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Metà delle consumatrici USA preferisce il vino

E le donne diventano i consumatori chiave del primo mercato di esportazione del vino italiano. Wine lovers donne USA all’attacco

vino-italiano-export-in-usa-e-consumatrici-donne

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Di Donatella Cinelli Colombini

La rivoluzione nei consumi del vino è femmina: metà delle consumatrici USA primo mercato estero dell’Italia in bottiglia, preferisce il vino e non la birra.

Bene l’export di vino italiano nel primo semestre 2016 con un 3,8% in più nei dieci maggiori Paesi importatori che, da soli, valgono il 70% del nostro business fuori confine. C’è chi fa meglio di noi ( gli spagnoli +9% grazie soprattutto agli sfusi e i francesi +8%) ma vendere all’estero 7,3 miliardi di vino in mezzo anno è un gran bel risultato.
<< Le importazioni di vini italiani nei principali mercati mondiali continuano ad

i-consumatori-usa-preferiscono-la-birra

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essere trainate dagli spumanti>> dice Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma a cui si devono questi dati. Calano le vendite in Germania e Regno Unito, quest’ultimo dato più che prevedibile sulla scia del brexit, ma crescono USA, Giappone e sorprendentemente in Russia dopo anni di calma piatta. Conviene soffermarci sul colosso americano,primo importatore di vino italiano e dare uno sguardo ai dati Gallup sul consumo di alcolici in USA (segnalati da WineNews).

Sassicaia, Ornellaia, Tignanello al top per Vivino

Quali sono i vini che interessano di più i wine lovers internazionali? Sono rossi e vengono dalla Toscana e dal veronese, lo dice Vivino

Sassicaia, Ornellaia, Tignanello

Sassicaia-Ornellaia-Tignanello

Di Donatella Cinelli Colombini

Vivino ha comunità di wine lovers pù grande del mondo: 17 milioni di utenti internazionali e in Italia ha un successo crescente (grazie a WineNews per questa segnalazione). Basta fotografare l’etichetta del vino con il telefonino per ottenere da Vivino il prezzo indicativo e l’opinione degli altri consumatori. Ovviamente il numero di ricerche non corrisponde alla presenza nel mercato di quella specifica etichetta e neanche alla sua qualità o al suo successo ma è comunque un riferimento di quello che interessa agli appassionati più giovani e più virtual. Insomma rivela il loro immaginario e i loro desideri.
Per quanto riguarda i vini italiani l’esame delle 25 etichette più cercate riguarda solo due aree: la Toscana e la provincia di Verona. La Toscana con 16 vini e la

Niccolò-Incisa-Tenuta-san-Guido-Sassicaia

Niccolò-Incisa-Tenuta-san-Guido-Sassicaia

Valpolicella con 7 insieme al Primitivo di Manduria Sessantanni delle cantine San Marzano e il Montepulciano d’Abruzzo Dal Tralcetto di Ciccio Zaccagnini .
Antinori fa il pieno con 5 referenze: Tignanello, Villa Antinori, Santa Cristina, Il Bruciato, e Marchese Antinori. Il marchese fiorentino riconferma la forza del suo brand in tutti i suoi prodotti, dalle bottiglie super premium a quelle più diffuse e meno care.

Le città dove si beve più vino

Parigi stappa 697 milioni di bottiglie all’anno, al secondo posto Buenos Aires seguita dall’area metropolitana della Ruhr in Germania
Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Parigi città dove si beve più vino

Parigi città dove si beve più vino

Fra le 10 città dove si beve più vino nel mondo ci sono 3 italiane: Milano, Napoli e Roma. La capitale lombarda è al 4° posto assoluto con 301 milioni di bottiglie. Napoli sorprendentemente batte Roma con 188 milioni di bottiglie e si piazza all’8° posto nel mondo mentre la città eterna si ferma a 177 milioni di bottiglie. La sorpresa nasce dall’incrocio fra questi numeri, gli abitanti e i turisti di ciascuna città. Infatti Roma è decisamente la più popolosa con oltre due milioni e mezzo di residenti mentre Milano non arriva a un milione e mezzo e Napoli è sotto il milione. A questo vanno aggiunti i turisti che notoriamente sono dei grandi appassionati della tavola italiana e indulgono in assaggi e acquisti di vino, anzi si calcola che un turista su due torni a casa con una bottiglia italiana in valigia. Anche nella classifica delle nostre città più visitate Roma

Napoli in Italia la città dove si beve più vino

Napoli in Italia la città dove si beve più vino

(8.780 milioni di arrivi) fa la parte del leone con Milano (6.050.000) al secondo posto e Napoli solo al nono. Nell’insieme dunque lo studio dalla scuola di business Isneec Wine & Spirit Insitute elaborando dati OIV lascia piuttosto perplessi. Ricorda l’indagine di qualche anno fa sulle nazioni con il più alto consumo pro capite di vino che vide al primo posto la Città del Vaticano scatenando i commenti più blasfemi sull’uso del vino per le Messe. In realtà, almeno in quel caso, il rapporto fra gli 800 residenti e i consumi turistici spiegavano facilmente il dato statistico.

Noi di sala, siamo la voce del vino

Meno di moda degli chef sono capaci di trasformare una cena in un evento memorabile perché fanno “parlare” cibi e vini

Congresso Assoenologi talk show Noi di sala

Congresso Assoenologi talk show Noi di sala

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Nell’epoca dello storytelling è curioso che maître e sommelier siano in secondo piano rispetto agli chef e guadagnino anche meno. In effetti la loro attività è meno creativa ma il loro ruolo è strategico così come in un film dove il regista è il genio artistico con la bacchetta magica in mano ma poi sono gli attori che danno faccia e voce ai suoi messaggi. <<Un grande servizio vale il 52 percento dell’esperienza di un cliente>> ha detto Massimo Bottura che con la sua Osteria Francescana è il n°1 al mondo.
C’è poi un aspetto più prosaico che è quello del conto economico. Portare in attivo il bilancio è indispensabile ma può essere difficile quando le carte dei vini dei ristoranti con

Alessandro Pipero

Alessandro Pipero

molte stelle Michelin sono piene di bottiglie che, nella realtà, sono difficili da vendere. Ecco che il talento di Maître e Sommelier diventa determinante ed ecco perché è nata, nel 2012, l’associazione “Noi di sala” presieduta da Marco Reitano de La Pergola dell’Hilton di Roma
Per le stesse ragioni il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, ha dato loro un posto di gran rilievo in occasione del recente Congresso di Verona.
Il tema caldo sono le carte dei vini, il costo di cantine sempre più grandi ma anche l’”effetto guide” con un’esplicita critica alle scelte verso cui hanno spinto i ristoranti << avere carte dei vini enormi, spesso con vini che poi non si vendono o non girano, solo perché dovevamo coprire tutte le Regioni e le tipologie. Poi per fortuna è venuto il vino al bicchiere, grazie al quale alcuni di quei vini siamo riusciti a smaltirli. Ma io oggi in carta scelgo solo vini che la gente vuole comprare, perché io faccio impresa, prima di tutto devo vendere>> Ha detto Alessandro Pipero (Pipero al Rex) a WineNews senza curarsi troppo che a moderare il talk show dell’Assoenologi fosse Enzo Vizzari direttore della Guide de L’Espresso.

Le 13 donne del vino più toste del mondo

Fra gli esempi di enologia in rosa scelte da Glamour 5 italiane: Karoline Walch, Dominga Cotarella, Cristina Ziliani, Roberta Bianchi e Francesca Bonfadini

Dominga Cotarella Donne del vino scelte da Glamour

Dominga Cotarella Donne del vino scelte da Glamour

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne
Glamour” è un rotocalco fashon della Condé Nast che presenta bellezza, celebrità, matrimoni, salute e donne del vino …. Tante immagini e pochissimo testo con la nuova tecnica di comunicazione basata sulle foto e i video. C’è di tutto dalla visita di Watch Kerry Washington e Sarah Jessica Parker alla Casa Bianca per parlare di donne e farsi la foto di copertina insieme a una spiritosissima e truccatissima Michelle Obama. La first Lady è talmente alta che le altre hanno bisogno di salire su delle scatole per essere allo stesso livello.

Walch Donne del vino scelta da Glamour

Walch Donne del vino scelta da Glamour

E’ qui che fra trucchi, spiritosissimi video sull’evoluzione storica della biancheria intima e tanti, ma proprio tanti matrimoni con foto persino dello stesso giorno, troviamo (grazie a WineNews) le 13 donne del vino più toste del mondo. In questo spazio modaiolo e super visual la presentazione è decisamente forte << And while a vineyard can seem very far from the boardroom, female winemakers face many of the same obstacles and ostracism that their desk-dwelling counterparts do>> mentre le vigne sembrano lontane dalle stanze dei consigli di amministrazione, le produttrici donne si trovano davanti gli stessi ostacoli e lo stesso ostracismo delle donne che lavorano negli uffici.

Il vino n°1 al mondo è La Tâche di Romanée-Conti

Ha una reputazione enorme ma siamo certi che La Tâche sia il vino n°1 al mondo oppure è Tetrus o Salon? E esiste davvero un primato calcolabile a punti?

1° vino al mondo La Tâche di Romanée Conti

1° vino al mondo La Tâche di Romanée Conti

Di Donatella Cinelli Colombini , Brunello, Casato Prime Donne

Nell’epoca della “società liquida” teorizzata da Zygmunt Bauman e descritta come la crisi ogni certezza e dell’apparire a tutti costi … l’arrivo della super classifica mondiale di Wine Lister fa sorridere, soprattutto perché cerca una precisione matematica – addirittura in millesimi- che nella realtà non esiste. C’è poi qualcosa in questa formula che punta alla sovraesposizione, al primato a tutti i costi, che richiama immediatamente alla mente i talent show televisivi.
Tuttavia esistono effettivamente dei vini circondati da un’aurea quasi magica, storie straordinarie, clientela di altissimo livello e soprattutto un’immutabilità che sfida il tempo come le certezze assolute. …. Insomma si tratta di icone che durano da secoli. Sono proprio i vini su cui si concentra l’attenzione di Wine Lister. Vediamo i 3 del podio.

Petrus

Petrus

Di Romanée è nota la contesa che nel 1760 oppose l’amate e il pupillo del Re di Francia Luigi XV – Madame de Pompadour e Louis Francois di Borbone Principe di Conty- per accaparrarselo. Vinse lui e il nome del domaine cambiò in Romanée Conti. La Tâche si unì agli altri vigneti di questa prestigiosa proprietà dopo la rivoluzione francese e costituisce il cuore del vigneto forse più prezioso del mondo: secondo Slow Food ogni acino costa 16€.
Ma anche Petrus è qualcosa di sacrale con i suoi 11,4 ettari di misterioso terreno argilloso dove nasce il Merlot perfetto. Ricordo che rimasi sorpresa dalla piccola dimensione delle sue cantine ma ora accanto al celebre edificio con le arcate c’è la nuova cantina progettata da Herzog & de Meuron gli architetti svizzeri dell’Allianz Arena di Monacoe del National Stadium di Beijing. Lo Champagne Salon, Come dire, li è tutto al massimo!

Peggiori abbinamenti cibo vino e i migliori

Finocchi, carciofi, aceto sono noti nemici del vino ma ci sono altri cibi da non mangiare mai con una buona bottiglia e la chimica dice quali

 

Abbinamento cibo-vino - Salmone e Champagne

Abbinamento cibo-vino – Salmone e Champagne

Di Donatella Cinelli Colombini

 

Karen MacNeil è una super esperta dell’abbinamento cibo-vino, argomento a cui ha dedicato studi, saggi, articoli e corsi. Il suo ultimo libro dall’impegnativo titolo “The Wine Bible” contiene anche le 10 regole d’oro dell’abbinamento cibo-vino che Decanter ha riassunto per noi:

1. accostare grande con grande e semplice con semplice
2. delicatezza con delicatezza e grassezza con grassezza, in altre parole un Borgogna non va abbinato con un piatto al curry piccante che invece richiede un Shiraz
3. L’abbinamento col vino può essere per affinità o per contrasto. Cioè un’aragosta in salsa può associarsi ad un Chardonnay ma anche ad uno Champagne
4. Preferire vini versatili. Il meno facile da abbinare è il Cabernet che spesso è carico di sapore di legno. I più abbinabili sono i Sauvignon Blanc e i Riesling, tra i rossi il Chianti e i Pinot Noir

Karen MacNeil esperta in abbinamento cibo vino

Karen MacNeil esperta in abbinamento cibo vino

5. Vini fruttati come Gewürztraminer, Moscato, Viognier, o Riesling sono ottimi con piatti a base di frutta
6. La salinità dei cibi si sposa bene con vini ricchi di acidità: salmone e Champagne, Chianti e parmigiano
7. La salinità si accompagna bene anche con la dolcezza, per esempio il formaggio Stilton con il Porto oppure piatti asiatici a base di soia con il Riesling Usa abboccato
8. Cibi grassi con vini strutturati e tannici

Brexit e vino italiano

UK è il 3°importatore di vino italiano e nel 2015 ha comprato per 795 milioni ma con un prezzo medio di 2,24€ al Litro. I vini premium rischiano meno

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello Prime Donne

Brexit e vino Edonism Wines Londra Brunello

Brexit e vino Edonism Wines Londra Brunello

LEAVE UNA DECISIONE POCO RAGIONATA

Il primo effetto del  Brexit è stato il deprezzamento della Sterlina e questo non è certo un incentivo all’acquisto per gli importatori inglesi. C’è da stare certi che la finanza britannica e quelle collegate reagiranno con un contrattacco sull’Euro ed è proprio questa situazione di scontro che preoccupa di più con una logica di difesa dei propri interessi che va oltre il bene comune.
E’ assurdo pensare che la famiglia umana, in un pianeta sovraffollato come la terra, possa basarsi solo su un concetto economico di profitto “morte tua vita mea”. Una logica che porta all’autodistruzione ed al quale bisogna opporre uno

Londra e bottiglie milionarie

Londra e bottiglie milionarie

spirito più giovane e basato su valori diversi da quelli dei profitti semestrali delle multinazionali.
Una cosa è certa, nessuno ha approfondito a fondo i vantaggi e svantaggi del LEAVE prima del referendum. Apparentemente i sudditi di Sua Maestà hanno votato “di pancia” trascinati dalla nostalgia dell’impero, dall’ostilità per i tedeschi e dalla speranza di vantaggi immediati che nessuno ha valutato con sicurezza. Anzi, le dimissioni del Primo Ministro Camerun fanno supporre uno scenario affatto favorevole per loro sia nell’immediato che nel lungo termine.

Penfolds Australia visita del Principe di Galles

Penfolds Australia visita del Principe di Galles

BREXIT E VINO CHI CI GUADAGNA

Per il vino italiano i contraccolpi del Brexit ci saranno. Sua Maestà la Regina Elisabetta è il Capo di Stato in Australia, in Nuova Zelanda e in Canada tre Paesi produttori di vino con vigneti in piena espansione e qualità in crescita, basta pensare che i bianchi neozelandesi sono quelli con il prezzo medio più alto nel mondo, così come ai successi di Grange dell’australiano Penfolds e alle più recenti affermazioni dei pinot noir dell’Ontario medagliati proprio dal britannico Decanter.

Esiste l’ ora del vino?

Wine o’clock cioè l’ora del vino scatta il venerdì alle sei e mezzo è questa l’ora di picco dei consumi in Usa e di collegamento all’app HelloVino

ora del vino wine o'clock

ora del vino wine o’clock

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

Come sempre informatissimo WineNews ci porta sulle tracce di un argomento molto intrigante: l’ora del vino. Chiunque è stato a New York e soprattutto a Londra, nel pomeriggio, ha visto come pub e wine bar si affollano all’uscita dagli uffici. Dopo un giorno di finanza, leggi, stress … i giovani in camicia bianca e gessato grigio si riversano nei luoghi in cui possono incontrare gli amici, sentire musica e bere. Un fenomeno che ha originato un’indagine su 2,06 milioni di messaggi internet provenienti dal “popolo della finanza” raccolti nel ‘Wine O’Clock report’. L’indagine, curata da Enolytics e Hello Vino, conferma un consumo che inizia alle 16,45 cioè all’ora di uscita dagli uffici e cresce fino alle sei e mezzo per poi diminuire e ad arrestarsi alle 9 di sera. Ovviamente il venerdì è il giorno più forte, quello in cui tutti possono indulgere in qualche bicchiere per premiarsi di una dura settimana di lavoro.

La cantina aurea e i vigneti d’oro di Montalcino

Francesco Illy crea una cantina aurea degna di Leonardo da Vinci mentre il valore delle vigne di Brunello sale a mezzo milione di Euro l’ettaro

Cantina-aurea-Podere-le-Ripi

Cantina-aurea-Podere-le-Ripi

Di Donatella Cinelli Colombini

Montalcino tutto d’oro con l’inaugurazione della cantina aurea del più visionario e geniale dei suoi produttori: Francesco Illy l’uomo delle sfide impossibili. Poi c’è la “corsa all’oro rosso” dei vigneti da parte di super, super VIP del vino e non solo. L’ultimo acquisto sono i 12 ettari di vigneto della Velona (solo 7 di Brunello) pagati 6 milioni di Euro dal gruppo Bertarelli, la famiglia della barca Alinghi che ha vinto due American Cup e già possiede la griffe enologica Poggio di sotto a Montalcino oltre a Colle Massari nel Motecucco e Grattamacco a Bolgheri.

vigneto-Bonsai-Podere-le-Ripi

vigneto-Bonsai-Podere-le-Ripi

Ma lo shopping di vigneti montalcinesi ha avuto un’accelerazione degli ultimi mesi: il podere Salicutti è stato acquistato da un imprenditore tedesco e, qualche mese fa, la Cerbaiona dei miei amici Diego e Nora Mulinari è stata comprata per 6 milioni di Euro (3,2 ettari di vigneto) da Gary Rieschel. WineNews ha calcolato l’incremento di valore delle vigne di Brunello in 50 anni ed è emersa una cifra stratosferica: 2.474% praticamente il valore è cresciuto di 25 volte.

e-commerce di vino 3 esempi per capirlo

La vendita on-line del vino sarà importantissima per la clientela privata, forse più dei supermercati. Qui descrivo 3 esempi completamente diversi

 

Wine in black - e-commerce del vino a Berlino

Wine in black – e-commerce del vino a Berlino

Donatella Cinelli Colombini
Berlino eccoci in una società di e-commerce di vino premium. Si chiama Wine in black, ha 4 anni di vita ed è impressionate. In un grande edificio del centro, grandi stanze con pareti nude e tantissimi computer accesi su tavoli tipo Ikea. 50 persone con le cuffie in testa e gli occhi incollati agli schermi che scrivono testi, postano immagini, seguono l’andamento delle vendite, fanno promozione sui canali social …. tutti giovani o giovanissimi e di diverse nazionalità, ci sono enologi, esperti di marketing, web designer, ingegneri informatici, web wine writers, interpreti.

 

 

 

Vinix a Wine2wine il social e-commerce del vino

Vinix a Wine2wine il social e-commerce del vino

Wine in black ha uno portafoglio concentrato sui vini premium e vuole diventare un punto di riferimento per i giovani wine lover di Germania, Svizzera, Olanda e Francia, grazie alla capacità di scegliere ottime bottiglie di tutto il mondo e proporle a prezzi onesti. Il cliente può comprare anche una sola bottiglia ma quando acquista un cartone, anche misto, ottiene la spedizione gratis. Ogni giorno vengono pubblicati due nuovi vini, rimangono in vendita per 5 giorni al massimo e poi vengono sostituiti. Il nostro Brunello si è esaurito in 2 giorni.
I vini da comprare vengono selezionati partendo dalle recensioni di Wine Advocate, Wine Spectator, Wine Enthusiast, Galloni-Vinous e James Suckling ma poi devono piacere ai due enologi di Wine in black che li degustano uno per uno e fanno gli ordini alle cantina.

 

iSommelier e il sacerdote del vino diventa elettronico

Volete decidere all’ultimo momento di portare in tavola un grande vino? Ora è possibile grazie a iSommelier uno smart decanter che accelera l’ossigenazione 

iSommelier

iSommelier

di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

Al primo colpo d’occhio sembra uno di quei piccoli elettrodomestici che servono per preparare il caffè americano con i filtri. Invece è un sommelier tecnologico capace di accelerare i tempi della decantazione e persino spiegarti tutto sulla bottiglia che stai bevendo.
Lo produce l’industriale cinese Eric Li che, grazie alla sua fabbrica di Bordeaux frequenta assiduamente le cantine e i ristoranti più raffinati di Francia, si sorprese sentendo un amico che telefonava al sommelier per farsi preparare il vino per la cena. Fu da questo episodio che gli venne l’idea di costruire un decanter capace di fare in pochi minuti quello che tradizionalmente richiede ore.

iSommelier iFavine

iSommelier iFavine

Eric Li è a capo di un impero industriale fra i maggiori al mondo nel campo degli elettrodomestici, la Top Electric, per questo riuscì a mettere subito a lavoro 30 specialisti in vino e tecnologie e in poco tempo, nel 2015, produrre iSommelier un piccolo congegno che, di fatto, sostituisce il Sommelier in carne e ossa. E’ munito della caraffa in cui versare il vino, ha un display in cui registrare il nome dell’etichetta e della cantina, ma soprattutto contiene un congegno che assorbe l’aria dall’ambiente, la purifica, l’addiziona con ossigeno e la insuffla nel vino accelerando i tempi della decantazione.

Prezzi delle ville con vigna, le più care a Montalcino

Le chiamano Lifestyle Vineyard e sono grandi ville con piscina e cantina, quelle italiane più care sono nel Brunello e nel Chianti Classico senese

la casa dei sogni nel territorio del vino

la casa dei sogni nel territorio del vino

Di Donatella Cinelli Colombini

La casa in campagna dei sogni è un edificio storico con almeno 4 camere da letto, piscina, parco, vigneti e cantina; meglio se in futuro è possibile realizzarci un bed and breakfast. Secondo il Global Vineyard index del colosso Knight Frank (335 uffici nel mondo) le proprietà di questo tipo in Chianti Classico e Brunello sono cresciute di valore rispettivamente del 12 e del 4% nel 2014. Si tratta dunque di investimenti capaci di dare prestigio al nuovo vignaiolo ma anche di garantirgli un bel gruzzoletto in caso di vendita. Infatti, secondo il rilevamento Assoenologi dello scorso anno, la crisi

Montalcino

Montalcino

non ha intaccato il valore dei vigneti, che anzi è cresciuto del 20% mentre il prezzo dei terreni agricoli calava. Il prezzo attuale dei vigneti varia, secondo La classifica di WineNews, dai 550.000 euro l’ettaro dell’Alto Adige e dai 500.000€ dell’Amarone fino ai 35.000€ della media nazionale. Il Barolo e Montalcino costano da 350 a 330.000€ l’ettaro. Il prezzo dei casali arriva invece dal portale www.idealista.it, nelle zone più reputate è di 3.154€ il metro quadro con possibilità di incremento nel caso l’edificio sia un castello o una villa monumentale.

Prezzi dei vigneti francesi da 10 milioni a 10.000€ l’ettaro

I vigneti di Borgogna costano 4,35 milioni di Euro l’ettaro la metà a Bordeaux e 1,2 in Champagne ma la media di un ettaro vitato francese è 136.400€

Clos des Lambrays

Clos des Lambrays

Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne
La notizia arriva da Safer ( Sociétés d’aménagement foncier et d’établissement rural) e dice che in 20 anni il prezzi dei vigneti francesi sono raddoppiati arrivando nel 2014 a una media di 136.400€ l’ettaro. Ma la corsa verso l’alto continua e si aspettano nuovi record.
I vigneti più cari sono in Borgogna dove le compravendite sono rare e il prezzo medio di un ettaro vitato è di 4 milioni. In un anno è cresciuto del 9%. A queste cifre pochi possono comprare ma il colosso del lusso LVMH, lo ha fatto, lo scorso anno e anche a cifre molto superiori a quelle normali. Su questo specifico argomento

Clos de Lambrays

Clos de Lambrays

WineNews fornisce ulteriori e curiosi dettagli: il gruppo Moet Hennessy Louis Vuitton ha pagato 100 milioni di euro per 8,66 ettari di vigneto di Clos des Lambrays, oltre alla bellissima tenuta di Morey St-Denis. Un affare da capogiro!

La zona di Bordeaux, al confronto appare a buon mercato perché i prezzi sono la metà di quelli borgognoni: un ettaro a Pauillac è appena stato venduto a 2milioni. Ancora più conveniente, si fa per dire, lo Champagne che ha una media di 1,2 milioni per ettaro.

E se il vino diventa divertente?

Forse i cultori del vino diranno che l’oenoludisme è una banalizzazione del nettare di bacco e che il vino è cultura … ma il nuovo approccio divertente piace

 

team-building-vin-wine-making-academy

team-building-vin-wine-making-academy

Di Donatella Cinelli Colombini
Si chiama Cinéréa, parola che in italiano suona un pochino lugubre, ma deriva dalla “botrytis cinerea” cioè la muffa nobile che crea capolavori come il Sauternes. La società Cinéréa è nata più di 20 anni fa in Anjou, per opera di Arnaud Houlès e oggi ha un portafoglio di 1.000 eventi, 18 proposte di animazione e clienti del calibro di IBM, AirFrance, Bayer, Porsche, Mercedes Benz, Sony ….. insomma giocando giocando è diventata una star!

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Cinéréa wine-tv-saint-emilion

Come spesso accade, questo nuovo modo di presentare il vino è stato divulgato in Italia da WineNews ed è un approccio a cui conviene prestare attenzione. Infatti se c’è un’accusa che gli addetti al marketing fanno al vino è di avere una proposta troppo vecchia e noiosa, insomma poco adatta ai giovani.
Quindi tappiamo le orecchie alle proteste dei tradizionalisti vecchio stile e andiamo a vedere cosa fa Cinéréa.