Enoteche quando le scelte coraggiose premiano
Ricerca, scelte forti e esclusività: ecco le parole che fanno rinascere le enoteche come i luoghi preferiti dai wine lovers. Natura, tradizione e personalizzazione
Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello, Casato Prime Donne
Tre esempi che fanno riflettere sul ruolo dei wine store in un’epoca di e-commerce selvaggio e GDO imperante. Tre esempi di enoteche molto diversi ma caratterizzati da scelte coraggiose che non possono piacere a tutti ma si rivolgono a una nicchia e questo li porta al successo.
A Milano, nel nuovo shopping district di City Life ha appena aperto “Svinazzando” il primo Personal Wine Bar. Tutto può essere personalizzato: bottiglie ed etichette, percorsi di degustazione e signature cocktail, ma anche allestimenti come la mise en place – dai bicchieri, alle posate fino agli stessi tovaglioli – e, in futuro, anche le opere d’arte esposte dentro l’enoteca.
Un anno fa lessi che una delle nuove tendenze mondiali era l’esclusività “a prezzi abbordabili” e Svinazzando è un esempio spettacolare di questa moda. Partendo da un’ottima gamma di bianchi, rossi, rosati e bollicine è possibile creare la propria bottiglia e firmarla. Esattamente come da noi in cantina. Solo che nello store milanese di Matteo De Pedys la scelta riguarda anche i materiali dell’etichette (pvc, fibra di carbonio, tessuto, platino, oro, argento, cioccolato), fino al colore delle capsule, ai materiali di imbottigliamento e persino alle dimensioni (standard 0,75 litri, magnum 1,5 litri, Jèroboam 3 litri e Mathusalem 6 litri). Fantastico vero!