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La cultura fa bene al vino

Veronelli, Cernilli, Buonassisi, D’Agata, O’Keefe come intellettuali provenienti da altri ambiti culturali fanno cambiare la produzione e il consumo del vino

 

Daniele Cernilli e Donatella Cinelli Colombini

Daniele Cernilli e Donatella Cinelli Colombini

di Donatella Cinelli Colombini

In genere le contaminazioni aprono la mente, fanno guardare le cose da altri punti di vista e mettono in crisi le convinzioni consolidate, insomma spingono in avanti la fantasia e la ragione.
Anche nel vino avviene la stessa cosa. Sono essenziali l’agronomo l’enologo ma non bastano perché il vino è cultura, cioè esprime la civiltà umana che lo produce e con essa si evolve nel corso del tempo.

 

I FILOSOFI VERONELLI E CERNILLI, IL MEDICO D’AGATA E IL SUPER ECLETTICO BUONASSISI

Per questo le voci “fuori dal coro” fanno fare autentici salti in avanti al concetto complessivo di enologia. Pensate a filosofi come Luigi Veronelli e, in anni più recenti, Daniele Cernilli. Due giganti che hanno rivoluzionato il modo di produrre e soprattutto di bere. Oppure pensate a medici come Ian D’Agata, italo canadese che ha seguito la sua passione per il vino invece di una promettente carriera accademica a Harvard. Ian ha una mente enciclopedica e un modo di elaborare informazioni complesse che gli viene dall’esperienza di ricerca e diagnosi. Tornando indietro nel tempo, il più eclettico di tutti: Vincenzo Buonassisi. Noi lo conosciamo come enogastronomo e giornalista ma se andate a cercare gli autori del brano “Mi va di cantare” interpretato al Festival di Sanremo del 1968, ci trovate il suo nome.

 

Guinness del vino

La cantina più antica, il calice più grande, la bottiglia più cara e la prima denominazione … i Guinness dei primati del vino sono tanti e anche stravaganti

 

Guinness: cantina più grande del mondo - Wijnbouwers Vereniging

Guinness: cantina più grande del mondo – Wijnbouwers Vereniging

di Donatella Cinelli Colombini

Spesso i primati che permettono di ottenere il “Guinness World Records” sono cose strane. Ricordo che, come assessore al turismo di Siena, promossi un Yamaha village che organizzò anche i corsi di guida per i giovani facendo diminuire drasticamente gli incidenti dei mesi successivi e il conseguimento di un Guinness con moto tutte uguali. Il numero di appassionati centauri che arrivò in Piazza del Campo a Siena da tutta Europa fu enorme e ci permise di superare ampiamente il record precedente.

Più recentemente le Donne del Vino dell’Emilia Romagna si sono impegnate a battere il record della sfoglia più lunga.
Ci sono dunque record di ogni tipo e anche il vino ne ha molti di cui alcuni davvero strani. Traggo molte curiosità dalla notizia di WineNews, a cui aggiungo qualcosa di mio.

 

Milestii Mici, in Moldova, Guinness: cantina con più bottiglie

Milestii Mici, in Moldova, Guinness: cantina con più bottiglie

VINO E LA CANTINE PIU’ ANTICHE DEL MONDO

Record del vino più antico del mondo a Gadachrili Gora e Shulaveris Gora, 50 chilometri a sud di Tbilisi, in Georgia. Ha 8.000 anni e le tracce di componenti chimiche inequivocabilmente riferibili al vino sono state trovate dagli archeologi in vasi di terracotta del neolitico.
Il Guinness per la cantina più antica va alla Commandaria di Cipro che produce nettari dolci da 2.000 anni. Il vino che produce è anche quello con la denominazione più antica dato che nel 1223 Filippo II il guercio, Re di Francia, lo definì l’”Apostolo dei vini” e delimitò l’area di produzione. L’area di Cipro in cui questo vino è prodotto si chiama Commanderie dall’epoca delle crociate quando, l’Ordine di San Giovanni, nel 1210, vi costruì il castello di Kolossi.

 

Benvenuto Brunello un successo durato 28 anni

Edizione trionfale di Benvenuto Brunello con le 5 stelle della super annata 2019, Vittorio Sgarbi, il presidente del Coni Malagò e un assalto di wine lovers

Benvenuto brunello 2020

Benvenuto Brunello 2020 Violante Gardini Cinelli Colombini con vip friends

di Donatella Cinelli Colombini

COME NASCE BENVENUTO BRUNELLO

Si racconta che l’idea delle anteprime nacque durante un viaggio a Tokyo del Consorzio del Brunello quando l’allora presidente Sante Turone annunciò al suo vice Andrea Costanti e al direttore Stefano Campatelli <<faremo un evento per presentare il Brunello che sta per entrare in commercio e dare la valutazione (da una a 5 stelle) dell’ultima vendemmia. Si chiamerà Benvenuto Brunello>>. Nonostante la reazione sbalordita dei due interlocutori il progetto andò in porto e la prima edizione venne organizzata nel 1992 nelle sale polivalenti sotto il Comune di Montalcino mentre la mattonella con le due stelle della vendemmia fu dipinta da Roberto Turchi.
Anno dopo anno l’evento crebbe spostandosi sotto un tendone allestito nella fortezza trecentesca di Montalcino e poi (con un mio contributo

Benvenuto Brunello la piastrella di Giovanni Malagò

Giovanni Malagò firma la piastrella del Brunello 2019

personale), nella sede attuale del complesso di Sant’Agostino. Cresceva di pari passo l’afflusso di giornalisti specializzati di tutto il mondo e quello dei buyer a cui tradizionalmente sono riservati gli ultimi due giorni delle degustazioni. Nel successo di Benvenuto Brunello ha avuto un ruolo determinante l’agenzia montalcinese WineNews di Irene e Alessandro Regoli che cresceva di reputazione e di importanza quasi alla stessa velocità.

LE REPLICHE DI BENVENUTO BRUNELLO DIVENTA IL FENOMENO DELLE ANTEPRIME DEI VINI

Mentre l’evento montalcinese veniva replicato a New York e poi in altri mercati strategici esteri, altri consorzi del vino italiano iniziarono a seguire la scia del Brunello. In Toscana Chianti Classico, Vino Nobile e Vernaccia furono poi seguiti dagli altri consorzi coordinati dall’Amministrazione Regionale. Nelle altre parti d’Italia tutte le grandi denominazioni hanno organizzato le anteprime fino a formare un calendario estenuante sia per i buyer che per i wine critics.

Il vino italiano visto dal Wine Spectator

Durante Wine2Wine 2019 il senior editor di Wine Spectator Bruce Sanderson ha degustato con i giovani e ha mostrato come i suoi lettori, percepiscono i nostri vini 

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Di Donatella Cinelli Colombini

La degustazione con 9 esponenti delle nuove generazioni del vino italiano – fra loro mia figlia Violante Gardini, Bernardino Sani e Dominga Cotarella- è avvenuto nell’area più multietnica e social di Veronafiere, il regno di Stevie Kim e di VinitalyInternational, un ambiente che ispira alla creatività con soffitti dipinti, interior design di tendenza … ma i giovani erano invece molto “nel ruolo” con poca leggerezza e molta determinazione.  Davanti a loro Bruce Sanderson uno dei guru più ascoltati del vino a livello mondiale, assaggia la Borgogna, il Piemonte e la Toscana per Wine Spectator e, secondo me assaggia il meglio!

WINE2WINE A VERONA PER SCOPRIRE COME VEDONO IL VINO ITALIANO I LETTORI DEL  WINE SPECTATOR

E’ a Verona, in occasione di Wine2wine il workshop sul wine business più importante in Italia e per presentare Opera Wine la degustazione che ogni anno precede Vinitaly.
Un’occasione ghiotta per  rivelare gli esiti del sondaggio di Wine Spectator sui suoi lettori. Ecco qui le chicche migliori invitandovi a leggere il resto sul WineNews di Alessandro Regoli.

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Il  sondaggio fra i lettori di Wine Spectator, ci rivela le opinioni di un target di wine lovers qualificato e, presumibilmente danaroso. Il Brunello è il vino più amato da chi ha superato i 50 anni (48%) mentre Barolo è il prediletto dagli appassionati sotto i 30 anni (24%).

L’ITALIA VINCE SULLA FRANCIA  PER LA DIVERSITA’ E IL BUON RAPPORTO QUALITA’ PREZZO

Fra le regioni enoiche del vecchio mondo, sorprendentemente l’Italia batte la Francia nelle scelte dei lettori, una vittoria schiacciante di 59% contro 26%. Si tratta di un dato molto significativo perché i lettori del Wine Spectator non sono la media degli americani, sono gli opinion maker e soprattutto il segmento di popolazione che influenza il consumo dei premium e luxury wines.
La varietà/diversità (74%) e il rapporto qualità prezzo (67%) sono le armi vincenti delle bottiglie del nostro Paese.

Prezzi dei vigneti alle stelle in Italia e in Francia

Sopra i 14 milioni l’ettaro in Borgogna fino a 3 milioni nel Barolo e uno per quelli di Brunello e di Bordeaux

Di Donatella Cinelli Colombini

Prezzi-vigneti-alle-stelle-in-Italia-e-in-Francia-Brunello Poggio Antico

Prezzi-vigneti-alle-stelle-in-Italia-e-in-Francia-Brunello Poggio Antico

Arrivano da Vinexpo gli ultimi dati sulla corsa all’acquisto dei vigneti che sembrano quelli della corsa all’oro, con investitori di tutto il mondo che si contendono le terre da vino a suon di milioni. Puntano sulle zone più prestigiose pronti a spendere cifre astronomiche quasi fossero piene di pepite. Cifre che la produzione del vino non ripagherà mai e sono giustificate solo all’interno di una spirale speculativa che fa aumentare i prezzi e promette di rivendere gli stessi terreni a prezzi ancora più alti. Le denominazioni top hanno infatti dimensioni limitate, non espandibili per cui costituiscono, per gli investitori, un “bene rifugio” simile alle opere d’arte e alla pietre preziose. La differenza è che le vigne e le cantine devono essere gestite ogni giorno e non possono essere messe in cassaforte. Sono quindi più impegnative ma anche più ricche di soddisfazioni, per chi riesce a creare un gioiello enologico. Per questo l’attenzione dei super ricchi si concentra sulle denominazioni e i cru più prestigiosi, solo a Montalcino hanno investito tre degli uomini nella classifica Forbes dei 1.000 uomini più ricchi del mondo.

PREZZI DEI VIGNETI FRANCESI

WI&NE e Safer società specializzate in consulenze e cessione di aziende danno alcuni numeri del fenomeno e vengono analizzate da WineNews sempre molto attenta alla quotazione dei terreni vitati.
La stima delle compravendite di vigneti e cantine francesi, nel 2017, ha toccato l’astronomica cifra di 1,3 miliardi di Euro e promette di crescere.

Vendita-di-cantine-Vietti

Prezzi-vigneti-alle-stelle-in-Italia-e-in-Francia-cantine-Vietti

La zona viticola più cara è la Borgogna dove si toccano punte di 14 milioni l’ettaro anche se le quotazioni normali sono di 5. Altre zone celebri hanno valori minori: lo Champagne, i vigneti di Bordeaux oppure della Côtes du Rhône permettono di acquistare intorno a un milione l’ettaro anche se a Pauillac e nella Gironda i prezzi raddoppiano.
Ma in Francia ci sono anche zone del vino a prezzi molto più abbordabili: in Alsazia le quotazioni vanno da 50 a 300.000€ e in Provenza i valori partono da 25.000 Euro ad ettaro e sono in crescita perché c’è stato anche chi ha pagato 160.000 € l’ettaro come per i vigneti più importanti della Loira. Nella Languedoc-Roussillon scendono ancora a 10 a 40.000€ e la maggior parte del vigneto francese costa proprio 10.000€ l’ettaro.

PREZZI DEI VIGNETI ITALIANI

In Italia l’area dove l’impennata dei prezzi è stata maggiore è sicuramente il Barolo dove, in alcuni casi, sono stati superati i 3 milioni di Euro l’ettaro. A Montalcino la quotazione di 700.000€ sale spesso fino a sfiorare il milione mentre Bolgheri e la Valpolicella oscillano fra 500 e 600.000€.

Muore Gerard Basset e esplode la Pizzeria Sorbillo

Giorno nero per chi ama i grandi vini e la grande gastronomia: muore Gerard Basset, Master of Wine e Master Sommelier, la pizzeria Sorbillo distrutta da una bomba

Gino-Sorbillo-davanti-alla-pizzeria-distrutta-dalla-bomba

Gino-Sorbillo-davanti-alla-pizzeria-distrutta-dalla-bomba

Di Donatella Cinelli Colombini

Ci sono persone e luoghi che sono autentici simboli. La Pizzeria di Gino Sorbillo a Napoli, in Via Dei Tribunali, è l’emblema della rinascita del cibo italiano più famoso e amato. Gerard Basset miglior sommelier del mondo.

PIZZA DA CIBO POVERO A PATRIMONIO DELL’ UMANITA’

Pizza: una rinascita che parte da un piatto povero troppo spesso maltrattato e banalizzato da esecuzioni volgari, passa attraverso il ritorno al lievito madre, la scelta delle farine, i pomodori appena colti, l’olio extravergine …, la manualità di chi fa danzare la pasta con le mani ed ecco che l’arte dei Pizzajuoli napoletani diventa patrimonio dell’Umanità Unesco. Un successo, quello dei maestri pizzaioli, che ha avuto in Gino Sorbillo un simbolo e un portabandiera. Ma anche l’affermarsi di una Napoli che vince partendo dal basso, dai suoi valori di manualità, tradizione, naturalezza, identità e benessere che nasce dal cibo. Valori che avevano riunito intorno alla candidatura Unesco un movimento di opinione, mai visto prima, con 600 ambassador e 2 milioni di firme in tutto il mondo sulla petizione #pizzaUnesco.

PIZZERIA DI GINO SORBILLO DISTRUTTA DA UNA BOMBA

Gerard-Basset-al-Premio-Masi

Gerard-Basset-al-Premio-Masi

Per questo, vedere la pizzeria Sorbillo distrutta da una bomba , con evidente scopo intimidatorio, è un dispiacere enorme. Nessun ferito, per fortuna, ma il locale distrutto. Sorbillo ha una catena di pizzerie in Italia e all’estero, ma quella di via dei Tribunali a Napoli è la sede storica dell’azienda. Su Facebook il titolare appare fotografato con un cartello e la scritta <<chiuso per bomba>> e sotto <<riapriremo presto>>. Cinque anni fa un incendio, ora una bomba, ma lui non si arrende << colpire un simbolo della rinascita napoletana è un attacco a tutti. Non perdo la speranza. Subito si ricomincia. Qua c’è la camorra, ma in ogni posto del mondo c’è la mafia. Non mi voglio piangere addosso. Bisogna ricominciare>> ha scritto con grande forza d’animo << Sono stato nell’Arma dei Carabinieri ed ho scelto di fare il Pizzaiolo: amo troppo la mia città e la amerò sempre. Porto e porterò sempre Napoli nel cuore>>.

Il valore dei vigneti italiani

E’ il terreno agricolo più caro e complessivamente il valore della vigna italiana è di 32 miliardi di Euro. Ma il valore di ogni ettaro varia da 10mila a 2 milioni 

Montalcino-vigneti-Argiano

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Di Donatella Cinelli Colombini

I 625mila ettari di vigneto hanno un prezzo medio di 51.000€ Euro e il loro valore è continuamente cresciuto dal 2000 ad oggi con un ritmo di circa l’1% l’anno e punte del 2% in Piemonte e Friuli Venezia Giulia mentre in Veneto  il fenomeno Prosecco ha fatto lievitare domanda e prezzi per cui un ettaro di Cartizze, il top del Prosecco, arriva a costare 1,5 milioni di Euro.

I dati CREA  (Consiglio per la ricerca in Agricoltura) riproposti dal portale I numeri del vino, mostrano uno scenario molto vasto e quindi necessariamente poco preciso nei dettagli. Ecco che la Toscana (-0,5%) e la provincia di Siena hanno un segno

Barolo area Cannubi

valore-vigneti-Barolo area Cannubi

leggermente negativo mentre posso assicurare che mai come ora ci sono investitori a caccia di vigneti di Brunello a prezzi che variano da mezzo a un milione di Euro a seconda della qualità, prestigio, età … Ancora in Toscana, fra le denominazioni più note, i prezzi più abbordabili sono nella Vernaccia di San Gimignano 70-90.000€ l’ettaro e nel Chianti con valori simili mentre dopo la zona montalcinese le quotazioni più alte sono a Bolgheri (350-450.000€ l’ettaro).

Dopo le vendite milionarie nel Barolo il valore dei vigneti della maggiore DOC piemontese è schizzata al primo posto nella classifica dei più cari d’Italia superando Bolzano che tradizionalmente era in cima alla lista. Di recente i fratelli Mirko e Federica Martini hanno comprato mezzo ettaro del cru Cerequio pagandolo 2 milioni di Euro. Tuttavia normalmente un ettaro di Barolo oscilla fra uno e due milioni di Euro.

500 Fiat color rosso Brunello

Basta con il rosso Bordeaux cominciamo a dire rosso Brunello che è molto più figo. Ed ecco la 500 bicolore grigio e rosso Brunello per chi vuol essere trendy

di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

FIAT-500-rosso-Brunello

FIAT-500-rosso-Brunello

Esiste un’ Alfa Romeo rosso Brunello e persino un gel per unghie color Brunello.
In India c’è una fabbrica di scarpe Rosso Brunello con un consistente commercio on line e una galleria fotografica di celebrity che le indossano.
Il nome Brunello viene dunque usato spesso, su prodotti molto diversi e non solo in Italia.
Ma la Fiat 500 rosso Brunello colpisce al cuore. E’ un “lovemark”, come ci insegna Kevin Roberts di Saatchi & Saatchi, perché fa leva su un legame affettivo che tutti abbiamo per la piccola macchina simbolo del miracolo italiano e per il vino italiano, forse più amato nel mondo. Un doppio lovemark dunque!

FIAT-500- Collezione -rosso-Brunello

FIAT-500- Collezione –

Matteo Ascheri, figlio della mia amica Cristina e Presidente del Consorzio del Barolo, sarà rimasto malissimo. Lo capisco; dalla fabbrica di Torino era più probabile aspettarsi una Fiat 500 rosso Barolo! Ma, come ha giustamente osservato WineNews il compianto amministratore delegato Sergio Marchionne , morto lo scorso 25 luglio, a cui presumibilmente si deve la scelta di questa 500 rossa, era un grande estimatore del vino montalcinese.

Le stelle del Brunello e la valutazione precoce

E’ possibile giudicare la qualità di un vino con 4 anni di anticipo? Le 5 stelle del Brunello 2012 e le 4 dell’annata successiva appaiono ora da invertire

Stelle-del-Brunello-Sting-davanti-alla-mattonella-della-vendemmia-2017

Stelle-del-Brunello-Sting-davanti-alla-mattonella-della-vendemmia-2017

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Lo strano caso dei Brunello 2012 e 2013 il primo con cinque stelle e il secondo con quattro ma attualmente, a giudizio unanime giudicato migliore del precedente, riapre la discussione sull’attribuzione del valore della vendemmia a pochi mesi dalla nascita del vino.
Bisogna ricordare che non si tratta di un’invenzione italiana. Da duecento anni, ad aprile, centinaia di esperti, negozianti, importatori e (da una quarantina d’anni) collezionisti accorrono a Bordeaux per assaggiare il vino En-Primeur cioè in anteprima. Oltre 150 tra i più grandi châteaux aprono le porte e fanno degustare i vini dell’ultima annata direttamente dalle barrique. In seguito ai giudizi dei grandi

Stelle-del-Brunello-2017-Sting

Stelle-del-Brunello-2017-Sting

esperti, e fino al 2014 soprattutto alle valutazioni di Robert Parker, vengono decisi i prezzi e i commercianti comprano i vini Primeurs cioè 12-24 mesi in anticipo sul momento in cui verranno imbottigliati.
Un sistema basato sulla convinzione che sia possibile valutare con assoluta certezza e in modo definitivo, la qualità del vino poco dopo la vendemmia prevedendo la sua evoluzione futura.
Da secoli il sistema en-primeur da liquidità alle cantine e permette ai commercianti più capaci di guadagnare sulla crescita dei valore. Si perché non tutti hanno fatto soldi, negli anni c’è anche chi è fallito per aver sbagliato a comprare e vendere.
E arriviamo in Italia. Un tempo la valutazione dell’annata veniva fatta dai giornalisti e soprattutto da Antonio Niederbacher storico giornalista ed esperto che, 1963 fu fra i creatori del SIMEI salone delle attrezzature enologiche che si svolge a Milano.

Enoteche: la seconda giovinezza in Italia

Le 7300 enoteche italiane sono trendy. Napoli è la città che ne ha di più con 546 esercizi. Le donne dirigono il 27% del totale, crescono i gestori giovani al Sud

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Enoteca-Molesini-Cortona

Di Donatella Cinelli Colombini

Dopo il boom negli anni Settanta del Novecento, quando le enoteche accesero i riflettori sulla scalata qualitativa del vino italiano e dopo la crisi dei primi anni Duemila, le enoteche vivono, in Italia, una seconda giovinezza.
Due tendenze sembrano emergere: i wine bar per consumare vino, cibo e intrattenimento e i negozi per i turisti. I primi sono luoghi dove i wine lovers trovano amici vecchi e nuovi, scoprono vini rari e vigneti sconosciuti, partecipano a intrattenimenti in chiave enoica, soprattutto vivono il vino come life style capace di dare stimoli e socializzazione. Insomma più che un luogo per lo shopping l’enoteca è vista come un luogo dove trascorrere il tempo libero all’interno di uno stile di vita più lento e attento alla salute. In altre parole nessun cliente cerca la sbornia quanto piuttosto di emozionarsi con la scoperta di una piccola cantina in un’isola vulcanica dove le viti sono coltivate interamente a mano.

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Enoteca-bd-di-Bruno-Dalmazio-Montalcin

Poi ci sono le enoteche pensate per i turisti che arrivano nelle zone del vino o genericamente in Italia, con l’intenzione di assaggiare ma soprattutto comprare eccellenze, rarità e novità del vigneto tricolore. Questa tipologia di negozi ha sicuramente beneficiato della crescita dei turisti esteri 2017 così come del segmento di quelli interessati al vino. In pratica due visitatori stranieri su 3 tornano tornano  a casa con una bottiglia in valigia. L’enoturismo fa breccia anche sugli italiani ed ecco che, nell’ultimo anno, 16,1 milioni di connazionali hanno partecipato ad almeno un evento enoico. Appuntamenti che spesso avvengono nei distretti di produzione ed hanno nelle enoteche dei punti di sosta quasi obbligatori.

2018 le nuove tendenze del vino

Il vino è trendy ma nel 2018 deve essere una scoperta, raccontare, contenere valori, essere bio e forse rosato da vitigni autoctoni, magari anche con le bolle

IMG_2067Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello
WineNews insiste su un punto: il vino sempre più trendy, simbolo di socialità, cultura, diversità, naturalezza. Ma il vino del 2018 saprà anche raccontare e avere significati che vanno oltre la qualità. Un vino da scoprire costantemente esplorando il mondo attraverso il bicchiere. Un vino sempre più digitale e social. Ecco che Marilena Colussi, ricercatrice del food & beverage e sociologa dei consumi indica i drive del nuovo anno: vini biologici, biodinamici e naturali che sono ormai una moda mondiale e inarrestabile per il bisogno di mangiare cose sicure e salutari. Contemporaneamente c’è il Novel food con gli insetti in prima linea. E un crescente bisogno di valori e di territorio.

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Novel-food-Cina-mercatino-spiedini-di-insetti

Un sondaggio sui principali distributori italiani aggiunge 3 tendenze: i rosati che finalmente diventano di moda anche in Italia, i vini autoctoni e persino le bollicine autoctone. La fine del monopolio dei grandi nomi e la ricerca delle piccole particolarità, cantine di nicchia capaci di raccontare qualcosa di diverso.
Ecco The Drinks Business con 10 tendenze 2018 viste dall’osservatorio di Londra.
Basta con la carne. Persino il celebre chef Alain Ducasse ha trasformato il suo ristorante al Plaza Athénée hotel di Parigi in un locate “meat free”. La cucina vegetariana e vegana non è più solo una cosa da hippy, alla Tate Modern di Londra si mangiano hamburger di fagioli neri e brioche di barbabietola.

IRIDE il sistema per sapere se il vino verrà pagato

I produttori italiani snobbano il mercato nazionale perché paga male ma ora arriva IRIDE il TripAdvisor del vino con i giudizi sui buoni e cattivi pagatori

Convegno-Vino-e-Crediti-IRIDE-sistema-creato da Eurocredit e da Studio-Giuri

Convegno-Vino-e-Crediti-IRIDE-sistema-creato da Eurocredit e da Studio-Giuri

Di, Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello, Casato Prime Donne

Il vino è una delle merci che, in Italia, vengono pagate più lentamente. In teoria sarebbe in vigore il celebre articolo 62 della legge 27 del 2012 che impone il pagamento entro 60 giorni ma quasi nessuno lo rispetta. <<Anzi >> ha detto a WineNews l’Avvocato Giuri << dalla nostra esperienza, visto che abbiamo come clienti oltre 50 tra le più importanti cantine italiane, possiamo affermare che nel vino i ritardi sono più consistenti che in altri settori. In media, se nell’agroalimentare si incassa a 90 giorni, nel vino si arriva tranquillamente a 120>>. Considerando la tradizione agricola di pagamenti quasi “stagionali” constatare che le bottiglie vengono incassate, se va bene, dopo quattro mesi,fa cascare le braccia.

Marco-Giuri

Marco-Giuri-Studio-legale-specializzato-sul-vino

Una situazione che purtroppo tutte le cantine possono confermare. Incassare comporta perdite di tempo e tanto impegno: se il cliente non paga alla data stabilita il primo passo è un sollecito scritto, poi si procede con una telefonata, ma se anche questa non ottiene effetto l’avvocato scrive con termini più minacciosi e infine agisce la società di recupero crediti oppure il tribunale con i decreti ingiuntivi. Ma la procedura ha un costo: una fattura di 400 € con l’insolvenza diventa di 1.300€, e il cliente spesso chiede di pagare solo il prezzo del vino mostrandosi offeso per l’insistenza e l’ammontare della cifra. Magari la cantina riesce a recuperare i soldi ma quel cliente è perso per sempre.
Un comportamento che presuppone una visione capovolta del rapporto fra il fornitore e il cliente dove il ristorante o l’enoteca si comportano come se avessero fatto un piacere alla cantina comprandogli il vino. Anzi più questi clienti sono importanti e più ritengono in diritto pagare in ritardo di mesi e persino di anni. C’è infatti la convinzione che questa prassi sia una sorta di contropartita dovuta al “posizionamento” del vino in un luogo prestigioso.

Vino e istruzione, vino e DNA

Finalmente la scienza conferma quello che avevamo sempre pensato: c’è un legame fra il consumo del vino e l’intelligenza, specialmente fra le donne

 

Vino e istruzione

Vino e istruzione

Di Donatella Cinelli Colombini

Non solo, c’è anche un legame fra il DNA e la percezione del vino. Due studi confermano quello che tutti sospettavamo: le differenze di genere e di genetica influiscono sulla percezione del vino. Ma soprattutto c’è una relazione fra i risultati dei test scolastici infantili, cioè l’intelligenza e il consumo del vino.

 

CONSUMO DI VINO E INTELLIGENZA

Il collegamento c’è anche per i maschi ma è meno forte. Invece le donne che fino dall’infanzia (5 anni) prendono buoni voti a scuola e poi ottengono il diploma o la laurea, tendono a consumare vino più spesso ma sono anche molto più soggette al rischio di trasformare l’uso in abuso.

Pauline-Lhote Donne del vino scelte da Glamour

Vino istruzione e intelligenza

La notizia arriva dalla London School of Economics dove , Francesca Borgonovi e Maria Huerta, hanno studiato un campione di migliaia di uomini e donne nate in UK nella stessa settimana del 1970.
Confrontando le loro pagelle scolastiche con i loro consumi risulta evidente che << women with medium or high childhood test scores were up to 2.1 times more likely to have a drink most days, men who scored similarly-high scores were only 49 per cent more likely to do so>>  le donne che nell’infanzia avevano voti di livello medio o alto hanno 2,1 probabilità in più di diventare bevitrici abituali, gli uomini che hanno ottenuto punteggi altrettanto alti hanno solo il 49% di probabilità in più, di fare la stessa cosa. I dati percentuali sono impressionanti: rispetto a quelle con bassa istruzione le donne diplomate bevono vino più volte la settimana nel 71% dei casi e le laureate nell’86%.

Prezzo dei vigneti TOP in Italia nel 2017

Negli ultimi 50 anni il prezzo dei vigneti è cresciuto del 2.500% nel Brunello di Montalcino, del 1.400% nell’Amarone e di oltre il 700% nel Barolo

Prezzi-dei-vigneti-vecchi-e-nuovi-proprietrai-di-Vietti-Krause

Prezzi-dei-vigneti-vecchi-e-nuovi-proprietrai-di-Vietti-Krause

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Seguiamo WineNews alla scoperta dei prezzi dei vigneti italiani con cifre da capogiro che spesso, come sottolinea Alessandro Regoli, tagliano fuori i produttori di vino e diventano accessibili solo a fondi di investimento, banchieri, grandi industriali o comunque a chi ha disponibilità finanziarie enormi e voglia di regalarsi una griffe dell’enologia. La cosa più sorprendente è la corsa all’acquisto che sembra inarrestabile nonostante la salita dei prezzi e anzi apparentemente li spinge sempre più su.
Posso testimoniare personalmente di ricevere, almeno una volta al mese, una

Brunello Biondi-Santi-Riserva

Valore-dei-vigneti-in-Italia-Biondi-Santi-recentemente acquistato-da-EPI

telefonata o un e-mail che mi chiede <<non sa mica di qualche proprietà in vendita a Montalcino?>> frase che poi, spesso, ha un proseguo nella richiesta <<la cifra dell’investimento è molto importante, lei per caso non sarebbe interessata?>>
Ma torniamo alle analisi di WineNews. Le quotazioni più alte per i vigneti italiani sono in tre aree: Barolo, Cartizze e Alto Adige. Nelle zone alpine i valori superano il milione di Euro l’ettaro ma le compravendite sono rarissime come del resto nei 106 ettari del Cartizze che tuttavia spunta cifre fra 1,5 e i 2 milioni per ettaro. Invece nella zona più famosa del vigneto piemontese si è assistito a diverse acquisizioni negli ultimi mesi. I prezzi sono arrivati alle stelle, da 1 a 1,5 milioni di Euro con punte di 2 milioni per i cru più prestigiosi.

OCM, il decreto c’è ma è sbagliato

Il Ministero dell’Agricoltura passa da una figuraccia all’altra. Il decreto OCM arrivato con 4 mesi di ritardo rischia di erogare i fondi a ottobre 2018

NewYork-anteprima-Brunello2008

NewYork-anteprima-Brunello2008

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino

Il 29 settembre, finalmente il nuovo bando per i fondi OCM destinati a finanziare la promozione del vino italiano sui mercati esterni all’Unione Europea è stato pubblicato dal Ministero dell’agricoltura. Un ritardo enorme rispetto a Francia, Germania, Spagna … dove le cantine stanno già realizzando eventi cofinanziati dall’Europa.
Ma i guai non finiscono qui perché, come giustamente osserva WineNews, nel testo ministeriale c’è un errore << l’articolo 5 del decreto Martina prevede che “le attività sono effettuate a decorrere dal primo giorno utile dell’esercizio finanziario comunitario di pertinenza successivo al giorno di stipula del contratto”, ma operando attualmente nell’esercizio finanziario comunitario 2017/2018, i programmi che verranno proposti in adesione del decreto Abate decorreranno dal 16 ottobre 2018>>.

Brunello LCBO seminar Toronto

Brunello LCBO seminar Toronto

Sarà possibile correggerlo senza dover ripercorrere l’intera procedura amministrativa?
Tutti sperano di si perché perdere i 102 milioni di Euro destinati a sostenere l’export del vino italiano sarebbe un colpo mortale per l’agricoltura italiana che ha già subito una batosta con la recente vendemmia, la più magra del dopoguerra.
C’è da chiedersi come faccia il Ministero all’Agricoltura a collezionare una così fitta sequenza di <<Ritardi, ricorsi, mancanze e istanze cadute nel vuoto>> come le ha definite Riccardo Ricci Curbastro Presidente Federdoc puntando l’indice accusatore sulla burocrazia. <<Il risultato è che dopo 16 anni i francesi ci hanno agganciato nel primo mercato al mondo, recuperando in 8 mesi oltre 130 milioni di euro>> ha detto la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta.