6 bottiglie del super premiato Brunello Prime Donne 2016 a casa tua nell’esclusiva cassa di legno e degustarlo con Donatella Cinelli Colombini
Brunello di Montalcino Prime Donne 2016 e degustazione online
Donatella e Violante Cinelli Colombini degusteranno il Brunello Prime Donne 2016 online. Sarà un evento esclusivo e riservato a chi acquista le bottiglie. La data verrà comunicata non appena il vino sarà arrivato a casa vostra.
Il Brunello Prime Donne 2016 è uscito dalla nostra cantina il I° gennaio 2021 e quindi questa è quasi un’offerta in anteprima. Alcuni dei maggiori critici l’hanno assaggiato e dunque abbiamo già i loro ratings che sono entusiastici.
Il vino rosso rivela molti dei suoi segreti all’esame visivo: alcolicità, consistenza, freschezza, età … sono evidenti all’occhio prima che al naso o in bocca
Ciascuno di noi, durante i corsi da Sommelier ascoltava le istruzioni sull’esame visivo del vino con una certa sufficienza.
Non negate, è successo più a meno a tutti.
All’inizio sono gli aromi e i sapori che attraggono l’attenzione perché sono una riscoperta di sensi che, da un secolo a questa parte, tutti usiamo pochissimo. Il nostro stile di vita e la struttura stessa del cervello privilegiano la vista mentre l’uso del naso e della lingua, si è ridotto progressivamente a un “mi piace” oppure “non mi piace”. Il corso da Sommelier è spesso anche la riscoperta degli odori e dei sapori perché pian piano ridiventano messaggi comprensibili.
LA ROTAZIONE DEL VINO NEL BICCHIERE
Per questo l’analisi visiva del vino è spesso sottostimata ed invece, ascoltando persone come il campione del mondo dei Sommelier Luca Martini è facile capire quanto sia fondamentale nella comprensione di un vino. Il suo primo consiglio è <<guarda come si muove nel bicchiere>> la lentezza è propria dei vini ricchi mentre quelli acquosi e privi di sostanza sono molto più veloci. In genere i filtraggi aggravano la situazione.
Dicono molto anche gli archetti lasciati dal vino ruotando e il modo con cui scendono in basso. Tanto maggiore è la componente alcolica (etanolo, glicerolo) tanto più fitta sarà la presenza di lacrime che scendono dagli archetti.
2015 vendemmia cinque stelle caratterizzata da profumi ricchi e in bocca tannini setosi, grande armonia gustativa e straordinaria finezza. Un grande Brunello
Brunello Riserva 2015 Donatella Cinelli Colombini
E’ difficile spiegare la fortuna di Montalcino nel 2015, un anno che verrà ricordato, da tutte le zone intorno, per gli eccessi del clima particolarmente capriccioso. A Buonconvento il 24 agosto il fiumicello Arbia inondò l’intero paese, a Torrita grandine grande come arance sfondò i tetti. Nel territorio del Brunello nessun problema, come se Sangiovese si fosse trasformato in San Giovese a proteggere i vigneti.
VIGNETO ‘IMPECCABLE’ PER IL BRUNELLO RISERVA 2015
Infatti, poco prima della vendemmia, quando la consulente dell’azienda Valerie Lavigne venne a predisporre la raccolta dell’uva portando con lei il Preside dell’Università di Bordeaux ed enologo di fama mondiale Denis Dubourdieu, egli descrisse i vigneti del Casato Prime Donne con una sola parola <<impeccable>> cioè perfetti.
2015 Sangiovese per il Brunello
L’annata, la 2015, è stata caratterizzata da un andamento a singhiozzo. Dopo il germoglio il ciclo vegetativo delle viti è stato più veloce del solito per poi bloccarsi con il luglio più caldo degli ultimi 200 anni. Sia ad agosto che a settembre gli sbalzi termici causati dai temporali e dalle notti decisamente fresche favorirono un’ottima sintesi dei profumi nell’uva creando la nota caratterizzante di questa annata di Brunello.
CASATO PRIME DONNE A MONTALCINO
Il Casato Prime Donne, dove sono i vigneti usati per produrre questo vino, si trova nella zona Nord del Brunello, quella che ha maggiormente beneficiato dei cambiamenti climatici. Terreni freddi e clima fresco consentono una maturazione dell’uva perfetta: molto graduale e lenta. Prima della vendemmia i vigneti vengono divisi in piccole parcelle in base alla degustazione dell’uva. La zona con maggior potenziale qualitativo viene destinarla alla produzione del Brunello Riserva. La raccolta è manuale e i grappoli vengono scelti uno per uno. I vigneti sono coltivati in modo biologico e certificati dal 2018.
2016 Brunello maratoneta. Nato da un ciclo vegetativo lunghissimo delle viti, ha profumi inebrianti e profondi, in bocca è potente e setoso. Adatto al lungo invecchiamento
Montalcino – Casato Prime Donne – Brunello 2016
Annata 5 stelle. Come la gravidanza degli esseri umani anche il percorso che porta l’uva al giorno della vendemmia dura un tempo preciso che varia solo a causa del clima, ma generalmente è composto da 3 fasi di due mesi ciascuna per un totale di 180 giorni.
Nel 2016 il germoglio delle viti avvenne 15 giorni prima del normale e questo doveva anticipare di 15 giorni anche la raccolta dell’uva. Invece i cicli biologici hanno rallentato e la vendemmia è avvenuta nei giorni consueti.
La maturazione è stata perfetta, quella che ogni produttore di vino sogna. Giornate assolate, notti fredde, un solo temporale il 18 settembre. Grappoli piccoli con acini di calibro piccolo e una evoluzione parallela della buccia e della polpa che ha portato al giorno della vendemmia con perfetta maturazione tecnica e polifenolica.
BRUNELLO 2016 E DONATELLA RITORNA ALLE ORIGINI
Per Donatella Cinelli Colombini e la cantina del Casato Prime Donne, il 2016 segna il ritorno alla tradizione con la vinificazione del Brunello in tini di cemento attrezzati con follatori per sommergere il cappello costituito dalle bocce dell’uva. Ovviamente si tratta di tini francesi di nuova concezione così come il follatore è meccanico e non manuale, ma il sistema è lo stesso di cinquecento anni fa. Anche il lievito, che ha dato vita alla fermentazione, è autenticamente di Montalcino ed è stato selezionato proprio al Casato Prime Donne con una sperimentazione durata sette anni.
Il ritorno alla tradizione antica ha coinciso con un metodo di raccolta dell’uva basato sulla separazione dei grappoli in base alla maturazione. Essi vengono scelti uno per uno, a mano, nella vigna come facevano gli antichi contadini. Un sistema che rallenta i tempi di vendemmia ma permette la vinificazione di uva con gli stessi caratteri e successivamente la maturazione nelle botti o nei tonneau di rovere più adatti a ogni futuro Brunello. Un lavoro “tailor made” da artigiani d’arte che alla fine crea dei capolavori in bottiglia.
2016 la vendemmia dei rossi profondi. Il Brunello Prime Donne di Donatella Cinelli Colombini esprime la sua filosofia di ritorno alle origini della denominazione
Montalcino: tinaia Brunello Casato Prime Donne
Nella primavera 2016, le viti germogliarono con 15 giorni d’anticipo ma la vendemmia avvenne i primi di ottobre, secondo il calendario tradizionale. Per la prima volta negli ultimi vent’anni Donatella Cinelli Colombini ha visto una maturazione all’antica. L’accumulo degli zuccheri dell’uva è andato avanti più lentamente della maturazione dei polifenoli e tutto è avvenuto in modo graduale grazie a belle giornate assolate (un solo temporale il 18 settembre) e notti fredde. Al momento della vendemmia la maturazione era perfetta sia nella buccia che nella polpa degli acini.
Un’uva di Sangiovese capace di produrre vini longevi, profondi e complessi. Vini di grande eleganza, con tannini setosi e una grande armonia. Vini simili a quelli che Donatella ha imparato ad amare in gioventù con suo nonno Giovanni Colombini e che infatti sono stati vinificati come una volta: in piccoli tini di cemento nudo, usando lieviti autoctoni e sommergendo le vinacce con il follatore.
Brunello Prime Donne 2016 Donatella Cinelli Colombini
BRUNELLO PRIME DONNE SIMBOLO DEL TALENTO FEMMINILE NEL VINO
Il Brunello Prime Donne è il simbolo della prima cantina italiana con un organico interamente femminile, il Casato Prime Donne nella zona Nord-Ovest di Montalcino. Vi lavorano tre enologhe – Barbara, Sabrina e Giada – e una consulente enologa esterna, Valerie Lavigne. Le decisioni relativamente alla selezione, la maturazione e il blend fra le varie botti coinvolgono un pannel di 4 espertissime assaggiatrici internazionali: una enotecaria, una sommelier e due Master of Wine: Astrid Schwarz, Daniela Scrobogna, Rosemary George MW a cui sta per aggiungersi la svedese Madeleine Stenwreth MW.
Per la prima volta proponiamo al nostro Club di appassionati il Brunello 2013 IOsonoDonatella, solo 1000 esemplari con stemma in oro e astuccio singolo
Brunello Io Sono Donatella 2013
“Fine wine” esclusivo, Brunello da collezione e da investimento confezionato in 1.000 bottiglie. Adatto per regali e occasioni importanti.
Ogni bottiglia è chiusa in un astuccio su cui è riprodotto un tessuto medioevale toscano la “tela di Pienza”. Aprendo la scatola a ventaglio compare la bottiglia, il cui vetro è decorato da un glitter a forma di anello con al centro lo stemma di Donatella Cinelli Colombini in oro. Questo Brunello racconta la storia di Donatella Cinelli Colombini, discendente da una nobile famiglia di Siena in Toscana, che prima di occuparsi di vino, come i suoi antenati, ha studiato storia dell’arte. Dopo aver lavorato per anni nella cantina di famiglia, nel 1998 Donatella, ha creato l’azienda che porta il suo nome. I genitori le dettero due proprietà, in Toscana, che lei ha restaurato. A Montalcino, il Casato Prime Donne, ha 17 ettari di vigneto in cui produce dei Brunello molto apprezzati dai critici del vino di tutto il mondo ed esportato in 39 Paesi.
Fra di loro la selezione IOsonoDonatella è il Brunello più esclusivo e prezioso. Fu creato con la vendemmia 2010 quando Donatella capì di aver realizzato il sogno di produrre un grande vino di successo internazionale. Successivamente è stata prodotto con i Brunello 2012 e 2013.
Ricetta autunnale delle case contadine di Montalcino che anticamente, con i primi freddi, uccidevano il maiale grasso e gustavano il delizioso costoleccio
Il costoleccio o rostinciana, insieme al fegato, erano le parti meno conservabili del maiale per questo venivano mangiate subito ed erano motivo di festa nelle povere case contadine dove la carne arrivava in tavola molto di rado.
Ingredienti delle costole con i rapi di Montalcino
Il modo più succulento di gustare il costato di maiale è sulla griglia, con sale e pepe nero ma, per chi non dispone di un barbecue, la ricetta delle costole con i rapi, è un’ottima alternativa. Tutta la cucina montalcinese è molto saporita e adatta ai vini rossi di grande struttura che nascono dal super Sangiovese di questo territorio. In questo caso non consiglio di accompagnare il piatto con il Brunello perché è una pietanza molto semplice e casalinga ma propongo un bel Rosso di Montalcino. Notate che ho scritto rapi in vernacolo senese e non rape termine corretto italiano.
12 bottiglie a casa vostra; le primissime bottiglie di Cenerentola DOC Orcia 2017 e le ultimissime di 2016. Vino per grandi occasioni e momenti romantici. Lampada di Cenerentola per la cantine dei Wine lovers ...
2017: la vendemmia più mediterranea mai avvenuta in Toscana che ha prodotto vini molto sensuali, caldi, potenti e capaci di dare il meglio di sé in gioventù, ecco il Cenerentola Doc Orcia.
LA VENDEMMIA 2017 DEL CENERENTOLA DOC ORCIA
Cenerentola-DOC-Orcia-Sangiovese-e-Foglia-Tonda
Nasce nell’annata più pazza dall’inizio del secolo: alla fine di aprile c’è stata una gelata primaverile che ha colpito l’intera Europa. Le nostre colline sono rimaste miracolosamente quasi indenni mentre, persino in Spagna o in Sicilia, le giovani gemme delle viti venivano bruciate.
Ma un altro pericolo era in agguato: dopo un inverno povero di piogge è arrivata un’estate africana che, all’inizio di agosto ha fatto salire i termometri a 40°C. Siepi di bosso, querce centenarie secche, torrenti senz’acqua e branchi di cinghiali assetati che mangiavano l’uva ancora acerba per dissetarsi.
Chi, come noi, pratica l’agricoltura biologica, ha avuto meno problemi di stress idrico nei vigneti perché le viti, sollecitate a reagire spontaneamente al clima, si sono mantenute in equilibrio naturalmente abbandonando una parte dei grappoli che sono rimasti verdi e sono stati tolti.
Alla fine la vendemmia d’uva 2017 è stata la più piccola mai raccolta.
Mentre il Sangiovese, uva principale della Toscana, ha sofferto la sete ed il caldo, il Foglia Tonda, vitigno locale ancora molto raro, ha avuto una delle sue migliori performance qualitative.
CENERENTOLA DALLA FIABA AL VINO
Il motivo di questo buffo nome è nella somiglianza fra la fiaba di Cenerentola e la Doc Orcia, denominazione nata nel 2000 nelle alte colline che si trovano in mezzo ai territori del Brunello di Montalcino e del Vino Nobile di Montepulciano. Una circostanza apparentemente sfavorevole, con due sorellastre più grandi e famose che sono invitate ai banchetti reali, mentre la giovane Doc Orcia viene ignorata. Ma è anche una circostanza che sprona alla combattività e alla creatività.
Ecco che la Doc Orcia, con tanto coraggio e un pizzico di magia, sfida le sorelle.
Leonardo Taddei, uno dei migliori palati e delle migliori menti fra i Sommelier AIS toscani. Ha tenuto la terza ed ultima masterclass della Vendemmia experience 2020 organizzata alla Fattoria del Colle. Una proposta enoturistica nuova che somma degustazioni, visite in vigneto ed in cantina, esperienze di vendemmia o di svinatura con una parte didattica di altissimo livello. Si sono succeduti in cattedra Leonardo Romanelli, Franco Pallini e Leonardo Taddei. Tre super esperti del vino toscano in tre weekend successivi.
Quella di Taddei è stata una lezione magistrale nel vero senso della parola che ha insegnato molto anche a chi pensava di sapere già tutto sul Sangiovese.
Dopo aver ammesso di essere anche un cultore di Champagne e birra, Leonardo Taddei ha fatto una premessa storica mettendo in fila le date e i numeri principali del Sangiovese.
1716: Bando di Cosimo III che istituisce le prime 4 denominazioni di origine a Carmignano, Chianti, Pomino e Valdarno Superiore
1872: lettera di Bettino Ricasoli che indica la “ricetta” del Chianti
1909: Girolamo Molon distingue il Sangiovese grosso da quello piccolo
Il Sangiovese ha 93 cloni omologati di cui 5 più diffusi.
In Toscana si producono 11 DOCG, 41 DOC e 5 IGT.
I CARATTERI DEI VINI DI SANGIOVESE A SECONDA DEI SUOLI DEI VIGNETI
L’approfondimento di Leonardo Taddei fa leva sulle sue competenze di geologia per spiegare le correlazioni fra i terreni toscani e i caratteri del Sangiovese.
Va ricordato che più della metà delle variabili geologiche mondiali sono presenti in Italia e la Toscana ha suolo particolarmente diversificato perché l’area si è formata grazie alla spinta della placca africana che ha dato origine a montagne e depressioni. Nel Pliocene, cioè 5 milioni di anni fa, ci fu la massima estensione del mare. Alla fine di questa era geologica avviene il sollevamento delle aree centrali della Toscana mentre fenomeni di erosione e sedimentazione caratterizzano gli ambienti fluviali e lacustri. Si forma il Macigno del Chianti.
Ogni suolo lascia un’impronta nel Sangiovese e, in base a uno studio condotto dagli assaggiatori AIS Toscana, è possibile tracciare alcuni profili principali dei vini prodotti su ciascun tipo di terreno.
E’ sempre difficile brillare accanto ad una stella di prima grandezza: sarà difficile per chi correrà i 100 metri dopo Usain Bolt, è stato difficile per tutti i matematici dopo Albert Einstein ed è difficile per qualunque imprenditore confrontarsi con Jeff Bezos di Amazon.
E’ la stessa cosa per l’annata 2020. Non riesce a brillare dopo una vendemmia capolavoro come la 2019 anche se è una delle migliori raccolte d’uva degli ultimi 20 anni, sicuramente meritevole delle 5 stelle che premiano le migliori annate di Montalcino.
LA VENDEMMIA COVID DEL 2020
Ma andiamo per ordine raccontando nel dettaglio la vendemmia dell’anno covid, la prima con le mascherine e la necessità di allontanare chiunque avesse avuto rapporti, anche indiretti, con persone positive. E’ stato brutto dire a due vendemmiatori con i figli in una classe in quarantena <<dovete stare a casa finchè non avete un tampone negativo>> ed è stato difficile dire alla nostra consulente enologa Valerie Lavigne << se non riesce a farsi il tampone prima di partire dalla Francia dovrà rinunciare a venire>>. Il rischio del contagio ha creato tanta paura, tanti problemi e comunque un’atmosfera molto meno gioiosa del solito.
CLIMA: VENDEMMIA 2020 DAL SECCHISSIMO AL PIOVOSISSIMO
C’è stata una gelata durante il germoglio (18-23 marzo) alla fine di marzo. Inizialmente le vigne sembravano indenni ma poi abbiamo visto che l’uva era decisamente meno del solito.
L’inverno è stato mite e arido. In primavera abbiamo subito un attacco di oidio nei vigneti della Fattoria del Colle e i trattoristi hanno passato notti insonni per dare zolfo alle vigne prima dell’alba.
A giugno finalmente è arrivata l’acqua con un mese piovosissimo. Il caldo torrido è iniziato alla metà di luglio ed è durato fino alla metà di settembre quasi senza piogge salvo una bella precipitazione a fine agosto. Per fortuna l’escursione termica fra la notte e il giorno è stata sempre forte.
L’invaiatura è avvenuta alla fine di luglio e l’ultima fase della maturazione è stata accelerata dal caldo, specialmente a settembre quando le temperature diurne si sono mantenute sopra i 32°C. Le vigne non sono state sfogliate per proteggere l’uva dal sole che comunque ha fatto dei danni.
Il guaio è che le perturbazioni sono arrivate proprio durante la vendemmia e il costante rischio pioggia ha costretto tutti ad un lavoro accelerato, con grande batticuore e persino qualche preghierina per cui in vigna è stata trasmessa anche Radio Maria.
Franco Pallini e le differenze fra il Sangiovese di Montalcino più sensuale ed esuberante con quello del Chianti Classico più muscolari e aristocratici
La masterclass di Franco Pallini per la Vendemmia Experience (la prossima nel weekend del 9-11 ottobre con Leonardo Taddei) organizzata da Donatella Cinelli Colombini alla Fattoria del Colle si è incentrata sulla differenza fra il Sangiovese di Montalcino e del Chianti Classico. Franco ha rivelato un amore sviscerato per questo vitigno soprattutto nelle sue espressioni più difficili.
FRANCO PALLINI E L’EVOLUZIONE DEL SANGIOVESE
Il Sangiovese si adatta più o meno a tutti i luoghi ma arriva all’eccellenza solo in determinati terroir esattamente come il Nebbiolo. Per questo, pur avendo origini meridionali ha in Toscana la sua terra di elezione, questo perché ogni vitigno esprime il meglio di sé in situazioni “al limite”. Un elemento che potrebbe spingere ancora più a Nord la terra promessa del Sangiovese se avvenisse un ulteriore innalzamento delle temperature.
Attualmente siamo in un momento di passaggio e di evoluzione: dall’americanizzazione di trent’anni fa, che aveva spinto i produttori verso vini costruiti e opulenti, più adatti ai concorsi che al pubblico, stiamo tornando alle origini con vini più adatti alla tavola, gradevoli, diversificati, con forte impronta di territorio.
LA FEMMINILITA’ E MASCOLINITA’ DEL SANGIOVESE SECONDO FRANCO PALLINI
Il Sangiovese ha aspetti femminili e maschili e ama i contrasti come, ad esempio, l’escursione termica fra la notte al giorno. E’ donna nella vite, la cui parte legnosa è morbida e si “taglia bene”, nel legame con la terra dove cresce, nella fertilità che tende ad essere troppa.
Il Sangiovese è maschio nel vino. Si apprezza con pazienza. All’inizio è scontroso e assomiglia a un atleta scattante, alto, dotato di grandissima tecnica. E’ spigoloso, non è un vino piacione.
DIFFERENZE FRA IL SANGIOVESE DEL CHIANTI CLASSICO E DEL BRUNELLO
Montalcino e il Chianti Classico, questi sono i terreni magici del Sangiovese dove il vino raggiunge finezze speciali.
Franco Pallini confessa di amare di più il secondo perché più ricco di differenziazioni grazie alla vastità della zona di produzione. Franco apprezza la muscolarità del Sangiovese chiantigiano trainata da una buona struttura acida e tannini particolarmente fini. <<Quelli che prediligo non mostrano colori fitti e hanno facilmente qualcosa di meno nel peso e nel calore ma qualcosa in più sul piano della freschezza>>. A Montalcino la zona di produzione è più piccola, più meridionale e più vicina al mare. Un terroir caratterizzato da maggiore luminosità e ventilazione, temperature più alte e vendemmie più precoci. Caratteristiche che danno origine a vini più aperti, più “concessivi” e persino esuberanti di quelli chiantigiani. Per questo a Montalcino il Sangiovese <<basta a sé stesso>>. Solo li <<riesce a farsi così compiuto, senza troppi spigoli e senza zone d’ombra>>.
Prima delle 3 masterclass della Vendemmia Experience proposte da Donatella Cinelli Colombini ai wine lovers desiderosi di veder nascere i grandi vini toscani
Sono iniziate con Leonardo Romanelli e una super super super lezione. Il progetto continuerà alla Fattoria del Colle nei week end 25-27 settembre con Franco Pallini e in quello 9-11 ottobre con Leonardo Taddei.
Unire esperienze pratiche della vendemmia, visite in vigna ed in cantina a degustazioni guidate con una straordinaria lezione tenuta da un grandissimo esperto, si sta rivelando una formula vincente e capace di appassionare e arricchire di conoscenze i turisti appassionati e persino i membri dello staff di Donatella Cinelli Colombini che si sono aggiunti agli ascoltatori.
Qualche chicca dalla lezione di Leonardo Romanelli durata quasi due ore davanti ad un pubblico letteralmente ipnotizzato ed entusiasta. Riporto le opinioni e quello che suscita la riflessione omettendo la didattica pura che, i più volenterosi, possono trovare nei siti internet.
Leonardo Romanelli comincia parlando del suo lavoro <<già la parola critico è brutta, fa pensare ad un giudice, a uno che punisce>>. Meglio ispirarsi al modello dei critici d’arte come Achille Bonito Oliva con la transavanguardia e l’anticipazione delle nuove tendenze.
L’importanza dell’emozione nell’assaggio è sottostimata e questo è un male. Gli assaggiatori stanno interpretando il loro lavoro in un senso quasi maniacale che li allontana dalla gente. Caricano dettagli tecnici, sensazioni organolettiche sempre più sofisticate che il pubblico, spesso, neanche capisce. <<Ieri durante la degustazione di un vino del 1930 c’era chi si concentrava sull’analisi sensoriale, al palato, parlando di sensazioni acide …. Invece la cosa importante era vivere e trasmettere l’emozione di bere il frutto di una vendemmia avvenuta quasi un secolo fa. Senza dare valore all’emozione di questa esperienza, la gente a cui la raccontiamo, non capisce il suo vero significato>>.
Il vigneto ha “disturbi nutrizionali” come anoressia o bulimia? No ma ha qualcosa di simile e una app australiana aiuta i vignaioli a tenerlo in salute
Nutrizione delle vigne – Montalcino – Casato Prime Donne
Ho sentito parlare per la prima volta di approccio “umanizzato” della vigna all’Università di Bordeaux, circa vent’anni fa, quando la lezione sulla potatura verde veniva definita “sulla sessualità della vite”. In effetti basava gli interventi dell’uomo sul bilanciamento fra il progetto del viticultore, che voleva produrre uva da vino, con quello della vite, che intendeva riprodursi.
L’APPROCCIO AUSTRALIANO ALLA NUTRIZIONE DELLA VIGNA PASSA DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Suzy Rogiers – nutrizione della vigna e intelligenza artificiale
In questo caso la Wine Australia e la Charles Sturt University sono andate oltre ed hanno spinto i ricercatori del National Wine and Grape Industry Center (NWGIC) a creare una app per smartphone per gestire i disturbi nutrizionali nel vigneto come fosse un essere umano. La cosa curiosa è che sia per l’uomo che per la vigna i problemi nutrizionali nascono da un atteggiamento sbagliato dei “genitori”. Sembra un paradosso ma l’approccio australiano alla gestione della vigna ci aiuta a ripensare, in modo più generale, a tutti i nostri comportamenti, nella vita come nelle imprese del vino. Quante volte infatti, i vignaioli sovralimentano le viti e scambiano il vigore con il benessere delle piante così come certe madri esprimono l’amore per i figli riempiendo il loro patto fino a farli diventare obesi.
3 annate storiche di Brunello Riserva 5 stelle 2004, 2007, 2012 due bottiglie ciascuna in cassa di legno e 6 calici di cristallo Riedel progettati per esaltarli a casa tua...
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