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Il vino n°1 al mondo è La Tâche di Romanée-Conti

Ha una reputazione enorme ma siamo certi che La Tâche sia il vino n°1 al mondo oppure è Tetrus o Salon? E esiste davvero un primato calcolabile a punti?

1° vino al mondo La Tâche di Romanée Conti

1° vino al mondo La Tâche di Romanée Conti

Di Donatella Cinelli Colombini , Brunello, Casato Prime Donne

Nell’epoca della “società liquida” teorizzata da Zygmunt Bauman e descritta come la crisi ogni certezza e dell’apparire a tutti costi … l’arrivo della super classifica mondiale di Wine Lister fa sorridere, soprattutto perché cerca una precisione matematica – addirittura in millesimi- che nella realtà non esiste. C’è poi qualcosa in questa formula che punta alla sovraesposizione, al primato a tutti i costi, che richiama immediatamente alla mente i talent show televisivi.
Tuttavia esistono effettivamente dei vini circondati da un’aurea quasi magica, storie straordinarie, clientela di altissimo livello e soprattutto un’immutabilità che sfida il tempo come le certezze assolute. …. Insomma si tratta di icone che durano da secoli. Sono proprio i vini su cui si concentra l’attenzione di Wine Lister. Vediamo i 3 del podio.

Petrus

Petrus

Di Romanée è nota la contesa che nel 1760 oppose l’amate e il pupillo del Re di Francia Luigi XV – Madame de Pompadour e Louis Francois di Borbone Principe di Conty- per accaparrarselo. Vinse lui e il nome del domaine cambiò in Romanée Conti. La Tâche si unì agli altri vigneti di questa prestigiosa proprietà dopo la rivoluzione francese e costituisce il cuore del vigneto forse più prezioso del mondo: secondo Slow Food ogni acino costa 16€.
Ma anche Petrus è qualcosa di sacrale con i suoi 11,4 ettari di misterioso terreno argilloso dove nasce il Merlot perfetto. Ricordo che rimasi sorpresa dalla piccola dimensione delle sue cantine ma ora accanto al celebre edificio con le arcate c’è la nuova cantina progettata da Herzog & de Meuron gli architetti svizzeri dell’Allianz Arena di Monacoe del National Stadium di Beijing. Lo Champagne Salon, Come dire, li è tutto al massimo!

Peggiori abbinamenti cibo vino e i migliori

Finocchi, carciofi, aceto sono noti nemici del vino ma ci sono altri cibi da non mangiare mai con una buona bottiglia e la chimica dice quali

 

Abbinamento cibo-vino - Salmone e Champagne

Abbinamento cibo-vino – Salmone e Champagne

Di Donatella Cinelli Colombini

 

Karen MacNeil è una super esperta dell’abbinamento cibo-vino, argomento a cui ha dedicato studi, saggi, articoli e corsi. Il suo ultimo libro dall’impegnativo titolo “The Wine Bible” contiene anche le 10 regole d’oro dell’abbinamento cibo-vino che Decanter ha riassunto per noi:

1. accostare grande con grande e semplice con semplice
2. delicatezza con delicatezza e grassezza con grassezza, in altre parole un Borgogna non va abbinato con un piatto al curry piccante che invece richiede un Shiraz
3. L’abbinamento col vino può essere per affinità o per contrasto. Cioè un’aragosta in salsa può associarsi ad un Chardonnay ma anche ad uno Champagne
4. Preferire vini versatili. Il meno facile da abbinare è il Cabernet che spesso è carico di sapore di legno. I più abbinabili sono i Sauvignon Blanc e i Riesling, tra i rossi il Chianti e i Pinot Noir

Karen MacNeil esperta in abbinamento cibo vino

Karen MacNeil esperta in abbinamento cibo vino

5. Vini fruttati come Gewürztraminer, Moscato, Viognier, o Riesling sono ottimi con piatti a base di frutta
6. La salinità dei cibi si sposa bene con vini ricchi di acidità: salmone e Champagne, Chianti e parmigiano
7. La salinità si accompagna bene anche con la dolcezza, per esempio il formaggio Stilton con il Porto oppure piatti asiatici a base di soia con il Riesling Usa abboccato
8. Cibi grassi con vini strutturati e tannici

Brexit e vino italiano

UK è il 3°importatore di vino italiano e nel 2015 ha comprato per 795 milioni ma con un prezzo medio di 2,24€ al Litro. I vini premium rischiano meno

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello Prime Donne

Brexit e vino Edonism Wines Londra Brunello

Brexit e vino Edonism Wines Londra Brunello

LEAVE UNA DECISIONE POCO RAGIONATA

Il primo effetto del  Brexit è stato il deprezzamento della Sterlina e questo non è certo un incentivo all’acquisto per gli importatori inglesi. C’è da stare certi che la finanza britannica e quelle collegate reagiranno con un contrattacco sull’Euro ed è proprio questa situazione di scontro che preoccupa di più con una logica di difesa dei propri interessi che va oltre il bene comune.
E’ assurdo pensare che la famiglia umana, in un pianeta sovraffollato come la terra, possa basarsi solo su un concetto economico di profitto “morte tua vita mea”. Una logica che porta all’autodistruzione ed al quale bisogna opporre uno

Londra e bottiglie milionarie

Londra e bottiglie milionarie

spirito più giovane e basato su valori diversi da quelli dei profitti semestrali delle multinazionali.
Una cosa è certa, nessuno ha approfondito a fondo i vantaggi e svantaggi del LEAVE prima del referendum. Apparentemente i sudditi di Sua Maestà hanno votato “di pancia” trascinati dalla nostalgia dell’impero, dall’ostilità per i tedeschi e dalla speranza di vantaggi immediati che nessuno ha valutato con sicurezza. Anzi, le dimissioni del Primo Ministro Camerun fanno supporre uno scenario affatto favorevole per loro sia nell’immediato che nel lungo termine.

Penfolds Australia visita del Principe di Galles

Penfolds Australia visita del Principe di Galles

BREXIT E VINO CHI CI GUADAGNA

Per il vino italiano i contraccolpi del Brexit ci saranno. Sua Maestà la Regina Elisabetta è il Capo di Stato in Australia, in Nuova Zelanda e in Canada tre Paesi produttori di vino con vigneti in piena espansione e qualità in crescita, basta pensare che i bianchi neozelandesi sono quelli con il prezzo medio più alto nel mondo, così come ai successi di Grange dell’australiano Penfolds e alle più recenti affermazioni dei pinot noir dell’Ontario medagliati proprio dal britannico Decanter.

Esiste l’ ora del vino?

Wine o’clock cioè l’ora del vino scatta il venerdì alle sei e mezzo è questa l’ora di picco dei consumi in Usa e di collegamento all’app HelloVino

ora del vino wine o'clock

ora del vino wine o’clock

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Come sempre informatissimo WineNews ci porta sulle tracce di un argomento molto intrigante: l’ora del vino. Chiunque è stato a New York e soprattutto a Londra, nel pomeriggio, ha visto come pub e wine bar si affollano all’uscita dagli uffici. Dopo un giorno di finanza, leggi, stress … i giovani in camicia bianca e gessato grigio si riversano nei luoghi in cui possono incontrare gli amici, sentire musica e bere. Un fenomeno che ha originato un’indagine su 2,06 milioni di messaggi internet provenienti dal “popolo della finanza” raccolti nel ‘Wine O’Clock report’. L’indagine, curata da Enolytics e Hello Vino, conferma un consumo che inizia alle 16,45 cioè all’ora di uscita dagli uffici e cresce fino alle sei e mezzo per poi diminuire e ad arrestarsi alle 9 di sera. Ovviamente il venerdì è il giorno più forte, quello in cui tutti possono indulgere in qualche bicchiere per premiarsi di una dura settimana di lavoro.

La cantina aurea e i vigneti d’oro di Montalcino

Francesco Illy crea una cantina aurea degna di Leonardo da Vinci mentre il valore delle vigne di Brunello sale a mezzo milione di Euro l’ettaro

Cantina-aurea-Podere-le-Ripi

Cantina-aurea-Podere-le-Ripi

Di Donatella Cinelli Colombini

Montalcino tutto d’oro con l’inaugurazione della cantina aurea del più visionario e geniale dei suoi produttori: Francesco Illy l’uomo delle sfide impossibili. Poi c’è la “corsa all’oro rosso” dei vigneti da parte di super, super VIP del vino e non solo. L’ultimo acquisto sono i 12 ettari di vigneto della Velona (solo 7 di Brunello) pagati 6 milioni di Euro dal gruppo Bertarelli, la famiglia della barca Alinghi che ha vinto due American Cup e già possiede la griffe enologica Poggio di sotto a Montalcino oltre a Colle Massari nel Motecucco e Grattamacco a Bolgheri.

vigneto-Bonsai-Podere-le-Ripi

vigneto-Bonsai-Podere-le-Ripi

Ma lo shopping di vigneti montalcinesi ha avuto un’accelerazione degli ultimi mesi: il podere Salicutti è stato acquistato da un imprenditore tedesco e, qualche mese fa, la Cerbaiona dei miei amici Diego e Nora Mulinari è stata comprata per 6 milioni di Euro (3,2 ettari di vigneto) da Gary Rieschel. WineNews ha calcolato l’incremento di valore delle vigne di Brunello in 50 anni ed è emersa una cifra stratosferica: 2.474% praticamente il valore è cresciuto di 25 volte.

e-commerce di vino 3 esempi per capirlo

La vendita on-line del vino sarà importantissima per la clientela privata, forse più dei supermercati. Qui descrivo 3 esempi completamente diversi

 

Wine in black - e-commerce del vino a Berlino

Wine in black – e-commerce del vino a Berlino

Donatella Cinelli Colombini
Berlino eccoci in una società di e-commerce di vino premium. Si chiama Wine in black, ha 4 anni di vita ed è impressionate. In un grande edificio del centro, grandi stanze con pareti nude e tantissimi computer accesi su tavoli tipo Ikea. 50 persone con le cuffie in testa e gli occhi incollati agli schermi che scrivono testi, postano immagini, seguono l’andamento delle vendite, fanno promozione sui canali social …. tutti giovani o giovanissimi e di diverse nazionalità, ci sono enologi, esperti di marketing, web designer, ingegneri informatici, web wine writers, interpreti.

 

 

 

Vinix a Wine2wine il social e-commerce del vino

Vinix a Wine2wine il social e-commerce del vino

Wine in black ha uno portafoglio concentrato sui vini premium e vuole diventare un punto di riferimento per i giovani wine lover di Germania, Svizzera, Olanda e Francia, grazie alla capacità di scegliere ottime bottiglie di tutto il mondo e proporle a prezzi onesti. Il cliente può comprare anche una sola bottiglia ma quando acquista un cartone, anche misto, ottiene la spedizione gratis. Ogni giorno vengono pubblicati due nuovi vini, rimangono in vendita per 5 giorni al massimo e poi vengono sostituiti. Il nostro Brunello si è esaurito in 2 giorni.
I vini da comprare vengono selezionati partendo dalle recensioni di Wine Advocate, Wine Spectator, Wine Enthusiast, Galloni-Vinous e James Suckling ma poi devono piacere ai due enologi di Wine in black che li degustano uno per uno e fanno gli ordini alle cantina.

 

iSommelier e il sacerdote del vino diventa elettronico

Volete decidere all’ultimo momento di portare in tavola un grande vino? Ora è possibile grazie a iSommelier uno smart decanter che accelera l’ossigenazione 

iSommelier

iSommelier

di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

Al primo colpo d’occhio sembra uno di quei piccoli elettrodomestici che servono per preparare il caffè americano con i filtri. Invece è un sommelier tecnologico capace di accelerare i tempi della decantazione e persino spiegarti tutto sulla bottiglia che stai bevendo.
Lo produce l’industriale cinese Eric Li che, grazie alla sua fabbrica di Bordeaux frequenta assiduamente le cantine e i ristoranti più raffinati di Francia, si sorprese sentendo un amico che telefonava al sommelier per farsi preparare il vino per la cena. Fu da questo episodio che gli venne l’idea di costruire un decanter capace di fare in pochi minuti quello che tradizionalmente richiede ore.

iSommelier iFavine

iSommelier iFavine

Eric Li è a capo di un impero industriale fra i maggiori al mondo nel campo degli elettrodomestici, la Top Electric, per questo riuscì a mettere subito a lavoro 30 specialisti in vino e tecnologie e in poco tempo, nel 2015, produrre iSommelier un piccolo congegno che, di fatto, sostituisce il Sommelier in carne e ossa. E’ munito della caraffa in cui versare il vino, ha un display in cui registrare il nome dell’etichetta e della cantina, ma soprattutto contiene un congegno che assorbe l’aria dall’ambiente, la purifica, l’addiziona con ossigeno e la insuffla nel vino accelerando i tempi della decantazione.

Prezzi delle ville con vigna, le più care a Montalcino

Le chiamano Lifestyle Vineyard e sono grandi ville con piscina e cantina, quelle italiane più care sono nel Brunello e nel Chianti Classico senese

la casa dei sogni nel territorio del vino

la casa dei sogni nel territorio del vino

Di Donatella Cinelli Colombini

La casa in campagna dei sogni è un edificio storico con almeno 4 camere da letto, piscina, parco, vigneti e cantina; meglio se in futuro è possibile realizzarci un bed and breakfast. Secondo il Global Vineyard index del colosso Knight Frank (335 uffici nel mondo) le proprietà di questo tipo in Chianti Classico e Brunello sono cresciute di valore rispettivamente del 12 e del 4% nel 2014. Si tratta dunque di investimenti capaci di dare prestigio al nuovo vignaiolo ma anche di garantirgli un bel gruzzoletto in caso di vendita. Infatti, secondo il rilevamento Assoenologi dello scorso anno, la crisi

Montalcino

Montalcino

non ha intaccato il valore dei vigneti, che anzi è cresciuto del 20% mentre il prezzo dei terreni agricoli calava. Il prezzo attuale dei vigneti varia, secondo La classifica di WineNews, dai 550.000 euro l’ettaro dell’Alto Adige e dai 500.000€ dell’Amarone fino ai 35.000€ della media nazionale. Il Barolo e Montalcino costano da 350 a 330.000€ l’ettaro. Il prezzo dei casali arriva invece dal portale www.idealista.it, nelle zone più reputate è di 3.154€ il metro quadro con possibilità di incremento nel caso l’edificio sia un castello o una villa monumentale.

Prezzi dei vigneti francesi da 10 milioni a 10.000€ l’ettaro

I vigneti di Borgogna costano 4,35 milioni di Euro l’ettaro la metà a Bordeaux e 1,2 in Champagne ma la media di un ettaro vitato francese è 136.400€

Clos des Lambrays

Clos des Lambrays

Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne
La notizia arriva da Safer ( Sociétés d’aménagement foncier et d’établissement rural) e dice che in 20 anni il prezzi dei vigneti francesi sono raddoppiati arrivando nel 2014 a una media di 136.400€ l’ettaro. Ma la corsa verso l’alto continua e si aspettano nuovi record.
I vigneti più cari sono in Borgogna dove le compravendite sono rare e il prezzo medio di un ettaro vitato è di 4 milioni. In un anno è cresciuto del 9%. A queste cifre pochi possono comprare ma il colosso del lusso LVMH, lo ha fatto, lo scorso anno e anche a cifre molto superiori a quelle normali. Su questo specifico argomento

Clos de Lambrays

Clos de Lambrays

WineNews fornisce ulteriori e curiosi dettagli: il gruppo Moet Hennessy Louis Vuitton ha pagato 100 milioni di euro per 8,66 ettari di vigneto di Clos des Lambrays, oltre alla bellissima tenuta di Morey St-Denis. Un affare da capogiro!

La zona di Bordeaux, al confronto appare a buon mercato perché i prezzi sono la metà di quelli borgognoni: un ettaro a Pauillac è appena stato venduto a 2milioni. Ancora più conveniente, si fa per dire, lo Champagne che ha una media di 1,2 milioni per ettaro.

E se il vino diventa divertente?

Forse i cultori del vino diranno che l’oenoludisme è una banalizzazione del nettare di bacco e che il vino è cultura … ma il nuovo approccio divertente piace

 

team-building-vin-wine-making-academy

team-building-vin-wine-making-academy

Di Donatella Cinelli Colombini
Si chiama Cinéréa, parola che in italiano suona un pochino lugubre, ma deriva dalla “botrytis cinerea” cioè la muffa nobile che crea capolavori come il Sauternes. La società Cinéréa è nata più di 20 anni fa in Anjou, per opera di Arnaud Houlès e oggi ha un portafoglio di 1.000 eventi, 18 proposte di animazione e clienti del calibro di IBM, AirFrance, Bayer, Porsche, Mercedes Benz, Sony ….. insomma giocando giocando è diventata una star!

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Cinéréa wine-tv-saint-emilion

Come spesso accade, questo nuovo modo di presentare il vino è stato divulgato in Italia da WineNews ed è un approccio a cui conviene prestare attenzione. Infatti se c’è un’accusa che gli addetti al marketing fanno al vino è di avere una proposta troppo vecchia e noiosa, insomma poco adatta ai giovani.
Quindi tappiamo le orecchie alle proteste dei tradizionalisti vecchio stile e andiamo a vedere cosa fa Cinéréa.

Alessandro Regoli e il suo compleanno tondo

Alessandro Regoli alias Mr WineNews, festeggia i suoi 50 anni alla Fiaschetteria di Montalcino insieme ai suoi amici “storici”
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Alessandro Regoli e Irene Chiari

Alessandro Regoli e Irene Chiari

E’ l’occasione giusta per ripercorrere una lunga amicizia con Alessandro Regoli e sua moglie Irene Chiari. Tutto inizia intorno al 1990, io lavoravo nell’azienda di famiglia, a Montalcino e Alessandro e Irene erano fidanzati. Avevo creato il “gioco VIDE” per l’associazione Vitivinicoltori Italiani di Eccellenza un gruppo di aziende agricole che imbottigliavano con il loro marchio delle vere eccellenze: Schiopetto, Marco Felluga, Marchesi de Gresy, La Stoppa, Selvapiana …. I due giovani montalcinesi mi affiancarono e vedemmo subito che la mia fantasia associata alla loro capacità di divulgazione faceva un mix formidabile. Insieme, con tanta grinta, facemmo i primi passi dentro Veronafiere mettendo le basi di un rapporto di stima e amicizia che dura ancora oggi.

Alessandro e Irene giovanissimi

Alessandro e Irene giovanissimi

Nel 1993 inventai la giornata Cantine aperte organizzandola in 100 cantine toscane. Negli anni successivi l’iniziativa venne realizzata contemporaneamente in un crescente numero di regioni ed ebbe un successo esplosivo. Coinvolsi quasi subito Alessandro e Irene e diffondemmo l’enoturismo in italia mettendo uno sull’altro comunicati e eventi, interviste e relazioni. Un lavoro artigianale che all’esterno sembrava quello di un’enorme agenzia di PR. Eravamo talmente coinvolti che, quando i miei due amici decisero di sposarsi, scelsero di fare la festa di nozze nella Taverna dei Barbi, davanti all’omonima cantina, il giorno di Cantine aperte per cui rimasero sul pezzo fino all’ultimo secondo.

Il paradosso della scelta nel vino

Meno tipologie di vino per vendere più vino” ecco l’applicazione di una nota legge del marketing che, secondo alcuni, non funziona sulle bottiglie

bottiglie di vino

bottiglie di vino

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

L’enorme numero di etichette rischia di disincentivare gli acquisti soprattutto davanti ai sovraffollati scaffali dei supermercati

Nel mondo ci sono 6,8 milioni di bottiglie censite da Wine Searcher quindi distribuite oltre l’ambito locale. Consumandone una al giorno servono oltre 18mila anni per assaggiarle tutte. C’è da chiedersi se un così grande numero di etichette serva oppure sia decisamente dannosa. E’ questo il punto di partenza di un

Rebecca-Gibb

Rebecca-Gibb

interessantissimo articolo di Wine Searcher che vi suggerisco di leggere. La base teorica è la celebre legge del marketing chiamata “paradosso della scelta” secondo la quale l’abbondanza di opzioni deprime i consumi perché innesca la paura di sbagliare. Una regola che ha trovato numerose conferme in sperimentazioni effettuate nei supermercati: il banco con 24 barattoli di marmellata attrae di più, serve molti più assaggi ma vende meno del banco con 6 marmellate (Sheena Iyengar, Mark Lepper).

Ai giovani wine lovers italiani piace bio

In cima ai desideri Brunello, Amarone e Verdicchio. I giovani preferiscono il vino alla birra. Meglio 2 bicchieri a cena con gli amici piuttosto che lo sballo

MillennialsWine

MillennialsWine

Di Donatella Cinelli Colombini
Finalmente! E’ finita l’epoca in cui i giovani preferivano la birra per staccarsi dalla cultura dei genitori basata sul vino quotidiano durante i pasti. L’indagine condotta dal Professor Gabriele Micozzi su un campione di 1.500 giovani fra i 18 e i 35 anni (commissionata dall’Istituto Marchigiano di tutela del vino e presentata all’ultimo Vinitaly) ci rivela un profilo completamente diverso da quello a cui eravamo abituati sfatando anche qualche luogo comune. Dunque vino bevanda preferita come riflesso di un’attitudine ormai internazionale verso un consumo saltuario e qualificato. L’indagine di Micozzi rivela infatti la stessa tendenza evidenziata dai sondaggi, dei mesi scorsi, di Wine Intelligence e Goldman Sachs e relative ai giovani consumatori UK e USA. Entrambe confermano il calo di apprezzamento della birra e la crescita del vino, addirittura con una certa disponibilità a spendere più, per ogni bottiglia, rispetto a genitori e nonni.  

I turisti delle cantine italiane sono oltre 10 milioni

Come tutti i dati sul turismo italiano sono incerti ma Wine Monitor di Nomisma ci fa supporre che i turisti del vino  siano il doppio di quelli stimati fin ora

Castello della sala bottaia

Castello della sala bottaia

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Si tratta di uno studio condotto da Denis Pantini di Nomisma e finanziato dal Consorzio vini del Trentino. Ecco i dati: il 9% degli stranieri e il 4,7% degli italiani sono mossi da un prevalente interesse enogastronomico. Per cautela, anche relativamente ai numeri proposti di seguito, va detto che Bankitalia indica invece in 730.000 (2012) cioè l’1,5% del totale, i visitatori esteri attratti da cibo e vino. Più vicine alle percentuali di Nomisma sono invece quelle provenienti dall’Osservatorio Nazionale del Turismo che,

Valpolicella enoteca e ristorante

Valpolicella enoteca e ristorante

tuttavia riguardano il 2010. Tornando alle percentuali indicate dal centro studi bolognese arriviamo a questi numeri: 16 milioni di stranieri e 7,8 milioni di italiani considerando tutti i nostri connazionali, bambini compresi, visto che il turismo enogastronomico si configura prevalentemente come gita “fuori porta” (86% del totale secondo WineNews) cioè come escursione giornaliera in un raggio di meno di 100 km dal luogo di residenza. 

Questi dati portano a innalzare di molto il numero dei visitatori delle cantine italiane . Infatti se è vero che non tutti i turisti del gusto entrano nei “misteriosi sotterranei di Bacco” c’è tuttavia una quota di loro che visita più di una cantina nel corso di uno stesso anno.

L’Italia del vino va da Papa Francesco

Il 21 gennaio Franco Ricci presidente della Fondazione Italiana Sommelier guiderà una delegazione di 150 esponenti del mondo del vino dal Santo Padre

Papa Francesco

Papa Francesco

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Il sito inglese The Drinks Business ha titolato in modo sarcastico <<vanno dal Papa per chiedergli di pregare per la vendemmia 2015>>. Commento decisamente cattivo che nel corpo dell’articolo rincara la dose << il 2014 è stata un’annata da dimenticare per il vino italiano, la più scarsa in 50 anni, massacrata dal maltempo. Poi c’è il declino del consumo interno di vino>> Insomma la visita dal Papa viene presentata come un’azione utilitaristica quasi fosse lo stregone a cui chiedere la danza della pioggia.

Non condivido né il contenuto né il tono di questo articolo e trovo invece encomiabile l’udienza pontificia organizzata da Franco Ricci. <<Il Papa ama il vino e lo beve a tavola a Santa Marta>> ha detto Ricci a Luciano Ferraro di DiVini del Corriere della Sera << io gli ho scritto chiedendo di fargli visita con un vasto gruppo del nostro settore e Padre Georg mi ha risposto>> .
Bellissima l’iniziativa di Ricci che riavvicina il mondo del vino alla Chiesa facendo leva sull’origine di Papa Francesco da una famiglia di vignaioli dell’astigiano.