Sangiovese Tag

Brunello Riserva si nasce non si diventa

Come e perché un Brunello diventa riserva. Una scelta che nasce nella vigna e viene confermata negli anni, dagli assaggi durante la maturazione in botte

 

Brunello Riserva

Brunello di Montalcino Riserva Donatella Cinelli Colombini

Il Brunello Riserva è uno dei più grandi vini rossi del mondo per la sua straordinaria qualità e per la vocazione al lunghissimo invecchiamento. Sfida i secoli, questo Brunello non diventa riserva, nasce per diventare riserva fin dall’inizio, nel momento in cui viene scelta l’uva per produrlo.
E’ il terroir di Montalcino che crea un autentico capolavoro.
Il Brunello di Montalcino riserva di Donatella Cinelli Colombini è prodotto dalle uve di Sangiovese del Casato Prime Donne, una proprietà di 40 ettari, di cui 16 coltivati a vigneto, nel versante Nord di Montalcino. Si tratta della zona più fresca del territorio del Brunello, quella in cui le maturazioni sono più lente e regolari anche grazie a terreni di bassa fertilità che danno poca uva da cui si ottengono vini caratterizzati da alta intensità sensoriale e note floreali e fruttate.

Brunello riserva punteggi di Wine Spectator

Brunello riserva Donatella Cinelli Colombini Mostra i punetggi di Wine Spectator

Il Brunello Riserva viene prodotto solo nelle migliori annate, quando il clima fa nascere grappoli piccoli e aperti con acini piccoli e perfettamente maturi. In genere sono anni con inverni piovosi ed estati fresche ma soleggiate che si concludono con forti escursioni termiche fra la notte e il giorno nel mese di settembre.

 

UVAGGIO DEL BRUNELLO RISERVA DI DONATELLA CINELLI COLOMBINI

100% Sangiovese.
Nei 16 ettari di vigneto del Casato Prime Donne, ogni anno, l’enologa Valerie Lavigne sceglie uno o due ettari con l’uva migliore destinandola al Brunello Riserva. La selezione viene fatta assaggiando l’uva, come un secolo fa, le analisi di laboratorio confermano la decisione.
Con lo stesso assaggio, viene fissato il giorno della vendemmia che è fatta a mano scegliendo grappolo per grappolo. Un modo di lavorare lento e attento che permette di mandare in cantina solo uva perfetta, allo stesso livello di maturazione. Generalmente l’uva migliore proviene dal vigneto Ardita.

 

Il mio Brunello stile anni Settanta

Da 7 anni il Casato Prime Donne lavora, in vigna e in cantina, per riportare il Brunello al suo stile originario anni Settanta: elegante, verticale, longevo

Montalcino Brunello Casato Prime Donne

Montalcino Brunello Casato Prime Donne Foto di famiglia Cinelli Colombini

Di Donatella Cinelli Colombini

Sono arrivata a questa consapevolezza pian piano. Come un’adolescente che all’inizio rifiuta il passato, poi si lascia trascinare dalle mode, finché prende una personalità propria e capisce qual’è la sua strada.
Una confessione simile suona strana in una come me, che è cresciuta in mezzo alle botti di Brunello, ma quando ho lasciato l’azienda di famiglia, nel 1998, ho faticato parecchio a capire cosa volevo davvero e a vivere i ricordi senza soffrire, facendo in modo che mi ispirassero.

IL BRUNELLO ANNI ‘SETTANTA E IL SOGNO DI DONATELLA CINELLI COLOMBINI

Da sette anni al Casato Prime Donne lavoriamo sulla ricerca di un Brunello “identitario” capace di raccontare il suo vitigno e il suo terroir. A poco a poco ho capito che stavo facendo un percorso al contrario verso lo stile del Brunello anni Settanta, quello originario.

Brunello di Montalcino Casato Prime Donne

Brunello di Montalcino Casato Prime Donne

Il Sangiovese di Montalcino prodotto da mio nonno Giovanni Colombini, prima da solo e poi con mia madre Francesca univa piacevolezza e longevità, eleganza e carattere. A quell’epoca il clima fresco permetteva la produzione di grandi Brunello solo nelle migliori vendemmie e solo su terreni sassosi e capaci di drenare la pioggia. Oggi il Climate changes ha moltiplicato le buone e ottime vendemmie ma ci obbliga a cercare l’acqua in profondità e un lavoro enorme per proteggere l’uva dal sole e mantenere le viti in equilibrio.

COME RITORNARE ALLO STILE ORIGINARIO DEL BRUNELLO

Il progetto “stile anni settanta” è a buon punto e gli esiti sono già evidenti soprattutto nel Brunello “annata” ma serviranno altri 10 anni per concluderlo: vogliamo innestare le nuove viti nel campo e aumentare le botti da 15 hl.

Chianti superiore 2018 BIO della Fattoria del Colle

Il primo Chianti Superiore biologico della Fattoria del Colle che si è arricchito di aromi grazie a un settembre di notti fredde e giornate assolate

 

CHIANTI SUPERIORE 2018 DELLA FATTORIA DEL COLLE

Il Chianti Superiore 2018 è un family wine che nasce alla Fattoria del Colle fondata nel 1592 dagli antenati di Donatella Cinelli Colombini. La fattoria ha una storia di oltre 400 anni nelle vigne e nel vino.

Chianti Fattoria del Colle 2018 Bio

Chianti Superiore Bio 2018

Si trova nel Sud della Toscana, a 404 metri sul mare, in un territorio vocato alla produzione di vini rossi che confina con quelli del Chianti Classico, Brunello e Vino Nobile. Il terreno è di età neo quaternaria con sabbie marine e argille. I vigneti sono stati piantati sulla sommità delle colline in posizione ventilata e ben esposta al sole.

La vendemmia 2018 è stata povera d’uva a causa della gelata dell’anno precedente e delle piogge che, in primavera, hanno disturbato la fioritura. Di maggio le precipitazioni sono state particolarmente frequenti e c’è stata anche una bomba d’acqua che ha allagato la cantina.

Per fortuna a settembre il clima è stato ideale per la produzione di grandi vini con notti fredde e giornate assolate che hanno ridotto la

Chianti Superiore 2018

Chianti Superiore 2018 Fattoria del Colle vendemmia del Sangiovese

dimensione degli acini, aumentato la sintesi dei profumi dell’uva e finalmente hanno mandato in cantina grappoli sani, maturi e con un buon contenuto di polifenoli estraibili.

Il Chianti Superiore è una tipologia di Chianti di livello più alto per la qualità del vino e per la provenienza dell’uva da vigneti poco produttivi.

 

DESCRIZIONE DEL CHIANTI SUPERIORE DOCG 2018

TIPOLOGIA: rosso secco.
ZONA DI PRODUZIONE: Toscana, Trequanda, Fattoria del Colle.
CARATTERI DELL’ANNATA: primavera piovosissima, estate fresca con frequenti temporali. Invaiatura completata a fine agosto. Settembre con clima asciutto e forti escursioni termiche notturne diurne.

I gattopardi del vino

Gattopardi: cambiare per rimanere gli stessi. Questa è la domanda che si pongono tutti i produttori di vino del mondo di fronte al nuovo clima

 

Gattopardi del vino: cambiare per rimanere gli stessi

Gattopardi del vino: cambiare per rimanere gli stessi- Gattopardo di Tommasi di Lampedusa

di Donatella Cinelli Colombini

E’ evidente che il clima ha prodotto dei grandi cambiamenti nei vigneti. In certe situazioni ha migliorato le performance dei terroir dando la possibilità di produrre vini di altissima qualità dove prima la vite non veniva neanche coltivata, basta pensare agli sparkling inglesi per capirlo.

 

I VANTAGGI E I PROBLEMI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Per i territori già noti, il cambiamento climatico pone interrogativi e novità. A Montalcino ha moltiplicato le buone e ottime vendemmie. Ha beneficiato le zone più fredde, come quella Nord Ovest del Casato Prime Donne, ma impone a tutti una seria riflessione soprattutto sul modo di piantare, coltivare e raccogliere le vigne.
E’ rischioso cambiare i metodi che hanno portato un vino al successo. Ma conservarli, in presenza di un cambiamento come l’innalzamento delle temperature, è ancora più rischioso e allora applichiamo la celebre frase del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa … «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi». … In altre parole perché tutto rimanga com’è bisogna adattarsi ai cambiamenti diventare gattopardi del vino e solo in questo modo verranno conservate le posizioni di privilegio che sono state raggiunte in anni e anni di lavoro e di successo.

Gattopardi del vino

Gattopardi del vino- nelle vigne cambiare per rimanere gli stessi

 

I GATTOPARDI DEL VINO: CAMBIARE PER RIMANERE GLI STESSI

C’è un elemento guida: l’ascolto e il rispetto della natura.
Qui non parlo dell’impianto dei vigneti (porta innesti e cloni, scelta dei suoli, preparazione del terreno per l’impianto ….) e nemmeno della coltivazione del terreno. Mi limito a una sola nota: serve più terreno per ogni vite. Continuare a piantare oltre 5.000 ceppi all’ettaro equivale a non capire che piove meno e in modo monsonico per cui le viti soffrono la sete più di prima.
Ecco la mia ricetta per la coltivazione delle viti di Sangiovese: trasformarsi da cacciatori di sole a protettori dal sole. In altre parole bisogna imparare a usare le foglie in modo completamente diverso.

Il Cabernet è il più coltivato ma non il più amato

Il Cabernet è il vitigno più coltivato al mondo ma è anche il più amato? Una ricerca su Wine Searcher dimostra che i vini di uvaggio bordolese sono i preferiti

Di Donatella Cinelli Colombini

 

I big data sul vino, l’analisi informatica su uno dei più sconfinati portali esistenti al mondo, quello di Wine Searcher permette di capire quale vitigno piace davvero ai wine lover.

Female wine consumer

cosa-piace-maggiormente-ai-consumatori-Cabernet-o-uvaggio-bordolese?

IL CABERNET E’ L’UVA PIU’ COLTIVATA MA L’UVAGGIO BORDOLESE E’ IL PIU’ AMATO

Un esercizio che Don Kavanagh si è divertito a fare con la sua tipica ironia partendo da una domanda << il Cabernet è l’uva più coltivata al mondo, ma è la preferita?>> piace più il vitigno singolo o il blend tipo uvaggio bordolese?
Alla fine la vittoria dell’uvaggio bordolese è schiacciante ma con molti distinguo Paese per Paese.

In USA piace soprattutto il Cabernet (14%) ma l’uvaggio bordolese è secondo nell’interesse dei consumatori con solo mezzo punto percentuale di distacco. In Gran Bretagna invece vince nettamente l’uvaggio bordolese seguito da Pinot Noir, Chardonnay, Champagne e Valle del Rodano con il Cabernet solo settimo.
Anche in Cina è il blend bordolese a vincere e il Cabernet occupa il quarto posto preceduto da Pinot Noir e Chardonnay. Persino in Francia l’interesse degli appassionati è attratto dal blend con il Merlot piuttosto che dal Cabernet in purezza che risulta al 13° posto preceduto da Pinot, Merlot e il blend rossi del Rodano.

WineSearcher-App-2016

WineSearcher-analisi-sulla-preferenza-dei-consumatori

In Italia sono i vini a base di Nebbiolo e poi di Sangiovese quelli che attraggono maggiormente le ricerche degli appassionati seguiti da Pinot Noir, uvaggio bordolese e Champagne.
In Germania l’interesse si concentra sulla miscela di Bordeaux, Pinot Noir, Chardonnay e Nebbiolo.
Gli appassionati australiani cercano soprattutto Shiraz, Pinot Noir, uvaggio bordolese e Cabernet

LE UVE PIU’ COLTIVATE AL MONDO: CABERNET IN TESTA

I dati sul vigneto mondiale e le uve che vi sono maggiormente coltivate arrivano dall’Università di Adelaide e sono del 2010. Fra i 1271 vitigni censiti i più diffusi sono Cabernet Sauvignon e il Merlot, seguiti dall’Airen, dal Tempranillo e dallo Chardonnay. Venti anni prima lo stesso ateneo aveva individuato una top 5 molto diversa: Airen, Garnacha tinta, Rkatsiteli, Sultaniye, Trebbiano.

Brunello 2015 di Donatella Cinelli Colombini

Una grandissima annata di Brunello cinque stelle che ha iniziato ad essere celebrata ancora prima di entrare nel mercato e unisce potenza, eleganza e  longevità

Brunello di Montalcino 2015

Brunello di Montalcino 2015 casato Prime Donne

L’andamento climatico mostra le tipiche caratteristiche dei migliori millesimi del Brunello con inverno e primavera piovosi che hanno idratato il terreno, luglio caldissimo che ha bloccato un sviluppo vegetativo determinando un calibro ridotto degli acini, agosto con temporali alternati a giornate calde, settembre con fortissima escursione termica fra notte e giorno che ha favorito la sintesi dei profumi. Un copione che si ripete per tutte le grandi annate di Brunello e sembra dimostrare che il global warming è un’autentica fortuna per il vigneto di Montalcino perché moltiplica le annate cinque stelle e ne innalza il livello qualitativo fino a vertici mai raggiunti nel passato.

CLIMA DELL’ANNATA 2015

Il 2015 verrà ricordato per il suo clima capriccioso che nel Sud della Toscana, risparmiò Montalcino, ma fece enormi danni tutto intorno: a Torrita il 5 luglio, chicchi di grandine grossi come arance, distrussero tetti e auto, a Buonconvento la piena del fiume Arbia, il 24 agosto, portò l’acqua in musei, case, negozi e persino nel teatro, un vero disastro.

Brunello-Vendemmia 2015 Violante Gardini aspettando le 5 stelle

Brunello-Vendemmia 2015 Violante Gardini aspettando le 5 stelle

MONTALCINO E LA SUA OTTIMA VENDEMMIA 2015

Montalcino sembrava avere una protezione divina e l’uva arrivò alla vendemmia in condizioni perfette.
Infatti il 14 settembre quando arrivò la nostra consulente enologa Valerie Lavigne l’uva era quasi pronta per la raccolta e si presentava nel modo migliore. Valerie aveva con lei un ospite d’eccezione, il preside della facoltà di enologia di Bordeaux Denis Dubourdieu uno degli uomini più potenti e temuti di tutto il mondo del vino. Il Professor Dubourdieu ebbe solo una parola per descrivere i vigneti del Casato Prime Donne dopo averli ispezionati a piedi << impeccable>> cioè perfetti.

BRUNELLO 2015 CARATTERI

TIPOLOGIA:

rosso secco

ZONA DI PRODUZIONE: Toscana, Montalcino, Casato Prime Donne

Brunello Prime Donne 2015 un vino da sposare

Grande annata di Brunello 5 stelle adatto al lungo invecchiamento e alle ricorrenze importanti. Chi ha avuto un figlio nel 2015 può conservarlo per le sue nozze

Il Brunello di Montalcino Prime Donne viene prodotto solo nelle annate migliori. E’una piccola selezione di 6.000 bottiglie destinate a ristoranti e enoteche di alto livello di tutto il mondo.
E’ il primo Brunello prodotto e pensato al femminile. Infatti la cantina che lo produce, il Casato Prime Donne a Montalcino, è la prima in Italia con un organico di sole donne, enologa compresa. Inoltre è il primo vino rosso a lungo invecchiamento che viene seguito, dalla nascita all’imbottigliamento, da un pannel di 4 espertissime assaggiatrici internazionali: una enotecaria, una sommelier e due Master of Wine: Astrid Schwarz, Daniela Scrobogna, Rosemary George MW a cui sta per aggiungersi la svedese Madeleine Stenwreth MW. Sono loro a scegliere il vino fra le diverse vigne di Sangiovese Brunello, decidono il tipo di botte di rovere e infine il blend fra il vino di più fusti in legno.

Ovviamente il Brunello Prime Donne piace molto anche agli uomini ed ha ottimi rating nella principale stampa internazionale, ma è anche una bandiera per il vino al femminile. Infatti, nel 1998 quando Donatella

Brunello-Prime-Donne-2015-Montalcino

Brunello-Prime-Donne-2015-Montalcino

Cinelli Colombini ha inaugurato il “progetto Prime Donne” e il ruolo del gentil sesso in enologia era piccolissimo, questo vino è stato il primo a celebrare l’importanza del gusto femminile.

Il Brunello Prime Donne è molto tradizionale, di ottima struttura con tannini vellutati e grande armonia.
Negli ultimi dieci anni le assaggiatrici hanno sempre scelto i vini ottenuti dalle uve del vigneto Ardita sulla sommità della collina del Casato Prime Donne. Un appezzamento piantato nel 2001 a 250 m sul mare, con splendida esposizione e suolo con prevalenza di argilla e calcare.

DESCRIZIONE DEL BRUNELLO PRIME DONNE 2015

TIPOLOGIA: rosso secco.
ZONA DI PRODUZIONE: Toscana, Montalcino, Casato Prime Donne
CLIMA: Inverno mite e piovoso, primavera piovosissima. Le viti iniziarono il ciclo vegetativo precocemente e si svilupparono velocemente bloccandosi a luglio a causa del caldo molto intenso. L’invaiatura iniziò intorno al 20 luglio. Agosto con piogge alternate a giornate calde e assolate. Settembre con fortissime escursioni fra notte e giorno.

Il Rosso di Montalcino DOC 2017 di Donatella

Un Sangiovese potente, piacevolissimo che nel Rosso di Montalcino esprime al meglio i caratteri un’annata calda come il 2017 e lo straordinario terroir del Brunello

Il 2017 nelle vigne è raccontato dalle parole della Divina Commedia di Dante <<guarda il calor del sol che si fa vino>> (25° canto del Purgatorio). Parole poetiche che descrivono un’estate

Rosso-di-Montalcino-2017-Donatella-Cinelli-Colombini

Rosso-di-Montalcino-2017-Donatella-Cinelli-Colombini

caldissima in cui le viti hanno sofferto la sete per mesi e i vignaioli hanno zappato senza sosta fra i filari per impedire che il terreno si inaridisse.

Un’annata, il 2017, che si esprime al meglio nei vini giovani, come il Rosso di Montalcino, ed ha nella piacevolezza e nel vigore mediterraneo i suoi punti di forza. E’ insomma un sangiovese scalpitante, caldo, potente ma vellutato.

MONTALCINO TERROIR DOVE IL SANGIOVESE SI ESPRIME AL MEGLIO

Montalcino è, nel mondo, il territorio in cui il vitigno Sangiovese, esprime il massimo del suo potenziale qualitativo. Un terroir straordinario che permette di fare una cosa talmente difficile da sembrare quasi impossibile: produrre, con la stessa uva e nelle

Rosso-di-Montalcino-2017-sangiovese-vendemmia

Rosso-di-Montalcino-2017-sangiovese-vendemmia

stesse vigne, vini giovani di grande piacevolezza e eleganza, come il Rosso di Montalcino e vini superpremium da lunghissimo invecchiamento come il Brunello.

ANNATA 2017 A MONTALCINO E IN EUROPA

In Europa, la vendemmia 2017 sarà ricordata come la più piccola e travagliata degli ultimi cinquant’anni a causa di una gelata alla fine di aprile, di un’estete asciutta e torrida, infine delle grandinate di settembre. Un clima impazzito che miracolosamente risparmiò Montalcino dove l’unica diversità, con le altre annate, fu l’anticipo del calendario della raccolta nella prima metà di settembre.

9 ottobre la super vendemmia 2019 è finita

Cronaca di una vendemmia strabiliante al Casato Prime Donne di Montalcino e alla Fattoria del Colle di Trequanda. Come è nato il Super Brunello 2019

Vendemmia-2019-Sangiovese -con-due-giorni-di-vinificazione

Vendemmia-2019-Sangiovese -con-due-giorni-di-vinificazione

Di Donatella Cinelli Colombini

Verrà ricordata come la vendemmia del Sangiovese perfetto e indistruttibile perché l’uva è arrivata in cantina perfetta, senza muffe, nonostante due perturbazioni davvero formidabili il 22-23 settembre e il 2 ottobre quando ha persino provato a grandinare. <<Sembra Cabernet>> ha detto l’enologa Valerie Lavigne guardando gli acini piccolissimi e i grappoli molto aperti, quando è venuta per decidere il calendario della vendemmia. E aveva ragione perché il Sangiovese si è comportato esattamente come il più celebre vitigno francese. Cessione di colore immediata e intensissima, grappoli inattaccabili dalla muffa nonostante la pioggia. Che spettacolo!
Mai vista una vendemmia così!
Le viti verdi e rigogliose fino al giorno della vendemmia, come nel 2010 e come in quell’annata magica, l’uva è stata abbondante oltre che di qualità altissima.
A questo punto sappiamo che le grandi vendemmie derivano da inverni o primavere piovose che creano una scorta d’acqua nel terreno, estati molto calde interrotte da temporali.
Abbiamo anche capito che il global warming può far crescere molto il potenziale qualitativo del Sangiovese e del Brunello.

Vendemmia-2019-Sanforte-meno-famoso-e-più-speziato-del-Sangiovese

Vendemmia-2019-Sanforte-meno-famoso-e-più-speziato-del-Sangiovese

 

CALENDARIO DELLA VENDEMMIA 2019

Una vendemmia durata un mese, per cogliere ogni vigna nel momento perfetto, senza fretta, facendo selezioni estreme con anche tre vendemmie nello stesso vigneto. La scelta di separare tutta l’uva migliore, senza mescolare i grappoli con grado di maturazione diversa, ha richiesto continui spostamenti dei raccoglitori e l’utilizzo di tutti i tini della cantina. Un lavoro certosino e una dimostrazione di rispetto per un’uva super con un potenziale qualitativo mai visto.
In cantina sono arrivati oltre 2.100 quintali d’uva da 33 ettari di vigna.
9-10 settembre Traminer per passito e Sanchimento IGT bianco toscano
16-20 settembre Merlot e sangiovese delle vigne senza recinzione
23 settembre 3 ottobre Sangiovese per Brunello e Rosso di Montalcino
4-7 ottobre Sangiovese per Orcia DOC, Chianti Superiore e Supertuscan
8 ottobre Foglia Tonda e Sangiovese per il Vinsanto Occhio di Pernice
9 ottobre Sagrantino
La vendemmia è finita possiamo andare a cercare i funghi.

Brunello: è meglio la vendemmia 2010 oppure la 2019?

Tanta uva fantastica con acini piccoli come il Cabernet e grappoli completamente aperti. Abbiamo portato in cantina un Brunello 5 stelle “lusso”

Di Donatella Cinelli Colombini

2019-vendemmia -Brunello-Casato-Prime-Donne

2019-vendemmia -Brunello-Casato-Prime-Donne

Oggi finisce la vendemmia 2019 di Brunello e siamo euforici.

2010 e 2019: due vendemmie abbondanti d’uva e altissime di qualità.
Qual è la migliore?
Nel 2010 l’inverno e la primavera furono piovosissimi e l’estate calda e arida. Nel 2019 l’inverno è stato arido mentre la primavera, specialmente aprile e maggio, con piogge continue. Entrambe le annate hanno cominciato l’estate con il terreno pieno d’acqua e questo ha permesso alle viti di sopportare agevolmente i successivi mesi caldissimi che, nel 2019 sono stati interrotti solo da due grandi perturbazioni (I° luglio 15 settembre) per un totale di quasi 200 mm d’acqua. Hanno idratato il suolo ma non più di tanto.
Al momento della vendemmia l’uva delle due annate era molto simile: grappoli piccoli con acini molto piccoli e perfettamente sani.
Quindi la ricetta del Brunello 5 stelle “lusso” parrebbe questa: piogge fino a primavera, caldo e siccità estiva, autunno sereno.

VENDEMMIA 2019 BRUNELLO 5 STELLE LUSSO

Un’uva che è rimasta perfetta nonostante un diluvio proprio all’inizio della vendemmia: 95 millimetri in due temporali il 22 e 23 settembre e nonostante l’altro diluvio (40 mm) con qualche chicco di grandine il 2 ottobre.
Vendemmia memorabile per la straordinaria qualità, la quantità abbondante dell’uva ma anche per l’incidente stradale della cantiniera Barbara Magnani. Sotto il diluvio di lunedì 23 settembre un automobilista, che proveniva in senso opposto, ha perso il controllo ed ha colpito frontalmente come un proiettile la Jeep di Barbara. Lei è stata estratta dall’abitacolo dai pompieri e trasportata in ambulanza, immobilizzata nel lettino, fino al pronto soccorso di Siena. Tanta paura, lividi ovunque, auto distrutta ma niente conseguenze gravi. La vendemmia è andata avanti con la giovane enologa, vice cantiniera Sabrina catapultata in prima linea e il vignaiolo Efisio scioccato ma orgoglioso dell’uva che stava portando in cantina.

Vendemmia-2019-piovosità-dell

Vendemmia-2019-piovosità-dell

Durante la vendemmia io o mia figlia Violante siamo sempre in azienda. Quest’anno, per la prima volta, nei giorni della vendemmia, avevamo due viaggi all’estero quasi impossibili da spostare: Violante in USA con un tour di sette città in dieci giorni e io in Russia per due seminari per cinquanta sommelier di Mosca e San Pietroburgo. Quando Barbara mi ha avvertito del suo incidente volevo tornare immediatamente in azienda ma lei mi ha convinto <<stia tranquilla che è tutto sotto controllo>>. Ed era vero, ho una squadra fantastica!

LA SFOGLIATURA FA MALE E NON BENE ALL’UVA

Il 27 settembre è arrivata la consulente Valerie Lavigne ed ha constatato la sbalorditiva qualità dell’uva, alla Fattoria del Colle e soprattutto al Casato Prime Donne di  Montalcino: <<è la prima volta che vedo un Sangiovese che pare Cabernet>> ha detto complimentandosi del piccolo calibro degli acini, la maturità perfetta di tutta l’uva e il colore del mosto che dopo tre ore è già rosa e in un giorno diventa rosso. Le analisi confermano che stiamo raccogliendo nel momento top, quello magico dove maturità e freschezza combaciano. Il 25 settembre il contenuto di antociani estraibili dell’uva iniziava a calare  in tutta la collina di Montalcino.

Sommelier russi, non immaginate quanto sono bravi!

Due master class sul vino in Toscana, il sangiovese e il Brunello mi fanno scoprire l’impressionate competenza dei sommelier russi

DonatellaCinelliColombini-con-i-sommelier-russi-di -Mosca

DonatellaCinelliColombini-con-i-sommelier-russi-di -Mosca

Di Donatella Cinelli Colombini

22 settembre, arrivo a Mosca ed è freddo ma la città è bellissima, non l’ho mai vista così bella. I palazzi ottocenteschi che prima neanche si vedevano, sono stati restaurati e ora rivaleggiano con quelli di San Pietroburgo.

MOSCA PIU’ SPLENDIDA CHE MAI

Tutte le strade sono ben tenute, i marciapiedi rifatti le ringhiere riverniciate, ci sono luci ai cornicioni di tutti gli edifici di pregio … impressionate! Se a questo aggiungiamo le vetrine di alta moda, i ristoranti eleganti, la gente per strada tutta giovane e ben vestita con in mezzo tante donne che ostentano vestiti griffati si ha l’impressione di un gigantesco boom economico. Appena scesi dal taxi assistiamo a uno spettacolo di luci, immagini e suoni sulla facciata del Bolshoi che diventa un enorme palcoscenico. L’albergo è quello del recente scandalo politico, il Metropol, a due passi dal Cremlino e pullula di delegazioni estere in costumi etnici.

LA SCOPERTA DELLA STUPEFACENTE COMPETENZA DEI SOMMELIER RUSSI

Brunello-2013-con-cucina-russa-innovativa-ristorante--Nomo-San-Pietroburgo

Brunello-2013-con-cucina-russa-innovativa-ristorante–Nomo-San-Pietroburgo

Sono in Russia per fare due lezioni ai sommelier russi sul vino toscano, il sangiovese e il Brunello. Le lezioni sono in inglese e io mi sono allenata da dieci giorni per esporle in modo fluente. Ho scelto la tecnica dello storytelling alternando numeri e dati tecnici a racconti storici. Oltre alla lezione frontale c’è la degustazione verticale dal barrel tasting al Brunello 2006.
La prima lezione davanti a 25 sommelier di Mosca è sconvolgente. Sanno tutto. Il quiz finale, che a me era sembrato troppo difficile, non basta a selezionare un vincitore perché 4 danno quasi tutte le risposte esatte.
Mi chiedo se i sommelier italiani reagirebbero allo stesso modo di fronte a una lezione sul Malbec oppure sulla più vicina e facile Borgogna. Mi spiegano che la scuola russa è nozionistica e sta progressivamente diventando ancora più difficile. Per questo loro diventano enciclopedie viventi del settore di cui si occupano e forse per questo i sommelier studiano il vino con una profondità da noi impensabile.

NON SOLO VINO MA ANCHE ARTE GRANCHI REALI A MOSCA

Prima di partire per San Pietroburgo in treno io e mio marito Carlo visitiamo San Basilio e rimaniamo impressionati dalla pittura religiosa russa che è rimasta la stessa per cinquecento anni. Anche le manifestazioni dell’ascetismo dei Santi sono shoccanti con catene di ferro e croci pesantissime di evidente scopo espiatorio. Una devozione vissuta in privato in tante cappelline scintillanti e altissime come qualcosa di riservato agli Zar e alla più alta aristocrazia. Non meraviglia che i rivoluzionari russi avessero chiuso le chiese così come non meraviglia la loro riapertura e restauro da parte di Putin. La religione è in Russia un supporto formidabile dell’identità nazionale.

Aspettando la vendemmia di Brunello 2019

Salvo imprevisti la vendemmia 2019 sarà una delle migliori del nuovo millennio. La raccolta del Brunello nelle date classiche fra fine settembre e primi di ottobre

Di Donatella Cinelli Colombini

Vendemmia-2019-L'enologa-Sabrina-con-l'uva-di-Merlot-della-Fattoria-del-Colle

Vendemmia-2019-L’enologa-Sabrina-con-l’uva-di-Merlot-della-Fattoria-del-Colle

IL CLIMA 2019 NELLE VIGNE DI BRUNELLO

Il 2019 è stata un’annata piuttosto arida. L’inverno ha avuto poche piogge e niente neve. E’ stato freddo ma non freddissimo anche per il gran numero di giornate soleggiate. La primavera, sebbene molto piovosa, non è riuscita a reidratare il terreno del tutto. Tuttavia il maltempo ha ritardato l’inizio del ciclo vegetativo delle viti e ha disturbato la fioritura dando vita a grappoli leggermente sotto dimensionati.
In estate le ondate di caldo africano sono state interrotte da perturbazioni nordiche con piogge di grande entità. Abbiamo registrato fino a 50 mm di precipitazioni in un solo giorno. Piogge che hanno comunque abbassato le temperature e idratato il terreno con più frequenza alla Fattoria del Colle e leggermente di meno al Casato Prime Donne di Montalcino.
La perturbazione più violenta il 28 luglio ha letteralmente sconvolto, con chicchi di grandine grandi come albicocche, la zona di Arezzo mentre da noi ha prodotto solo nubifragi. Dal I°luglio al 15 settembre, sui vigneti del Casato Prime Donne sono caduti 97 mm di pioggia.
In settembre il cielo sereno ha mantenuto le temperature alte fino alla metà del mese per poi rannuvolarsi e accrescere l’escursione termica fra la notte e il giorno. Circostanza quest’ultima, molto favorevole alla sintesi dei profumi nell’uva e nel vino.

Vendemmia-2019-Fattoria-del-Colle-vigneto-Traminer-biologico

Vendemmia-2019-Fattoria-del-Colle-vigneto-Traminer-biologico

CALENDARIO DELLA VENDEMMIA 2019

Primo giorno di vendemmia il 9 settembre con la scelta dell’uva di Traminer per il passito che grazie agli ottimi rating della stampa estera più importante è diventato uno dei vini di punta dell’azienda. La vendemmia del vigneto Sanchimento è continuata manualmente per mandare in cantina i grappoli destinati al vino bianco della Fattoria del Colle.
L’11 e il 12 settembre è stata raccolta l’uva di Sangiovese per lo spumante. I grappoli provenivano dai vigneti Fondo di Collepiccino e Cancello nero della Fattoria del Colle e la loro raccolta ha sostituito il diradamento – vendemmia verde in queste due vigne. Infatti mentre l’uva dello spumante deve provenire da viti con tanti grappoli poco maturi, quella per i rossi ha bisogno di viti scariche e grappoli maturi a puntino. Prima di andare nel tino l’uva della “base spumante” è stata raffreddata in un vecchio camion frigo. Il mosto appena pressato aveva una naturale colorazione rosata per l’ottima capacità di cessione delle bucce.
Il 16 settembre è iniziata la vendemmia del Merlot, ancora alla Fattoria del Colle. Alla fine della stessa settimana inizierà la vendemmia del Sangiovese ancora alla Fattoria del Colle. L’uva è pronta e purtroppo anche i cinghiali se ne sono accorti per cui, le due vigne non recintate, sono letteralmente prese d’assalto. Purtroppo i cinghiali costituiscono un problema irrisolto in Toscana ed hanno trasformato le zone del vino in immensi campi di concentramento con reti, recinzioni elettrificate, cannoni … per difendere l’uva dai voraci ungulati.

Rosso di Montalcino DOC un vino da scoprire

Rosso di Montalcino, il fratello più giovane e sorridente del Brunello ottenuto dalla stessa uva di Sangiovese e nella stessa zona di Montalcino ma destinato ad essere bevuto prima

Rosso-Montalcino-2011-bottle with walnuts

Rosso-Montalcino-Casato-Prime-Donne-Donatella-Cinelli-Colombini

Montalcino, la terra dove l’uva di Sangiovese si esprime meglio nel mondo e fa nascere vini centenari, riesce a produrre anche un grandissimo rosso giovane. Sembra un controsenso ma non lo è. Dimostra la sapienza dei vignaioli di questo territorio. Infatti le caratteristiche del futuro vino nascono nei grappoli; le uve destinate al Brunello oppure al Rosso di Montalcino vengono coltivate per questo loro destino fino dalla nascita. Più poveri i terreni del primo più fertili quelli del secondo. Meno grappoli per il primo, leggermente di più per il secondo. Soprattutto nel momento della vendemmia le specificità di ciascuno devono venire fuori scegliendo con precisione il giorno della vendemmia e vinificando in modo più delicato.

Location: Casato Prime Donne a Montalcino

Il Casato Prime Donne è una proprietà di 40 ettari nel lato Nord di Montalcino. E’ di proprietà della famiglia di Donatella Cinelli Colombini almeno dalla fine del Cinquecento quando i suoi avi pagavano già le tasse per i prodotti agricoli che vi si coltivavano. Nelle ultime tre generazioni è passato di madre in figlia: era della nonna Giuliana Tamanti, poi della madre Francesca Colombini e Donatella la lascerà alla figlia Violante.
Donatella Cinelli Colombini dirige questa azienda dal 1998 e le ha ridato lo splendore di quando i suoi antenati vi trascorrevano la luna di miele. Ha anche dato a questo luogo uno speciale significato facendone la prima cantina italiana dove lavorano solo donne, una bandiera per l’enologia al femminile. Ogni anno il Casato Prime Donne finanzia un premio che porta il suo nome e valorizza le donne che sono di esempio e di incoraggiamento al genere femminile. Ogni vincitrice detta una dedica che rimane in modo permanente lungo un percorso meditativo nei vigneti e in cantina. Accanto a ogni scritta c’è un’opera d’arte di un’artista toscano che arricchisce ulteriormente lo splendido territorio della Valdorcia in cui si trova la cantina

Bottiglie Prodotte

Sangiovese grappolo 2012 Donatella Cinelli Colombini

Sangiovese grappolo Donatella Cinelli Colombini

Da 30.000 a 50.000 ogni anno in base alla produzione di Brunello di Montalcino.

Riconoscimenti

90 – 91/100 da parte delle principali testate specializzate internazionali

Uvaggio e vigneti

100% Sangiovese

Le vigne del Casato Prime Donne sono coltivate in modo biologico e complessivamente hanno un’estensione di 16 ettari, di cui 3 sempre destinati alla produzione di Rosso di Montalcino. Si trovano nella zona Nord di Montalcino, quella più fresca, su una collina di 225 con una splendida esposizione a mezzogiorno. Il terreno è di origine neo-quaternaria composto da argille e sabbie marine. I vigneti sono divisi in 6 piccole particelle e contengono 5.500 viti per ettaro. Sono coltivate a cordone speronato. La produzione media è di 60 quintali d’uva per ettaro.

Una master class per gli amanti del Sangiovese

Un giorno con il Sangiovese, la storia toscana del vino e il Brunello per chi vuole scoprire verità e leggende, enologia e piaceri, assaggi e visite

Master-class-sul-Sangiovese-e-il-Brunello-Fattoria-del-Colle

Master-class-sul-Sangiovese-e-il-Brunello-Fattoria-del-Colle

Una full immersion nella civiltà del Sangiovese: 4 ore di lezione frontale, degustazione di 3 vini da botte e una verticale di 6 Brunello guidata da una Sommelier, visita nella cantina Casato Prime Donne di Montalcino e brunch a base di pinci al sugo e salumi toscani come è nello stile della Fattoria del Colle, nel sud del Chianti, che ospita il corso.

UNA MASTER CLASS PER GLI AMANTI DEL SANGIOVESE E DEL BRUNELLO

L’idea della Master Class sul Sangiovese e il Brunello è nata durante la preparazione di un corso per i sommelier russi. Un lavoro di ricerca durato 8 mesi per raccogliere notizie, immagini, creare sequenze capaci di raccontare il Sangiovese, la storia del vino in Toscana e il Brunello di Montalcino.
Alla fine sono state fatte alcune prove della presentazione in inglese e a questo punto è arrivata la sorpresa: tutti ascoltavano affascinati.

Master-class-sul-Sangiovese-e-il-Brunello-Fattoria-del-Colle

Master-class-sul-Sangiovese-e-il-Brunello-Brunch-a-base-di-pindi-Fattoria-del-Colle

Nessuno di noi immaginava di suscitare tanto interesse anche in persone che normalmente non si occupano di vino. Il mix informazioni tecniche, aneddoti, leggende insieme a notizie storiche riusciva a interessare in modo strepitoso.
La precisione delle informazioni sulla vigna e sul vino, l’uso molto abbondante di immagini aveva trasformato la lezione in un’esperienza avvincente capace di arricchire e divertire chiunque: dai più esperti ai quasi astemi.

FULL IMMERSION DI NOTIZIE, ASSAGGI E VISITE

Da questo è nata l’idea di proporre una giornata full immersion per i wine lovers che desiderano imparare tutto sul Sangiovese, la Toscana del vino e il Brunello. 4 ore di lezione frontale, un bruch in stile di fattoria, la visita della cantina Casato Prime Donne  con 3 barrel tasting e una degustazione verticale di 6 Brunello. Una sommelier come tutor e un costo di 180€ escluso il mezzo per andare e tornare da Montalcino.