieme di fattori che comprendono armonia, eleganza, morbidezza e lunghezza. L’impronta del legno, dove il vino ha maturato per oltre due anni, diventa lieve anche per la scelta di botti medie e grandi dopo l’espulsione delle barrique dalla cantina voluta dall’enologa Valerie Lavigne.

Il Brunello Prime Donne è il primo rosso a lungo invecchiamento concepito per il gentile sesso. Quasi un simbolo per la cantina di Donatella Cinelli Colombini dove lavora uno staff interamente femminile. E’anche selezionato da un panel di 4 super assaggiatrici che decidono le botti in cui farlo maturare e l’assemblaggio conclusivo. Sono la Master of Wine inglese Maureen Ashley, la Pr italo americana Marina Thompson, l’enotecaria tedesca Astrid Schwarz e una delle migliori sommelier italiane Daniela Scrobogna.

95/100 dal Wine Spectator per il Brunello riserva 2006

Donatella Cinelli Colombini esulta per l’ottimo punteggio del suo Brunello riserva 2006 da parte di Bruce Sanderson del Wine Spectator

Brunello-2006-riserva Wine-Spectator

Brunello-2006-riserva Wine-Spectator

La notizia è arrivata con il “Wine Spectator Advance” che anticipa via internet i migliori giudizi che, qualche giorno dopo, arriveranno per posta con la rivista vera e propria. Il Brunello riserva 2006 è il primo fra gli “Highly Recommended” che a sua volta è la prima e più importante classifica a cui seguono le selezioni: “da collezione”, “acquisto intelligente”, “miglior rapporto qualità-prezzo”.

<<Insomma vedere il proprio vino primo dopo il titolo Wine Spectator fa un dell’effetto>> ha detto Donatella Cinelli Colombini entusiasta. Più calma la reazione dell’enologa Valerie Lavigne che al momento dell’annuncio era nelle vigne per il sopralluogo estivo << J’ai toujours su que c’est un bon Brunello!>> ha commentato guardando Donatella di tralice con la coda dell’occhio come dire:  te l’avevo detto! In effetti la riserva di Brunello 2006 -5 stelle- ottiene consensi plebiscitari in tutte le parti del mondo. Qualche tempo fa anche il “Wine Advocate” le ha dato 93/100.

L’enologa Valerie Lavigne e il Brunello

L’enologa Valerie Lavigne arriva il 13 febbraio da Donatella Cinelli Colombini con l’intenzione di assaggiare il futuro Brunello in cantina.

Impossibile andare nei vigneti

Impossibile anche la degustazione del futuro Brunello 2008 con le 4 degustatrici – Prime Donne. C’è troppa neve, vere e proprie

Fattora del Colle - degustazione Brunello 2007

Fattora del Colle - degustazione Brunello 2007

montagne ovunque. Tuttavia riusciamo a organizzare un assaggio bendato di 6 nuovi Brunello 2007 scelti fra quelli nella stessa fascia di prezzo del nostro.

Il risultato è confortante, tutti ottimi vini, Montalcino mette in campo dei veri gioielli quest’anno anche se con personalità diversa in ogni cantina. Il nostro entusiasma tutti e anche questo ci fa piacere.

Valerie Lavigne e la cantiniera Barbara Magnani lavorano per ore nel piccolo ufficio a piano terra dove cent’anni fa c’era lo crittoio del fattore della Fattoria del Colle. Nella stanza aleggia un profumo di vino intrigante e in giro ci sono decine di bottiglie.

Il Drago e le 8 colombe

Siamo nel capodanno cinese e inizia l’anno del drago. L’anno magico per questo vino che cambia completamente.

Nuova annata, nuovo uvaggio, nuovo nome e nuovo packaging per il Drago di Donatella Cinelli Colombini.

Le colombe del nome simboleggiano le donne  e fanno riferimento allo staff, caso unico in Italia, tutto femminile delle cantine. Con l’arrivo dell’enologa Valerie Lavigne le colombe aumentano di numero e il nome del vino cambia: era “Il Drago e le 7 colombe” ed è diventato “Il Drago e le 8 colombe

Il Drago e le 8 colombe in carne e ossa

Il Drago e le 8 colombe in carne e ossa

Al contrario il Drago evidenzia la presenza maschile in azienda – nessuno ha mire discriminatorie –  ed è impersonato da Carlo Gardini, marito di Donatella e grande appassionato di vino.

L’arrivo di Valerie Lavigne segna l’inizio di una seria riflessione sui vitigni italiani e le loro possibilità di bland per la produzione di vini di alta qualità e capaci di affrontare i mercati stranieri. Da qui la valorizzazione del Sagrantino, un vitigno molto usato in Umbria che dista circa 20 km dalla Fattoria del Colle e appartiene allo stesso ambito geografico. Per il momento la coltivazione del Sagrantino è limitata a pochi filari di vite ma presto sarà possibile vendemmiare l’uva di un secondo piccolo vigneto.