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Lei compra il vino quotidiano lui quello per le feste

Gli uomini spendono di più e scelgono il vino al ristorante, la donna è attenta al prezzo e compra soprattutto al supermercato

vino formica e vino cicala

vino formica e vino cicala

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Il sondaggio è di WineNews che, in occasione di Vinitaly, ogni anno ci propone nuove notizie sulle diversità di genere nel consumo del vino. Proprio, il noto wine blog di Alessandro Regoli rivelò, nel 2010 che gli uomini trovano sexy le donne che sanno degustare. 

Ed  ecco la novità 2014: i profili di acquisto della donna “formica” e dell’uomo “cicala” come nella favola di Esopo.
Lui spende e spande mentre lei è molto parsimoniosa. Lei riempie il carrello al supermercato comprando soprattutto il vino per il consumo quotidiano (85% dei casi) mentre lui acquista bottiglie più care per le occasioni speciali (92%) che si procura in enoteca.

Quanto vale il Brunello?

Il brand Brunello è stimato 700 milioni di Euro dalla Camera di Commercio di Monza, ma il valore del sistema produttivo Brunello forse supera i due miliardi

Argiano panorama

Argiano panorama

Di Donatella Cinelli Colombini 

Nel 2013 il business delle 250 aziende di produzione enologica, di cui 208 anche imbottigliatrici, è stato di 165.000.000€ un terzo rispetto al valore del brand che fa da motore all’economia locale. Una valutazione molto alta che trova una spiegazione nell’economia diffusa e nei valori immobiliari che il nome Brunello porta con sé. Ristoranti, alberghi, agriturismi, enoteche, agenzie turistiche …. esistono a Montalcino in gran numero, solo grazie al Brunello. Così come il valore dei terreni e degli edifici rurali trova una giustificazione solo nel brand e nel prezzo delle bottiglie.
Una recente stima di WineNews sul vigneto toscano ha evidenziato come i 3,3 miliardi di Euro del valore complessivo contengano una grossa fetta montalcinese. 2.100 ettari di Brunello per un prezzo medio di 300.000 € portano a un totale di 630 milioni di Euro a cui vanno aggiunti i rimanenti 1.400 ettari di Rosso di Montalcino, Sant’Antino, Moscadello e Supertuscan per sfiorare i 900 milioni di Euro complessivi.

Buy Wine 2014 un trionfo per le anteprime e i vini toscani

Serata di gala a villa Montalto, borsino con 296 importatori, visita dei buyers nelle cantine e infine le anteprime di Chianti Classico, Nobile e Brunello

Donatella Cinelli Colombini orgogliosa presidente dell'Orcia DOC

Donatella Cinelli Colombini orgogliosa presidente dell'Orcia DOC

Il vigneto toscano vale -secondo WineNews– 3 miliardi e 300 milioni di Euro <<diciamolo alle banche e agli investitori esteri>> esordisce l’Assessore Gianni Salvadori <<mettere denaro nel vino toscano rende!>> ed è infatti il vino il comparto regionale che trascina l’export e cresce di più con il 46% di aumento in cinque anni. Per questo la Toscana del vino sale sul palcoscenico e, per la prima volta, marcia compatta alla conquista dei mercati esteri. Un programma e un impiego di forze impressionanti di Toscana Promozione, che sotto la guida di Silvia Burzagli ha portato a Firenze 296 importatori e 90 giornalisti di tutto il mondo.
Inizio alla grande anche per la giovane Orcia Doc che, nella serata inaugurale nei saloni pieni di stucchi settecenteschi di Villa Montalto, sbaraglia la concorrenza ed è la denominazione più assaggiata. Sarà la fortuna degli esordienti ma indubbiamente l’Orcia tira. C’è persino una importatrice in Kimono in fila per degustarla.

Prezzi delle vigne in Italia e nel mondo con o senza villa

Le quotazioni di Knight Frank per le ville con vigneto in tutte le regioni vinicole più blasonate del mondo e quella di Assoenologi per le vigne d’Italia

Di Donatella Cinelli Colombini

Bordeaux France

Bordeaux France

Knight Frank è la più grande agenzia immobiliare indipendente del mondo con 330 uffici e 12.000 proprietà in vendita. Ma soprattutto è un’agenzia di consulenza e informazione formidabile. Vigne e cantine gli piacciono molto. Li c’è un bel business che Knight Frank tiene d’occhio costantemente ed è riassunto in un rapporto pubblicato il 7 gennaio scorso:
• I vigneti sono considerati un buon investimento in tutto il mondo
• Mendoza e la Toscana hanno avuto i maggiori aumenti di valore nel 2013 con il 25 % e 20 % (questa è musica per le mie orecchie)
• I vigneti spagnoli hanno registrato il maggior calo con il 20% dal 2000, quelli italiani del 15,3% e i francesi dell’11,8%
• L’estensione dei vigneti della Nuova Zelanda e della Cina è aumentata del 164 % e del 90 % negli ultimi 12 anni.
A dicembre Knight Frank ha pubblicato il suo “Global Vineyard Index 2013” una specie di rapporto sul valore delle vigne con una superficie superiore ai 5 ettari. Le sue stime, segnalate da WineNews, sono interessantissime.

I 18 Guinness del vino

I record mondiali del vino: la cantina più grande e quella con più bottiglie, il ristorante con più vini in lista e la maggiore collezione di etichette da vino

largest flute Agrofirm Zolotaia Balka Ltd (Ukraine)

largest flute Agrofirm Zolotaia Balka Ltd (Ukraine)

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Un articolo di WineNews ha stuzzicato la mia curiosità di vedere fra i Guinness dei primati quali riguardassero il vino. Sono 18 e nessuno in Italia ma almeno uno nella mia amata Malta: il record del bicchiere da vino più grande 3,87 metri di coppa per un’altezza di 2,04 è stato realizzato per la festa della Chiesa di San Giorgio a Hal Qormi. Le feste parrocchiali sono enormi a Malta e alle cerimonie religiose si associano bande, luminarie, dolciumi, mercatini e ovviamente vino.
Il flute da Champagne più grande del mondo contiene 56.25 litri equivalenti a 75 bottiglie ed è stato prodotto a mano, in tre giorni di lavoro dalla Ucraina dalla Agrofirm Zolotaia Balka Ltd nel 2011. E’ decisamente più piccolo del bicchiere maltese perché è alto 1,32 m.
La cantina più grande è in Sud Africa a Paarl nella Provincia del Capo. Ha una superficie di 22 ettari e una capacità di 121 milioni di litri. Si tratta di una cantina cooperativa conosciuta come KWV – Koöperatiewe Wijnbouwers Vereniging. Le sue strutture sono in parte semplici: tetti in lamiera ondulata, corridoi immensi pieni di botti e barriques … ma certo colpisce la capacità dei sudafricani di pensare in grande. Per la cantina con la maggiore bottiglieria il record appartiene alla Moldava Milestii Mici con il suo milione e mezzo di bottiglie di vino conservate in 55 km di gallerie sotterranee. La bottiglieria è impressionate, per dimensione e con le sue nicchie ad arco che ricordano le catacombe.

Il blogger vestono Armani. E i wine blogger?

Chi sono i blogger? Perché i più famosi sono tanto amati e temuti? Hanno corsie preferenziali, anteprime che neanche i giornalisti più blasonati hanno, e tutti li stanno a sentire.

di Bonella Ciacci

Firenze4Ever

Firenze4Ever

Nei giorni scorsi Donatella Cinelli Colombini, mi ha mostrato un articolo su La Nazione dell’evento Firenze4Ever (ammetto, mi era totalmente sfuggito, ma io sono così poco modaiola che gli articoli sull’argomento proprio non li noto). Questa 3 giorni dedicata alla moda, un pre-PittiUomo 2014 organizzato da Andrea Panconesi, di Luisaviaroma.com, è già alla sua ottava edizione, quest’anno dedicata a Giorgio Armani. Per 3 giorni i 32 più famosi fashion bloggers del mondo vivranno e fotograferanno la città e i capi delle collezioni Primavera Estate 2014 dei designer più famosi.
Anche in Italia abbiamo i nostri fashion blogger molto seguiti, e mi è capitato di leggerne alcuni, (e neanche i più influenti, a giudicare dalla classifica di Ebuzzing). Apprezzo molto il blog di Alessia Marcuzzi, LaPinella, dove trovo che la presentatrice si sia reinventata con molta ironia. Non apprezzo invece, per quanto molto famosa, Chiara Ferragni e il suo TheBlondSalad. Ma per carità, sempre tutte bravissime, se si guarda come mi vesto io…

Comunque, ecco che mi sorge spontaneo domandarmi perché. Perché una delle boutique più famose e di culto come Luisa via

La Pinella Alessia Marcuzzi

La Pinella Alessia Marcuzzi

Roma dedicano tanta attenzione ai bloggers, tanto da dedicare loro eventi, cene esclusive, pezzi disegnati in esclusiva, oggetti che diverranno dei veri e propri cult della moda, in serie limitata e numerata?
Questo fenomeno non è poi esclusivo del mondo della moda, ma bensì è sempre più diffuso, in ogni ambito, in ogni settore. Ed il vino non è da meno. In un articolo del 5 agosto 2013 avevamo già affrontato l’argomento, con la vittoria del Wine Blog Award negli USA di un articolo proprio su come ormai la comunicazione del vino, per i non addetti ai lavori, passi dal web, tra social e blog appunto, dove è depurata da eccessivi tecnicismi e punteggi aridi quanto spesso, ai più, incomprensibili e privi di praticità.

Dove si beve il vino: sempre più in Cina, Usa e in Africa

Ecco la classifica dei Paesi consumatori: Francia, USA, Italia, Germania e Cina ma con l’Italia in forte frenata a -6% sullo scorso anno e la novità africana

CinelliColombini, DeCastro; Dell'Orefice a Nomisma

CinelliColombini, DeCastro; Dell'Orefice a Nomisma

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
L’Italia, colpevole la crisi economica che taglia la capacità d’acquisto, scende velocemente la classifica dei Paesi consumatori. Ecco la lista redatta da WineMonitor di Nomisma: prima la Francia con 36,6 milioni di ettolitri, seguono Stati Uniti (29 milioni di ettolitri), Italia con 22,6, Germania 20 e Cina 17,8 milioni di ettolitri. A questa lista è bene affiancarne un’altra che arriva da Mediobanca con i mercati dove i consumi salgono ecco che la Cina è in testa con +15% seguita dagli USA 8,2%, Uk 6,5% e Russia 5,6%.
Ma la sorpresa viene dall’Africa. Sarà il continente nero il mercato del futuro per i vini italiani? Per ora i numeri sono piccolissimi: 534 milioni di Dollari di importazioni enoiche dall’Italia nel 2012 e consumi di vino concentrati in Sud Africa che è anche un
Paese produttore per cui non fa sperare in grandi prospettive.

Okanagan Canada batte Bordeaux sul turismo del vino

E’ davvero in Canada il territorio del vino più amato dagli enoturisti  di tutto il mondo? Supera Napa e Sonoma Valley, la Toscana e persino Bordeaux

Valle di Okanagan, Columbia Britannica

Valle di Okanagan, Columbia Britannica

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

La classifica sulle “wine destination” più apprezzate dagli enoturisti arriva da una fonte molto autorevole: The Huffington Post, il colosso dell’informazione on line fondato nel 2005 da Arianna Huffington, che in breve tempo è diventato uno dei siti più cliccati del mondo, addirittura il numero uno nella classifica di Thecnorati. I numeri sono impressionati: 50 milioni di visitatori unici e 6 milioni di commenti al mese. Hanno firmato articoli sull’Huffington Post Barack Obama, Hillary Clinton, Michael Moore, Madonna. Dal 2012 esiste anche un’edizione italiana, in collaborazione con il Gruppo Espresso, diretta da Lucia Annunziata.
Dopo questa premessa è impossibile sottostimare l’importanza della classifica dell’ Huffington Post sulle 10 regioni del vino più apprezzate dai turisti, anche se appare oltremodo sorprendente. Eccola

Ascoltare il mercato o le guide? Il dubbio dei produttori

Se fino a 5 anni fa un 90/100 del Wine Advocate oppure del Wine Spectator apriva il mercato ora cresce l’influenza del web e il desiderio di vini diversi
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Wine Advocate Brunello riserva 2007

Wine Advocate Brunello riserva 2007

Il tema è <<Chi compra il vino e chi sono gli “influencers”>>. Un tema importante e da sempre al centro dell’attenzione dei produttori di vino. Ma anche un tema che ha risposte diverse, anzi molto diverse rispetto a 5 anni fa. Nel Wine Industry Financial Symposium, che ha avuto luogo il 23 settembre scorso a Napa Valley in California, uno dei principali relatori era John Gillespie capo del Wine Market Council e Ceo di Wine Opinion. Nella sua relazione ottimamente riassunta da WineNews in un articolo dal titolo esplicito <<Usa: il consiglio di un amico meglio di Parker>>, Gillespie ha portato i risultati di un recente sondaggio che dimostra come l’appassionato di vino USA si fa guidare volentieri dagli amici più esperti oppure dai sommelier dei ristoranti e delle enoteche mentre è quasi impermeabile alle recensioni della stampa specializzata la cui influenza proviene in ordine decrescente da Wine Spectator, Wine Enthusiast e Wine Advocate.

Quali sono i wine blog che contano?

La classifica del 10 ottobre vede in testa WineNews  seguito da LucianoPignataro e Intravino, al quarto posto DiVini del Corriere della Sera

WineNews2013 staff

WineNews2013 staff

E’ un ranking che conta molto quando si tratta di misurare l’influenza di un organo di stampa nel mondo del vino oppure di vendere spazi pubblicitari. A farla è Ebuzzing Lab una società che studia e pianifica la comunicazione visiva ad altissimo livello. Nel sito ci sono classifiche di tutti i generi. Ecco che il top video in Italia è uno spettacolare clip di Laura Pausini seguito da 3 video di Nokia solo apparentemente artigianali come se fossero fatti da uno di noi. Se invece guardiamo la stessa classifica in USA troviamo al primo posto un delizioso video Samsung Galaxy Gear.
La top news in Italia è di Beppe Grillo che è anche il titolare del blog numero 1, il più seguito di tutti. Insomma il leader dei 5 Stelle è una potenza nei social.
Nella home page di Ebuzzing Lab ci sono classifiche su tutti i tipi di blog: gastronomia, musica, moda …. persino gossip e birra.

Vale 700 milioni di Euro il brand Montalcino

Quasi quadruplicato in 16 anni il valore del brand Montalcino che ha continuato a crescere, nonostante la crisi, e a moltiplicare valori immobiliari e business 

Montalcino paesaggio di A.Rabissi

Montalcino paesaggio di A.Rabissi

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
La stima è stata effettuata su richiesta di Winenews, l’agenzia di comunicazione e marketing di Alessandro Regoli e Irene Chiari, che ancora un volta, si è dimostra capace di visione e pensiero strategico.
Nel 1998 il brand Montalcino fu valutato 500 miliardi di Lire dall’Università Bocconi, oggi risulta quasi quadruplicato. <<L’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza>> spiega WineNews, ha effettuato la stima all’interno <<del progetto ERI (Economic Reputation Index) a partire dall’ Anholt Brand Index, su dati del Registro Imprese, Istat, Eurostat e Consorzi di tutela>> . Si tratta quindi una valutazione attendibile e desunta da un ampio paniere di dati economici e di immagine quali il turismo enogastronomico, l’export, la notorietà internazionale, i valori immobiliari e della produzione agricola. La stima è di grande utilità perché fotografa in modo sintetico un processo di sviluppo diffuso che, grazie al Brunello, ha trasformato un territorio rurale molto povero in un’area che attrae investimenti, crea occupazione e redditi. La fotografia di un successo ma anche un dato a cui far riferimento per valutare il futuro e orientare le scelte dell’amministrazione locale e degli imprenditori.

Costa 135.299 $ la bottiglia più cara on line

E’ il Grand Cru Richebourg di Henri Jayer il vino con il prezzo medio più caro di 16.193 $ ma sembra addirittura conveniente rispetto al prezzo massimo di Lafite

Chateau Lafite

Lafite

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Un articolo di Wine News è lo spunto per curiosare in Wine Searcher, il sito che fornisce il miglior prezzo per tutti i vini nel mercato pescandoli da 42.000 indirizzi di e-commerce.
Nella classifica dei vini più cari del mondo le cifre sono davvero impressionanti.
Un bicchiere, nemmeno troppo pieno, del Grand Cru Richebourg di Henri Jayer, prodotto nella Cote de Nuits in Borgogna, che domina la classifica, costa circa 1.500€.
Henri Jayer, morto nel 2006, è il vero re dei vini di alto prezzo con 3 referenze fra le prime 10. La concentrazione e l’eleganza dei suoi Borgogna, le innovazioni da lui portate nel vigneto e nella cantina, fanno di Jayer una leggenda che oggi rivive nei Pinot Noir di Richebourg e di Cros Parantoux un piccolo vigneto di poco più di un ettaro di Vosne Romanée al quarto posto nella classifica.

Le donne rivoluzionano il mercato USA del vino e non solo

In Usa 51 milioni di donne scelgono il vino al ristorante. Meglio Malbec, Pinot Noir e Champagne piuttosto che Cabernet Sauvignon e Chardonnay

consumi di vino al femminile

consumi di vino al femminile

E’ iniziata la rivoluzione femminile nel vino. Lo sanno bene i ristoratori che, in 3 anni, hanno visto crescere i consumi di alcoolici da parte delle donne del 14%. Anche chi vende vino se n’è accorto ed ha notato che fra i giovani sono proprio le ragazze quelle più interessate e appassionate (da WineNews). Domineranno incontrastate la scena futura.
Che il 64% dei consumatori di vino USA siano donne e acquistino l’80% delle bottiglie (da OICCE), sono fatti che non possono passare inosservati … eppure le cantine continuano a produrre pensando a clienti uomini e fanno azioni di comunicazione dirette a un target maschile. Evidentemente le abitudini sono dure a cambiare!
Attenzione perché i gusti delle donne sono diversi da quelli dei maschi! Per il gentil sesso conta molto l’eleganza e la vivacità della confezione, le donne sono attratte dalle etichette che si indirizzano esplicitamente a loro. Sono determinanti la ricchezza aromatica del vino e l’assenza di note amare. Ecco che Pinot Noir, bollicine e Malbec sono preferiti a Chardonnay e Cabernet.
I punteggi sulle riviste cult che fin ora hanno indirizzato i consumi, non le influenzano.

Ti piace o no il vino bio?

In Italia il vino bio entra nel 2% delle case ma in Usa va forte e il 34% dei wine lovers preferisce le bottiglie eco-compatibili

biologico

biologico

Insomma il mercato del vino biologico è all’estro e soprattutto in Paesi lontani, mentre da noi è ancora una super nicchia. Una circostanza poco favorevole alle piccole e piccolissime aziende agricole che costituiscono il grosso di quelle biologiche italiane. La fotografia di questo settore arriva, quasi in contemporanea, da WineMonitor e WineNews e riserva vere sorprese. L’Italia ha 57.000 ettari di vigneto bio, una superficie più che raddoppiata rispetto a 8 anni fa e corrispondente al 6,5% del totale del vigneto nazionale. Con il nuovo regolamento europeo, atteso da 21 anni, è ora possibile ottenere la certificazione biologica delle cantine e quindi produrre vino oltre che uva bio. Finiranno, almeno si spera, le sigle fantasiose e spesso “bio sounding” del tipo vini naturali, vino puro, vino vero e altri nomi senza una reale regola produttiva.

Nel mondo boom delle bollicine ma in Italia 7 mil. in meno

Aumenti a due cifre per i vini spumantizzati fino al 2016 nel mondo, con la Gran Bretagna in veste di primo mercato superando Germania e USA

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Champagne

Champagne momento della stappatura

Continua dunque, nel mondo, il momento favorevole per i vini spumeggianti che dal 2007 ad oggi hanno segnato una crescita del 13,5% (dati WineNews).
Meno bene le cose in Italia che produce 465 milioni di bottiglie di vini spumanti di cui 25 con metodo tradizionale e 440 con metodo italiano per un fatturato in cantina di 1,2 miliardi di Euro.
Nel 2012 un terzo delle bollicine nostrane sono rimaste nel mercato domestico che ha consumato anche sei milioni di bottiglie straniere. Un bel numero ma meno del vino spumantizzato consumato nel 2011. <<Discontinuità e infedeltà all’etichetta – dice Giampietro Comolli, fondatore dell’ Osservatorio Economico Nazionale – le cause del calo iniziato nel 2010, dopo 15 anni di continua crescita dei consumi interni>>.
La crisi italiana morde dunque anche questo segmento che sembrava immune e che comunque ha tenuto meglio di altri, infatti dal 2010 il calo è stato solo del 6,64%.
Torna l’acquisto legato alle ricorrenze e torna l’abitudine a invitare a mangiare in casa, torna l’abitudine al “regalo spumeggiante” e all’acquisto presso il luogo di produzione. Il luogo di maggior acquisto è comunque il supermercato da cui passa il 61% delle vendite: 2 bottiglie su 5 brut, 1 dolce, 2 extradry e dry.