consigli golosi Tag

Peposo, la ricetta di un piatto che racconta un territorio

E’ fra i piatti di carne più saporiti e facili della Toscana ma anche fra quelli con la storia più bella. Ecco la ricetta dei “cocciari” di Petroio

 

Consigli golosi di Donatella Cinelli Colombini

Peposo_ricetta_tipica_Toscana_FattoriaDelColle

Peposo – ricetta tipica Toscana – FattoriaDelColle

Petroio (Siena), delizioso borgo a 10 km dalla Fattoria del Colle, è conosciuto per la produzione di terrecotte fin dal Rinascimento. Vasi, orci, cassette decorate con festoni, volute, amorini … oggetti artistici ma anche materiali da costruzione come tegole e pavimenti . Come la più celebre Impruneta vicino a Firenze.

Due territori che sfruttano banchi di argilla di grande qualità per creare oggetti di terracotta rossa a Impruneta e ambrata a Petroio. Due territori che hanno in comune la ricetta del peposo, il saporitissimo spezzatino che veniva cotto nei forni delle terrecotte e dava ai maestri “cocciari” la forza per il loro faticosissimo lavoro. Pare che l’invenzione del peposo sia legata alla costruzione della cupola del Duomo di Firenze e all’enorme sforzo produttivo imposto dall’architetto Filippo Brunelleschi alle fornaci di Impruneta. Storia o leggenda, il peposo è ormai per sempre legato alla più bella cupola mai realizzata al mondo e ai mattoni rossi con cui è costruita.
Inutile dire che il vino rosso è alla base della preparazione e del servizio in tavola del peposo. Quello che vi consiglio è il Cenerentola DOC Orcia prodotto alla Fattoria del Colle con uve autoctone – Sangiovese e Foglia Tonda.

 

I cavallucci di Siena sono da mangiare non da cavalcare

Sono dolci natalizi senesi profumati di anice che appena fatti sono deliziosamente soffici e poi diventano duri, amati dalle nonne e odiati dai bambini

Cavallucci_dolce_natalizio_senese

Cavallucci_dolce_natalizio_senese

Tutti i senesi ricordano i cavallucci come dolci conservati per mesi in barattoli di vetro finchè diventavano duri come sassi e venivano implacabilmente offerti dalle nonne per la merenda del pomeriggio. Un incubo che ha finito per allontanare questo dolce delizioso dalle tavole natalizie. Il segreto è dunque quello di farne pochi e mangiarli subito. Sono straordinariamente buoni, specialmente se accompagnati con della ricotta o della panna montata ma per carità non li conservate per mesi nei barattoli di vetro!
Quella che segue è la ricetta di Patrizia Cenni pasticcera della Fattoria del Colle  che ogni mattina serve ai turisti strepitose torte fatte in casa secondo le antiche tradizioni

Ingredienti:
325 g di farina, 4 g di ammoniaca, 100 g di cedro candito, 100 g di arancia candita, 150 g di noci sgusciate, 10 g di semi di anice, un cucchiaino di miele di acacia, 5 g di polvere di spezie miste (cannella, noce moscata, chiodi di garofano, coriandolo) 250 g di zucchero semolato, 150 ml d’acqua, una noce di burro e un cucchiaio di vaniglia.

Ricciarelli, ecco la ricetta del dolcetto natalizio senese

Il ricciarello fatto in casa e appena sfornato è il pasticcino più buono del mondo. Sa di Toscana, di Natale, di antiche tradizioni e di coccole

Niente a che fare con quelli industriali.

Ricciarelli e Vin Santo

Ricciarelli e Vin Santo

 

LA STORIA DEL DOLCE SENESE

Antico, facile e fragrante fa riscoprire il piacere della pasta di mandorle. Il ricciarello è il pasticcino  dolce senese del Natale e dal 2010 è un prodotto tipico protetto dal marchio IGP. Una golosità antica che affonda il suo passato nella notte dei tempi. Sembra che la più antica ricetta sia in un documento di un convento di Buonconvento a 20 km dalla Fattoria del Colle. Il nome ha un’origine leggendaria e deriva dal Crociato Ricciardetto della Gherardesca che ne avrebbe portato la ricetta dal Medio Oriente. Tuttavia la parola ricciarello compare solo nell’Ottocento cioè secoli e secoli dopo le crociate. Di sicuro l’uso della pasta di mandorle arrivò nelle case dei ricchi banchieri senesi dalla sponda meridionale del mediterraneo, prima del Quattrocento, perché  da quell’epoca in poi venivano serviti  “marzapani alla costuma senese” oppure i “morzelletti” probabilmente preparati nei conventi.

Il vino più adatto per accompagnare questa senesissima delizia è il Vin Santo il vino da dessert più tradizionale della Toscana. Volete una prova? Quando sarà possibile venite alla Fattoria del Colle e troverete l’uno e l’altro!

Super tagliatelle con calamari grazie a ingredienti top

Zucchine appena colte, olio extra vergine di oliva toscano nuovo raccolto e pesce pescato in giornata per un piatto semplice ma straordinariamente buono

tagliatelle con zucchine e mare

tagliatelle con zucchine e mare

Siamo a Gozo, l’isola minore di Malta, dove c’è un’eterna primavera e gli orticelli producono splendide zucchine tutto l’anno. Qui il pesce arriva in tavola nel giorno in cui è pescato, freschissimo. Unica “merce di importazione” per questa deliziosa ricetta, è l’extravergine della Fattoria del Colle  di Trequanda in Toscana, terra d’eccellenza per l’olio di oliva.

Ingredienti per 4 persone

4 nidi di tagliatelle, 5 zucchine rotonde medie, 600g di piccoli calamari, 600 gr di cozze e vongole, 300 gr di filetti di pagello, 300 gr di gamberetti, 2 spicchi d’aglio, una piccola cipolla bianca, un ciuffo di prezzemolo, 1 peperoncino, un bicchiere di vino bianco, 1 litro di brodo vegetale, olio extravergine di oliva, 1 bicchiere di vino bianco, sale e pepe q.b.

Le Fette antica ricetta della campagna toscana

Quando arriva dal frantoio l’olio nuovo il “cavolo con le fette” ce lo fa gustare più intensamente

Consigli golosi di Donatella Cinelli Colombini

 

LeFette_ingredienti

Le Fette ingredienti

Si tratta di una minestra di pane antichissima e particolarmente diffusa nel Sud della campagna senese e aretina. Oggi può essere servita come antipasto salutare e fragrante accompagnandola a uno spumante secco della Franciacorta o del Trentino. Unica raccomandazione è l’utilizzo di olio extravergine di eccellente qualità e appena fatto, ancora verde e pieno di aromi come quello di olive moraiolo.
Piccola nota curiosa: ho scoperto questa ricetta dodici anni fa, quando ho iniziato a dirigere la Fattoria del Colle di Trequanda perché a Montalcino, da dove provenivo, era quasi sconosciuta benché i due paesi distino poco meno di 30 km.  Nella terra del Brunello le massaie cucinavano il “pan lavato”, minestra di pane a base di cavolfiore, aglio e olio che segue la stessa ricetta.

Una antica ricetta per il dessert: il Latte in piedi

La pasticcera della Fattoria del Colle, Patrizia Cenni, ci prepara un gustoso dessert al cucchiaio ideale per concludere i vostri pasti

Latte in piedi al cioccolato osteria di Donatella

Latte-in-piedi-al-cioccolato-osteria-di-Donatella

Una ricetta sfiziosa, molto gustosa e poco calorica. Una piccola nota storica: la gelatina di pesce venne introdotta in Toscana agli inizi del Novecento. Questa novità permise di dare rigidità e corpo ai dolci morbidi e quindi di creare nuovi piatti dall’aspetto sorprendente. Grazie alla gelatina anche il latte riesce a stare in piedi ed è proprio da questa caratteristica che il dolce prende nome.

Ricetta: Gnocchi di semolino con tartufo bianco delle Crete

Lo chef della Fattoria del Colle, Antonio Corsano, ci prepara gli gnocchi di semolino con tartufo bianco delle Crete Senesi ideali per le domeniche invernali

Gnocchi di semolino_ristorante_Fattoria del Colle

Gnocchi di semolino_ristorante_Fattoria del Colle

Vi proponiamo una ricetta semplice e veloce: gli gnocchi di semolino. Si tratta di dischetti di pasta di semolino di forma rotonda oppure a seconda delle occasioni è possibile farli con forme più originali. Sono anche chiamati gnocchi alla romana, infatti non è un piatto tipicamente toscano ma nella zona in cui ci troviamo, nel sud della Toscana, è ormai entrato nella tradizione dei piatti cucinati nelle fredde serate invernali.

Già nel tardo Ottocento questa ricetta è stata inserita nel famoso manuale di Pellegrino Artusi La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” nella sezione dei piatti “trasmessi” cioè di minor conto poiché venivano serviti tra una portata e l’altra. Invece è un piatto ricco e delizioso altro che di poco conto…provatelo e diteci cosa ne pensate!

 

Cotolette di baccalà

In occasione della festa per i 150 anni dall’Unità d’Italia lo chef dell’Osteria di Donatella – Antonio Corsano - ha cucinato 5 pietanze del ricettario di Pellegrino Artusi eseguendo i piatti esattamente come sono descritti nel testo. I commensali hanno così gustato gli stessi sapori della metà dell’Ottocento, gli stessi assaggiati dai loro progenitori. Artusi nacque nel 1820 e morì nel 1911 era un critico letterario e un fine gastronomo, a lui dobbiamo il più famoso ricettario italiano La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene ...